Spazzatura
L’oro di Napoli - dossier sui rifiuti in Campania a cura di peace reporter

Italia - 09.1.2008
L’oro di Napoli
I piani del governo, mobilitato l’esercito, gli interessi della camorra
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Arrivano i nostri.
Chissà se i cittadini del napoletano, i campani in generale, saranno contenti dei provvedimenti presi dal Consiglio dei ministri per fronteggiare la più classica ( da quindici anni a questa parte) delle emergenze sotto il Vesuvio: i rifiuti. Nella protesta, legittima di fronte a quelle montagne di spazzatura, gioca e muove le sue pedine ’O Sistema, la camorra. Che sui rifiuti ha costruito un’enorme ricchezza. Un volume di affari pari a 2.6 miliardi di euro all’anno. Gli agitatori della piazza, dai problemi sull’occupazione ai rifiuti, a Napoli hanno il volto dei soldati del Sistema. Facce che si mischiano a quelle di chi reclama un diritto, quello di poter vivere senza l’assedio dei rifiuti.
La camorra e i suoi guadagni da una parte, e dall’altra anni e anni, decenni, di mancato intervento politico e molto più di un sospetto – lo dicono le carte processuali – di connivenze politiche locali e centrali. Una crisi che vive di emergenze e di provvedimenti tampone. Le misure presentate ieri dal Consiglio dei ministri cercano di rispondere al contingente e di gettare fondamenta per il futuro. Ma solo il tempo potrà dire se le intenzioni saranno seguite dai fatti.
I provvedimenti.
Prima di tutto bisogna smaltire. E il Governo ha predisposto un piano per sbarazzarsi di rifiuti normali e speciali in una serie di siti già operativi per legge con una lista di riserva, se vi fosse bisogno. Poi l’annuncio della costruzione di tre termovalorizzatori (Acerra, Santa Maria la fossa e Salerno), e di un numero sufficiente di discariche per raggiungere l’autosufficienza regionale a medio termine. Proprio i termovalorizzatori sono stati uno degli ingranaggi mancanti nel ciclo dello smaltimento che ha causato il rincorrersi delle emergenze in questi anni. Oltre all’inesistente azione di riciclo e raccolta differenziata, senza le quali si va a bruciare anche quello che non si dovrebbe. In tre ore di riunione, il governo ha anche studiato l’eliminazione dei consorzi fra singoli comuni a favore del coordinamento provinciale e ha nominato il discusso ex capo della polizia Gianni De Gennaro come super commissario per un termine di 120 giorni.
L’esercito.
Fra gli annunci di palazzo Chigi, anche quello dell’utilizzo dell’esercito. Le parole sono misurate, nel comunicato, quando si legge che il governo ha deciso di “avvalersi del concorso qualificato delle forze armate, per le situazioni straordinarie di necessità e urgenza". Tradotto, dovrebbe voler dire nello spostamento dei rifiuti o nella raccolta dei cumuli che si sono formati. La medicina studiata dall’Esecutivo Prodi veniva annunciata mentre a Pianura la polizia forzava ancora una volta i blocchi e le agenzie di stampa straboccavano di dichiarazioni e attacchi politici delle opposizioni.
I dubbi.
Ma al di là del ping-pong della politica nostrana c’è un dato di fatto, una certezza: è lo stato di voluto abbandono in cui è stata lasciata la Campania per troppi anni, con una serie di commissariamenti di nomina politica che hanno prestato più di una volta il fianco a sospetti di commistioni mafiose. Commissioni di indagine parlamentari, commissioni antimafia, commissari, prefetti e autorità locali, oltre ai vari ministri ambientali: gli attori del film che si ripete in una monotonia drammatica sono ormai innumerevoli. L’unica presenza stabile è quella dei sacchetti, magari incendiati o abbandonati sui terreni, diossine e inquinamento dei terreni e delle falde. E una massa incredibile di liquidità che gira fra i clan radicati sul territorio e i propri emissari nel mondo della finanza, veri e propri broker, capaci di far sparire quintali di spazzatura dalla notte al mattino. Domanda e offerta, la legge di un mercato, criminale, e di una prospera economia parallela. Mafiosa.
