Da: nonviolenza-request@peacelink.it per conto di Centro di ricerca per la pace [nbawac@tin.it] Inviato: mercoledì 15 agosto 2007 12.11 A: nonviolenza@peacelink.it Oggetto: Coi piedi per terra. 6 =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 6 del 15 agosto 2007 In questo numero: 1. Norma Bertullacelli: Ieri e oggi 2. Giuliano Falco: Non un sogno ma un incubo 3. Paola Mancinelli: Natura e cultura 4. Enzo Piffer: "Quando l'ultimo albero..." 5. Francesco Pistolato: Una priorita' 6. Fabio Ragaini: Guardare avanti 7. Un'intervista ad Antonella Litta 8. Luciano Benini: Da Fano a Viterbo 9. Raffaele Mantegazza: Prima di mettersi in coda per il prossimo estenuante check-in 10. Osvaldo Ercoli, Peppe Sini: Una lettera aperta al sindaco di Viterbo 11. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo 1. RIFLESSIONE. NORMA BERTULLACELLI: IERI E OGGI [Ringraziamo Norma Bertullacelli (per contatti: norma.b@libero.it) per questo intervento. Norma Bertullacelli, insegnante, amica della nonviolenza, presidente del Centro ligure di documentazione per la pace, collaboratrice de "La nonviolenza e' in cammino", e' impegnata nella "Rete controg8 per la globalizzazione dei diritti" di Genova ed e' una delle figure piu' vive dell'impegno di pace e di solidarieta'] Riflettendo sulle argomentazioni degli amici (viterbesi e non) a proposito del costruendo aeroporto mi sono chiesta perche' le mie vacanze, soprattutto da giovane, fossero all'insegna del gusto per il viaggio, e non solo per l'arrivo. E mi sono data una risposta forse banale, ma che mi sembra ragionevole: rispetto a mio figlio ventiduenne, io avevo certamente moltissimo tempo in piu' a disposizione. I profondi cambiamenti nel mondo della scuola e del lavoro hanno sottratto, e non regalato tempo alle persone, come sarebbe stato giusto. "E' il mercato"; "Lo vuole l'Europa"; "E' cosi' anche negli altri paesi"; "La concorrenza della Cina..."; dice il coro. E tutti, o quasi, cantano all'unisono. * Terminata la scuola superiore, era quasi tradizione festeggiare la raggiunta maturita' con un bel viaggetto, spesso il primo senza la compagnia dei genitori. Qualcuno aveva rimediato una cinquecento; la maggior parte di noi si affidava ai mezzi pubblici o - ricordate? - al mitico autostop. I maturi di oggi a luglio sono gia' impegnati a preparare i test per le facolta' universitarie a numero chiuso; o a cercarsi un lavoro. Trimestrale, estivo, naturalmente. Non certo un "lavoro senza aggettivi", come diceva Massimo Troisi. Quello non c'e'. E allora la tentazione del viaggio esotico, di una settimana o di un week end, diventa piu' allettante. Come si fa a mettere nel programma di viaggio anche l'attesa della corriera o incastrare le coincidenze dei treni per raggiungere Taormina? * Anch'io, naturalmente, mi arrangiavo con i lavoretti estivi. Ma quando decisi di partecipare alla marcia antimilitarista Trieste-Aviano nel 1971 non abbi alcuna esitazione a lasciare la tipografia dove incollavo scatole e "imparavo cosa vuol dire lavorare". Certamente al mio ritorno avrei trovato qualcosa di analogo, o un posto da baby sitter. Oggi il lavoro, anche quello trimestrale, non si lascia: si spera nella mitica "riconferma". E assenze non se ne fanno piu', neppure per andare un giorno in campagna a fare l'amore. * Si stava meglio nel passato? Certamente no. Si potrebbe stare molto meglio nel presente, se diventasse opinione comune che il mitico "mercato" e la legge del profitto possono essere sconfitti; e se la cosiddetta sinistra ed i sindacati maggioritari facessero il loro lavoro. Magari una volta fatto, potrebbero concedersi una bella, lenta vacanza... 2. RIFLESSIONE. GIULIANO FALCO: NON UN SOGNO MA UN INCUBO [Ringraziamo Giuliano Falco (per contatti: giulianofalco@gmail.com) per questo intervento. Giuliano Falco, nato nel 1958, impegnato per i dritti, la solidarieta', la convivenza, la pace, e' insegnante di sostegno per scelta e promuove iniziative volte a migliorare l'inserimento e l'integrazione delle persone diversamente abili e degli alunni stranieri; opera altresi' nell'ambito dell'intercultura, favorendo processi di convivenza con le comunita' straniere nella zona di Albenga dove vive e lavora; ha fondato e dirigo un centro a questi fini; cultore di archeologia, ha realizzato un percorso per non vedenti all'interno del Civico Museo Storico Archeologico di Savona; collabora con diversi siti e fa parte della redazione del Didaweb (www.didaweb.net), un portale che lavora per una "scuola come territorio di incontro tra le culture, per la condivisione dei diritti e la valorizzazione delle differenze"] D'accordo che volare e' l'antico sogno dell'uomo ma... se volare significa violare paesaggi (patrimonio di tutti), mettere in pericolo la salute (patrimonio di molti, purtroppo), sacrificare gli interessi di tanti per quelli di pochi, allora volare non e' piu' un sogno, ma diventa un incubo. Vogliono costruire il terzo polo aeroportuale del Lazio per completare l'opera gia' iniziata con Ciampino e Fiumicino. Ma perche'? Possibile che in questo beneamato paese ogni opera pubblica non serva gli