From "Centro di ricerca per la pace" [nbawac@tin.it] Add to Contacts To nonviolenza@peacelink.it Subject Coi piedi per terra. 66 Date 07/01/2008 10:59 Headers View all headers =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 66 del 7 gennaio 2008 In questo numero: 1. Entrando nel concreto, le fortissime ragioni dell'opposizione al disastroso mega-aeroporto a Viterbo 2. Marinella Correggia: L'anidride spicca il volo (2004) 3. Giuseppe Tacconi: Una ferma opposizione all'aeroporto di Viterbo 4. Peppe Sini: Sistema di potere andreottiano e penetrazione dei poteri criminali a Viterbo (1995) 5. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo 1. EDITORIALE. ENTRANDO NEL CONCRETO, LE FORTISSIME RAGIONI DELL'OPPOSIZIONE AL DISASTROSO MEGA-AEROPORTO A VITERBO [Riportiamo il seguente comunicato del comitato del 4 gennaio 2008] La scelta del Ministro dei Trasporti di indicare Viterbo come sede di un nuovo mega-aeroporto non solo non ha chiuso la questione, ma - al contrario - l'ha resa finalmente concreta, cosicche' i propagandisti di questa opera disastrosa non possono piu' continuare a fare chiacchiere astratte su quanto sia bello volare, ma devono scendere nel concreto, nel pratico. * E quando si va nel concreto, nel pratico, le nostre ragioni di opposizione a questa opera sono fortissime e inconfutabili: - e' infatti indiscutibile che la realizzazione del mega-aeroporto costituisce un grave danno per la salute della popolazione locale, che subira' su una vastissima area l'inquinamento atmosferico particolarmente da polveri sottili, l'inquinamento acustico, e nelle piu'immediate vicinanze anche l'inquinamento elettromagnetico; - e' infatti indiscutibile che la realizzazione del mega-aeroporto costituisce un grave danno per l'ambiente, che verra' ulteriormente devastato ed inquinato; - e' infatti indiscutibile che la realizzazione del mega-aeroporto costituisce un grave danno per rilevantissimi beni culturali, come le grandi emergenze ad un tempo naturalistiche e storico-culturali dell'area piu' direttamente investita dall'impatto dell'opera; - e' infatti indiscutibile che la realizzazione del mega-aeroporto costituisce un grave danno per le autentiche vocazioni produttive del territorio (la valorizzazione dei beni ambientali e culturali, l'agricoltura di qualita', il turismo di qualita', il termalismo, la ricerca e l'alta formazione...), poiche' intensifichera' invece la riduzione ad area di "servitu'" di Viterbo e dell'Alto Lazio; - e' infatti indiscutibile che la realizzazione del mega-aeroporto costituisce un grave danno per la mobilita' altolaziale, gia' ridotta in condizioni pessime; sperperare fondi per un mega-aeroporto per il turismo "mordi e fuggi" per Roma significa in realta' sottrarre finanziamenti pubblici alle vere esigenze della popolazione e del territorio: ovvero il potenziamento delle ferrovie che subiscono un pluridecennale abbandono (migliorando i peggio che inadeguati collegamenti con Orte, Civitavecchia e Roma) e il miglioramento della malconcia viabilita' locale; - e' infatti indiscutibile che la realizzazione del mega-aeroporto costituisce un grave danno per la biosfera, poiche' il trasporto aereo e' gia' tra le principali cause del surriscaldamento climatico che sta portando la biosfera al collasso e costituisce la prima e piu' tragica emergenza ambientale globale, ed ogni incremento del trasporto aereo e' quindi un passo verso la catastrofe planetaria: occorre ridurre immediatamente e drasticamente il trasporto aereo, non accrescerlo; - e' infatti indiscutibile che la realizzazione del mega-aeroporto costituisce un grave danno per il pubblico erario, poiche' esso implica un immenso sperpero di soldi pubblici, soldi oltretutto usati scelleratamente per fare del male ai cittadini, alla comunita', al territorio; soldi sprecati a fine di male comune, quando invece essendo i soldi di tutti dovrebbero essere usati a vantaggio di tutti; - e' infatti indiscutibile che la realizzazione del mega-aeroporto costituisce un grave danno per la sicurezza e la legalita'; una voce istituzionale autorevole come quella del Prefetto di Viterbo ha lanciato alcuni giorni fa un allarme preciso cosi' riassunto dalla stampa: "L'aeroporto rischia di portare la mafia". * E queste sono solo alcune delle conseguenze pratiche della realizzazione del mega-aeroporto, conseguenze assolutamente nocive, conseguenze che nessuno puo' ignorare, conseguenze che la scandalosa e dissennata propaganda della lobby politico-affaristica che vuole speculare sulla "grande opera" non potra' riuscire a nascondere ancora a lungo. Infine, la realizzazione del mega-aeroporto e' del tutto priva delle verifiche e quindi dei requisiti richiesti dalla legislazione in vigore in materia di Valutazione d'impatto ambientale (in sigla: Via), Valutazione ambientale strategica (Vas), Valutazione d'impatto sulla salute (Vis). * Come si vede, quando si va sul concreto, quando si scende nel pratico, quando finalmente si affronta la realta', e' del tutto evidente che il mega-aeroporto per Viterbo costituisce un disastro e che ci sono sia ottime ragioni sia adeguati strumenti anche di carattere amministrativo e normativo per impedire questa sciagura. 