Roma (NEV), 11 maggio 2011 - “Parlare di acqua significa unire i temi del diritto e della democrazia alla riflessione più prettamente teologica del dono e della gratuità in relazione al creato”. Così la pastora Letizia Tomassone, vice presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), ha introdotto l'incontro "Le Chiese e l'acqua. Diritti umani e privatizzazione dei beni comuni" tenutosi lunedì scorso a Roma. Organizzato dalla FCEI, l'incontro ha avuto un esplicito carattere ecumenico, evidenziando, da un lato, come la riflessione sulla salvaguardia del creato sia ormai ben radicata nel tessuto del movimento ecumenico internazionale, e sottolineando, dall'altro lato, l'impegno dei cristiani in Italia a favore dei referendum per l'acqua pubblica come conseguenza di questa riflessione.

Oratore principale dell'incontro è stato il vescovo cattolico di Aysèn (Cile), Luis Infanti Della Mora, il nome della cui diocesi è sui quotidiani di questi giorni per il primo sì di una Commissione governativa cilena sulla costruzione di cinque immense dighe proprio in quell'area. Una decisione che tira in ballo l'ENEL, proprietaria del 92% dell'acqua dei fiumi della Patagonia, e contro cui Della Mora si è speso in prima persona con la pubblicazione di una lettera pastorale dal titolo inequivocabile “Dacci oggi la nostra acqua quotidiana”. Durante l'incontro di lunedì Della Mora ha presentato gli elementi essenziali di quest'ultimo documento – in Italia pubblicato dall'editrice EMI - che presenta un'analisi della situazione, una riflessione teologica su un approccio ecologico al mondo e un invito ad agire. “La costruzione di dighe in Patagonia – ha sottolineato il vescovo – rientra in un progetto economico di espropriazione dell'acqua a danno delle fasce più deboli della popolazione. In base alla legge cilena la proprietà dell'acqua dei fiumi della Patagonia è degli enti che la gestiscono – in questo caso dell'ENEL – che possono farne quel che vogliono. In più, il progetto deturperà l'ambiente sia con la costruzione delle dighe sia con l'elettrodotto che, con un viaggio di quasi tremila chilometri, porterà l'energia prodotta nelle regioni minerarie del nord del Paese”.

All'organizzazione dell'incontro hanno aderito l'Ufficio nazionale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale italiana (CEI), per il quale è intervenuto don Gino Battaglia; la Rete interdiocesana Nuovi stili di vita, il cui lavoro è stato presentato da don Adriano Sella; dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua rappresentato da Simona Savini; e dal Centro interconfessionale per la pace (CIPAX) che ha proposto una testimonianza di Paolo Giambelli. (lb)

Sabato 14 Maggio,2011 Ore: 20:20