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www.ildialogo.org Il Comitato esecutivo: “Contraria a Cristo la Dottrina cristiana della scoperta”,di Agenzia NEV del 29/02/2012

CEC.
Il Comitato esecutivo: “Contraria a Cristo la Dottrina cristiana della scoperta”

di Agenzia NEV del 29/02/2012

Preoccupazione per i rifugiati nel Sinai e le violazioni dei diritti umani in Tanah Papua


Roma (NEV), 29 febbraio 2012 - Il traffico di esseri umani nel deserto del Sinai, la violazione dei diritti umani in Tanah Papua, il ripudio della “Dottrina cristiana della scoperta” a favore dei diritti delle popolazioni indigene. Sono questi alcuni tra i temi dibattuti dal Comitato esecutivo del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), riunitosi a Bossey, presso Ginevra, dal 14 al 18 febbraio scorso.

I membri del Comitato esecutivo hanno voluto riportare all'attenzione dell'opinione pubblica il destino di circa 190 rifugiati tenuti prigionieri nel Sinai da gruppi di trafficanti di esseri umani. In un comunicato il CEC si rivolge ai governi di Israele e d'Egitto per combattere i nuovi schiavisti e trovare vie per la liberazione dei prigionieri. Al governo egiziano, il Comitato esecutivo chiede anche ragione dei richiedenti asilo chiusi nelle carceri del paese nordafricano e sottoposto a trattamenti disumani e alla deportazione forzata. Un altro focolaio di violazioni di diritti umani è stato individuato dall'organismo del CEC in Tanah Papua (Indonesia), dove la popolazione locale è vittima di violenze, giunte fino all'uccisione di civili, per mano delle forze di polizia indonesiane. “Questa tragica escalation di tensione pone la necessità di un richiamo da parte della comunità internazionale” si legge in un comunicato nel quale si invita le chiese del CEC a sostenere la popolazione di Tanah Papua nelle sua lotta “per il diritto alla dignità e alla vita”.

Il Comitato esecutivo ha continuato la riflessione sui diritti delle popolazioni indigene con una dichiarazione che ripudia la “Dottrina cristiana della Scoperta” denunciata come “profondamente contraria all'evangelo di Gesù”. Tale dottrina, sostenuta da papa Nicola V (1397-1455) in due encicliche che affermavano il diritto dei conquistatori cristiani di sottomettere, schiavizzare e depredare delle loro terre le popolazioni pagane, è infatti la chiave che ha legalmente giustificato il colonialismo e da cui ancora derivano le attuali legislazioni che riguardano le popolazioni indigene. Basti pensare che nel 1823, nella causa Johnson contro McIntosh, la Corte suprema degli Stati Uniti fece propria la Dottrina della scoperta, stabilendo in base ad essa una distinzione tra cristiani (a cui venivano equiparati anche ebrei e musulmani) e pagani, annullando con ciò i trattati con i nativi americani, considerati privi di ogni figura giuridica. Il pronunciamento del Comitato esecutivo del CEC è stato pensato per rendere attente le chiese su una questione che sarà al centro della XI sessione del Forum permanente delle Nazioni Unite sulle questioni indigene (UNPFII) che si terrà a New York dal 7 al 18 maggio prossimi.



Venerdě 02 Marzo,2012 Ore: 16:16
 
 
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