2. DOCUMENTAZIONE. MARINELLA CORREGGIA: L'ANIDRIDE SPICCA IL VOLO (2004) [Dal sito di Peacelink (www.pecelink.it) riprendiamo il seguente articolo apparso su "D. La Repubblica delle donne" dell'11 settembre 2004, col titolo "L'anidride spicca il volo" e il sommario "Ambiente. I viaggi low cost hanno fatto lievitare il traffico aereo e l'inquinamento continua a salire. Nell'indifferenza dei governi". Marinella Correggia e' nata a Rocca d'Arazzo in provincia di Asti; scrittrice e giornalista free lance particolarmente attenta ai temi dell'ambiente, della pace, dei diritti umani, della solidarieta', della nonviolenza; e' stata in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Serbia, Bosnia, Bangladesh, Nepal, India, Vietnam, Sri Lanka e Burundi; si e' occupata di campagne animaliste e vegetariane, di assistenza a prigionieri politici e condannati a morte, di commercio equo e di azioni contro la guerra; si e' dedicata allo studio delle disuguaglianze e del "sottosviluppo"; ha scritto molto articoli e dossier sui modelli agroalimentari nel mondo e sull'uso delle risorse; ha fatto parte del comitato progetti di Ctm (Commercio Equo e Solidale); e' stata il focal point per l'Italia delle rete "Global Unger Alliance"; collabora con diverse testate tra cui "il manifesto", e' autrice di numerosi libri, e' attivista della campagna europea contro l'impatto climatico e ambientale dell'aviazione. Tra le opere di Marinella Correggia: Ago e scalpello: artigiani e materie del mondo, Ctm, 1997; Altroartigianato in Centroamerica, Sonda, 1997; Altroartigianato in Asia, Sonda, 1998; Manuale pratico di ecologia quotidiana, Mondadori, 2000; Addio alle carni, Lav, 2001; Cucina vegetariana dal Sud del mondo, Sonda, 2002; Si ferma una bomba in volo? L'utopia pacifista a Baghdad, Terre di mezzo, 2003; Diventare come balsami. Per ridurre la sofferenza del mondo: azioni etiche ed ecologiche nella vita quotidiana, Sonda, 2004; Vita sobria. Scritti tolstoiani e consigli pratici, Qualevita, 2004; Il balcone dell'indipendenza. Un infinito minimo, Nuovi Equilibri, 2006; (a cura di), Cambieresti? La sfida di mille famiglie alla societa' dei consumi, Altra Economia, 2006; Week Ender 2. Alla scoperta dell'Italia in un fine settimana di turismo responsabile, Terre di Mezzo, 2007. La rivoluzione dei dettagli, Feltrinelli, Milano 2007] I prezzi dei biglietti aerei, soprattutto sulle brevi distanze, corrono indefinitamente verso il basso. Cosi', si sceglie di volare anche su distanze che un treno percorre in quattro o cinque ore. A farne le spese e' l'ambiente: l'aereo inquina molto, molto di piu', come ha dimostrato qualche tempo fa uno studio sul tragitto Roma-Milano dell'Istituto Ambiente Italia. Il traffico civile e' aumentato del 7% l'anno dal 1988 a oggi. Ogni anno si spostano sulle nuvole circa 30 milioni di tonnellate di merci (dati tratti da Clima tempestoso. 101 soluzioni per ridurre l'effetto serra, di Guy Dauncey e Patrick Mazza, Muzzio editore). E se continua l'attuale tasso di crescita di passeggeri per chilometro, nel 2020 gli aerei consumeranno il 250% di combustibile in piu' rispetto a ora (dati Ocse). * Il cielo si e' ammalato "Tantissimi voli, prezzi bassissimi" e' dunque un circolo ecologicamente vizioso. Il traffico aereo e' di gran lunga la fonte di emissioni di gas serra che cresce piu' in fretta; dunque e' tra le minacce piu' gravi all'ambiente globale, oltre che alle orecchie di chi abita vicino agli aeroporti, anch'essi sempre piu' numerosi. Ben Matthews, ingegnere ambientale e ricercatore all'Istituto di astronomia e geofisica dell'universita' belga di Louvain, ha creato il sito www.chooseclimate.org, ovvero "scegli il clima". Scrive: "Giri su Internet alla ricerca del volo piu' economico? Vuoi andare in luoghi caldi in inverno? Ti interessa una conferenza sul futuro del mondo? Bene, scopri da te qual