interessi collettivi, ma sia sottoposta alla logica lobbistica? E questo non riguarda solo i costruendi aeroporti: basti pensare alla Tav (invece di impegnare capitali uomini mezzi e intelligenze per un'opera sostanzialmente dannosa, perche' non si lavora per migliorare il servizio ferroviario esistente, costoso e inefficiente?) o all'energia (dove si vuole tornare al nucleare dispendioso, pericoloso e inutile, e non si punta sul solare, sul fotovoltaico, sull'eolico?), per limitarci a soli due esempi. Ma il discorso potrebbe essere esteso a 360 gradi: manca una politica dei trasporti (la merce viaggia su gomma e non su rotaia, con conseguente inquinamento e intasamento delle strade), del turismo, del welfare... solo per quanto riguarda il militare e l'industria delle armi i vari governi hanno le idee chiare. E se da un lato e' vero che Prodi non ha avuto la spudoratezza di Berlusconi di voler nominare l'industriale delle armi Beretta ambasciatore, pero' e' anche vero che ha aumentato piu' del suo predecessore le spese militari. Non ci sono soldi per la scuola, la sanita' e le pensioni, pero' ci sono per le portaerei. A proposito, un aeroporto significa anche un aumento del controllo militare sul territorio, ovviamente per motivi di sicurezza, per carita'! * Chi scrive abita vicino a un piccolo aeroporto: grazie a Dio la morfologia della Liguria non permette grandi costruzioni (lo stesso "Cristoforo Colombo", l'aeroporto di Genova, e' stato costruito strappando spazio al mare), pero' anche qui le "grandi famiglie" hanno spinto (e investito assai) per potenziarlo, per avere la concessione dei voli notturni (capirai quanti bramano atterrare al chiaro di luna a Villanova d'Albenga!), per ampliarlo. Di notte e' uno spettacolo (si fa per dire) vedere tutte quelle luci (c'e' l'imbarazzo della scelta: luci rosse fisse, luci rosse lampeggianti - ne hanno disseminato non so quante sulla cima di moltissime colline e montagne -, luci di altro colore) che aumentano l'inquinamento luminoso a dismisura, e quando poi e' in funzione l'adiacente ippodromo, l'atmosfera sembra quella del film Incontri ravvicinati del terzo tipo. Il bagliore penso si veda anche dalla luna: chi paga tutta quella corrente elettrica? Temo la risposta. Tra l'altro, vorrebbero portare vicino all'aeroporto e all'ippodromo anche la Piaggio (cosi' completiamo l'opera). * Torniamo alle faccende viterbesi: sicuramente qualche sindacalista piu' arguto degli altri (si fa per dire) puntera' sul discorso occupazionale: "lasciamogli costruire l'aeroporto, cosi' saranno posti di lavoro"... dalle mie parti lo facevano all'epoca della costruzione della Centrale Enel (ora Tirreno Power) di Vado Ligure quando la stessa Enel smentiva pubblicamente queste affermazioni. Ora abbiamo una "magnifica centrale" che dal '70 ha funzionato a carbone portando pochissimi posti di lavoro, ma in compenso dispensando un po' per tutta la provincia sostanze tossiche nell'aria (a cominciare dall'anidride solforosa fino ai metalli pesanti) e distribuendo generosamente ceneri ("ricche" di materiali vari) per chissa' dove. Occorre dunque battersi perche' non venga costruita l'ennesima opera utile ai soliti e nociva ai piu'; perche' la salute divenga (e sarebbe ora) un bene collettivo; perche' le popolazioni che lo abitano divengano coscienti del fatto che il paesaggio e' un altro bene da tutelare nel quale bisogna intervenire il meno possibile, con ponderatezza: perche', come dicevano i nativi americani, la terra non ci appartiene e la dobbiamo lasciare in eredita' ai nostri figli... e di danni ne abbiamo gia' fatti abbastanza. No alla costruzione dell'aeroporto. 3. RIFLESSIONE. PAOLA MANCINELLI: NATURA E CULTURA [Ringraziamo Paola Mancinelli (per contatti: mancinellipaola@libero.it) per questo intervento. Paola Mancinelli, nata ad Osimo (An) il 28 giugno 1963, dottore di ricerca in filosofia teoretica e docente di scuola superiore, saggista e poetessa, si e' occupata tra l'altro del rapporto fra mistica e filosofia e la violenza del sacro in Rene' Girard, del pensiero di Rosenzweig e dell'influenza dell'ebraismo nel rinnovamento dell'ontologia; collabora alle riviste "Filosofia e teologia" e "Quaderni di scienze religiose" ed alla rivista telematica di filosofia "Dialeghestai". Fra le opere di Paola Mancinelli: Vibrazioni, Pentarco, Torino 1985; Come memoria di latente nascita, Edizioni del Leone, Venezia, 1989; Oltre Babele, Edizioni del Leone, Venezia, 1991; Cristianesimo senza sacrificio. Filosofia e teologia in Rene' Girard, Cittadella, Assisi 2001; Homo revelatus, homo absconditus, di alcune tracce kierkegaardiane in Rene' Girard, in AA. VV., "Nota Bene, Quaderni di studi kierkegaardiani", Citta' Nuova, Roma 2002; La metafisica del silenzio, Stamperia dell'Arancio, Grottammare, 2003; Pensare altrove. Rivelazione e linguaggio in Franz Rosenzweig, Quattroventi, Urbino 2006] Sovente, sempre piu' sovente si solleva l'interrogativo circa il rapporto fra natura e cultura, visto che la prima dipende ampiamente dalla seconda, assurgendo a componente antropologica sempre piu' complessa ed elaborata. Si