No al nuovo aeroporto di Viterbo - Editoriale
La saggezza di Dedalo

di Normanna Albertini

[Ringraziamo Normanna Albertini (per contatti: normanna.a@libero.it) per questo intervento. Normanna Albertini e’ nata a Canossa nel 1956, vive e lavora a Castelnovo ne’ Monti, insegna in un Centro territoriale permanente di educazione agli adulti ("in parole povere: insegno italiano agli stranieri immigrati, e lo trovo bellissimo, perche’ vivo nella verita’ del mondo, non in un mondo virtuale"); e’ impegnata nel gruppo di Felina (Reggio Emilia) della Rete Radie’ Resch, e quindi in varie iniziative di solidarieta’, di pace, per i diritti umani e per la nonviolenza; scrive da anni su "Tuttomontagna", mensile dell’Appennino reggiano. Opere di Normanna Albertini: Shemal, Chimienti Editore, Taranto-Milano 2004; Isabella, Chimienti Editore, Taranto-Milano 2006.

Samir Amin e’ nato al Cairo (Egitto) nel 1931, docente universitario, e’ stato consigliere economico di vari paesi del Sud del mondo usciti dal colonialismo, attualmente dirige a Dakar, in Senegal, il Forum del Terzo Mondo. E’ uno degli economisti piu’ noti, ed uno dei piu’ lucidi critici del capitalismo, dell’imperialismo, della globalizzazione. Tra le opere di Samir Amin: L’accumulazione su scala mondiale, Jaca Book, Milano 1970; (con Andre’ Gunder Frank, Hosea Jaffe), Quale 1984, Istra-Jaca Book, Milano 1975; Lo sviluppo ineguale, Einaudi, Torino 1977; La teoria dello sganciamento, Diffusioni 84, Milano 1987; I mandarini del capitale globale, Edizioni Associate, Roma 1994; La gestione capitalistica della crisi, Punto Rosso, Milano 1995; La sfida della mondializzazione, Punto Rosso, Milano 1996; Il capitalismo nell’era della globalizzazione, Asterios, Trieste 1997; Le fiabe del capitale, Punto Rosso - La meridiana, Milano-Molfetta 1997; Il sistema mondiale del secondo Novecento. Un itinerario intellettuale, Punto Rosso, Milano 1997; Oltre la mondializzazione, Editori Riuniti, Roma 1999; Fermare la Nato. Guerra nei Balcani e globalizzazione, Punto Rosso, Milano 1999; Il capitalismo del nuovo millennio. L’economia politica dello sviluppo dal XX al XXI secolo, Punto Rosso, Milano 2001; Oltre il capitalismo senile per un XXI secolo non americano, Punto Rosso, Milano 2002; Il virus liberale. La guerra permanente e l’americanizzazione del mondo, Asterios, Trieste 2004; (con Ali’ El-Kenz), Il mondo arabo. Sfide sociali, prospettive mediterranee , Punto Rosso, Milano 2004; Geopolitica dell’impero, Asterios, Trieste 2004; Per un mondo multipolare, Punto Rosso, Milano 2006; (con Francois Houtard), Altermondialista, Punto Rosso, Milano 2007; vari saggi di Samir Amin sono apparsi in libri collettanei, tra i piu’ recenti: AA. VV., L’orizzonte delle alternative. Contro la globalizzazione della miseria e dell’esclusione, Punto Rosso, Milano 2000; in AA. VV., Le teologie della liberazione, Punto Rosso, Milano 2001; in AA. VV., Acqua. Bene comune dell’umanita’, Punto Rosso, Milano 2002; in AA. VV., Oltre il capitalismo senile. Per un XXI secolo non americano, Punto Rosso, Milano 2002]


"Ma stai attento - diceva Dedalo al figlio mentre insieme risalivano verso il cielo - attento a non accostarti troppo al Sole, perche’ si scioglierebbe la cera che tiene salde e unite le ali".

Tuttavia Icaro non lo ascolto’, esaltato com’era da quel prodigioso volo che sempre di piu’ lo avvicinava al baratro del sovrumano, all’immensita’ dell’universo, al luogo delle divinita’.

E’ questo che alberga nel fondo del cuore umano: diventare come Dio. E’ nella natura umana, sin dal primo peccato nell’Eden, voler sfidare la vita e farsi un paio di ali che, dopo aver costruito torri per sfidare la divinita’, facciano salire sempre piu’ in alto per raggiungerla e mettersi al suo posto. Il creato, pero’, ha delle leggi sue, delle regole, dei paletti entro cui anche la scienza deve muoversi, rispettandoli, altrimenti l’umanita’, e la vita stessa, ci rimette le penne, si brucia le ali. Come se le incendio’ Icaro, che al sole, per la sua presunzione, si era troppo accostato.

Che il peccato originale biblico, interpretando il linguaggio semitico, sia proprio questo? Che parlasse, la Bibbia, di un errore che non era completamente concluso, ma che accompagnava tutta l’umanita’, fino alla cacciata finale da questo Eden, il nostro unico "paradiso terrestre": il pianeta Terra?

