No al nuovo aeroporto di Viterbo - Riflessione
Una corsa verso l’autolesionismo

di Paolo D’Arpini

[Dalla rivista mensile "Etrurialand", n. 60/2007 (disponibile anche nel sito www.etrurialand.info) riprendiamo il seguente intervento.

Paolo D’Arpini (per contatti: circolo.vegetariano@libero.it) e’ animatore del Circolo vegetariano di Calcata (in provincia di Viterbo) e di rilevanti esperienze ecologiste, di spiritualita’, di solidarieta’, di incontro tra le persone, le culture, con la natura vivente]


Corsa verso l’autolesionismo. Cosi’ chiamerei la foga con la quale i nostri amministratori litigano e sgambano per arrivare primi all’aeroporto. Una scena tragicomica alla Fracchia che corre all’ospedale per farsi amputare una gamba ed un braccio per accontentare il padrone.

Da parecchio tempo seguo la vicenda degli sgambetti istituzionali per aggiudicare l’aeroporto a Viterbo. Come se questa fosse la soluzione ai problemi della Tuscia.

Mi aspettavo che qualche voce saggia e lungimirante si levasse per indicare il male incombente di questo snaturato progetto ma invano. Son costretto a prendere la parola per evocare il rischio di uno scalo low cost (eufemismo che in realta’ vuol dire "alto costo" in termini di pollution).

Non voglio menzionare dati tecnici sulla quantita’ in metri cubi di gas inquinanti, questo lo lascio fare ad altre associazioni amanti dei numeri, basterebbe chiedere agli abitanti di Ciampino o Fiumicino se son contenti delle condizioni in cui si trovano. Voli low (or hight) cost significa emissione pazzesca di gas serra e di polveri sottili sia per l’atterraggio che per la partenza, significa sorvolo a bassa quota del territorio, significa susseguirsi di boati acustici, etc.

Insomma sarebbe come far di Viterbo il crocevia del traffico equivalente a dieci "autostrade del sole", oppure come avere cinquanta piste di Vallelunga in cui i bolidi girano e girano notte e giorno continuando a far rumore, emettendo sporcizia e fumo nero.

E poi che vantaggio ne avrebbe il territorio - realmente -, aumenterebbe forse il turismo? No di certo giacche’ lo scopo dei viaggiatori non e’ quello di sbarcare a Viterbo bensi’ di arrivare a Roma al piu’ presto con bus navetta o taxi, un andirivieni continuo, quindi di sicuro altro inquinamento per la Citta’ dei Papi e non si salverebbe da tale disastro nemmeno il territorio sorvolato in continuazione da aerei in giro di attesa per l’atterraggio.

Invito alla riflessione i politici double side (destra-sinistra) cosi’ avidi della primogenitura di questo mostro, che si studiassero lo stato dell’ambiente globale, che si interrogassero sul futuro dell’economia possibile, sulle risorse vere, sul rispetto verso le generazioni future, sul destino non ineluttabile della Tuscia di accogliere solo scomodi servizi (a vantaggio di chi?).

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

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Numero 171 del 4 agosto 2007



Domenica, 05 agosto 2007