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www.ildialogo.org La KEK sui confini esterni dell'Unione europea,di Agenzia NEV del 17/06/2015

DOCUMENTAZIONE
La KEK sui confini esterni dell'Unione europea

di Agenzia NEV del 17/06/2015

Roma (NEV), 17 giugno 2015 – Lo scorso 3 giugno il Comitato direttivo della Conferenza delle chiese europee (KEK) ha reso pubblica una dichiarazione sui confini esterni dell'Unione europea. Ne proponiamo di seguito una traduzione in Italiano, anche in vista della Giornata mondiale del rifugiato e delle veglie di preghiera, promosse dalla KEK e dalla Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME), in ricordo di chi ha perso la vita nel viaggio verso l'Europa.

“Non dimenticate l'ospitalità; perché alcuni praticandola, senza saperlo, hanno ospitato angeli”, (Ebrei 13:2).
La Conferenza delle chiese europee (KEK) esprime profonda preoccupazione sulle ripetute stragi nel Mediterraneo. La KEK deplora che in oltre due decenni decine di migliaia di migranti sono annegati nel tentativo di raggiungere un rifugio sicuro e una vita più dignitosa in Europa.
Conflitti alle porte d'Europa hanno portato sempre più migranti a fuggire all'interno e oltre le proprie regioni. Molti cercano di attraversare il Mediterraneo verso l'Italia o Malta; altri cercano di scavalcare i recinti di filo spinato a Ceuta e Melilla, o di raggiungere le isole greche dell'Egeo o Cipro. Meno conosciute sono le rotte aeree che interessano le frontiere esterne dell'Europa orientale, ma testimonianze sul campo suggeriscono che la sofferenza e la morte possano essere una realtà anche in quei luoghi.
I trafficanti possono realizzare i loro vergognosi e lucrativi affari grazie alle politiche migratorie europee. Queste politiche rendono praticamente impossibile arrivare legalmente in Europa, anche per coloro che hanno maggior bisogno di protezione.
Le reazioni politiche alle crisi si sono spesso concentrate nell'impedire gli arrivi piuttosto che nel salvare vite umane.
Nei documenti dell'UE, l'uso di mezzi militari per fermare l'immigrazione irregolare in Europa rimane una priorità. Sono invece poche le proposte avanzate dai politici per permettere una migrazione regolare e sicura. L'accoglienza di coloro che arrivano in Europa è una responsabilità lasciata a pochi stati europei.
Allo stesso tempo, in molti luoghi, le chiese e le organizzazioni della società civile si sono impegnate in uno sforzo considerevole per offrire sostegno a coloro che arrivano sulle coste europee. Offrono accoglienza a Lampedusa, consulenze legali nelle isole greche, ospitalità in chiese-santuario in Germania o alloggio in Svezia, e in molti altri luoghi viene dato rifugio a coloro che sono sopravvissuti a viaggi pericolosi.
La KEK riconosce che per porre fine all'inaccettabile e vergognosa realtà delle morti alle frontiere esterne dell'UE sono necessarie risposte diversificate e misure di breve e lungo termini. La situazione ideale consisterebbe nel fatto che nessuno si trovi costretto a lasciare il proprio paese d'origine.
La KEK intende quindi rilanciare il messaggio lanciato nel Dicembre 2014 (http://www.ceceurope.org/index.php?id=1774; vedi NEV 52/14) sulla situazione in Medio Oriente ed esprime apprezzamento per tutti gli sforzi intrapresi nella regione per costruire la pace. La KEK, inoltre, saluta positivamente ulteriori sforzi che possano ridurre i pericolosi effetti delle politiche UE sulla vendita di armi e sul commercio, al fine di sostenere altre regioni del mondo.
La KEK è comunque consapevole che, nell'immediato futuro, la ricerca di protezione in un paese diverso dal proprio è per molte persone una necessità. Per questa ragione, la KEK sollecita le chiese in Europa:
- a continuare a pregare per coloro che fuggono da conflitti, guerra e distruzione;
- a commemorare coloro che hanno perso la vita nel loro viaggio verso l'Europa e a utilizzare il materiale prodotto annualmente dalla KEK e dal CCME per la Domenica del Rifugiato che quest'anno cade il 21 giugno 2015;
- a continuare a lavorare per affrontare le cause che sono all’origine delle migrazioni forzate;
- a potenziare la propria capacità di accoglienza dei rifugiati, ispirandosi a quanto fanno le chiese nel Mediterraneo e altrove;
- a offrire luoghi in cui le paure per l'arrivo di nuovi stranieri possono essere discusse e in cui sperimentare modalità di vita comune nuove e costruttive;
- a cooperare affinché l'UE e gli stati ad essa associati superino le politiche di deterrenza e mettano al centro la dimensione umana delle migrazioni. Questo può avvenire in parte collaborando con il progetto “Passaggio sicuro” del CCME;
- a rivolgersi ai governi nazionali e alle autorità responsabili negli stati membro dell'UE per sostenere politiche migratorie umane.
Le istituzioni europee:
- a sviluppare e finanziare adeguatamente effettive operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo, eseguite da operatori qualificati e specializzati;
- ad astenersi dal militarizzare le politiche migratorie europee, inclusi i piani di bombardamento delle imbarcazioni potenzialmente utilizzabili dai trafficanti;
- a mettere in atto politiche che permettano vie di accesso sicure e legali all'Europa, tra cui un programma di reinsediamento più ampio, il rilascio di visti umanitari, la revoca di requisiti per i visti alle persone che fuggono da zone di conflitto (per esempio, la Siria o l'Eritrea), e la semplificazione delle procedure per il ricongiungimento familiare per le persone che necessitano di protezione internazionale o ammissione umanitaria;
- a sostenere gli sforzi dei paesi del Medio Oriente e di altre aree di conflitto e dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR), al fine di sostenere adeguatamente le persone che cercano protezione internazionale;
- a mettere in essere un sistema di solidarietà tra gli stati membro dell'UE sull’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati;
- a non far ricadere sui paesi non europei la responsabilità della protezione di rifugiati diretti in Europa
- proporre canali di ingresso legali in Europa offrendo così alternative, umane e realizzabili, al traffico dei migranti.
(traduzione a cura di NEV-notizie evangeliche)
NEV - Notizie Evangeliche, Servizio stampa della Federazione delle chiese evangeliche in Italia - via Firenze 38, 00184 Roma, Italia tel. 064825120/06483768, fax 064828728, e-mail: nev@fcei.it, sito web: http://www.fcei.it .


Sabato 20 Giugno,2015 Ore: 15:25
 
 
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