Da: nonviolenza-request@peacelink.it per conto di Centro di ricerca per la pace [nbawac@tin.it] Inviato: mercoledì 20 agosto 2008 16.10 A: nonviolenza@peacelink.it Oggetto: Coi piedi per terra. 122 =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 122 del 20 agosto 2008 In questo numero: 1. Una iniziativa a Viterbo contro il devastante mega-aeroporto 2. Antonella Litta: Tor Valdaliga Nord. Un attentato alla salute, all'ambiente, al diritto, alla ragione. E due persone hanno gia' perso la vita 3. Guido Viale: Discariche 4. A Srebrenica dal 24 al 29 agosto 5. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo 1. INIZIATIVE. UNA INIZIATIVA A VITERBO CONTRO IL DEVASTANTE MEGA-AEROPORTO [Riproponiamo il seguente articolo gia' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino"] Il 13 agosto 2008 a Viterbo il "Centro di ricerca per la pace" ha diffuso tra la cittadinanza ed i turisti in visita nella citta' vario materiale informativo sulle gravissime conseguenze della realizzazione del devastante mega-aeroporto. Molto interesse ha suscitato in particolare la lettera inviata nei giorni scorsi al Presidente della Repubblica in cui si riassumono i disastrosi effetti della devastante opera e la sua dimostrata illiceita'; il documento dei medici dell'Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) sulle disastrose conseguenze dell'opera per la salute della popolazione locale; l'appello in difesa dell'area termale del Bulicame, bene naturalistico, storico-culturale e terapeutico che verrebbe irreversibilmente devastato dal mega-aeroporto. Dall'interlocuzione con le molte persone raggiunte dalla diffusione del materiale documentario, ancora una volta si conferma che tutte le persone ragionevoli quando vengono correttamente informate concordano con il movimento che si oppone alla nociva e distruttiva opera aeroportuale, e si pronunciano per il rispetto della legislazione vigente (il devastante progetto del mega-aeroporto a Viterbo e' privo delle verifiche e quindi dei requisiti previsti dalla vigente legislazione in materia di Via - Valutazione d'impatto ambientale -, Vas - Valutazione ambientale strategica -, Vis - Valutazione d'impatto sulla salute -), in difesa del diritto alla salute, in difesa di un ambiente salubre e vivibile, contro le sperpero del pubblico denaro, condividendo la necessita' di ridurre drasticamente il trasporto aereo, sostenendo la proposta di un modello di mobilita' che migliori il trasporto pubblico sostenibile e particolarmente le ferrovie, e di un modello di sviluppo che valorizzi e non distrugga i beni ambientali e culturali, le autentiche vocazioni produttive locali, le risorse materiali e civili del territorio e della comunita'. Nei prossimi giorni il movimento che si oppone al devastante mega-aeroporto realizzera' altre iniziativa di informazione, sensibilizzazione, coscientizzazione, partecipazione democratica. 2. AMBIENTE. ANTONELLA LITTA: TOR VALDALIGA NORD. UN ATTENTATO ALLA SALUTE, ALL'AMBIENTE, AL DIRITTO, ALLA RAGIONE. E DUE PERSONE HANNO GIA' PERSO LA VITA [Ringraziamo Antonella Litta (per contatti: antonella.litta@libero.it) per questo intervento. Antonella Litta e' la portavoce del Comitato che si oppone alla realizzazione dell'aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia). Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente] Tra qualche mese secondo i programmi dell'Enel entrera' in funzione la centrale di Tor Valdaliga Nord di Civitavecchia riconvertita a carbone. I lavori nel cantiere stanno procedendo a ritmo serrato e convulso. Una corsa veloce per mettere in funzione quanto prima la centrale ed evitare ritardi, rinvii ed ulteriori opposizioni. Nei mesi scorsi in, questa corsa frenetica, due giovani operai sono morti nel cantiere. Si chiamavano Michele Cozzolino e Ivan Ciffary. * Il progetto dell'Enel La centrale di Tor Valdaliga Nord insieme a quella di Tor Valdaliga Sud, a quella di Fiumaretta spenta nel 1990, sempre a Civitavecchia, e a quella di Montalto di Castro nel viterbese, costituiscono ormai da decenni il polo energetico piu' grande d'Europa. In un comprensorio territoriale molto piccolo (le centrali sono distanti meno di 25 km l'una dall'altra) vengono prodotti dalla combustione di olio, gas e gasolio qualcosa come 7.240 megawatt. Una servitu' che nel corso di quasi mezzo secolo di storia energetica italiana, ha avuto gravi ripercussioni per l'ambiente e per la salute delle persone. Una centrale che brucera' ogni anno circa 3 milioni e 900 mila tonnellate di carbone. Questa centrale fino al 2005 e' stata alimentata con olio combustibile e successivamente e' stata spenta proprio per permettere i lavori per la sua trasformazione in centrale a carbone. La