Nuovo Aeroporto Viterbo
Un bel giorno si volerà

di Doriana Goracci

Sabato 6 settembre , a Capranica, il paese sulla rupe tufacea come quasi un’isola tra il verde della Cassia dei Cimini e il bosco della via Francigena, si è tentato di volare al Tempio romanico di san Francesco, con un incontro dal tema: "Aeroporto di Viterbo: prospettive". L’iniziativa, non sembrava davvero organizzata dalla minoranza consiliare Nuove Energie e dal Circolo territoriale di Alleanza Nazionale di Capranica, tale l’autorevole e partecipata presenza: la senatrice Laura Allegrini, il Sindaco di Viterbo on. Giulio Marini, l’avv. Bartoletti assessore con delega all’aeroporto, l’avv. Antonio Barberani del Popolo della Libertà di Orvieto, il prof. Guidi dell’Università di Viterbo e l’ing. Giovanni Niro e molti, molti altri, sindaci compresi di paesi vicini. Nell’invito non si lesinavano aggettivi d’accompagno: prestigiosa iniziativa, costruttivi rapporti, l’ imperdibile opportunità, l’enorme flusso di visitatori, la rivoluzionaria prospettiva e di contro per chi non partecipa al sogno: sviluppo asfittico e improduttivo orizzonte, marginalizzazione. Erano invitati tutti i cittadini e gli interessati:ci sono stata. Lorella Martin, giovane e brillante moderatrice, nonchè consigliera della minoranza a Capranica ha moderato ciò che non c’ era da moderare e ponendo domande. Dopo l’introduzione di Lucilla Chiasserini, capogruppo di Nuove Energie e la presenza non formale di altre donne come Maria Gabriella Grassini e Raffaella Saragoni, è iniziato il discorso della senatrice Allegrini, che ha riportato subito, dalla recente visita a Viterbo, le speranze di Berlusconi per le europee, del 51% e poi dritta al cuore del problema:"Siamo consapevoli che non ci sono le infrastrutture, che non abbiamo il finanziamento ma l’aereoporto mette in movimento l’imprenditoria locale e il collegamento con Roma su ferro e gomma. Abbiamo Marini e Tajani, Matteoli crea e completa la filiera". E ripartendo dalla nota cabina di regia, chiede a Marini che l’Aereoporto sia bello...che ci sono i finanziamenti comunitari, che i costi ambientali non saranno drammatici, che si sollevano temi interessanti e piccanti(?), che entra in gioco la capacità di attrarre e far rimanere dentro Viterbo, i turisti, come chi passa per Fiumicino e ci prende almeno un caffè, che Matteoli è disperato per la trattativa dell’Alitalia con i sindacati, che "noi" dobbiamo trovare lavoro per i "nostri" ragazzi viterbesi, che ci sono i numeri per farlo. L’avvocato Bartoletti, fatto consigliere comunale ad hoc per l’Aereoporto, aggiungerà che solo fino a ieri li chiamavano pazzi sognatori e ha un chiodo fisso: i corsi di formazione per le nuove generazioni. Non nasconde che la sinergia è trasversale tra le forze della sinistra e la destra e comincia il suo incalzante discorso fatto di battaglie e pelle d’oca, di bagni termali che si potrebbero offrire ai passeggeri, con tanto di accappatoio, di 18.000 posti tra indotto e tecnici, che ci sono ben 4 chilometri tra l’Aereoporto e Viterbo e che se non fanno l’Aereoporto non faranno neanche le infrastrutture e che poi, siamo seri: "Come ci andate voi a Fiumicino, col treno o in auto?". Conclude che ha comprato in internet per suo figlio, una bicicletta senza pedali o giù di lì, pagata in dollari ma fabbricata in Cina e consegnata in 3 giorni, altro che futuro, questo è già il presente.
Non me ne voglia il sindaco Marini, di cui non trascrivo niente e gli altri meritevoli dell’iniziativa ma questi senza meno mi sono sembrati i cavalli di battaglia e di Troia che sono circolati. Quando ancora il convegno, primo di altri prossimi cinque, non era iniziato, sullo sfondo dormivavano, da sempre, all’interno di san Francesco, i gemelli Francesco e Nicola Anguillara, morti nella prima decina del ’400. Dietro di me due signore discutevano sugli spari per legittima difesa ma una consigliava di farlo solo in aria, perchè si sa che la legge in Italia...Di lato un piccolo gruppo di anziani signori, pragmatici più delle prime, argomentavano di ponti e infrastrutture: "Se tu gli fai sentì che poi guadagnà, vedi come se movono...ma lo sai che il ponte sotto la Manica l’hanno fatto in 5 anni?" Seguivano paragoni di costruzioni edili locali... A casa, fuori: i pendolari che non sognano più un bel niente, le nuove e vecchie generazioni, le energie che non partecipano se non alla loro sopravvivenza, le donne che preparano il ragù per domani, la spesa al supermercato per la settimana, evitando formaggi agli escrementi di topi, un salto dal parrucchiere per la pizza rituale del sabato sera. Siamo un villaggio globale s’intende, senza fondi, sfondato dalle parole e dai fatti dell’economia e della finanza che vanno avanti, dagli sfondamenti e dalle rifondazioni e fondazioni che non costruiscono niente, se non gli affari globali e privati. Vedrai, vedrai, a forza di beccare in basso, un bel giorno si volerà, in alto: forza Italia, mettiamocela tutta. Altrimenti, nisba.

Doriana Goracci



Domenica, 07 settembre 2008