e' il vero prezzo del viaggio aereo che vuoi fare. Scopri che e' il modo piu' rapido per stare al caldo per sempre, e precludere un futuro all'umanita'". Due clic su una mappa, e un apposito modello di calcolo, il Java climate model, permette di scoprire all'istante il nostro contributo individuale, per il tragitto indicato, all'effetto serra. Basta qualche migliaio di chilometri sulle nuvole per produrre piu' anidride carbonica (o CO2, il principale gas serra) di dieci contadini del Bangladesh in un anno di vita, considerati tutti i loro consumi. Il modello fornisce altre notizie: quanto kerosene occorre per ogni viaggiatore (dividendo per il numero dei passeggeri le decine di migliaia di litri necessari a un Jumbo); quanto costerebbe un biglietto se del prezzo facessero parte le tasse; quanta parte del totale delle nostre emissioni sostenibili di CO2 (cioe' per riscaldarci, viaggiare, mangiare, consumare) ci giochiamo con un dato percorso aereo. In un tragitto Roma-Londra e ritorno, quasi esauriamo il nostro diritto alle emissioni per un intero anno (cfr anche www.bancadelclima.it). I velivoli vanno a kerosene, un carburante di origine fossile. Spiegano Guy Dauncey e Patrick Mazza: "Gli aerei commerciali generano 600 milioni di tonnellate di CO2 l'anno. Rilasciano ossidi di azoto direttamente nella troposfera (la parte inferiore dell'atmosfera, sede dei fenomeni meteorologici); qui si ossidano nell'ozono troposferico che, a quell'altezza, funziona come potente gas serra. Provocano scie dense di vapore acqueo che, portando alla formazione di cirri, bloccano il calore all'interno dell'atmosfera". Cosi', secondo i calcoli di Paul Wennberg del California Institute of Technology, il trasporto aereo arriva a incidere per un 10% sul totale dell'effetto serra. Volare inquina anche chi vive a terra: non solo con il monossido di carbonio e le polveri totali sospese, ma soprattutto con il rumore. Contro i voli notturni, in Gran Bretagna gruppi di cittadini protestano periodicamente in pigiama, incoraggiati dalla campagna Green Skies (cieli verdi). In Italia e' nota la battaglia di molti comuni piemontesi contro l'ingigantirsi di Malpensa. Esempio di quelle "grandi opere" che tanto piacciono ad alcuni governanti, gli aeroporti italiani crescono in numero e dimensione. * Piu' lenti, piu' buoni Il 6 giugno ne e' stato inaugurato uno a Olbia, il 20 luglio e' stata la volta di Crotone, il 15 luglio della cargo city di Fiumicino. Quale localita' non vuole uno scalo aereo, anche solo per questioni di prestigio? Proseguendo su questa strada, l'effetto serra da aviazione civile potrebbe triplicarsi entro il 2050 rispetto ai dati del 1990: la maggiore efficienza energetica degli aerei moderni e i passi avanti della tecnologia verranno annullati dalla crescita dei voli. * Bassi costi a caro prezzo Se i biglietti aerei costano poco, incoraggiando le ali anziche' le rotaie, e' a causa di due anomalie inquietanti. La prima: mentre la benzina e' pesantemente tassata, il kerosene e' esentasse ovunque nel mondo. Le regole poste dall'Organizzazione internazionale per l'aviazione civile (Icao), organismo dell'Onu finalizzato a promuovere il trasporto aereo, impediscono ai singoli Paesi di cambiare la situazione. Questo da' un vantaggio ingiusto all'aereo rispetto ad altri mezzi, per esempio il treno. "Grazie all'assenza di una tassa sul carburante aereo o di qualunque prelievo basato sulle emissioni, le compagnie aeree possono tenere i prezzi dei biglietti artificialmente bassi. In questo modo, pero', il costo dell'inquinamento grava sull'intera societa' anziche' sul solo passeggero", spiegava anni fa la Campagna internazionale per un giusto prezzo del trasporto aereo (fu avviata da Friends of the Earth. Ora e' stata sostituita da Green Skies, Cieli verdi, molto piu' moderata: si limita a contestare i voli notturni). L'esentasse e' una pacchia per gli aerei, che richiedono soprattutto carburante, rispetto ai treni, dove e' necessario invece piu' personale (molto tassato). Del resto si stima che, in Europa il settore dell'aviazione riceva 42 milioni di dollari l'anno fra sovvenzioni dirette o indirette, quasi fosse la Croce Rossa. L'Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), organismo tecnico dell'Onu che si occupa di effetto serra, dedico' nel 1999 il suo primo studio di settore proprio all'impatto dell'aviazione civile. Scatenando le ire del business aereo e petrolifero, il rapporto suggeri' di "adottare politiche di sostituzione con altri mezzi di trasporto" e "disincentivare l'uso disinvolto del trasporto aereo con tasse o prelievi ambientali e con il commercio dei diritti di emissione". Non se ne fece nulla. * E tu quanto sporchi? Ed ecco la seconda anomalia: la fonte di emissioni di gas serra piu' veloce del mondo e' paradossalmente rimasta fuori del Protocollo di Kyoto (1997) sulle riduzioni obbligatorie dei gas. La comunita' internazionale non si e' accordata su dove allocare il rilascio di CO2 per i voli internazionali: Paese di partenza, Paese di arrivo o Paese che ha venduto il kerosene? Con i favoritismi di cui gode, secondo la Commissione ambientale d'inchiesta (Eac) della House of Commons (la Camera bassa britannica), nel 2050 il solo settore dell'aviazione rappresentera' ben il 66% delle emissioni del Paese. Il governo inglese, unico in Europa, si e' dato (Libro bianco sull'energia) entro il 2050 l'obiettivo di ridurre del 60% rispetto al 1990 le emissioni, per rispondere all'obiettivo di "salvezza climatica" indicato dall'Ipcc. "Ma perche' mai gli altri settori economici dovrebbero accettare un costoso taglio di emissioni, mentre il comparto aereo avrebbe il permesso di triplicare il contributo al cambiamento climatico fra il 1990 e il 2050? Non includere gli aerei significa non poter raggiungere questo obiettivo di riduzione globale". Con questa critica, contenuta in un rapporto del giugno 2004, la Sustainable Development Commission (Sdc) nominata dal governo britannico si e' opposta al Dipartimento governativo del trasporto aereo che, nel dicembre 2003, ha pubblicato il Libro bianco sul futuro degli aerei (Atwp). Per la verita', il rapporto ufficiale auspica l'inclusione entro il 2008 del settore aereo nello Schema europeo di obiettivi per la riduzione delle emissioni (Euets: European Union Emissions Target Scheme) e, in prospettiva, in un sistema globale di controllo. Se il settore aereo fosse costretto a comprare sul mercato un'enorme quantita' dei diritti di emissione (poiche' non riesce a ridurle), allora i prezzi dei voli crescerebbero, e la domanda scenderebbe. La Sdc e i gruppi ambientalisti britannici, riuniti nell'Aviation Environment Federation (Aef), chiedono di imporre anche all'aviazione nazionale e internazionale l'obiettivo riduzione entro il 2050. Ma non si fidano del governo, e temono che l'inserimento slittera' almeno al 2013. Spiega Jonathan Porritt, che ha firmato il contro-rapporto Sdc: "Il solo strumento di politica ambientale efficace sono le tasse ambientali e i permessi di emissione controllati. Poi ci vuole un'opera di sensibilizzazione pubblica sul fatto che il trasporto aereo non puo' crescere a questi ritmi, e politiche per limitarlo. Ma il Libro bianco di tutto cio' non parla. Anzi, e' favorevole a nuovi aeroporti, a causa della saturazione di quelli esistenti". * Il paradosso del verde Insomma: ce n'e' abbastanza per suscitare indignazione. Invece, con l'eccezione della Gran Bretagna, politici e movimenti ambientalisti mantengono, in materia di insostenibilita' aerea, un assordante silenzio. C'e' chi si pronuncia, ma poi scivola sulla classica buccia di banana: una deputata verde tedesca, poco dopo aver pronunciato un discorso sull'inquinamento aereo, si imbarco' per una tratta che in treno avrebbe richiesto tre misere ore. Un dirigente ambientalista italiano, dovendosi recare da Roma a Verona (5 ore di treno), volo' a Venezia dove lo aspettava un'auto. Il viaggio di ritorno si svolse in modo identico. Insomma: se impostare una campagna di massa "meno aerei piu' ossigeno" e' difficile, e' anche perche' quasi tutti hanno la coda di paglia: almeno nel privilegiato Occidente, viaggia sulle nuvole ogni categoria, verdi e alternativi compresi, verso destinazioni vicinissime e lontanissime,prendendo a pretesto la mancanza di tempo ma in realta' rincorrendo le tariffe superscontate. Non sono senza peccato i partecipanti ai viaggi di turismo "sociosostenibile" (che non tiene mai conto del peso ambientale dell'aereo). Ne' gli attivisti ambientalisti o no global: hanno contribuito all'inquinamento le masse dirette verso i Forum sociali di Porto Alegre e Mumbai, il Vertice sull'ambiente di Johannesburg (1992), l'incontro interplanetario indigeno, l'assemblea pacifista, il controvertice commerciale. * La guerra fa male Un discorso a parte meritano gli aerei militari. Nel 2003, durante il conflitto Usa-Iraq, i ciclisti della Critical mass torinese, con gli scienziati della Societa' meteorologica italiana, hanno calcolato quanto contribuisce all'effetto serra una guerra aerea. Base