propaganda dell'Enel sostiene che la centrale brucera' carbone pulito e che l'inquinamento prodotto sara' minimo e costantemente sotto controllo. La propaganda dell'Enel sostiene anche che una volta realizzata, la centrale favorira' occupazione, sviluppo economico, portera' notevoli compensazioni (una monetizzazione del danno e del rischio ambientale) alle casse delle amministrazioni locali, e aumentera' la produzione di energia elettrica a basso costo e quindi la sua disponibilita' su scala nazionale. E' ben risaputo invece che questa scelta porra' l'Italia ancora una volta in aperto contrasto con quanto raccomandato dalla Commissione Europea e dai maggiori organismi scientifici internazionali in materia di scelte energetiche e di riduzione dei gas serra. * L'opposizione dela popolazione e delle istituzioni locali Il progetto dell'Enel ha trovato subito la forte e decisa opposizione dei cittadini residenti nei comuni interessati e limitrofi e - almeno inizialmente - anche quella delle istituzioni (Comuni della zona, Comune di Roma, Province di Roma e Viterbo, Regione Lazio). Si sono formati subito comitati contrari alla riconversione a carbone che hanno visto l'impegno attivo dei medici del comprensorio, di agricoltori, pescatori, insegnanti, studenti, associazioni sportive, associazioni ambientaliste... in breve di tutto il tessuto sociale ed economico del comprensorio. Nel 2003 una consultazione popolare ha evidenziato la contrarieta' della popolazione di Civitavecchia: 90% i contrari su oltre 11.000 cittadini consultati. Tante le iniziative intraprese dai comitati dei cittadini e in particolare del comitato "no coke": ricorsi al Tar, esposti, denunce, interrogazioni parlamentari, campagne di sensibilizzazione, manifestazioni, campagne d'informazione, produzione di documenti e nell'aprile 2007 anche un drammatico sciopero della fame condiviso da moltissimi cittadini. Proviamo a riassumere le ragioni di questa forte e tenace opposizione. * I danni all'ambiente e alla salute La scelta di riconvertire a carbone la centrale trova motivazione solo nell'ottica di un maggior guadagno per l'Enel, in quanto il carbone e' tra i combustibili fossili quello che sicuramente costa meno ma e' anche quello che inquina e danneggia di piu' salute e ambiente, inoltre e' il combustibile fossile con il piu' elevato coefficiente di produzione di CO2 (anidride carbonica). La scelta dell'Enel a favore del carbone oltre che dannosa per la salute e l'ambiente e' in netto contrasto con le direttive del protocollo di Kyoto, entrato in vigore nel 2005, che impongono scelte energetiche tali da ridurre del 20% le emissioni di CO2 entro il 2020 in quanto l'incremento dei gas serra e in particolare della CO2 e' il principale responsabile del surriscaldamento climatico; un fenomeno che gia' sta danneggiando il nostro pianeta, e che minaccia la vita stessa delle specie vegetali, animali e di quella umana. L'enorme quantitativo di anidride carbonica emessa dalla centrale, andra' in particolare a peggiorare la gia' difficile e insalubre qualita' dell'aria della Regione Lazio e in particolare della Tuscia, dove uno studio realizzato dalla societa' Eco-Way di Milano, specializzata in questo tipo di ricerche e pubblicato nell'ottobre scorso, ha rilevato una tra le piu' gravi situazioni in Italia per quanto riguarda l'inquinamento da anidride carbonica. La riconversione della centrale di Tor Valdaliga Nord non e' quindi assolutamente conciliabile con gli impegni di riduzione delle emissioni inquinanti e sottoporra' l'Italia a procedimenti di infrazione e al pagamento di costosissime multe dellíordine di milioni di euro che saranno presi come al solito dalle tasche dei contribuenti italiani. La centrale di Tor Valdaliga Nord, come si legge dai dati estratti dalla relazione Ctu del Collegio peritale di Civitavecchia, brucera' quasi 4 milioni di tonnellate di carbone l'anno, emettera' ogni anno oltre 10 milioni di tonnellate di CO2 (anidride carbonica), migliaia di tonnellate di gas pericolosi, in particolare ossidi di zolfo e ossidi di azoto, e oltre 700 tonnellate tra polveri fini, ultrafini e metalli pesanti, in particolare mercurio, arsenico, cadmio, nichel e radionuclidi generati dalla presenza di radon nel carbone. Questi gas, metalli pesanti e polveri fini e ultrafini del diametro del micron (PM10, PM5, PM 2.5) sono oltremodo dannosi per l'ambiente e la salute. Essi infatti si accumulano nel terreno, nell'aria, nelle acque, nel mare, nella flora, nella fauna, entrando cosi' nella catena alimentare. Sono trasportati dai venti anche a centinaia di km di distanza dalla centrale. Essi penetrano attraverso tutte le barriere e membrane organiche - compresi i nervi cranici, la barriera