Angelo Miotto
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da Peace Reporter - http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=&idart=9728
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Italia - 09.1.2008
Il business del rifiuto
Intervista a Matteo Scanni, autore del libro-documentario O Sistema
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“Si risponde poco alla domanda sul perché succeda tutto questo. Il fenomeno delle proteste torna almeno due volte all’anno in Campania. Ci sono sei discariche, di cui leggiamo e si discute, ma nessuno racconta che ci sono numerosi anelli intermedi che sono completamente nelle mani della camorra. L’organizzazione ha tutto l’interesse a bloccare lo stoccaggio dei rifiuti, per determinare il prezzo dello smaltimento: come in borsa, per arricchirsi. La camorra gestisce tutto questo come un bene speculativo finanziario, pochi rischi e molti guadagni. E controlla in maniera monolitica questo settore.
Chi controlla questo mercato?
“Si fanno pochi nomi e cognomi, ma ci sono delle responsabilità precise. Il settore dei rifiuti è in mano quasi al 100 percento al clan dei Casalesi. I nomi sono quelli che ricorrono nei verbali delle indagini: Francesco Schiavone e Francesco Bidognetti, i due vecchi boss che controllano il mercato anche dal carcere, in regime di 41-bis. E poi Antonio Iovine, Michele e Pasquale Zagaria, la vera mente finanziaria del gruppo. Stiamo parlando di un settore da 2.6 miliardi di euro all’anno. Il rapporto ecomafie di Legambiente diceva che i rifiuti nel napoletano messi uno sopra l’altro formano una montagna alta 15mila metri con una base di tre ettari. Solo in provincia di Caserta, quando me ne sono occupato io, c’erano 900 discariche illegali e numerosi siti per smaltire rifiuti tossici. C’è un magistrato particolarmente attivo, Donato Ceglie della Procura di Santa Maria Capua Vetere, che ha calcolato che negli ultimi anni sono stati smaltiti 3 milioni di tonnellate di rifiuti in Campania e che 15 delle 18 ditte autorizzate non hanno mai avuto la certificazione antimafia. La commistione fra politica, criminalità organizzata e interessi è evidente”.
Le proteste di piazza: genuine o strumentalizzate?
“La gente di Pianura, di Afragola, delle periferie napoletane ha avuto sicuramente una reazione genuina. Le immagini che stiamo vedendo sono il prodotto di un’esasperazione teleguidata da clan camorristici, in particolare dai Casalesi, che ogni anno governa una 90 di tonnellate di rifiuti illegali”.
Come funziona il mercato del rifiuto?
“Un quintale di rifiuti può costare 80, 90 centesimi di euro al chilo. Un clan può offrirlo a 10. Bloccando i carichi di rifiuti, nel ciclo della raccolta, si riesce a controllare la fluttuazione dei prezzi con grandissimi guadagni. Nonostante le forze di polizia, a Pianura, un gruppo di facinorosi è riuscito a incendiare i teli. Erano settori ben organizzati”.
Quando inizia il grande business sui rifiuti in Italia?
“È un problema noto da anni. La rete della raccolta parallela illegale dei rifiuti e dei rifiuti tossici nasce negli anni 80 quando a casa di Licio Gelli gli imprenditori del Nord si incontrano con gli emissari del clan dei Casalesi. Lì si incontra domanda e offerta e nel giro di un decennio il traffico si è ramificato. In Emilia e al nord ci sono dei broker, dei veri professionisti, circa un centinaio secondo i magistrati, capaci di organizzare lo smaltimento di enormi quantità di rifiuti con una telefonata e decine di tir che vanno a smaltire il rifiuto nel giro di una notte".
Angelo Miotto - http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=9725
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Italia - 09.1.2008
Un disastro annunciato
Intervista a Paolo Albano, procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere
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"Si tratta di un disastro annunciato. Questo è il messaggio che abbiamo sempre mandato. La nostra Procura se ne occupa da quindici anni. Per noi è stata una priorità. Cosa che in precedenza non avveniva. Anche il legislatore aveva previsto per i reati di natura ambientale solo delle contravvenzioni di scarsa importanza. Fortunatamente dagli anni 80/90 si è iniziato a capire la gravità della situazione. Questa situazione gravissima è stata annunciata da anni. Ma purtroppo non è servito a nulla ordinare sequestri, arresti, denunciare questa situazione. C’era una sorta di sordità da parte della classe politica e degli amministratori. Si pensava che si potesse andare avanti anche se faceva comodo alla criminalità organizzata”
L’esercito serve?