per le stime e' stata quella del Golfo, 1991. Si e' partiti dalla considerazione che un aereo da caccia tipo F-15E Strike Eagle o F16 Falcon consuma circa 16.200 litri/ora; un bombardiere B52, 12.000 litri/ora; un elicottero da combattimento tipo AH64 Apache, 500 litri/ora. Su queste basi, si e' calcolato che un mese di guerra soprattutto aerea porti l'emissione di 3,38 milioni di tonnellate di CO2: l'equivalente dell'effetto serra totale provocato in un anno da una citta' di 310.000 abitanti! * Scheda: Emissione possibile Le compagnie aeree si oppongono alla tassazione del kerosene con il pretesto che "i poveri dovranno pagare di piu' i biglietti". In realta', un simile provvedimento introdurrebbe il "giusto prezzo" (maggiorato). Ma solo se fosse adottato internazionalmente: altrimenti gli aerei andrebbero ad approvvigionarsi esentasse nel piu' vicino paradiso fiscale del kerosene. Anni fa i ministri delle Finanze dell'Unione Europea discutevano di una tassa sui carburanti aerei entro i confini europei. Nulla, pero', venne fatto, per l'opposizione di Spagna e Irlanda. Poi l'Ue ha pensato a un supplemento sul biglietto, basato sulla distanza e sulle emissioni per km, con un sovrapprezzo per decollo e atterraggio che sono le fasi piu' energivore. Gli introiti sarebbero stati destinati agli Stati membri o a un fondo climatico internazionale, per mitigare (ma come?) l'impatto della crescita degli oceani dovuta all'effetto serra. Anche in questo caso, non se ne parlo' piu'. E cosi', a tutt'oggi, e' la Norvegia l'unico Paese ad avere un prelievo basato sulle emissioni per i voli nazionali. E se si includessero i velivoli nel Protocollo di Kyoto? Alle linee aeree sarebbe permesso un tot di emissioni di CO2, e per il sovrappiu' dovrebbero acquistare sul mercato mondiale diritti di emissione, scaricandone i costi sui biglietti (con un duro colpo al low cost). Questa e' anche la proposta del Global Commons Institute, Istituto per i beni comuni globali (Gci). Sul fronte italiano, una buona notizia arriva per le orecchie di chi abita vicino agli aeroporti. Spiega Carlo Gerosa, esperto di acustica ambientale che ha lavorato per Ambiente Italia e i comuni piemontesi sulla traiettoria di Malpensa: "La direttiva europea 2002/49CE relativa al rumore ambientale, recepita dall'Italia, migliorera' la tutela dei cittadini, con procedure uniformi per rilevare il rumore e l'introduzione di tre fasce orarie: diurna, serale e notturna". Intanto il 29 luglio scorso e' stata bocciata in Senato la proposta di governo e maggioranza di una tassa da un euro (il ricavato sarebbe andato ai comuni) su ogni passeggero imbarcato sugli aerei e di 0,01 euro per ogni chilogrammo di merce imbarcata. 3. RIFLESSIONE. GIUSEPPE TACCONI: UNA FERMA OPPOSIZIONE ALL'AEROPORTO DI VITERBO [Ringraziamo Giuseppe Tacconi per questo intervento, predisposto per un recente convegno tenuto a Viterbo. Giuseppe Tacconi, architetto, gia' docente universitario, persona di grande cultura e di nitido impegno civile, e' responsabile della sezione "Emilio Sugoni" di Nepi dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Anpi), e' impegnato nel comitato "Nepi per la pace" che ha promosso varie rilevanti iniziative, fa parte del comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo] La questione della realizzazione dell'aeroporto di Viterbo riguarda tutti i cittadini, percio' avrebbe dovuto essere sottoposta ad un confronto pubblico e democratico e non presentata come decisione gia' presa. L'opposizione alla realizzazione del terzo scalo regionale si fonda su: 1. preservazione della salute dei cittadini; 2. questioni ambientali in generale; 3. sviluppo compatibile e qualificato (miglioramento della qualita' della vita)... Infine sarebbe sufficiente chiedere agli abitanti di Ciampino quali vantaggi economici, occupazionali, commerciali etc. hanno ottenuto dall'incremento del numero dei passeggeri che in pochissimi anni sono quintuplicati... * Una corretta gestione della cosa pubblica, invece di consentire opere devastanti, dovrebbe impegnarsi per avere finalmente anche nel nostro Paese una reale politica dei suoli che difenda l'ambiente, si opponga alla speculazione edilizia e tagli le unghie proprio a coloro che dal dopoguerra ad oggi, grazie alla "rendita di posizione", hanno accumulato immense ricchezze. In Europa una seria politica dei suoli e' stata realizzata nei primi anni del secolo scorso. Agli ambientalisti dell'ultima ora desidero ricordare che un ministro dei Lavori Pubblici, l'on. Fiorentino