puo', infatti, prescindere dall'idea che i paesaggi umani attestano una geografia complessa e che, nel corso dei millenni, si sono via via distinti per aver dato origine a civilta', tradizioni, inedite forme di ospitalita' e convivenza? Indubbiamente l'ekumene umana vive di questo intreccio e, d'altra parte, i paesaggi dell'anima si richiamano a precisi luoghi capaci di suggerire la possibilita' di un altrove, e di un'esistenza liberata. Purtroppo, pero', si da' anche un'ambiguita': l'apporto antropico opera, talora, una deformazione ambientale che si traduce in un degrado della vita stessa. Dunque, se natura e cultura devono corrispondersi in un'armonia progressiva preziosa per l'uomo stesso, si dovrebbe escludere qualsiasi logica di sfruttamento. In realta' l'interesse non sempre trasparente che governa le cose umane, quando si tratta di potere, funge quasi da stato di eccezione sospensivo di ogni etica, come accade anche per il progetto di una nuova area aeroportuale. Credo sia il caso di riflettere su quanto l'arbitrarismo e l'assenza di regole non faccia altro che sovvertire l'equilibrio di ogni possibile feconda interazione fra apporto umano e crescita ambientale ma anche sulla necessita' di non escludere, in nome della sola tecnica, il diritto dell'uomo ad un ambiente sano che, come insegna la tradizione filosofica da Marx ad Hannah Arendt, suggerisce l'idea di una vita libera dallo sfruttamento e di un lavoro umano come espressione piu' nobile della sua vita activa. Che servirebbe, infatti, questo smodato titanismo della tecnica, intesa come imposizione violenta, se la sovversione dell'equilibrio ambientale segna il declino dell'uomo? 4. RIFLESSIONE. ENZO PIFFER: "QUANDO L'ULTIMO ALBERO..." [Ringraziamo Enzo Piffer (per contatti: lisistrata_70@virgilio.it) per questo intervento. Enzo Piffer, consigliere comunale a Besenello (Trento), partecipe di molte iniziative di solidarieta', per i diritti e la nonviolenza, e' uno straordinario costruttore di pace e testimone della dignita' umana] ... Che cosa posso dirti di una situazione che non conosco, suppongo sia lo stesso discorso che vale, di volta in volta, in Piemonte, in Sicilia, in Sardegna... o come qui nel Trentino: che per coerenza, viste le megaopere realizzate o in via di realizzazione, dovrebbe essere chiamato groviera. Abbiamo a che fare con gente che non vede al di la' della punta del naso. Forse pensano che un domani potranno nutrirsi del cemento e dell'asfalto con i quali stanno distruggendo questo nostro povero pianeta. Avete certo tutta la mia solidarieta' e spero vivamente che la realizzazione del terzo polo aeroportuale rimanga solo un progetto (anche se, scommetto, molto costoso e gia' pagato). Nel mio bel Trentino, tanto propagandato dalle agenzie turistiche per la sua aria salubre e per i suoi ameni paesaggi, abbiamo uno dei piu' alti tassi d'inquinamento d'Italia e le ripercussioni si vedono in peggioramento della salute. * Concludo con un detto del popolo dei Creek: "Quando l'ultimo albero sara' stato abbattuto, l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce pescato, allora vi accorgerete che il denaro non si mangia". 5. RIFLESSIONE. FRANCESCO PISTOLATO: UNA PRIORITA' [Ringraziamo Francesco Pistolato (per contatti: fpistolato@yahoo.it) per questo intervento. Francesco Pistolato, studioso, docente, e' coordinatore scientifico della Biblioteca di studi austriaci presso l'Universita' di Udine; si occupa di diffusione della lingua tedesca, della cultura austrica e della cultura della pace; e' tra i promotori di un programma di cultura di pace all'interno delle universita' e delle scuole della macroregione Alpe Adria, comprendente il Friuli-Venezia Giulia, la Carinzia e la Slovenia; e' altresi' impegnato nell'Associazione Biblioteca Austriaca di Udine, che ha tra l'altro realizzato una mostra fotografica itinerante sulla Resistenza, gia' esposta in vari luoghi, tra cui la Risiera di S. Sabba di Trieste, e che e a fine 2005 e' stata esposta nella Gedenkstaette des Deutschen Widerstands di Berlino, ed e' visitabile in rete nel sito: www.abaudine.org/virtunascosta/virtu.htm Tra le opere di Francesco Pistolato: (a cura di), Per un'idea di pace, Cleup, Padova 2006; (a cura di), Die verborgene Tugend - La virtu' nascosta. Eroi sconosciuti e dittatura in Austria 1938-1945, Europrint Editore, Quinto di Treviso 2007] Ritengo che una delle priorita' mondiali sia oggi la tutela dell'ambiente e segnatamente una drastica riduzione delle emissioni che provocano il surriscaldamento del pianeta. La politica nazionale e locale italiana dovrebbe pertanto porre nella propria agenda misure che vadano coerentemente in questa direzione. I cittadini debbono pretendere che i loro amministratori comincino a farsi carico di questa responsabilita' globale e locale al contempo. L'incidenza diretta e indiretta sulla vita delle persone, degli animali e delle piante va considerata oltre che in base alle norme italiane di valutazione di impatto ambientale, anche in base alle direttive comunitarie. L'ipotesi di realizzazione di una qualsiasi opera pubblica che abbia un forte impatto ambientale deve inoltre essere oggetto di informazione, dibattito pubblico e profonda riflessione, non solo per salvaguardare l'apparente conformita' alle norme di tutela dell'ambiente, ma all'interno di un discorso teso a rendere il pianeta e i singoli luoghi realmente vivibili, oggi e in futuro. Le considerazioni cosiddette di ordine economico dovrebbero includere, nella colonna del passivo, i costi per danni alla salute, in termini di perdita di giornate lavorative e costi per le cure e quelli per danni all'ambiente, in termini di spese per il ripristino di sane condizioni ambientali. 