ematocerebrale, la placenta, gli endoteli, le membrane plasmatiche - raggiungendo i nuclei cellulari col proprio carico di metalli pesanti ed altri fattori cancerogeni, interferendo cosi' con i sistemi di riparazione del Dna e con i meccanismi dell'espressione genica. Studi scientifici condotti mostrano l'evidente correlazione tra l'esposizione alle polveri sottili ed ultrasottili e l'aumento dei ricoveri ospedalieri, della mortalita', delle malattie respiratorie, delle malattie cronico-degenerative (Alzheimer, Sclerosi laterale amiotrofica, Sclerosi multipla), delle malattie endocrine, delle malattie neoplastiche e del sistema cardiovascolare. Recentissimi studi mostrano anche come gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), derivanti sempre dalla combustione del carbone, oltre ad avere un'azione mutagena e oncogenica, interferiscono negativamente nella riproduzione e nello sviluppo fetale durante la gravidanze di donne esposte. La centrale di Tor Valdaliga Nord non brucera' "carbone pulito" in quanto non e' possibile evitare la produzione e l'immissione in aria e mare di inquinanti tossici. In una sola parola la tecnica denominata "ciclo combinato di gasificazione integrata del carbone" (Igcc) e' ancora in fase di studio e pertanto non verra' ne' potra' essere utilizzata nella centrale di Tor Valdaliga Nord. Inoltre queste nuove tecnologie portano soltanto ad un incremento dell'efficienza degli impianti e solo a parziali riduzioni di alcune emissioni e non risolvono il problema legato alle polveri fini ed ultrafini (PM2.5 e PM 5), ai metalli pesanti e agli isotopi radioattivi che vengono formati e sprigionati dalla combustione del carbone. Neanche la dotazioni di sistemi di filtraggio sempre piu' selettivi risolve questo problema, infatti proprio a causa della presenza di questi filtri piu' selettivi vengono aumentate le emissioni di polveri ultrafini. Questo fenomeno si realizza in quanto le polveri di dimensioni piu' grandi (PM 10) vengono rilasciate in quantita' enormi quando non sono filtrate legando alla loro superficie le polveri ultrafini. Quando invece il PM 10 viene bloccato da questi filtri piu' innovativi si riduce l'adesione delle polveri di piu' piccolo calibro che cosi' vengono liberate nell'aria in quantita' maggiori. Quindi niente "carbone pulito" nella nuova centrale, ma il solito vecchio, inquinante e dannosissimo combustibile fossile. * La situazione sanitaria L'area di Civitavecchia presenta numerose criticita' dal punto di vista ambientale: oltre alle centrali elettriche e' sede di uno dei porti crocieristici piu' importanti del Mediterraneo, il che significa un presenza continua di grandi navi alimentate a gasolio; vi sono inoltre una serie di attivita' industriali tra cui un cementificio, la presenza di elettrodotti che sviluppano intensi campi elettromagnetici, un intenso traffico veicolare su gomma. Proprio perche' in questa area ristretta gravano da decenni molteplici fattori d'inquinamento, sono stati avviati gia' dagli anni '80 numerosi studi sullo stato della salute dei residenti. Le centrali di Civitavecchia Tor Valdaliga Nord e Tor Valdaliga Sud hanno ultimato solo nel 1999 gli interventi di "ambientalizzazione" per adeguarsi alle normative di restrizione circa le emissioni inquinanti in atmosfera. Nel 1996 un'analisi dell'Osservatorio Epidemiologico Regionale metteva in evidenza come nel triennio 1990/1992 l'area di Civitavecchia (comprensiva dei comuni di Tolfa, Allumiere e Santa Marinella) detenesse il triste primato per la piu' alta mortalita' per tumore polmonare ed occupasse il secondo posto per mortalita' neoplastica in generale nella regione Lazio. Ulteriori studi hanno confermato queste osservazioni. Uno studio pubblicato sulla rivista "Epidemiologia e prevenzione" nell'ottobre del 2006 evidenzia l'eccesso di casi di tumore polmonare e pleurico, asma bronchiale, insieme ad un incremento dei casi di insufficienza cronica renale. E' quindi evidente, e gli studi e i dati scientifici lo confermano, che la popolazione del luogo, che da piu' di 40 anni gia' subisce la servitu' energetica dovuta all'essere il polo energetico piu' grande d'Europa, ha gia' pagato e paga un enorme tributo in termini di malattie e morte. Mettere in attivita' la centrale di Tor Valdaliga Nord significa non tener conto di questa situazione ed aggiungere ulteriori fattori di rischio e danno alla salute delle persone e in particolare a quella dei bambini. La scelta piu' opportuna sarebbe invece un esame attento e dettagliato dello stato di salute dell'ambiente e dei residenti insieme all'avvio di pratiche di risanamento ed eventuale decontaminazione. Le istituzioni Regione, Provincia di Roma e Viterbo e i Comuni