Roma (NEV), 3 novembre 2010 – “Il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) condanna fortemente il criminale atto di terrore che si è verificato domenica 31 ottobre nella chiesa Sayidat al-Najat a Bagdad”. E' quanto ha dichiarato il 1° novembre il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del CEC, esprimendo l'indignazione e la preoccupazione che il massacro di donne, uomini e bambini in una chiesa siro-cattolica irachena ha suscitato tra i responsabili del raggruppamento ecumenico che egli rappresenta.

Tveit ha espresso “solidarietà a coloro che hanno perso i propri cari”, assicurando la vicinanza nella preghiera di tutte le chiese appartenenti al CEC “per il rapido ristabilimento dei feriti”. Più in generale, Tveit ha tenuto a precisare come il CEC sia “profondamente turbato dalle continue sofferenze cui sono sottoposti i cristiani in Iraq”, e come si senta per questo profondamente vicino a “tutte le chiese che, attraversando tempi turbolenti e di prova, testimoniano dell'amore e della pace di Dio in Gesù Cristo anche in mezzo all'odio e all'aggressione”.

Il segretario generale del CEC ha quindi chiesto alle autorità irachene di portare davanti alla giustizia tutti i responsabili dell'attacco e di impegnarsi per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, e in modo specifico di quelli che, come i cristiani, vivono in situazioni di particolare vulnerabilità.

Tveit ha rilasciato queste dichiarazioni prima di intervenire a una consultazione cristiano-islamica in corso presso la sede del CEC a Ginevra (1-4 novembre) con il titolo “Trasformare le comunità: cristiani e musulmani costruiscono un futuro comune”.

Il CEC è una comunione di 349 chiese protestanti, ortodosse ed anglicane, in rappresentanza di oltre 560 cristiani di tutto il mondo.

 

Giovedì 04 Novembre,2010 Ore: 14:51