Incidenti prevedibili

di Nicoletta Forcheri

QUASI Distrutta la banca della biodiversità di Bari. 40% DEGLI Ottantamila semi, patrimonio della biodiversità mondiale, morti.


E’ passata completamente inosservata la notizia, tranne sulla Stampa del 16 gennaio scorso (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/ambiente/grubrica.asp?ID_blog=51&ID_articolo=546&ID_sezione=76&sezione=Ambiente) del nuovo episodio giudiziario della vicenda relativa al danno della banca dei semi dell’Istituto di genetica vegetale di Bari (IGV). I primi risultati della perizia ordinata dal sostituto procuratore Marco Dinapoli riferiscono di un danno enorme arrecato al patrimonio dell’umanità e dello Stato italiano, la banca dei semi curata dal Dott. Perrino dal 1983, che racchiudeva l’80% delle risorse genetiche vegetali italiane, la terza per importanza al mondo. Culla della biodiversità mondiale, il tesoro sarebbe stato distrutto in seguito alla mancata riparazione dei frigoriferi nel 2003 (il 40% degli 84000 semi distrutto). Unicamente con grossi sforzi di rigenerazione come la semina in campo aperto e un rifinanziamento di 130000 euro, per troppo a lungo atteso, si potrà ricuperare gran parte dei semi. E’ quanto riferisce il procuratore nella sua missiva ai ministri dell’Ambiente, dell’Agricoltura, dell’Università, ai presidenti del CNR e alla Regione Puglia sui risultati parziali della perizia ordinata dalla procura di Bari.
Era a suo tempo ugualmente passata inosservata la notizia del rinvio a giudizio del Dott. Luigi Monti, per i reati di abusi in atti di ufficio, di cui un fascicolo archiviato a seguito di "avocazione" anomala, nel 2006, e l’altro in via di esserlo, in seguito alla stessa. Il fascicolo più importante, di danneggiamento grave al patrimonio, non è stato avocato ed è contro "ignoti".
Basta tuttavia una semplice occhiata al curriculum del direttore ufficialmente in carica dal 2002, Lugi Monti, per immaginare come il mantenimento di temperature troppo elevate per un anno di seguito non sia un fatto casuale. Primo perché un esperto, dirigente del Cnr, non solo non deve permettersi ma normalmente non incorre in errori così grossolani. Secondo perché dal curriculum si evince chiaramente il "conflitto d’interessi". Un interesse più votato al "miglioramento" genetico che non alla conservazione dei vecchi semi e della biodiversità.
Come mai un esperto in biotecnologie come Luigi Monti si è trovato a potere non solo accedere ma anche determinare l’incuria della banca frigorifera dell’Istituto di Germoplasma di Bari, dalla sua carica di direttore della banca del germoplasma, ricoperta dal 1 novembre 2002? Semplicemente perché nel 2002 - se ne sono fatte di cose strane subito dopo l’11/9! - l’Istituto viene accorpato ad altri quattro istituti del CNR diventando "Istituto di Genetica Vegetale". Esso nasce dalla fusione dell’Istituto del Germoplasma di Bari, che contiene la banca di preservazione della biodiversità, con l’Istituto per il Miglioramento Genetico delle Piante Forestali di Firenze, l’omonimo delle Piante da Orto e da Fiore di Portici, l’omonimo delle piante Foreggere di Perugia e l’Istituto di ricerca per la Genetica degli Agrumi di Palermo, che sono tutt’altra cosa!!!
Si noti quanto è subdolo lo slittamento, da germoplasma a "miglioramento genetico" e poi guarda caso gran parte del germoplasma "distrutto".
Imputare tutta la vicenda a una rivalità professionale è di una ingenuità disarmante. Le multinazionali degli OGM, spesso dietro a questi professoroni, hanno interesse a distruggere la biodiversità e stanno facendo di tutto per imporci i loro veleni geneticamente modificati, a costo di distruggere irrimediabilmente la terra. La rivalità professionale mi sembra pertanto un diversivo. E’ risaputo inoltre negli ambienti scientifici che chi si occupa di ingegneria genetica, non s’interessa per indole a conservazione e archiviazione dei semi.
E ad ogni modo anche se Luigi Monti fosse stato guidato da sentimenti di rivalità, o viceversa il responsabile della banca genetica dal 1983, Dott. Perrino, che egli ha continuamente tentato di esautorare dalle sue funzioni, nulla toglie che esso sia colpevole di non intervento a patrimonio in pericolo. Si spera solo che contrariamente a chi appicca il fuoco, chi si macchia di tali reati, subisca pene severe. Tutto sta ad indicare di no. Sarebbe sorprendente il contrario, in un paese dove si rischia la cartella esattoriale per una multa non pagata, mentre i grossi criminali vengono continuamente premiati, vuoi dai partiti , vuoi dalla finanza internazionale.
Che la vicenda serva da avvertimento per come intendono avanzare le agende di imposizione degli OGM: con subdoli slittamenti "semantici" come quello consentito dalla soglia di tolleranza "accidentale" di presenza dello 0.1% (1 grammo per chilogrammo!) di OGM nel cibo biologico, a partire dal 1 gennaio 2008, e dello 0,9% in Europa. Perché di sicuro la presenza "accidentale" spalanca le porte "all’incidente" della presenza in natura. E allora sarà troppo tardi. Il geneticamente modificato è geneticamente resistente e si diffonde nella natura con il vento e gli insetti, schiacciando la biodiversità. Ed è quello che le multinazionali aspettano: l’incidente – programmato -, dal quale ritireranno la manina e daranno in pasto ai giornali un diversivo. Ad esempio la rivalità professionale tra due professori. O l’incuria, la corruzione, la mafia "nostrane".
Elefanti dalla visione lunghissima, saranno sempre in tempo un giorno per ripropinarci alcuni vecchi semi che nascevano spontaneamente in natura- nel frattempo conservati nell’arca di Noé di Rockfeller (cfr.http://www.effedieffe.com/rx.php?id=2470%20&chiave=l\’arca%20di%20noé ) – però a quel punto con tanto di brevetto e .... sterili.