Sullo, aveva presentato in Parlamento nei primi anni Sessanta un disegno di legge tecnicamente pressoche' perfetto, che avrebbe impedito il saccheggio sistematico delle risorse paesaggistiche e ambientali del nostro Paese (avrebbe cioe' impedito la realizzazione di "eco-mostri"), oltre a consentire di vivere in citta' a misura d'uomo e non in squallide citta'-dormitorio. La legge fu immediatamente affossata dagli stessi compagni di partito di Sullo; il ministro fu costretto ad immediate dimissioni e sottoposto a un indegno linciaggio condotto ricorrendo a distruttivi e infamanti attacchi anche sul piano personale. Il risultato di quella scelta scellerata e' sotto gli occhi di tutti. Basta sorvolare il territorio per suscitare in noi indignazione e vergogna per come gli amministratori, sia a livello regionale che locale, hanno consentito la vandalica devastazione. * Ribadiamo quindi la nostra ferma opposizione alla realizzazione dell'inutile scalo aeroportuale che porterebbe solo sciagure per la popolazione, consapevoli che la crescita economica e civile della Tuscia e del suo capoluogo si fondano su ben altre risorse. E non ci si venga a dire che coloro che si oppongono sono contro il progresso e che questo si identifica con un mezzo di trasporto presentato come l'unico possibile, quando cio' e' vero solo in alcuni casi circoscritti. Per progresso noi intendiamo cosa diversa da uno sviluppo illimitato che non tiene in nessun conto l'emancipazione culturale, civile oltre che economica delle popolazioni, e infine la sua sostenibilita'. La nostra posizione si fonda su quella stessa certezza che uomini di scienza e studiosi di economia stanno sostenendo, cioe' che la crescita senza limiti conduce ineluttabilmente al collasso dell'intero pianeta. All'opposto, taluni sedicenti progressisti nostrani sembra che tengano conto solo degli immediati interessi economici di una elite avida e culturalmente depressa sorvolando sulla qualita' della vita dei concittadini. Scelte di cosi' rilevante importanza necessitano di una seria e approfondita analisi che avrebbe potuto essere svolta utilizzando le competenze specifiche e qualificate che certamente non mancano, a cominciare dall'Universita' di Viterbo. Si osserva inoltre che il piano territoriale di coordinamento e le conseguenti varianti del piano regolatore di Viterbo e dei Comuni che hanno espresso la loro adesione tanto entusiastica quanto acritica al progetto, sembra che non siano stati sufficientemente pubblicizzati. Si ha l'impressione che la decisione di realizzare un'opera cosi' rilevante per il futuro del nostro territorio sia stata presa, come si usa dire, a cuor leggero, cosi' come si trattasse dell'inserimento di un chiosco in un parco della citta'. Pertanto faccio mie le parole dell'allora ministro Sullo, con le quali chiuse l'intervento per la presentazione della legge urbanistica: "Una pianificazione di cui non si possa avere la certezza che sia totalmente estranea agli interessi privati e' infatti un male anche maggiore della stessa assenza della pianificazione perche' tramuta la soluzione di un conflitto settoriale e contingente in una prescrizione normativa che condizionera' lo sviluppo di una citta' per decenni, se non per secoli". * Un'ultima osservazione: e' sorprendente come la solidarieta' espressa dalle regioni limitrofe a che il terzo scalo venga realizzato a Viterbo sia stata cosi' entusiasticamente e cosi' ingenuamente accolta dal Consiglio Provinciale. Ma a nessuno e' venuto in mente il perche'? Ma poi il progetto vero e proprio, cioe' correlato da dati e grafici di supporto, esiste davvero? Chi l'ha progettato? E chi l'ha visto? 4. DOCUMENTAZIONE. PEPPE SINI: SISTEMA DI POTERE ANDREOTTIANO E PENETRAZIONE DEI POTERI CRIMINALI A VITERBO (1995) [Riproduciamo nuovamente a fini documentari questo testo, "Sistema di potere andreottiano e penetrazione dei poteri criminali a Viterbo. Dieci note bibliografico-documentarie" del 22 settembre 1995, che ebbe all'epoca ampia diffusione in atti ufficiali, in rivista e in opuscolo, e fu anche oggetto di un processo conclusosi il 7 ottobre 2002 con la piena vittoria dell'autore. E' ovvio che questo documento riferisce di situazioni e cognizioni dell'epoca; nel frattempo ad esempio molti dei procedimenti giudiziari di seguito citati, allora in corso, si possono essere conclusi con diversificati esiti. Dal '95 ad oggi molte cose sono accadute, ma puo' essere non disutile fare opera di memoria e di testuale segnalazione di riferimenti documentari che per