Il calore cocente fece sciogliere la cera, le ali finte, come falso e’ spesso il progresso umano, che e’ solo sviluppo e benessere per pochi e che danneggia terra, acqua, suolo. Icaro, che impetuosamente si era levato nel cielo, precipito’ negli abissi marini e da essi venne per sempre inghiottito.

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Ora, a proposito della costruzione dell’aeroporto di Viterbo, e di un numero impressionanti di nuovi aeroporti in Cina (fin sul Tibet) faccio mia la tesi di Samir Amin sul capitalismo come tendenza al genocidio dell’umanita’. Ci si trova a criticare la Cina quando crea problemi al nostro commercio invadendoci con la sua merce a basso costo, poi ci comportiamo esattamente allo stesso modo, anzi: e’ la Cina che si e’ appropriata del nostro sistema capitalista, non viceversa.

La Caac (Civil aviation administration of China) ha recentemente annunciato l’intenzione di costruire una cinquantina di nuovi aeroporti entro il 2010. L’iniziativa si inserisce in un piano strategico complessivo che coinvolge l’intero sistema aeroportuale del paese.

Per rendere il paese in grado di sostenere l’aumento di volume di traffico, le autorita’ cinesi hanno previsto uno stanziamento di 17,4 miliardi di dollari che, oltre alla costruzione dei nuovi aeroporti, consentira’ la trasformazione degli scali di Beijing, Shanghai e Guangzhou in altrettanti hub internazionali state-of-the-art e degli aeroporti di Chengdu, Kunming, Xiían, Wuhan e Shenyang in hub regionali.

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Dice Samir Amin: "Il capitalismo e’ stato allo stesso tempo creatore, liberando una forza creatrice terrena di espansione gigantesca, e distruttore. Probabilmente, quello che Marx aveva in mente e’ che il ruolo storico del capitalismo e’ stato per lungo tempo piu’ positivo e costruttivo che distruttivo. Rosa Luxemburg pensava gia’ al tempo della prima guerra mondiale che la dimensione distruttrice fosse molto piu’ forte di quella costruttrice, e che se l’umanita’ non avesse rapidamente superato la logica capitalista, sarebbe presto entrata in un periodo di barbarie. A mio avviso aveva ragione gia’ allora, ma avrebbe ancora piu’ ragione oggi. La dimensione distruttrice del capitalismo si puo’ riassumere in tre elementi: in primo luogo il capitalismo non e’ naturale quanto alla produzione e all’organizzazione sociale e alla produzione culturale e ideologica, fondata non sulla considerazione dell’essere umano ma sulla riduzione dell’essere umano a portatore di forza lavoro, trattato come merce. Questa alienazione propria del capitalismo, su cui credo che Marx insista, e’ stata purtroppo progressivamente ridotta, dal marxismo storico, ad un argomento di discussione filosofica senza un portato politico fondamentale. Il secondo aspetto di questa dimensione distruttrice del capitalismo e’ lo sviluppo delle forze produttive, fondato sulla distruzione progressiva delle risorse naturali sulle quali la produzione si fonda. La ragione e’ che la razionalita’ del capitalismo - perche’ si tratta di un sistema razionale - e’ una razionalita’ di calcolo finanziario a breve termine o al massimo di qualche anno. Forse per gli investimenti nelle miniere o nel petrolio, per esempio, si ragiona in termini di una quindicina d’anni, ma questo termine non e’ nulla in rapporto alla lunga storia del pianeta e dell’umanita’. Dunque la razionalita’ del capitalismo e’ storicamente irrazionale, nel momento in cui si supera l’orizzonte limitato del suo calcolo. Questo, ne sono sicuro, Marx l’ha detto e l’ha scritto nel Capitale, ma e’ vero che il marxismo storico l’ha dimenticato, e sono i temi che gli ecologisti, senza aver letto Marx, probabilmente, hanno riscoperto".

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Icaro vedeva la prudenza e la ponderatezza del padre, che suggeriva di lasciarsi aiutare dai venti e di volare a media altezza, come una sorta di debolezza, di poco coraggio, quella che viene imputata agli ecologisti come ingenuita’ (magari definendoli "anime belle"), una forma di esagerata titubanza, perche’ egli, Icaro, aveva capito tutto. Icaro aveva fretta di volare in alto, rompendo con le leggi della natura, sfidandole fino alle estreme conseguenze, incapace di fermarsi, seguendo, in cio’, l’estremismo infantile che caratterizza, poi, proprio la societa’ capitalista. Dovremmo ascoltare Dedalo, farci aiutare dai venti e volare a media altezza, non per ritornare volontariamente a vivere nelle caverne, ma per evitare proprio di essere costretti a ritornarci.

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

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Numero 179 del 12 agosto 2007



Domenica, 12 agosto 2007