6. RIFLESSIONE. FABIO RAGAINI: GUARDARE AVANTI [Ringraziamo Fabio Ragaini (per contatti, c/o Gruppo Solidarieta': grusol@grusol.it) per questo intervento. Fabio Ragaini e' impegnato nell'esperienza del "Gruppo Solidarieta'" di Castelplanio (Ancona), un'esperienza di volontariato che opera nel territorio della provincia di Ancona dal 1980; oltre all'azione concreta di solidarieta' con persone in situazioni di disagio o difficolta', promuove incontri formativi e svolge un valido servizio di informazione e documentazione; dal 1982 pubblica il periodico cartaceo "Appunti", e successivamente ha anche attivato un utile sito nella rete telematica: www.grusol.it] Con piacere accolgo l'invito degli amici del Centro di ricerca per la pace di Viterbo a sostegno delle loro inziative contro la realizzazione del terzo polo aeroportuale nel Lazio; non si tratta di un guardare indietro ma esattamente all'opposto di guardare avanti. Se, come e' vero, il trasporto aereo e' responsabile di una rilevante quota del surriscaldamento del clima, la piu' grave emergenza ambientale planetaria, e' bene ridurre il trasporto aereo e dunque e' necessario opporsi alla realizzazione del nuovo aereoporto di Viterbo. 7. RIFLESSIONE. UN'INTERVISTA AD ANTONELLA LITTA [Riproponiamo la seguente intervista ad Antonella Litta (per contatti: antonella.litta@libero.it) gia' apparsa nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino". Antonella Litta e' la portavoce del Comitato che si oppone alla realizzazione dell'aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' nazionale ed internazionale. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto ambientale] Fino a pochi giorni fa Antonella Litta era nota nel viterbese come apprezzato medico di base, chi la conosceva un po' meglio sapeva della sua attivita' di ricercatrice scientifica, del suo impegno di volontariato in Africa; come presidente del Comitato "Nepi per la pace" era poi conosciuta anche nell'ambito dei movimenti di solidarieta', per i diritti umani, per la legalita'. Il 30 luglio tutto e' cambiato: ha tenuto una relazione introduttiva alla seduta del Consiglio provinciale di Viterbo, convocato sulla questione dell'aeroporto in sessione aperta a rappresentanti di altre istituzioni e di movimenti della societa' civile: sulla sua relazione si e' concentrato l'intero dibattito, ore e ore di discussione a tratti vivacissima, con interventi di sindaci, parlamentari, amministratori di enti pubblici, dirigenti di forze politiche e sindacali, rappresentanti di realta' imprenditoriali e dell'associazionismo. In quella relazione Antonella Litta ha argomentato che l'ipotesi di costruzione di un aeroporto avrebbe provocato gravi danni all'ambiente e alla salute ed ha chiesto un impegno delle istituzioni ad informare i cittadini e favorire la partecipazione democratica rispetto a una decisione che potrebbe avere conseguenze terribilmente nocive. Da quel giorno nell'Alto Lazio nella percezione pubblica e' anche e forse soprattutto la portavoce del comitato che si oppone all'aeroporto e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa dell'ambiente, della salute, dei beni culturali e ambientali e delle vocazioni produttive del territorio, della democrazia consapevole e partecipata. * - Cosa e' cambiato per lei da quel giorno? - Antonella Litta: Ogni volta che si affrontano situazioni nuove, queste sono portatrici di cambiamento. In questo caso, per me, un cambiamento molto positivo perche' ho avuto modo di incontrare persone nuove con le quali ho trovato una consonanza di idee e valori e l'entusiasmo per cominciare un esperienza di approfondimento delle nostre conoscenze in tema di trasporto aereo, insieme alla sfida di farne partecipi il maggior numero di persone. * - Lei ha esordito in quella seduta del Consiglio provinciale esplicitando il suo ruolo di medico e come le sue preoccupazioni rispetto alla devastante opera nascessero dal suo impegno anche proprio in quanto medico. Potrebbe articolare piu' ampiamente questo punto? - Antonella Litta: Ho sempre pensato che essere medico significhi in qualche modo guardare alla persona non come un serie di organi assemblati ma come a un tutt'uno, anima e corpo, e ogni volta che una persona ci espone i propri malesseri e si pone letteralmente nelle nostre mani deve farlo con fiducia. Una fiducia che deve essere ripagata. Questo e' l'aspetto che piu' mi piace della mia professione. Gli esseri umani vivono nel mondo e prendersi cura di loro significa anche