Appello
Una scienza responsabile per un cibo sostenibile

Per aderire all’appello, vedere la nota in fondo (*)


Tra il 15 settembre e il 15 novembre 2007 si verifica qualcosa di nuovo. Un dibattito nazionale, promosso dalla Coalizione ITALIAEUROPA - LIBERI DA OGM, rimette al centro delle decisioni importanti i cittadini. Tutti gli attori del sistema agroalimentare italiano, vale a dire le organizzazioni dell’agricoltura, dell’artigianato, della piccola e media impresa, della grande distribuzione, del consumerismo, dell’ambientalismo e della cooperazione internazionale, si ritrovano intorno a un interesse comune. E insieme tornano a dialogare con i cittadini di “qualità e sostenibilità degli alimenti”.

Il dibattitto non può prescindere dall’appoggio di tutti gli scienziati e gli studiosi che comprendono il valore della sostenibilità dell’innovazione scientifica e tecnologica. In ambito agricolo, la questione riveste un significato cruciale. L’agricoltura europea deve affrontare criticità sempre più pressanti, che richiedono scelte appropriate sia sul piano politico ed economico, sia sul piano scientifico e tecnologico. Per fare qualche esempio, si pensi alla sfida lanciata all’agricoltura europea dai cambiamenti climatici e dalle urgenti misure fissate dal Protocollo di Kyoto. Ma si pensi anche alla necessità di ridurre i fertilizzanti di sintesi e i liquami zootecnici per rispettare la Direttiva nitrati dell’Unione Europea (91/676/CEE). Si tratta di sfide che si giocano interamente sulla capacità di scegliere innovazioni sostenibili e conformi alla normativa ambientale.

Lo sviluppo del sistema agroalimentare, nel nostro Paese, deve tenere conto di alcuni fatti essenziali. Nella stragrande maggioranza dei casi le dimensioni dell’impresa agricola italiana sono contenute, per la morfologia del territorio e per la storia socioeconomica nazionali. L’Italia quindi non ha alcuna possibilità di competere sulla quantità della produzione, con bassi margini di guadagno, ma può e deve competere sulla qualità, con alti margini di guadagno in particolare nell’esportazione. Tale affermazione è avvalorata dalla crescente domanda di alimenti tipici e genuini espressa dai cittadini italiani ed europei.

Con queste premesse, i costi economici, ambientali e sociali di un’agricoltura sempre più dipendente dal petrolio, dalla chimica industriale e dai brevetti sarebbero enormi e privi di senso.

Anche le colture geneticamente modificate sono antieconomiche. Com’è documentato dagli studi più avanzati di economia delle produzioni agricole, l’agricoltura transgenica non conviene, e la ragione è molto semplice: il rapporto costi/ricavi dell’agricoltura transgenica è sostanzialmente il medesimo dell’agricoltura tradizionale, ma il suo mercato è ristretto per la scarsa accettazione mostrata dai consumatori. D’altra parte, al di là dell’analisi economica, le valutazioni sulle scelte agricole devono tenere in considerazione l’obbligo di rispettare il Principio di Precauzione – previsto dal Diritto internazionale e dal Trattato dell’Unione Europea – per evitare i rischi potenziali degli organismi geneticamente modificati. Da questo punto di vista, il presente appello fa propri i principi presentati dalla Società Italiana di Ecologia nel documento Scienza e Ambiente 2002 (scaricabile www.dsa.unipr.it/site).

Il sistema agroalimentare europeo custodisce nella tipicità delle sue tradizioni e delle sue risorse buona parte del potenziale innovativo necessario alla sua ripresa. La convenienza di far leva su quel potenziale per consolidare processi produttivi e filiere sostenibili è sotto gli occhi di tutti. Nel breve termine, quindi, occorre mettere a frutto tutte le competenze e le innovazioni utili a conservare e valorizzare la diversità dei prodotti locali nel rispetto del territorio. Per esempio, si possono usare tecniche innovative di miglioramento genetico, che non fanno ricorso all’ingegneria genetica, perché le varietà agricole esprimano caratteristiche desiderabili per l’ambiente. Anche gli investimenti in ricerca scientifica e tecnologica avanzata non possono attendere, dal momento che i danni provocati dai cambiamenti climatici presto richiederanno di studiare e adottare misure di risparmio idrico, chimico ed energetico lungo tutto il ciclo di produzione.

In Italia e in Europa molte delle risorse e delle competenze necessarie a raggiungere queste finalità esistono già, ma è giunto il momento di trasformarle in programmazione e operatività di sistema. L’obiettivo è ricostruire un patto sociale forte intorno alla sicurezza e alla salubrità degli alimenti, definendo un modello di sviluppo ben ancorato alla realtà a vantaggio della collettività di oggi e di domani. Un modello che, se trasferito nel contesto dell’Unione Europea, può innescare un vero salto di qualità delle politiche comunitarie a cui i cittadini guardano con maggior interesse.

