Roma (NEV), 10 marzo 2010 – I migranti e l'opportunità che rappresentano per le società di accoglienza sono al centro dell’incontro che in questi giorni si svolge ad Istanbul (Turchia) tra rappresentanti della Conferenza delle chiese europee (KEK) e del Consiglio della Conferenze episcopali europee (CCEE).

L’incontro annuale del Comitato Congiunto KEK-CCEE - che si era aperto l'8 marzo con un comunicato congiunto di solidarietà per le vittime del terremoto che ha colpito la regione intorno alla città di Elasig, nel sud-est del paese - si svolge quest’anno dal 7 all’11 marzo 2010 su invito del Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. Il Comitato, istituito nel 1972, ha come compito la supervisione della cooperazione fra i due organismi cristiani europei. Comprende, oltre ai rispettivi segretari generali, sette membri della KEK e sette del CCEE. Nella giornata di ieri le due delegazioni hanno incontrato in udienza privata Bartolomeo I.

Il tema delle migrazioni è stato scelto in occasione dell’Anno delle chiese europee che rispondono alle migrazioni promosso dalla KEK per il 2010 (www.migration2010.eu). L’obiettivo dell’anno è di promuovere la visibilità dell’impegno delle chiese a favore degli stranieri, in risposta al messaggio della Bibbia, e di promuovere una politica di integrazione dei migranti attraverso il lavoro per e con i migranti stessi, i rifugiati e le minoranze etniche a livello europeo e nazionale.

“Le cause del fenomeno migratorio sono complesse e molteplici. Spesso la reazione delle società ospitanti è principalmente incentrata sulle paure e sulle sfide che tale fenomeno pone, tralasciando le opportunità offerte ai migranti e alle società ospitanti -, ha dichiarato Doris Peschke, segretario generale della Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME) -. Il ruolo delle chiese dovrebbe essere quello di stare accanto ai fratelli e alle sorelle migranti e di sostenere i loro diritti e la loro dignità. Inoltre le chiese possono contribuire ad educare le società ospitanti nel loro incontro con i migranti”. Dal canto suo, Johan Ketelers, segretario generale della Commissione internazionale cattolica per le migrazioni (ICMC), ha ricordato “come sia necessario riconoscere che i migranti non sono semplici produttori di mano d’opera e di opportunità economiche, ma prima di tutto esseri umani. Bisogna inoltre riconoscere che solo una situazione di sicurezza e di stabilità per i migranti e le loro famiglie, anche per i migranti senza documenti, permetterà loro di sviluppare pienamente il loro potenziale in quanto attori dello sviluppo”. Domani, a conclusione dei lavori del Comitato KEK-CCEE, è attesa una dichiarazione finale.