dovrebbero avviare da subito queste indagini e decidere insieme ai cittadini del futuro e della salute delle persone e del proprio territorio. E' il rispetto dell'art. 32 della Costituzione della Repubblica Italiana che afferma che "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivita'" che impone questo e solo questo comportamento a chi per delega dei cittadini li rappresenta nelle istituzioni. Il rispetto di questo fondamentale articolo della nostra Costituzione non puo' essere scambiato con alcuna, anche se milionaria, compensazione economica dell'Enel. * Il territorio Questo territorio rappresenta una grande ricchezza dal punto di vista paesaggistico, naturalistico, turistico, artistico, archeologico e della produzione agricola di qualita'. Le necropoli etrusche di Tarquinia e Cerveteri sono state dichiarate patrimonio dell'umanita' dall'Unesco. L'agricoltura, con i suoi prodotti di eccellenza, e' un punto di forza dell'economia dell'Alto Lazio ed il litorale bello ed attrezzato un grande richiamo per il turismo estivo che da' lavoro a imprese anche a conduzione familiare impegnate in questo settore. L'attivita' della centrale a carbone cambierebbe per sempre il volto di questo territorio compromettendone le attuali e future attivita' economiche legate al turismo, all'agricoltura, alla pesca. E' quello che e' gia' avvenuto in altre parti di Italia: un esempio tra i tanti la centrale Enel a carbone di Brindisi. * Il caso della Riserva del Borgo e delle Saline di Tarquinia In questo particolare ed unico territorio di enorme importanza c'e' anche l'incantevole Riserva del Borgo e delle Saline di Tarquinia, istituita nel 1980. Questa area designata come Sic (Sito d'importanza comunitaria) e Zps (Zona a protezione speciale) si estende per circa 170 ettari lungo il litorale di Tarquinia, ed e' per la maggior parte costituita da vasche di acqua salata di profondita' variabile da 0,1-1,0 m. L'istituzione della Riserva ha consentito la protezione di un ambiente particolare di suggestiva bellezza, con una speciale attenzione alla conservazione degli uccelli tipici delle lagune costiere. Di recente in questa area e' stato recuperato il borgo ottocentesco dove abitavano gli operai addetti alle saline ed e' stato realizzato il primo centro ittiogenico d'Italia. Un grande laboratorio e centro di ricerca universitario a cielo aperto. Qui infatti vengono studiati, allevati e riprodotti pesci e crostacei per la ripopolazione della fauna marina. Questo centro unico per tipo di studi e ricerche e' il primo in Europa ed e' gestito dal Dipartimento di ecologia e sviluppo economico sostenibile (Decos) dell'Universita' della Tuscia diretto dal professor Giuseppe Nascetti. Per questo progetto di recupero e riqualificazione di grande rilievo naturalistico e scientifico sono stati spesi 5 milioni e 700.000 euro finanziati dall'Unione Europea e da altre istituzioni. Se per stoltezza, brama di profitto, cecita' politica, mancanza di responsabilita', tradimento del mandato ricevuto dagli elettori, disprezzo e violazione dell'art. 32 della Costituzione, ignoranza e arrendevolezza e peggio, si giungesse alla messa in funzione della centrale, chi rispondera' anche del danno devastante ed irreversibile all'ecosistema della Riserva? Come si potra' spiegare ai cittadini e all'Europa che l'accensione della centrale mandera' letteralmente in fumo tutto quello che e' stato recuperato e realizzato nell'oasi delle saline? Il danno d'immagine e di credibilita' sarebbe enorme, come ovvia sarebbe la denuncia nelle sedi opportune dei responsabili per quantificare danni e risarcimenti. * Le scelte energetiche L'Italia insiste ancora sull'impiego del carbone, nella produzione di energia elettrica e su un sistema di produzione basato su pochi grandi poli energetici di cui quello Civitavecchia-Montalto e' il piu' grande. La persistenza in questa scelta e' oltre che arretrata e dannosa anche molto vulnerabile ed e' poco efficiente in quanto un qualsiasi inconveniente che possa determinare il cattivo funzionamento in un polo produttivo della rete puo' ripercuotersi con l'interruzione dell'energia elettrica in grandi aree del paese. Invece sarebbe opportuno pensare ad un sistema di produzione piu' diffuso e costituito da impianti di piccole e medie dimensioni (tra 10 e 100 KW e qualche MW) poste in connessione tra loro che consenta di alimentare utenze elettriche vicine a questi piccoli centri di produzione e sfruttare le fonti energetiche rinnovabili (solare termico, fotovoltaico, eolico) diffuse sul territorio e non utilizzabili se invece si continua ad investire sui grandi poli di produzione energetica. E' necessario avviare subito un risparmio dell'energia elettrica a livello nazionale incentivando l'acquisto di elettrodomestici e lampade a basso consumo, favorendo la costruzione e la ristrutturazione edilizia degli edifici secondo criteri di architettura bioclimatica, incentivando il risparmio energetico nelle attivita' industriali. Questo tipo di scelte permetterebbe di avere energia pulita a costi bassi e senza il danno alla salute che le centrali a carbone, gas e gasolio (tutti combustibili fossili) provocano. La verita' e' che l'Italia non ha bisogno di centrali a carbone come non ha bisogno di quelle nucleari: basterebbe una serie ed onesta politica energetica di risparmio e d'incremento dell'energia da fonti rinnovabili. 