”Solo in questo momento per la rimozione e lo spostamento dei rifiuti. Non vedo altra funzione che questa. Affrontare l’emergenza. E spostare questa massa enorme di rifiuti”.
Sappiamo che fra chi protesta c’è il cittadino convinto e chi lo manovra per conto della camorra...
"La camorra, sicuramente, sta fomentando la protesta, si sta inserendo fra i manifestanti. Si parlava nelle scorse ore di incappucciati, elementi violenti. Soprattutto contro le forze dell’ordine. Poi c’è la massa di gente in buona fede che cerca di difendere il proprio territorio. Anche perché c’è una grande paura per il diffondersi di malattie. Da parte delle organizzazioni criminali c’è un interesse economico così forte, perché hanno il timore che un intervento centrale possa far perdere tutti quei privilegi che si sono accumulati in questi anni. La gestione commissariale è stata pessima, perché non organizzata: non è stata realizzata la raccolta differenziata, le ecoballe non erano idonee al riciclaggio, non sono stati costruiti i termovalorizzatori. Il ciclo dei rifiuti era stato studiato in maniera sbagliata, senza sbocco finale. I rifiuti finivano con l’accumularsi. È evidente che la camorra si è inserita alla grande, visto il guadagno enorme. E adesso sta cercando in tutti i modi di fomentare le masse".
Possiamo dire che la protesta viene strumentalizzata come fattore determinante dei prezzi. Emergenza vuol dire per i camorristi creare le condizioni per guadagnare di più.
"Sì. Quello che lei dice è vero: c’è una strumentalizzazione a fini speculativi".
E la politica, possibile che non sappia nulla?
"Non tocca alla magistratura esprimere un giudizio e non voglio farlo. È la realtà che sta dicendo qual è il giudizio da dare alla classe politica regionale e non solo. È la realtà dei fatti, non è un giudizio soggettivo. Sta sulle strade: quel giudizio è scritto con i cumuli di immondizia."
Angelo Miotto - http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=9726
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Italia - 09.1.2008
Esercito o no, il problema resta
Intervista al generale Ferdinando Fuschetti, corpo Forestale dello Stato Campania
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“Ci troviamo su un territorio martoriato, per cui qualsiasi elemento non finisce che creare tensione. È chiaro che in questa vicenda sono molti gli attori che si possono inserire per speculare, come le frange del tifo violento del Napoli”.
E la camorra?
“Io ho quasi paura a dirlo. Ma qualche volta viene utilizzata la scusa della camorra, che comunque ci sarà certamente, per coprire altre cose. Voler dire che tutto è riconducibile solo alla camorra mi sembra un po’ riduttivo. C’è chi ha avuto precise responsabilità politiche e amministrative...”
La politica, quindi
“E ci mancherebbe altro...”
Perché non si è fatto nulla?
“Qui si è disegnato un ciclo di smaltimento e questo aveva alcuni elementi a caposaldo, come gli impianti di Cdr (di smaltimento e riciclaggio) e di compostaggio e il terminale, ossia il termovalorizzatore. Per una serie di fatti, questo meccanismo si è fermato al penultimo scalino. Poi si è verificato un altro errore grandissimo: quando ancora il ciclo non era completo,per mancanza di infrastrutture, sono state chiuse per legge regionale le discariche. Troppo ottimismo. E poi si sono accumulate queste famose ecoballe. E non avendo un termovalorizzatore si sono accumulate e è iniziata la crisi periodica. Adesso siamo alla crisi nella crisi”.
Cosa pensa dell’invio dell’esercito?
“L’esercito può avere una funzione di aiutare nell’igiene e nello smaltimento. Ma esercito o non esercito, il problema resta.”
Angelo Miotto - http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=9727



Mercoledì, 09 gennaio 2008