e semplicemente prendersi cura del mondo. Rispettare l'ambiente, ridurre l'inquinamento, e quando possibile non creare nuove fonti d'inquinamento, e' prendersi cura delle persone. Tantissime malattie derivano dall'inquinamento: quello dell'aria, delle acque, degli alimenti. E' per questo che trovo naturale e doveroso l'impegno che tanti medici dedicano alla tutela dell'ambiente e all'informazione dei cittadini. * - Le sembra che fin qui le istituzioni locali e nazionali abbiano dedicato sufficiente attenzione alla gravi problematiche implicate dal trasporto aereo? - Antonella Litta: Purtroppo no. L'azione del nostro comitato, come gia' quella di altri comitati, vuole in primo luogo sollecitare proprio le istituzioni locali e nazionali ad una maggior presa di coscienza e consapevolezza circa i danni che l'aumento del traffico aereo causa indiscutibilmente alla salute e ai territori. Questo non sulla base delle nostre semplici argomentazioni, come spesso ci viene detto, ma sulla base di dati scientifici certi ed obiettivi che devono essere conosciuti da tutti. * - Le sembra che i mezzi d'informazione locali e nazionali stiano informando adeguatamente in merito o c'e' ancora troppa ignoranza da parte dell'opinione pubblica sulla sostanza e sulle dimensioni dei problemi ambientali e sanitari connessi al trasporto aereo? - Antonella Litta: Volare e' sempre stato uno dei sogni dell'essere umano e oggi che e' possibile farlo anche spendendo relativamente poco puo' sembrare difficile ed anche un po' "impopolare" parlare dei danni che il trasporto aereo genera. Esiste un mercato economico importante che induce e guadagna dalla sempre piu' elevata richiesta di viaggiare in aereo. Spesso i giornali prima di rispondere alla richiesta d'informazione dei cittadini rispondono all'editore, ai loro proprietari: e cosi' e' molto difficile trovare spazio per questi argomenti nei mass-media. E' doveroso pero' segnalare anche l'impegno di alcuni tra gli studiosi e i giornalisti che, in controtendenza, riescono ad informare su questo tema attraverso i mass-media, anche se con molte difficolta' e nel poco spazio messo loro a disposizione. E' chiaro che e' auspicabile una maggiore attenzione ed approfondimento su questi temi. * - In queste settimane ha avuto riscontri significativi di un interesse da parte della popolazione in riferimento alle preoccupazioni e agli interrogativi che lei e il comitato che rappresenta avete sollevato? - Antonella Litta: Abbiamo avuto moltissimi riscontri positivi. Le persone, anche le piu' semplici, cominciano a chiedersi se veramente c'e' bisogno di un altro aeroporto, quali danni potrebbe creare e se le prospettive di sviluppo ed occupazione sono reali. Questo e' un risultato importante perche' porsi le domande significa poi impegnarsi per ottenere risposte certe. Abbiamo avuto e continuamente riceviamo adesioni e sostegno al nostro comitato da tutta l'Italia. L'ultimo dichiarazione di affettuosa solidarieta' in ordine di tempo e' quella della scrittrice Dacia Maraini. * - Siete in contatto con altre esperienze di impegno per fare luce sui danni provocati dal trasporto aereo? - Antonella Litta: Si', abbiamo rapporti di scambio di dati, materiali ed esperienze con i comitati di Ciampino, di Fano, e siamo in contatto con il comitato di Stansted in Gran Bretagna che si sta batte per evitare l'ampliamento dell'aeroporto. Ovviamente siamo anche in contatto con vari movimenti ecologisti, per il diritto alla salute, per la apce e la dignita' umana con cui ci conosciamo e collaboriamo da anni poiche' le persone che hanno rpomosso il nostro comitato sono tutte gia' da molto tempo impegnate sui temi della solidarieta', nelle esperienze del volontariato, nelle tante iniziative per un mondo migliore. * - Come sta lavorando il comitato? - Antonella Litta: I commponenti del comitato stanno lavorando moltissimo raccogliendo adesioni, documetnazione, materiale scientifico, intessendo rapporti con i responsabili di altri comitati, diffondendo informazione qualificata, e soprattutto costruendo una rete d'informazione e confronto tra i cittadini anche mettendo a disposizione il sito www.coipiediperterra.org * - E' stato molto apprezzato lo stile di comunicazione che lei e il comitato avete scelto: nessuna polemica, nessun atteggiamento di aggressivita' o disprezzo ma sempre massima attenzione e rispetto per gli interlocutori e per i contraddittori. E' stato notato da molti osservatori che mentre tra i sostenitori dell'aeroporto non sono mancati atteggiamenti peggio che discutibili, voi avete mantenuto una civilta', sobrieta', precisione e chiarezza comunicativa che ha impressionato molto favorevolmente la parte piu' avvertita dell'opinione pubblica locale. Ed e' stato anche notato che voi mettete costantemente al centro dell'attenzione i problemi concreti, la documentazione scientifica, il dettato legislativo, le questioni reali, rifuggendo da ogni forma di propaganda e retorica. Questa scelta comunicativa da quali convinzioni scaturisce? E le sembra che stia dando frutti? - Antonella Litta: Il metodo che seguiamo e' quello che