3. RIFIUTI. GUIDO VIALE: DISCARICHE [Dal quotidiano "Il manifesto" del 19 agosto 2008 col titolo "Discariche. 'Newsweek' e il Berlusconi tossico". Guido Viale e' nato nel 1943, e' stato uno dei leader della protesta studentesca nel '68, lavora a Milano, si occupa di politiche attive del lavoro in campo ambientale, fa parte del Comitato tecnico-scientifico dell'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente (Anpa). Opere di Guido Viale: segnaliamo particolarmente Il Sessantotto, Mazzotta, Milano 1978; Un mondo usa e getta, Feltrinelli, Milano 1994, 2000; Tutti in taxi, Feltrinelli, Milano 1996; Governare i rifiuti, Bollati Boringhieri, Torino 1999; A casa, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2001; Vita e morte dell'automobile, Bollati Boringhieri, Torino 2007] Il punto di maggiore convergenza, o completa coincidenza, tra maggioranza e opposizione, compresa la stampa estera (per anni l'unica vera opposizione a Berlusconi) rappresentata dal settimanale "Newsweek", e' sicuramente il giudizio sul successo di Berlusconi nell'affrontare l'"emergenza rifiuti" in Campania. Un'emergenza, dopo i risultati immediati di Napoli "ripulita", che si avvia verso la sua definitiva soluzione. Ma e' proprio cosi'? Analizziamo le principali misure adottate. * Uno. Berlusconi ha nominato il capo della Protezione civile, Bertolaso, sottosegretario all'emergenza rifiuti in Campania. Bertolaso era gia' stato commissario straordinario nello stesso ruolo e si era dimesso con un atto da molti assimilato a una fuga. Una fuga dovuta alla mancata realizzazione del piano di nuove discariche in cui smaltire i rifiuti che si andavano accumulando per strada. Pochi giorni dopo la sua "rinomina" la magistratura campana ha azzerato i vertici della Protezione civile proprio per reati attribuiti al modo assai "disinvolto" in cui aveva gestito i rifiuti campani. Ora, o la magistratura campana fa parte di un complotto teso a perpetuare il disastro, come sostiene Berlusconi, che per questo l'ha esautorata, oppure la nomina di Bertolaso andrebbe sottoposta a beneficio di inventario. * Due. Berlusconi avrebbe liberato in meno di tre mesi le strade della Campania dai rifiuti. La rimozione dei rifiuti era stata realizzata in gran parte dall'esercito durante la gestione del predecessore di Bertolaso. Con i rifiuti raccolti per strada - circa 300.000 tonnellate - Di Gennaro aveva riempito la discarica di Serre, spedito diverse decine di migliaia di tonnellate in Germania e aperto una serie di "depositi temporanei": cioe' accumulato dentro capannoni industriali tonnellate e tonnellate di rifiuto tal quale, rimasto li' a putrefare per mesi, evitando tra l'altro - non si sa perche' - di usare una discarica perfettamente attrezzata, in localita' Parco Saurino (Ce), misteriosamente rimasta inutilizzata sia sotto Di Gennaro che sotto Bertolaso. Da allora quei "depositi temporanei" non sono stati piu' svuotati. I rifiuti che Bertolaso ha rimosso dalle strade, quindi, sono solo 15.000 tonnellate residue, che ha potuto smaltire nelle "nuove" discariche di S. Arcangelo e Savignano predisposte anch'esse da Di Gennaro. Discariche aperte in violazione di impegni sottoscritti dai precedenti commissari, solo grazie all'intervento dell'esercito, autorizzato a difenderle dalle comunita' locali come "siti di interesse strategico nazionale". Un precedente le cui conseguenze sono state sottovalutate: tornera' molto utile al governo per impedire a chiunque di ficcare il naso nella conduzione degli impianti nucleari che ha in programma. * Tre. Berlusconi ha varato un piano di nuove discariche. Le undici discariche in programma sono quanto basta per sotterrare i rifiuti urbani di tutta la Campania per anni, anche se non venisse fatto nemmeno un grammo di raccolta differenziata. Perche' questa dilatazione, nel tempo e nelle dimensioni, del sistema piu' vecchio, inquinante, insalubre e distruttivo di "smaltire" i rifiuti? Per evitare, in attesa degli inceneritori - che, come mostra il caso di Acerra, tarderanno parecchio a arrivare - il trattamento intermedio: quello che nel rifiuto indifferenziato separa il secco dall'umido, la frazione organica da quella combustibile e dal sottovaglio. In questo modo si garantisce al futuro incenerimento l'intera produzione di rifiuti: esattamente quello che voleva e ha fatto la Fibe in sei anni di gestione sciagurata dei rifiuti campani, realizzando discariche non autorizzate sotto forma di depositi temporanei di "ecoballe". * Quattro. Berlusconi ha imposto la realizzazione di quattro inceneritori. Perche' quattro, con una capacita' equivalente all'intera produzione di rifiuti urbani della regione senza raccolta differenziata (Rd)? Per smaltire rifiuto tal quale, ben sapendo che in queste condizioni l'obiettivo del 50% di Rd non avra' alcuna possibilita' di essere perseguito, come otto anni di attesa dell'inceneritore di Acerra hanno ampiamente dimostrato. Ma che convenienza c'e' mai in tutto cio'? Nessuna, se ci si attiene ai costi industriali delle diverse operazioni: raccolta differenziata, riciclaggio, compostaggio, trattamento intermedio del residuo, incenerimento, discarica. Ma miliardi (di euro!), invece, se bruciando rifiuti si incassano gli incentivi CIP6, che erano stati aboliti in ottemperanza alla normativa europea, e che Prodi ha reintrodotto per il solo inceneritore di Acerra e il Pd ha voluto estendere a tutti i futuri inceneritori campani. Miliardi che gli utenti saranno tenuti a pagare con la bolletta elettrica. * Cinque. Berlusconi sostiene che i 4 inceneritori servono per bruciare il "pregresso": gli 8 milioni di tonnellate di "ecoballe" che Fibe e Commissari straordinari hanno accumulato in attesa di incassare gli incentivi CIP6 non potranno mai venir smaltite in un normale inceneritore, ma quelle ecoballe non si sa che cosa contengano e i pochi saggi effettuati hanno provato che non possono finire ne' in un inceneritore ne' in una discarica normale, dato che approfittando delle "distrazioni" delle autorita', la camorra e' riuscita a infilarci dentro di tutto. Ci vogliono degli impianti ad hoc, che non hanno niente a che fare con il trattamento dei rifiuti urbani. Ma e' certo che anche prima che si cominci a bruciare le ecoballe nei nuovi inceneritori e a gratificarne lo "smaltimento" con gli incentivi CIP6, entrambe le decisioni verranno impugnate dalla Commissione europea, aprendo le porte a una nuova procedura di infrazione contro l'Italia. * Sei. Berlusconi, per prevenire questi divieti, ha autorizzato le discariche, gli inceneritori e persino i depuratori della Campania a ricevere rifiuti e reflui tossici, contrassegnati con codici Cer (codice europeo dei rifiuti) che ne vietano il trattamento in impianti ordinari. E questo, nonostante che la Campania, oltre a una straordinaria dotazione di impianti di trattamento intermedio dei rifiuti urbani (i cosiddetti Cdr di cui il piano di Berlusconi prevede lo smantellamento), abbia anche una dotazione straordinaria di impianti di depurazione ove trattare il percolato delle discariche: tutti fuori uso per una gestione scellerata, ma facilmente riattivabili per chi avesse una cultura della manutenzione. E' ovvio che anche questa decisione verra' impugnata dalla Commissione europea, con il rischio di nuove penali, ma anche di rimandare sine die la soluzione dell'emergenza. La quale non puo' trovare soluzione che in una gestione ordinaria, fondata sulla Rd spinta - prevista, e' vero, dal piano Berlusconi, ma senza alcuna misura concreta per attivarla - e nel trattamento mirato delle diverse frazioni raccolte, compresa quella del rifiuto indifferenziato. * Riassumendo: la "pulizia" di Napoli - o, meglio, del suo centro - e la violazione dei patti per aprire le due nuove discariche in cui stipare la nuova produzione di rifiuti erano gia' state realizzate quasi completamente sotto Di Gennaro. Berlusconi si e' preso la gloria di un lavoro altrui. La "strategia" per risolvere definitivamente il problema, cioe' la costruzione di quattro inceneritori, e' ancora tutta da realizzare; e non sara' facile: per adesso funzionano a pieno ritmo le discariche, mentre vengono lasciati inutilizzati gli impianti di Cdr che potrebbero risolvere in modo pulito ed economico il problema nel giro di pochi mesi. Per far funzionare i futuri inceneritori, Berlusconi, con l'aiuto del Pd, ha reintrodotto gli incentivi CIP6 a spese di tutti gli utenti elettrici del paese e ha autorizzato il trattamento di rifiuti e reflui tossici sia nelle discariche e negli inceneritori che nei depuratori. Quanto alla raccolta differenziata, puo' attendere: se non si fara', si sotterrera' o si brucera' tutto. Se si fara', la Campania, per tenere accesi i suoi inceneritori, potra' continuare a ricevere rifiuti da altre regioni, come ha sempre fatto. In compenso e' stato smantellato il controllo di legalita' sulla gestione dei rifiuti (abolendo il principio del giudice naturale) ed e' stato messo l'esercito a presidiare i "siti di interesse nazionale": due precedenti che renderanno la difesa dell'ambiente ardua per tutti, in tutta l'Italia, per tutti gli anni a venire. 