L’Italia e l’Europa sono oggi chiamate a scegliere tra i grandi profitti di poche imprese multinazionali e gli interessi di un’intera cittadinanza. La comunità scientifica, a prescindere dalle distinzioni culturali e disciplinari, ha una grande responsabilità in questa scelta. Firmare l’appello Una scienza responsabile per un cibo sostenibile è anzitutto un atto di civiltà della scienza: un atto semplice, che restituisce agli scienziati il loro ruolo insostituibile nell’emancipazione della società.(*)

(*) Per aderire è sufficiente inviare una mail ai seguenti indirizzi:

modonesi@fondazionedirittigenetici.org

c.scaffidi@slowfood.it

digitando “adesione appello” nel subject e indicando i seguenti dati nel messaggio:

– nome e cognome

– qualifica

– ente di affiliazione

– città

– e-mail

I dati personali saranno utilizzati esclusivamente per l’adesione all’appello e trattati conformemente alla normativa sulla riservatezza.

PRIME ADESIONI ALL’APPELLO

in ordine alfabetico per cognome

- Milena Bandiera

Docente di Genetica dei microrganismi

Università degli Studi di Roma Tre

Roma

- Paolo Barberi

Docente di Agronomia

Land Lab

Scuola Superiore Sant’Anna

Pisa

- Grazia Basile

Docente di Linguistica generale

Università degli Studi di Salerno

Salerno

- Franco Berrino

Direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva

Fondazione IRCS ’Istituto Nazionale dei Tumori’

Milano

- Piero Bevilacqua

Docente di Storia contemporanea

Università degli Studi La Sapienza di Roma

Roma

- Gianluca Bocchi

Docente di Filosofia della Scienza

Università degli Studi di Bergamo

Bergamo

- Ferdinando Branca

Ricercatore

Dipartimento di OrtoFloroArboricoltura e Tecnologie Agroalimentari (DOFATA)

Università degli Studi di Catania

Catania

- Marcello Buiatti

Docente di Genetica

Dipartimento di Biologia e Genetica

Università degli Studi di Firenze

Firenze

- Marcello Cini

Professore Emerito della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali

Università degli Studi La Sapienza

Roma

- Dario Compagnone

Docente di Chimica analitica

Università degli Studi di Teramo

Teramo

- Paolo Crosignani

Epidemiologo

Direttore dell’Unità di Epidemiologia Ambientale e Registro Tumori

Istituto Nazionale Tumori

Milano

- Bruno D’Udine

Visiting Professor

Department of Animal Behaviour

University of Cambridge, UK

- Elena Gagliasso Luoni

Docente di Filosofia della scienza

Dipartimento di Filosofia

Università degli Studi La Sapienza

Roma

- Giusto Giovannetti

Direttore scientifico del Centro Culture Sperimentali (CCS)

AOSTA

- Alessandro Giuliani

Ricercatore

Dipartimento Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria

Istituto Superiore di Sanità

Roma

- Andrea Giuliani

APAT - Servizio Educazione e Formazione Ambientale

ROMA

- Francesca Gobbo

Docente di Pedagogia

Università degli Studi di Torino

Torino

- Jacopo Goracci

Dottore di Ricerca

Dipartimento di Produzioni Animali

Università degli Studi di Pisa

Pisa

- Claudio Malagoli

Docente di Economia agraria

Dipartimento di Scienze e Tecnologia Agrarie

Università degli Studi di Bologna

- Marco Mamone Capria

Ricercatore

Dipartimento di Matematica

Università di Perugia

Perugia

- Gianfranco Mancini

Direttore di Italcook

Ancona

- Ezio Manzini

Docente di Requisiti ambientali dei prodotti industriali, Politecnico di Milano

Milano

- Stefano Masini

Ricercatore

Dipartimento di Diritto e Procedura civile

Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Roma

- Diego Naziri

Ricercatore

Istituto Agronomico per l’Oltremare (IAO)

Firenze

- Vittorio Parisi

Docente di Zoologia

Museo di Storia Naturale

Dipartimento di Biologia Evolutiva e Funzionale

Università degli Studi di Parma

- Sergio Scaccianoce

Ricercatore

Dipartimento di Farmacologia

Università degli Studi La Sapienza

Roma

- Emanuele Severino

Accademico dei Lincei

Professore Emerito della Facoltà di Lettere e Filosofia

Università degli Studi Ca’ Foscari

Venezia

- Giordano Sivini

Docente di Sociologia politica

Facoltà di economia

Università degli Studi della Calabria

Cosenza

- Bartolomeo Sorge

Direttore dell’Istituto di Formazione Politica “Pedro Arrupe”

Palermo

- Gianni Tamino

Docente di Biologia

Dipartimento di Biologia

Università degli Studi di Padova

Padova

- Mariacristina Valerio

Contrattista

Dipartimento di Chimica

Università degli Studi "La Sapienza"

Roma

- Simone Vieri

Docente di Economia agraria

Università degli Studi La Sapienza

Roma


Coalizione ITALIAEUROPA - LIBERI DA OGM

ACLI

Adusbef

AIAB

ALPA

Assobio

Centro Internazionale Crocevia

Cna Alimentare

Codacons

Coldiretti

Confartigianato

Confcommercio

Confederazione Italiana Agricoltori

Confesercenti

Coop-Italia

Copagri

Federconsumatori

FOCSIV

Fondazione Diritti Genetici

Greenpeace

Legambiente

Ordine Nazionale dei Biologi

Slow Food Italia

Vas

WWF ITALIA



Mercoledě, 11 luglio 2007