proviene dalla nostra storia personale. E' semplice e sta dando frutto. Prima di tutto il rispetto per chi ha opinioni diverse dalle nostre e poi l'esposizione con calma e chiarezza delle nostre preoccupazioni e dei dati scientifici che sottostanno alle nostre preoccupazioni. Non conosciamo altri metodi e non ci interessano altri metodi. Ci interessa ragionare con tutte le persone in maniera pacata, la piu' semplice possibile. Prima di tutto ci interessa che le persone pensino e si formino la loro opinione basandosi sul rigore della documentazione scientifica e non su slogans banali e vuoti da venditori di favole che con la voce forte gridano e promettono insieme al nuovo aeroporto la soluzione miracoloso di tutti i problemi della nostra amata Tuscia. * - Quali ritiene che siano gli aspetti piu' gravi della questione del trasporto aereo? - Antonella Litta: Sicuramente l'enorme responsabilita' nell'aumentare il surriscaldamento climatico e quindi lo stravolgimento climatico mondiale con conseguenze gravissime per esempio per il continente africano, che poco o nulla contribuisce alle emissioni di CO2. Come a dire che ancora una volta i poveri pagano per le ricchezze e gli errori dei ricchi. L'inquinamento acustico ed ambientale con le conseguenti ricadute sulla salute umano sono gli altri due gravissimi aspetti che ci portano ad opporci alla costruzione di un terzo aeroporto nella regione del Lazio. * - Lei e il comitato vi state impegnando non solo contro la costruzione del terzo polo aeroportuale nel Lazio, ma anche per la riduzione del trasporto aereo; l'iniziativa quindi non ha una dimensione solo locale, ma si colloca e vuole incidere in un piu' ampio contesto. - Antonella Litta: E' consequenziale al nostro impegno. Il nostro obiettivo non puo' e non deve essere limitato ad evitare la costruzione del terzo aeroporto, sarebbe un obiettivo forse troppo piccolo e potrebbe sembrare quasi egoistico e, se vogliamo, semplice. Siamo impegnati a promuovere una campagna di sensibilizzazione che informi circa i reali danni che l'incremento del traffico aereo determina, e che solleciti un ripensamento nazionale e uno studio suglli attuali modelli di mobilita' per le persone e le merci, per scelte che favoriscano sempre, ove possibile, il trasporto su rotaia e comunque le sclete a piu' basso impatto ambientale, anche valorizzando soluzioni alternative offerte dall'informatica (quanti viaggi e trasporti si potrebbero evitare usando ad esempio in modo piu' mapioepiu' razionale la trasmissione di dati e documenti, lavorando in teleconferenza, e cosi' via). * - C'e' chi dice, con palese malevolenza, che le vostre forze sarebbero troppo esigue per contrastare una lobby potentissima che gode di ingenti risorse finanziarie e di vasti appoggi politici (basti pensare ai fiumi di denaro pubblico che gli stati assurdamente regalano alle compagnie aeree mentre si tagliano i servizi assistenziali e sanitari, o al fatto che le stesse compagnie aeree godono di esenzioni ed agevolazioni fiscali semplicemente scandalose); cosa vi da' fiducia nel vostro impegno? - Antonella Litta: La fiducia ci viene dalla storia e dalla forza delle nostre convinzioni. Tante decisioni che sembravano ineluttabili sono state cambiate dalla mobilitazione dei cittadini portatori di ragioni vere, obiettive ed inconfutabili. Siamo ancora in democrazia e questo e' possibile. * - Ogni volta che ci si impegna per difendere la legalita' e i diritti in un luogo, non mancano i sempiterni rassegnati che obiettano che tanto quegli stessi diritti verranno comunque violati altrove, e quindi tanto vale infischiarsene anche qui. Cosa risponde a chi fa l'elogio dell'indifferenza, del cinismo, della complicita' con la devastazione ed il crimine? - Antonella Litta: La risposta e' semplice: ognuno si impegni per quello che dipende da se stesso. E' una semplice regola di vita e di condotta che puo' cambiare le sorti del mondo. E' importante esserne convinti e convicere gli altri: noi ne siamo convinti. * - Lei e' impegnata come medico anche in Africa nella solidarieta' con persone vittime di situazioni terribili. Situazioni rispetto a cui qui vi e' una orribile indifferenza, e che derivano da cause connesse sia a secoli di colonialismo sia alle strutturali ingiustizie planetarie attuali. Situazioni rispetto alle quali il nord ricco del mondo ha della gravi, precise responsabilita'. Lei ha detto nella conferenza stampa tenuta lo scorso 3 agosto a Viterbo che c'e' una profonda coerenza tra l'aiuto diretto come medico e come volontaria alle persone li' in pericolo di vita, e l'impegno qui in difesa dell'ambiente, del diritto alla salute, della democrazia. Vi e' una interdipendenza tra qui e la', tra nord e sud, tra difesa dell'ambiente e difesa dei diritti umani, tra pace, giustizia, salvaguardia della biosfera, "principio responsabilita'" e dovere di solidarieta' con l'umanita' intera, comprese le generazioni future. Potrebbe approfondire questo tema? - Antonella Litta: L'impegno per il rispetto dei diritti umani, per la salvaguardia ambientale, per la pace, per un'economia piu' giusta