4. INCONTRI. A SREBRENICA DAL 24 al 29 AGOSTO [Da Edi Rabini (per contatti: edorabin@fastwebnet.it) riceviamo e diffondiamo il seguente comunicati della Fondazioen Alexander Langer. Edi Rabini, che e' stato grande amico e stretto collaboratore di Alex Langer, e' impegnato nella Fondazione Alexander Langer (per contatti: e-mail: info@alexanderlanger.org, sito: www.alexanderlanger.org), di cui e' infaticabile e generosissimo animatore. Alexander Langer e' nato a Sterzing (Vipiteno, Bolzano) nel 1946, e si e' tolto la vita nella campagna fiorentina nel 1995. Promotore di infinite iniziative per la pace, la convivenza, i diritti, l'ambiente. Per una sommaria descrizione della vita cosi' intensa e delle scelte cosi generose di Langer rimandiamo ad una sua presentazione autobiografica che e' stata pubblicata col titolo Minima personalia sulla rivista "Belfagor" nel 1986 (poi ripresa in La scelta della convivenza). Opere di Alexander Langer: Vie di pace. Rapporto dall'Europa, Arcobaleno, Bolzano 1992 esaurito). Dopo la sua scomparsa sono state pubblicate alcune belle raccolte di interventi: La scelta della convivenza, Edizioni e/o, Roma 1995; Il viaggiatore leggero. Scritti 1961-1995, Sellerio, Palermo 1996; Scritti sul Sudtirolo, Alpha&Beta, Bolzano 1996; Die Mehrheit der Minderheiten, Wagenbach, Berlin 1996; Piu' lenti, piu' dolci, piu' profondi, suppl. a "Notizie Verdi", Roma 1998; The Importance of Mediators, Bridge Builders, Wall Vaulters and Frontier Crossers, Fondazione Alexander Langer Stiftung - Una Citta', Bolzano-Forli' 2005; Fare la pace. Scritti su "Azione nonviolenta" 1984-1995, Cierre - Movimento Nonviolento, Verona, 2005; Lettere dall'Italia, Editoriale Diario, Milano 2005; Alexander Langer, Was gut war Ein Alexander-Langer-ABC; inoltre la Fondazione Langer ha terminato la catalogazione di una prima raccolta degli scritti e degli interventi (Langer non fu scrittore da tavolino, ma generoso suscitatore di iniziative e quindi la grandissima parte dei suoi interventi e' assai variamente dispersa), i materiali raccolti e ordinati sono consultabili su appuntamento presso la Fondazione. Opere su Alexander Langer: Roberto Dall'Olio, Entro il limite. La resistenza mite di Alex Langer, La Meridiana, Molfetta 2000; AA. VV. Una vita piu' semplice, Biografia e parole di Alexander Langer, Terre di mezzo - Altreconomia, Milano 2005; Fabio Levi, In viaggio con Alex, la vita e gli incontri di Alexander Langer (1946-1996), Feltrinelli, Milano 2007. Si vedano inoltre almeno i fascicoli monografici di "Azione nonviolenta" di luglio-agosto 1996, e di giugno 2005; l'opuscolo di presentazione della Fondazione Alexander Langer Stiftung, 2000, 2004; il volume monografico di "Testimonianze" n. 442 dedicato al decennale della morte di Alex. Inoltre la Casa per la nonviolenza di Verona ha pubblicato un cd-rom su Alex Langer (esaurito). Videografia su Alexander Langer: Alexander Langer: 1947-1995: "Macht weiter was gut war", Rai Sender Bozen, 1997; Alexander Langer. Impronte di un viaggiatore, Rai Regionale Bolzano, 2000; Dietmar Hoess, Uno di noi, Blue Star Film, 2007. Un indirizzo utile: Fondazione Alexander Langer Stiftung, via Latemar 3, 9100 Bolzano-Bozen, tel. e fax: 0471977691; e-mail: info@alexanderlanger.org, sito: www.alexanderlanger.org] Incontro internazionale "Life and voices in Srebrenica - Vita e voci a Srebrenica". Srebrenica (Bosnia Erzegovina), 24-29 agosto 2008. Con l'arresto di Radovan Karadzic l'attenzione dell'opinione pubblica internazionale e' tornata sul passato - ancora attuale - del genocidio compiuto nel 1995 a Srebrenica. Per il secondo anno consecutivo la Fondazione Alexander Langer di Bolzano e l'Associazione Tuzlanska Amica di Tuzla organizzano a Srebrenica una settimana internazionale di dialogo intitolata "Life and voices in Srebrenica". La citta' ha bisogno di verita' e di giustizia, ma anche di far conoscere le voci disponibili al dialogo e alla ricerca di nuove ragioni di vita, andando oltre gli steccati etnici consolidati dagli accordi di pace di Dayton (1995). Dal 24 al 29 agosto prossimi Srebrenica sara' cosi' animata da un ricco programma di incontri, di visite guidate alla citta' e ai villaggi limitrofi, di workshop artistici, teatrali e musicali. La settimana si concludera' il 29 agosto con una conferenza internazionale dal titolo "Da Srebrenica a Bruxelles: l'Europa che vogliamo". Agli eventi in programma parteciperanno tra gli altri il direttore del Centro di ricerca e documentazione di Sarajevo Mirsad Tokaca, la parlamentare tedesca Marieluise Beck, il direttore della sede di Belgrado della Heinrich Boell Stiftung Dragoslav Dedovic, l'ex parlamentare austriaca e responsabili per i diritti umani nel patto di stabilita' Marijana Grandits, la presidente del Centro Documenta di Zagabria Vesna Terselic, il giornalista sloveno Franco Juri, il direttore del Center for European Integration Strategies di Vienna Vedrai Dzihic. Tra i partecipanti, provenienti anche quest'anno da Italia, Croazia, Serbia, Kosovo, Polonia e da altri paesi europei, ci saranno anche gli studenti del Master per "Operatori di pace e mediatori dei conflitti internazionali" della Formazione professionale italiana di Bolzano e dell'Universita' di Bologna. Per loro la Settimana internazionale sara' un utilissimo momento formativo di immersione diretta in uno scenario reale di post-conflitto. Tra gli appuntamenti di rilievo segnaliamo la performance di teatro-danza del noto gruppo senese Motus Danza diretto da Simona Cieri, la presenza di un gruppo di giovani clown bolzanini formati da Chiara Visca, la messa in scena de "Il tempo della festa" con Roberta Biagiarelli e la MaxMaber Orkestar di Trieste. Il Comune di Srebrenica e l'Utl dell'Ambasciata italiana a Sarajevo hanno dato il loro sostegno e un significativo contributo organizzativo, che si unisce a quello di numerose istituzioni pubbliche e associazioni di volontariato elencate nel programma. Un bus partira' da Bolzano e da Pescara il 23 agosto. E' prevista una quota di partecipazione agevolata per i giornalisti. * Per ulteriori informazioni e interviste: Rainer Girardi (Fondazione Alexander Langer): cell. 328-3210543, e-mail: raigir@yahoo.it Dal 24 agosto al 29 agosto: cellulare Bosnia-Erzegovina 00387-63-712881, Fondazione Alexander Langer: tel. 0471977691, e-mail: adoptsrebrenica@alexanderlanger.it Programma aggiornato e informazioni utili nel sito www.alexanderlanger.org * Il progetto "Adopt Srebrenica" L'iniziativa s'inquadra all'interno del progetto "Adopt Srebrenica". Nato nel 2005 in occasione del conferimento del premio internazionale "Alexander Langer" alla psichiatra bosniaca Irfanka Pasagic, direttrice di Tuzlanska Amica. Il progetto si pone come obiettivo a lungo termine la costruzione di un centro di documentazione e di dialogo interetnico a Srebrenica. Alla Settimana internazionale 2007 intitolata "Cooperation for Memory" hanno partecipato oltre 120 persone da Bosnia-Erzegovina e diversi paesi europei. Un ulteriore appuntamento di rilievo si e' svolto in maggio 2008 tra Bolzano e Trento con il convegno "13 anni dopo Dayton: quale futuro per Srebrenica e la Bosnia-Erzegovina?". La Settimana internazionale rappresenta una tappa nel percorso di avvicinamento verso questo obiettivo. Le varie fasi di realizzazione del progetto "Adopt Srebrenica" vedono, tra l'altro, la partecipazione e il sostegno del Comune di Bolzano, della Provincia Autonoma di Bolzano e della Regione Trentino Alto Adige. Ulteriori informazioni sul progetto sono nel sito www.alexanderlanger.org nella sezione Adopt Srebrenica. * Srebrenica La citta' di Srebrenica, enclave musulmana in un territorio situato nei pressi del confine con la Serbia, fu teatro nel 1995 del genocidio di circa 8.000 musulmani maschi perpetrato dall'11 al 16 luglio dalle milizie serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladic e dal leader dell'autoproclamata Republika Srpska Radovan Karadzic. Dopo l'inizio delle ostilita', Srebrenica venne dichiarata zona protetta dalle Nazioni Unite. Per questo motivo, nel corso della guerra, vi si rifugiarono migliaia di cittadini bosgnacchi (bosniaci musulmani) in fuga dai combattimenti e dalla pulizia etnica. Rapidamente la popolazione della citta' crebbe da 36.000 a quasi 60.000 abitanti. Nonostante la presenza di un contingente Onu olandese, donne e bambini vennero espulsi e gli uomini uccisi. Oggi risiedono a Srebrenica non piu' di 10.000 persone, delle quali circa 2.500 bosgnacchi. 5. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI VITERBO Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la riduzione del trasporto aereo: e-mail: info@coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta@libero.it Per ricevere questo notiziario: nbawac@tin.it =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it Numero 122 del 20 agosto 2008 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request@peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request@peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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