- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (258) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org A Roma una conferenza su ereditą e prospettive a cento anni da Edimburgo,di Agenzia NEV del 12 gennaio 2011

 Ecumensimo.
A Roma una conferenza su ereditą e prospettive a cento anni da Edimburgo

di Agenzia NEV del 12 gennaio 2011

Ferrario: l'ecumenismo delle differenze riporta di attualitą le questioni sollevate nel 1910


Roma (NEV), 12 gennaio 2011 - Cento anni di ecumenismo: quali frutti da raccogliere e quali nuove prospettive da esplorare? Sono gli interrogativi posti dall'incontro tenutosi a Roma alla Facoltà valdese di teologia lo scorso 10 gennaio con il titolo “Riprendere le sfide di Edimburgo, 1910-2010. L'eredità e le prospettive raccolte da un secolo di ecumenismo”. Organizzata dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), dall'Ufficio per l'ecumenismo e il dialogo della Conferenza episcopale italiana (CEI) e dalla Sacra Arcidiocesi ortodossa d'Italia Patriarcato ecumenico, la conferenza è stata aperta dalla pastora Letizia Tomassone, vice presidente della FCEI. “Oggi più che mai – ha detto Tomassone - le chiese cristiane sono chiamate a pronunciare insieme una parola forte di speranza da rivolgere al mondo e a compiere passi da gigante nel cammino della riconciliazione”.
Il primo intervento dell'incontro è stato dell'archimandrita Evangelios Yfantidis che, partendo dalla Conferenza missionaria che nel 1910 a Edimburgo vide la nascita del movimento ecumenico, ha ripercorso le tappe dell'impegno ecumenico del Patriarcato di Costantinopoli. “Il nostro compito in Italia oggi – ha detto Yfantidis – è di soddisfare la richiesta di Gesù di essere un solo gregge con un solo pastore. Per questo dobbiamo ravvivare il reciproco amore cristiano che ci porta non a considerarci estranei ma a riconoscerci parenti e familiari in Cristo”.
Più legati alla Conferenza d'Edimburgo sono stati gli interventi di Fulvio Ferrario, docente alla Facoltà valdese di teologia, e dal cattolico professor Gianni Colzani. Secondo Ferrario un secolo di ecumenismo “ci ha riportati al punto di partenza, agli stessi problemi sollevati da Edimburgo 1910 senza però avere oggi lo stesso ottimismo” che animò i partecipanti a quella storica Conferenza. Ferrario ha ripercorso le tappe fondamentali del movimento ecumenico evidenziandone luci ed ombre; in particolare, il ruolo che i rapporti ecumenici ebbero nell'opposizione al regime hitleriano e nel mantenere i rapporti con le chiese dell'est durante la Guerra fredda, fino al periodo di forte entusiasmo nato con il Concilio Vaticano II e durato fino ai primi anni '80. “In quegli anni prevalse il modello dell'“unità nella diversità”, teorizzato dal teologo protestante Oscar Cullmann – ha precisato Ferrario -. Un modello però che la chiesa romana oggi rifiuta in vista di una unità organica”. Si è passati così da un ecumenismo della ricerca del consenso su questioni teologiche dirimenti – di cui, secondo Ferrario, l'ultimo frutto è la Dichiarazione congiunta luterano cattolica sulla giustificazione per fede del 1999 - a un ecumenismo del riconoscimento delle differenze “che porta certamente più consapevolezza ma nel quale è più difficile immaginare nuovi percorsi per il futuro”.
L'intervento di Colzani ha avuto come riferimento il contesto mondiale del cristianesimo, oggi più diffuso nel sud del mondo che nei paesi occidentali. “Le domande fondamentali di Edimburgo 1910 furono poste dai pochi partecipanti non europei – ha fatto notare Colzani -. La questione da cui dobbiamo partire è quella che pose il presidente di quella Conferenza: la nostra predicazione è all'altezza delle domande a cui il mondo cerca risposta?”. Da qui dobbiamo partire avendo davanti a noi un mondo che appare più complesso da quello che i missionari del 1910 guardavano con un ottimismo non giustificato dalle grandi catastrofi storiche del XX secolo. “Benché divise le chiese cristiane possono oggi riconoscersi sorelle nella ricerca di un’identità che parta da una predicazione realmente all'altezza di un tempo in cui emerge un nuovo cristianesimo, capace di nuove inculturazioni, e in cui il dialogo con le altre religioni appare fondamentale”.


Sabato 15 Gennaio,2011 Ore: 19:48
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Notizie Ecumeniche

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info