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www.ildialogo.org La FEREDE chiede agli evangelici spagnoli di manifestare per la libertà religiosa,di Agenzia NEV del 2/11/2011

Diritti.
La FEREDE chiede agli evangelici spagnoli di manifestare per la libertà religiosa

di Agenzia NEV del 2/11/2011

Tra le questioni scottanti, le normative sui locali di culto


Roma (NEV), 2 novembre 2011 - La Festa della Riforma, 31 ottobre 2011, ha visto gli evangelici spagnoli scendere in piazza per manifestare in difesa della libertà religiosa. Dalla Murcia all'Aragona, da Madrid a Valencia, fino all'attesa manifestazione del 5 novembre a Barcellona, le chiese protestanti hanno accolto l'appello della Federazione delle entità religiose evangeliche in Spagna (FEREDE) di fare di questa ricorrenza il fulcro delle proteste contro una serie di leggi e decisioni amministrative volte, secondo l'organizzazione evangelica, a “controllare” piuttosto che “garantire” la libertà religiosa. Come si legge nella “Dichiarazione per la libertà religiosa in Spagna”, redatta dalla FEREDE, sono molte le occasioni in cui viene infranta la neutralità religiosa dello Stato definita nella Costituzione, nella Legge organica del 1980 e nei successivi accordi del 1992. “Un Municipio – lamenta il documento degli evangelici - può autorizzare una celebrazione religiosa di una confessione negli spazi pubblici, e negare o restringere arbitrariamente quella di un'altra. Un Governo può negare sistematicamente l'accesso delle minoranze religiose a licenze di Radio o TV, ma può cederlo con spirito e generosamente ad un'altra confessione”.

La questione più calda e di maggiore attualità è però quella riguardante i locali di culto. “La normativa su questo punto – ha spiegato il segretario esecutivo della FEREDE, Mariano Blazquez, in un incontro delle Federazioni protestanti dei paesi europei di lingua latina, tenutasi recentemente a Bruxelles – è delegata alle amministrazioni locali dando così adito a una grande disparità di trattamento in tutto il paese e a leggi che normalmente vanno a detrimento delle minoranze religiose”. Così per le comunità religiose di minoranza è sempre più difficile, se non impossibile, aprire nuovi locali di culto; a quelli già esistenti vengono poi applicate rigorosamente le normative che richiedono adeguamenti, mentre altre confessioni religiose godono di numerose deroghe. Per questo la richiesta della FEREDE è che venga definita a livello nazionale “una disposizione con carattere organico che regoli i requisiti di sicurezza che devono riunire tutti i posti di culto - senza distinzione - garantendo l'uguaglianza di trattamento ed il libero esercizio del culto pubblico”. “La questione dei locali di culto non è affatto secondaria per la democrazia – afferma Blazquez -. Infatti, se è vero che la libertà religiosa è un diritto individuale, essa deve comunque comprendere anche la dimensione collettiva della celebrazione del culto. In più, la necessità di nuovi locali di culto è legata alla nuova realtà della Spagna come società plurale, una realtà che va riconosciuta dalle amministrazioni locali e non certo ostacolata”.

In questo ambito qualcosa si è già mosso. La rappresentante della municipalità di Madrid, Ana Botella, ha incontrato il segretario esecutivo del Consiglio evangelico di Madrid, Manuel Cerezo, definendo le modalità di un canale ufficiale di dialogo tra l'amministrazione e le chiese evangeliche, la convocazione di regolari incontri annuali e l'esame di casi specifici. Più difficile è invece la situazione in Catalogna, la cui legislazione restrittiva è stata più volte denunciata citando casi di chiusura o minaccia di chiusura di locali di culto. La manifestazione prevista per il 5 novembre sulla Palza de los Països Catalans si prevede come la più attesa e partecipata.



Giovedì 03 Novembre,2011 Ore: 18:03
 
 
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