Roma (NEV), 15 giugno 2011 – Si è concluso lo scorso 10 giugno l'incontro dell'ONU sull'AIDS tenutosi a New York al fine di rinnovare e rafforzare l'impegno internazionale contro la pandemia. Tale impegno è stato tema di accesa discussione anche per gli oltre 100 leader religiosi e delegati di organizzazioni della società civile che hanno partecipato alla colazione interreligiosa del 10 giugno, organizzato dall'“Alleanza ecumenica in difesa dei diritti” (EAA) con sede a Ginevra e “Religions for peace”. Il documento approvato dall’Assemblea generale dell’ONU, accolto favorevolmente dalla maggior parte dei leader religiosi, fissa alcuni obiettivi da raggiungere entro il 2015, intesi come tappe imprescindibili per sconfiggere l'AIDS. Alcuni di essi sono: garantire una spesa a livello globale di 6 miliardi di dollari annui per la lotta all'AIDS; garantire a chiunque l'accesso ai sistemi di prevenzione; sostenere con cure e trattamenti adeguati coloro che hanno contratto il virus; ridurre il tasso di infezione dell'HIV della metà rispetto alle statistiche attuali. Inoltre si fa esplicito riferimento alla necessità dell'uso del preservativo per ridurre la diffusione dell'AIDS, riferimento che in passato era stato osteggiato dal Vaticano e da diversi paesi con prevalenza di religione musulmana. Peter Prove, direttore esecutivo dell'EAA, si è dichiarato soddisfatto per il riconoscimento espresso dall'ONU nei confronti delle cure psico-sociali, spirituali e palliative, ritenute essenziali per la cura e la tutela delle persone affette dal virus e che “l'inclusione di chiari obiettivi economici per la riduzione della trasmissione sessuale dell'HIV del 50% e l'obiettivo di eliminare la trasmissione verticale (ovvero quella madre-figlio) entro il 2015 sono dei segnali molto importanti. In più il documento riafferma la centralità dei diritti umani come risposta all'AIDS e si focalizza sulla necessità di attivarsi da un punto di vista legale, sociale e politico affinché non ci sia più stigmatizzazione, discriminazione e violenza contro le persone che hanno contratto l'AIDS. Tale impegno riflette un principio di fede fondamentale: che è il rispetto per la dignità umana”. Il coinvolgimento e l'impegno dei leader religiosi e dei rappresentanti delle organizzazioni intervenute all'incontro dell'ONU e alla colazione interreligiosa è stato salutato con particolare attenzione da Asha-Rose Migiro, vice segretario generale delle Nazioni Unite, che ha affermato che i leader religiosi convenuti sono da considerarsi come degli “attivisti naturali che possono cambiare l'attitudine delle persone e che possono rappresentare il discrimine dalla vergogna all'orgoglio, dalla morte alla vita”. (mil)