Nicoletta Forcheri



Luigi Monti
Curriculum vitae


Luigi Monti ,nato a Napoli nel 1936, si é laureato con lode in Scienze Agrarie all’Università di Napoli nel 1959. Ha vinto il Concorso per la libera docenza in Genetica Vegetale e dal 1976 è Professore Ordinario presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Napoli in Portici ove insegna Genetica Agraria.
Coordina il corso di laurea in Biotecnologie, indirizzo agrario-vegetale e dirige la Scuola di Specializzazione in Biotecnologie Vegetali.
E’ Direttore dell’lstituto del CNR sul Miglioramento Genetico delle piante da orto e da fiore con sede in Portici.E’ membro dei Boards dell’lPGRI (Intel-natiollal Plant Genetic Resources Institute ill Rome) e dell’lCARDA (International Center of Arid Dry Areas in Aleppo, Syria) e di cinque Istituti di ricerca nazionali (Istituto sui Meccanismi di Biosintesi delle Piante del CNR a Milano, Istituto del Germoplasma a Bari, Centro per il controllo Biologico del CNR a Portici, I’lstituto Sperimentale per il Tabacco a Scalati e quello sulle Piante da Orto a Pontecagnano).
E’ membro di numerosi comitati internazionali e nazionali che si occupano di biotecnologie vegetali e di risorse genetiche.
Il Prof. Monti dal 1961 al 1975 ha svolto attività di ricerca in mutagenesi genetica e di miglioramento genetico delle piante dell’ENEA (Roma). E’ stato direttore di un programma nazionale in tecniche agricole e di un programma speciale su genetica e miglioramento genetico per resistenza agli stress biotici ed abiotici del Ministero dell ’ Agricoltura.
E’ stato presidente della SIGA (Società Italiana di Genetica Agraria) dal 1989 al 1991 ed ha partecipato alla valutazione dell’attività scientifica dell ’ ICARDA svolta nel 1980.Il Prof. Monti è autore o co-autore di più di 140 lavori su argomenti di biotecnologia, citogenetica, mutagenesi e miglioramento genetico principalmente di leguminose da granella di patata e di piante da orto.



Sabato, 09 febbraio 2008