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www.ildialogo.org "Da cent'anni i cristiani costruiscono la comunione",

47ª Sessione di formazione del Segretariato attività ecumeniche
"Da cent'anni i cristiani costruiscono la comunione"

Intervista al presidente del SAE Mario Gnocchi


Prof. Gnocchi perché è stato scelto questo tema?
“Ci è sembrato che il riflettere su questi cento anni di movimento ecumenico a partire da Edimburgo fosse importante per recuperare le ragioni e le ispirazioni fondamentali che hanno mosso il movimento, per riportare l’attenzione al nostro presente, per guardare al futuro sulla base di questa memoria. Nel titolo della sessione ‘Sognare la comunione, costruire il dialogo’ abbiamo voluto mettere accanto due aspetti: uno è il sogno profetico cioè la visione di un possibile futuro, l’altro la pazienza della costruzione del dialogo perché è importante seguire la visione, traducendola in impegno quotidiano. Lo stesso cammino ecumenico in fondo si è mosso secondo queste due spinte, sin da Edimburgo si è parlato di visione che veniva da un’ispirazione del Signore, ma poi ci si è accorti subito che la visione andava perseguita con la pazienza dei passi quotidiani, degli incontri, dei confronti, del dialogo. In questa prospettiva ci siamo voluti porre anche con questa Sessione”.
Lo sguardo al passato cosa ci insegna?
“Lo sguardo al passato intanto ci insegna a non disperare perché noi adesso vediamo il passato nella luce pacificata della memoria, ma se poi poniamo attenzione a quello che è avvenuto ci accorgiamo di tutte le difficoltà, gli intoppi, gli ostacoli difficilmente sormontabili che ci sono stati nel passato, eppure quel movimento è proseguito ed è arrivato fino a noi. Il primo motivo di riflessione è ritrovare speranza nella consapevolezza della difficoltà anche del cammino da percorrere. Il secondo è ripensare alle grandi linee di forza, ai temi, alle spinte ideali che hanno ispirato, condotto, sostenuto il cammino ecumenico”.
Quali saranno i temi affrontati nella sessione?
“La prima giornata è dedicata alla rievocazione di momenti fondamentali, da Edimburgo alla fondazione del Consiglio ecumenico delle Chiese, dal Concilio Vaticano II a tutto l’impegno ecumenico della Chiesa cattolica, dai primi pronunciamenti ecumenici del Patriarcato di Costantinopoli all’opera di Atenagora e all’impegno ortodosso. Nei giorni seguenti abbiamo voluto cogliere alcuni dei temi fondamentali che si sono sviluppati lungo questi cento anni. Ad esempio, il filone teologico, che nel movimento ecumenico è stato rappresentato soprattutto da Fede e Costituzione. Il secondo filone è quello etico: l’impegno per la pace, la giustizia, i diritti umani, per il pacifico confronto tra i popoli. Terzo grande motivo che ci riporta proprio alle origini è che il movimento ecumenico si è mosso su una fondamentale spinta missionaria. Alla conferenza di Edimburgo, cento anni fa, è apparsa evidente la contraddizione tra evangelizzazione e divisione tra i cristiani. Occorre tener conto, ovviamente, che in questi cento anni il modello stesso di missione si è modificato, con tutta la problematica aperta dal dialogo interreligioso”.
A Chianciano si parlerà anche del rapporto con l’ebraismo?
“Sì, questo è un argomento che ci sta a cuore e che non può essere omologato alla dimensione interreligiosa, perché il rapporto tra Chiese e Israele, tra i cristiani e ebrei tocca le profondità della vita cristiana e delle realtà della Chiesa”.
Una giornata sarà dedicata anche a ricezione e resistenze…
“Sappiamo che l’ecumenismo incontra anche difficoltà e spinte contrarie e allora vogliamo dedicare una giornata a una franca riflessione su come è stato recepito e contrastato l’ideale ecumenico all’interno delle Chiese”.
Quanto siamo lontani ancora dalla realizzazione del sogno ecumenico?
“A livello dei dialoghi ufficiali si registrano da una parte positive volontà di proseguire e dall’altra oggettive difficoltà, ad esempio sono rimasti insoluti alcuni nodi riguardanti i temi ecclesiologici. A livello di base, del popolo di Dio, il tema ecumenico è avvertito e partecipato, magari non con un approfondimento di tipo teologico da parte di tutti, ma come ispirazione di fondo. In questo senso il richiamo all’importanza dell’ecumenismo spirituale mi sembra da accogliere favorevolmente, a patto che ecumenismo spirituale significhi un fecondare la spiritualità non solo individuale ma anche comunitaria delle Chiese, che si aprano nella loro coscienza di fede e nella loro esperienza di vita ecclesiale a quella dimensione ecumenica in cui tutto, dalla teologia alla liturgia, dalla vita comunitaria agli impegni di tipo etico, deve iscriversi. Questa mi sembra la situazione attuale, che non induce a ottimismi superficiali, ma a un ottimismo più profondo che è il non cedere mai di fronte alle difficoltà, il mantenere viva la forza di reagire e di sognare”.
La sessione, però, non si limita al dialogo ecumenico…
“C’è un ultimo aspetto che la sessione ha voluto tener presente: oltre all’orizzonte ecumenico in senso stretto, cioè intra-cristiano, ci sarà la dimensione interreligiosa, prendendo in considerazione i rapporti tra i tre monoteismi, ebraismo, cristianesimo e islam, perché ci sembra che soprattutto su questo piano il confronto si imponga”.

Articolo tratto da:

FORUM Koinonia 217 (24 luglio 2010)

http://www.koinonia-online.it

Convento S.Domenico - Piazza S.Domenico, 1 - Pistoia - Tel. 0573/22046



Lunedì 26 Luglio,2010 Ore: 14:26
 
 
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