esser datati non sono per questo privi di un valore di testimonianza a fini, se non altro, di ricostruzione storica e per cosi' dire fin filologica di un momento e di molte vicende - di un passato, ci sembra di poter dire, che ancora non passa] 1. Il "caso Gigli-Icem": l'Icem di Palermo, occultamente controllata dalla famiglia Matta e titolare della manutenzione dell'illuminazione pubblica del capoluogo siciliano, venne a Viterbo negli anni '70 Rodolfo Gigli sindaco, a vincere l’appalto per la realizzazione dell’impianto di illuminazione pubblica cittadino. La vicenda Icem diede luogo a una serie di processi, tra cui uno intentato dal Gigli nei confronti di Peppe Sini, autore di un articolo dal titolo "La mafia a Viterbo". Quel processo si concluse con la vittoria di Peppe Sini e la condanna del Gigli al pagamento delle spese. Peppe Sini sosteneva nell'articolo che il sistema di potere viterbese di cui l'andreottiano Gigli era il vertice operativo aveva costruito i prerequisiti per la penetrazione mafiosa a Viterbo. Sulla vicenda si veda l’esauriente opuscolo di Peppe Sini, Il caso Gigli-Icem, Viterbo, 1991. * 2. Le imprese dei "cavalieri dell’apocalisse mafiosa" di Catania penetrano nell’Alto Lazio: e' documentata la presenza sia nel cantiere della centrale di Montalto, sia nell'operazione "Cat-nuovo porto di Civitavecchia" di imprese dei gruppi facenti capo ai "cavalieri dell’apocalisse mafiosa" di Catania, particolarmente Graci e Rendo. Sui "cavalieri" di Catania si espressero duramente il giudice Livatino, il generale Dalla Chiesa, il giornalista Pippo Fava, i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, tutti poi assassinati dalla mafia; li fece arrestare il giudice Carlo Palermo che anch’eglì subi' poi un attentato mafioso da cui si salvo' a stento. Collegate ai cavalieri erano anche alcune delle imprese che avevano composto il consorzio "Alosa" che doveva ristrutturare la Valle di Faul a Viterbo. Sui cavalieri di Catania cfr. Peppe Sini (a cura di), L'arrembaggio del cavaliere, (dossier documentario con testi, fra gli altri, di Santino, Dalla Chiesa, Bocca, Falcone e Borsellino, Palermo), Viterbo 1992; ed i fascicoli monografici di "Alternativa Vetrallese" nn. 69, 70, 73, 96. * 3. La presenza di Alvaro Giardili: l'imprenditore, collegato alla camorra cutoliana e al Supersismi del faccendiere Pazienza, che svolse un ruolo nella vicenda del Banco Ambrosiano (fu l'ultimo a contattare il banchiere Calvi poi trovato morto a Londra sotto il Ponte dei Frati Neri), e nella vicenda della trattativa tra DC, servizi segreti deviati, camorra, brigate rosse, in relazione al sequestro Cirillo. Anni fa subi' un attentato con autobomba. Coinvolto in vari processi su alcuni dei piu' gravi misteri d’ Italia. Su Giardili cfr., tra le tantissime pubblicazioni in cui e' citato, l'atto d ’accusa del giudice Carlo Alemi pubblicato in L'affare Cirillo, Roma 1993; ed il rapporto della Commissione Parlamentare Antimafia, Camorra e politica, Roma-Bari 1994. * 4. La presenza nel viterbese dei boss mafiosi Pippo Calo' e Gaspare Mutolo: Pippo Calo', il "cassiere" di Cosa Nostra, il plenipotenziario della mafia a Roma, il contatto con la banda della Magliana e con gli ambienti politico-affaristici e dell'eversione di destra romana, per lungo tempo ha avuto un alloggio a Tuscania ove era in clandestinita'; Gaspare Mutolo, importante boss palermitano poi divenuto collaboratore di giustizia, e' stato arrestato a Montalto di Castro. Sui citati personaggi la letteratura e' immensa e si identifica con quanto pubblicato di valido sulla mafia negli ultimi anni. * 5. Il finanziamento della Cassa di Risparmio di Viterbo all'operazione "Hotel Costa Tiziana" a Crotone: la Carivit finanzio' Cafari e Telesforo nell'operazione Hotel Costa Tiziana su cui e' in corso un processo a Roma per reati gravissimi. Cafari in particolare e' personaggio collegato alla 'ndrangheta, alla criminalita' romana, alla massoneria deviata. Cfr. al riguardo il dossier inviato alla Procura della Repubblica di Viterbo da Peppe Sini in data 19/9/'94 ed i materiali successivamente raccolti dalla Commissione conoscitiva istituita dalla Provincia di Viterbo e presieduta dallo stesso Peppe Sini; inoltre cfr. Tranfaglia (a cura di), Cirillo, Ligato e Lima: tre storie di mafia e politica, Bari 1994; vedi anche il volume che da' conto delle inchieste del giudice Cordova, di Forgione e Mondani, Oltre la cupola, Milano 1994; inoltre cfr. Ciconte, 'Ndrangheta: dall’Unita' ad oggi, Bari 1992. * 6. Le inquietanti allusioni