e' necessario in ogni parte del mondo. Esiste un'interdipendenza tra le nostre scelte individuali e politiche e quanto accade nel mondo. E' cosi', anche se molti fanno finta di non saperlo perche' fa comodo. L'indifferenza, l'afasia dei cuori, la mancanza di compassione e compartecipazione sta consegnando l'umanita' alla deriva della storia e la Terra al saccheggio ultimo. Ognuno faccia la sua parte. Noi crediamo di fare la nostra anche a partire dalla vicenda dell'aeroporto di Viterbo. Non siamo sognatori ma realisti con i piedi per terra finche' ce ne sara' ancora una. * - Cosa si aspetta che accadra' nelle prossime settimane? - Antonella Litta: Spero e penso che continuera' a crescere il numero delle persone di questa provincia che chiedono maggiore informazione, e che vogliono discutere e partecipare non solo sulla questione "aeroporto si', aeroporto no", ma sulle tante tematiche che questa questione include: dal rispetto dell'ambiente e dalla tutela della salute fino al modo in cui le persone possono contare veramente nelle scelte cruciali della politica e dell'economia, anche quella mondiale. Sarebbe un bel risultato e abbiamo tanti buoni motivi per sperarlo. 8. RIFLESSIONE. LUCIANO BENINI: DA FANO A VITERBO [Riproponiamo il seguente intervento di Luciano Benini (per contatti: luciano.benini@tin.it) gia' apparso in "Notizie minime della nonviolenza in cammino". Luciano Benini, gia' presidente del Movimento Internazionale della Riconciliazione (Mir-Ifor), da sempre impegnato in molte attivita' e iniziative di pace e di solidarieta', per l'ambiente e per i diritti umani, apprezzatissimo pubblico amministratore, e' una delle persone piu' prestigiose dei movimenti nonviolenti in Italia] Anche a Fano, da molti anni, associazioni e semplici cittadini stanno lottando per impedire il potenziamento del locale aeroporto proponendo di investire, invece, nella realizzazione di un parco cittadino. Gia' attualmente il piccolo aeroporto in terra battuta provoca inquinamento acustico e dell'aria tutt'altro che trascurabile: l'asfaltatura della pista e l'installazione di sistemi per l'atterraggio di aerei a reazione provocherebbe un intollerabile peggioramento della qualita' della vita dei cittadini, il tutto per soddisfare i desideri dei pochissimi che vogliono in tutti i modi utilizzare questo mezzo di trasporto cosi' impattante per l'ambiente e la salute. Ci sentiamo pertanto particolarmente vicini con le lotte di quanti si oppongono a nuovi scali aeroportuali, convinti come siamo che occorre ridurre, e non potenziare, la movimentazione di merci e persone che non sia strettamente necessaria, a favore di un maggiore utilizzo delle risorse locali e di una mobilita' piu' leggera e meno energivora. Esprimiamo pertanto il nostro pieno sostegno alle lotte degli amici di Viterbo contro la realizzazione del terzo polo aeroportuale nel Lazio. Luciano Benini cittadini per il parco e contro il potenziamento dell'aeroporto 9. RIFLESSIONE. RAFFAELE MANTEGAZZA: PRIMA DI METTERSI IN CODA PER IL PROSSIMO ESTENUANTE CHECK-IN [Riproponiamo il seguente intervento di Raffaele Mantegazza (per contatti: raffaele.mantegazza@unimib.it) gia' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino". Raffaele Mantegazza, prestigioso pedagogista, docente all'Universita' di Milano Bicocca; fa parte del comitato scientifico del Centro Studi "Primo Levi" presso la Fondazione Fossoli. Tra le opere di Raffaele Mantegazza: Teoria critica della formazione. Espropriazione dell'individuo e pedagogia della resistenza, Unicopli, 1995; Filosofia dell'educazione, Bruno Mondadori, 1998; (con Brunetto Salvarani), Le strisce dei lager. La Shoah e i fumetti, Unicopli, 2000; L'odore del fumo. Auschwitz e la pedagogia dell'annientamento, Citta' Aperta, 2001; Pedagogia della resistenza. Tracce utopiche, Citta' Aperta, 2003; Pedagogia della morte. L'esperienza della morte, Citta' Aperta, 2004] - Siete contro l'aereo? Ma siete matti? - Mica vorrete tornare indietro. - Ma allora siete contro il progresso. - E come fareste ad andare a New York? - Ma allora voi odiate la scienza. * E' facile immaginare le obiezioni che una proposta radicale di limitazione del traffico aereo puo' scatenare; un po' a causa di Lindbergh, un po' del Barone Rosso, un po' per noi italiani anche grazie alla iattura delle Frecce Tricolori, l'aereo e' rientrato nel nostro immaginario infantile come simbolo di liberta' (la liberta' di volare) e di avventura; che poi il volo danneggi l'ecosistema, che come sempre accade i primi a rimetterci siano i non-umani (animali e piante), che il turismo globalizzato annienti del tutto l'idea di avventura - se non si vuole considerare tale la difficolta' per le popolazioni locali di resistere all'impatto devastante dell'Occidente e dei suoi rifiuti, tutto cio' sembra importare ben poco. L'ideologia del villaggio globale ha fatto il resto: se non ci fossero 100 voli settimanali tra Roma e Los Angeles o tra Malpensa e New York ci sentiremmo tagliati fuori dalla modernita' e dal progresso. Ma il progresso non deve necessariamente essere per forza fatto coincidere con