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www.ildialogo.org Da Rowan Williams a Fykse Tveit, l'appello per un referendum regolare e pacifico,di Agenzia NEV del 12 gennaio 2011

 Sudan.
Da Rowan Williams a Fykse Tveit, l'appello per un referendum regolare e pacifico

di Agenzia NEV del 12 gennaio 2011

Esponenti musulmani e cristiani: evitare che le tensioni diventino un conflitto tra comunità religiose


Roma (NEV), 12 gennaio 2011 - “Un giorno di immensa importanza”. Così Rowan Williams, arcivescovo di Canterbury, ha salutato l'apertura, lo scorso 9 gennaio, dei seggi in Sud Sudan per il referendum che deciderà l'eventuale secessione del sud del paese, a maggioranza cristiana e animista, dal nord, a maggioranza musulmana. In una dichiarazione rilasciata alla vigilia del referendum, Williams ha invitato tutti i cristiani a sostenere il popolo sudanese, auspicando che “il referendum possa svolgersi pacificamente e che il suo risultato venga rispettato”. A creare future tensioni potrebbero essere le zone petrolifere che, in caso di secessione, rientrerebbero nel territorio del sud Sudan. “In questi giorni le truppe del nord e del sud sono schierate ai confini – ha dichiarato il vescovo sudanese anglicano Joseph Garang in un'intervista rilasciata all'Episcopal News Service -. Troppe persone sono morte durante la guerra civile, non vogliamo che la cosa si ripeta”. Il referendum fa infatti parte degli accordi di pace che nel 2005 hanno posto fine a ventuno anni di guerra civile tra il nord e il sud del Paese, un conflitto costato più di due milioni di morti.
Sullo svolgimento corretto e pacifico del referendum in Sudan si erano già pronunciati con un comunicato congiunto, lo scorso novembre, i pastori Olav Fykse Tveit e Geoff Tunnicliffe, rispettivamente segretari generali del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) e dell'Alleanza evangelica mondiale (AEM). I rappresentanti dei due raggruppamenti - che insieme raccolgono oltre 1 miliardo di cristiani anglicani, evangelicali, protestanti e ortodossi di tutto il mondo – avevano chiesto alla comunità internazionale di vigilare sulla regolarità del referendum. “La popolazione del Sudan – avevano affermato Tveit e Tunnicliffe - ha sofferto abbastanza ed è ora che possa decidere democraticamente del proprio futuro”. Sul Sudan si erano anche espressi i partecipanti alla Consultazione cristiano-islamica tenutasi a Ginevra dal 1° al 4 novembre scorso, promossa dal CEC insieme alla World Islamic Call Society (WICS), al Royal Aal al Bayt Institute di Giordania, e al gruppo di intellettuali musulmani che nel 2007 inviarono la lettera “Una parola comune” alle autorità cristiane mondiali. Nel documento finale della Consultazione veniva espressa la preoccupazione che il referendum non venga percepito, né si trasformi in uno scontro tra cristiani e musulmani.


Sabato 15 Gennaio,2011 Ore: 19:54
 
 
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