di Sbardella: nel 1990 attraverso l’agenzia giornalistica "Repubblica" diretta dall’inquietante personaggio Lando Dall'Amico (su cui cfr. De Lutiis, Storia dei servizi segreti in Italia, Roma 1991), il leader andreottiano romano Vittorio Sbardella lanciava oscure allusioni a viaggi ed interessi del leader andreottiano viterbese Rodolfo Gigli in Sicilia (a Termini Imerese): cio' durante un durissimo scontro tra i luogotenenti andreottiani risoltosi rapidissimamente con una nuova alleanza di ferro tra i due; a Viterbo, feudo di Gigli, Sbardella operava con la Coop Casa Lazio guidata dall’altro andreottiano Falco che, successivamente arrestato, ammise dinanzi ai magistrati che lo inquisirono che le spericolate operazioni edilizie e finanziarie illecite eseguite erano sostenute da amministratori pubblici collegati al gruppo. A seguito di altre vicende i fratelli Gigli (Rodolfo, gia' sindaco di Viterbo, assessore e presidente della Regione Lazio, segretario regionale della DC, attualmente presidente Arsial; e Ugo, direttore generale dello Iacp di Viterbo) sono tuttora titolari di un fascicolo presso la Procura di Roma per l'ipotesi di reato di ricettazione. Il sistema di potere andreottiano domina notoriamente da decenni a Viterbo. Su questi argomenti cfr. riassuntivamente l’ultimo dossier documentario trasmesso alla magistratura da Peppe Sini in data 21 agosto 1995 (in relazione ad una precedente serie di esposti sui fratelli Gigli) con centinaia di pagine di documenti. * 7. Salvo Lima a Viterbo: nel 1977 Salvo Lima presiedeva il congresso provinciale della DC viterbese (una DC dominata pressoche' totalitariamente dalla corrente andreottiana; gli andreottiani ovviamente controllano anche enti locali, istituti di credito, Usl, Universita', et similia). Al riguardo cfr. quanto riportato nell’esposto-dossier citato al punto 6. * 8. La banda della Magliana: e' presente nel viterbese per vari contatti ed in varie forme. Oltre ai contatti con vari personaggi citati ai punti precedenti, va rilevato che anni fa fu presidente della societa' calcistica cittadina l'Annibaldi condannato per il crack dell'Ambrosiano, del clan Annibaldi collegato alla banda della Magliana. Sulla banda della Magliana cfr. almeno Flamini, La banda della Magliana, Milano 1994. * 9. La confessione Mammoliti: pochi giorni fa e' stata resa nota la confessione dello 'ndranghetista Mammoliti di un intervento di Andreotti tramite la mafia siciliana su quella calabrese per far cessare attentati ai danni di un imprenditore viterbese operante in Calabria, e diminuire l’ importo del "pizzo" richiesto. Su questo argomento cfr. i quotidiani degli ultimi giorni che riportano la notizia della confessione acquisita agli atti del processo a carico di Andreotti; particolarmente "La Repubblica" del 20/9/'95, ed "Il messaggero", cronaca di Viterbo, del 21 e 22/9/'95. Una intervista all’estensore di queste note e' sul "Corriere di Viterbo" del 22/9/'95. * 10. Sistema di potere andreottiano e penetrazione dei poteri criminali nel viterbese: da anni alcuni osservatori della realta' altolaziale, ed in particolare l'estensore di queste note, hanno elaborato un modello interpretativo della situazione viterbese fondato sulla relazione tra sistema di potere andreottiano, intreccio politico-affaristico, modello di sviluppo, penetrazione dei poteri criminali. Su questo tema, sull'approccio interpretativo e sui riscontri documentari su cui il paradigma si appoggia cfr. ad esempio i seguenti lavori: Peppe Sini, Modello di sviluppo, sistema di potere, penetrazione mafiosa, Viterbo 1989 (con enorme bibliografia ragionata); Idem, Regime della corruzione e penetrazione dei poteri criminali nell'Alto Lazio, Viterbo 1993. Fondamentale e' la consultazione delle varie annate del settimanale viterbese “Sotto Voce” che dagli anni '80 conduce un'importante azione di informazione e sensibilizzazione su questi temi. Viterbo, 22 settembre 1995 5. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI VITERBO Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la riduzione del trasporto aereo: e-mail: info@coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta@libero.it Per ricevere questo notiziario: nbawac@tin.it =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it Numero 66 del 7 gennaio 2008 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request@peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request@peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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