l'annientamento delle distanze e con la velocita' a tutti i costi. L'aereo e la sua demagogia sono al contempo la conseguenza e la concausa di una civilta' che corre sfrenata verso l'autodistruzione considerando ogni passo in avanti verso il baratro come una significativa conquista scientifica e tecnologica. * Ma contestare il traffico aereo, chiederne una drastica riduzione, significa anche e soprattutto affrontare la questione che sta a monte, ovvero un modello di sviluppo e una organizzazione del lavoro che e' la reale causa di una tecnologia che ha divorziato dall'uomo per sposare il profitto. Un esempio: ci si e' mai chiesti perche' la linea Linate-Fiumicino sia ogni giorno popolata da decine di manager o simil-tali che fanno un pendolarismo aereo proprio nell'epoca nella quale ci si dice che Internet annulla le distanze e rende inutili gli spostamenti fisici? A quale logica risponde questo pendolarismo (senza parlare di quello internazionale)? A una logica produttiva o a una ideologia dello spostamento continuo, dell'ipercinetismo, della disponibilita' ad essere ovunque contemporaneamente che e' il vero stigma della nostra epoca? E quali sono i costi collettivi e personali di questo modello di sviluppo che trova nella tecnologia il suo rinforzo e il suo alibi? ("Facciamo la riunione, tanto da Milano a Roma c'e' un'ora di volo, fai anche in tempo a tornare in ufficio per finire il tuo lavoro"). In fondo succede con l'aereo quello che succede per le Nuove Tecnologie: anziche' rispondere a vecchi bisogni la tecnologia ne crea di nuovi, sempre a danno dell'essere umano - e animale e vegetale - e sempre a favore del profitto. Forse e' il caso di pensare a questa ideologia, ai suoi bisogni indotti, al reale bisogno di abbattere i tempi e di correre (o volare) piu' veloci, e ai costi devastanti che tutto cio' comporta, prima di mettersi in coda per il prossimo estenuante check-in. 10. STRAPAESE. OSVALDO ERCOLI, PEPPE SINI: UNA LETTERA APERTA AL SINDACO DI VITERBO [A Viterbo da alcuni giorni un immenso striscione inneggiante all'aeroporto copre quasi interamente la facciata del teatro Unione, uno dei monumenti della citta' (e' il teatro in cui si svolge una delle scene piu' strazianti del film I vitelloni di Fellini, film girato in gran parte a Viterbo). Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' per unanime consenso nel viterbese una delle piu' prestigiose autorita' morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita' a Viterbo sono proverbiali. E' tra gli animatori del comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per una riduzione del trasporto aereo. Peppe Sini, gia' consigliere comunale e provinciale, e' il sarto che imbastisce questo foglio] Signor sindaco di Viterbo, da alcuni giorni la facciata del Teatro Unione di Viterbo, uno dei monumenti che caratterizzano la citta', situato in uno dei luoghi piu' noti - il luogo da cui inizia l'ultimo e piu' appassionante tratto del percorso della macchina di Santa Rosa -, e' coperta da un gigantesco striscione pubblicitario (del cui contenuto non e' questa la sede per parlare). La facciata di un monumento della citta' e' ridotta a stendipanni, a plancia pubblicitaria. * E' scandaloso che si abbia una tale insensibilita' per i monumenti della nostra citta'. Se questa e' l'attenzione che i pubblici amministratori hanno per i beni ambientali e culturali di Viterbo, c'e' da indignarsi. * Se questo e' il vessillo e l'anticipazione dello "sviluppo" che si vuole imporre a Viterbo, ebbene, questo non e' sviluppo ma barbarie. Se questo e' il sintomo di cio' che si intende per "valorizzazione turistica" della citta', ebbene, questa non e' valorizzazione ma degrado. Se questo e' un esempio della "cultura" che si vuole per Viterbo, ebbene, questa non e' cultura ma una grottesca corruzione degna delle streghe di Macbeth. * Auspichiamo che senza bisogno di chiedere interventi ufficiali delle autorita' preposte alla tutela dei monumenti sopravvenga negli amministratori comunali una resipiscenza, e che il Comune motu proprio decida e faccia effettuare la rimozione della vasta stoffa che inopinatamente copre la facciata del teatro cittadino. Il sindaco sa che questa lettera la scriviamo da persone che rispettano le opinioni altrui, ma che chiedono a tutti un atteggiamento civile, il rispetto della cosa pubblica, della memoria storica, dei monumenti dell'umano ingegno e dell'umana vicenda. Cordialmente, Osvaldo Ercoli, residente a Viterbo, in via Asiago Peppe Sini, residente a Viterbo, in strada S. Barbara Viterbo, 12 agosto 2007 11. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI VITERBO Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la riduzione del trasporto aereo: e-mail: info@coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta@libero.it =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it Numero 6 del 15 agosto 2007 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request@peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request@peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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