I test nucleari

(Prima puntata)


Tratto dalla NEWSLETTER di www.progettohumus.it : il maggiore portale italiano su Chernobyl, nucleare e solidarietà


Tra il 1945 ed il 1993, le cinque potenze nucleari dichiarate (USA, URSS, Gran Bretagna, Francia e (Cina) fecero esplodere 2031 testate sperimentali. I test avvennero in cima a torri, su chiatte, sospesi a palloni aerostatici, sganciati da aerei, lanciati da razzi fino alla quota di 480 chilometri sulla superficie terrestre; sott’acqua a 60 metri di profondità; in pozzi e sotto terra, fino a più di 240 metri sotto il suolo e in tunnel orizzontali. Circa il 25% dei test fu realizzato nell’atmosfera. I 511 test atmosferici raggiunsero una potenza totale di 438 megatoni, pari a 29.000 bombe come quelle di Hiroshima. Più di metà del valore complessivo dei megatoni fu concentrato in un periodo di sedici mesi, da settembre 1961 al dicembre 1962.

In totale, gli americani seguirono (1954/1993) 215 test nell’atmosfera e 812 sottoterra; i russi rispettivamente 207 e 508; la Gran Bretagna 21 e 24; la Francia 45 e 147 (tra cui quelli nell’oceano); la Cina 23 e 16. Alla fine del 1958, gli esperimenti nucleari avevano prodotto sul pianeta circa 65 chili di stronzio 90, con una radioattività totale di 8,5 milioni di curie; la radioattività del cesio 137 alla stessa epoca ammontava a 15 milioni di curie. Il fall out degli esperimenti americani e britannici, di grande potenza e, tutti senza eccezione, in località nei pressi dell’equatore si sono distribuiti uniformemente sopra l’intero globo. Tra il 1952 ed il 1957, gli USA eseguirono 90 test nel poligono nucleare del deserto del Nevada. Quelle esplosioni rilasciarono una quantità di iodio 131 superiore di dieci volte a quella che si sprigionò dalla centrale di Chernobyl. Gli stessi test esposero mediamente ogni cittadino statunitense ad una radiazione pari a 2 rad; sono solo 0,24 rad annuali quelli provenienti dalla radioattività naturale. Alcuni medici hanno calcolato che circa 10.000 tumori alla tiroide saranno causati da questa pioggia contaminante invisibile.

Le esplosioni nucleari diffondono nell’aria atomi di plutonio 239 ed uranio 235, due materie che sono la cosa terrena più vicina alla dannazione eterna. Il plutonio è centomila volte più velenoso del cianuro di potassio, un solo grammo disperso nell’ambiente spegne ogni forma di vita in un’area di 500 metri quadri; un milionesimo di grammo uccide un uomo. I periodi di dimezzamento del plutonio 239 e dell’uranio 235 sono rispettivamente di 24.400 anni e 720 milioni di anni: il più breve di questi tempi supera abbondantemente tutta la durata della civiltà umana, dalle sue origini remote ad oggi. La bomba H presenta un nuovo pericolo; produce importanti quantità di carbonio 14. I neutroni liberati al momento dell’esplosione bombardano l’azoto dell’aria, esattamente come le radiazioni cosmiche, formando carbonio 14. Fra 5.600 anni, ci sarà ancora sulla terra la metà del carbonio 14 prodotto dagli attuali esperimenti.

Nel 1963, l’incalzante aumento della radioattività costrinse le potenze nucleari al trattato Limited Test Ban (LTBT) che proibiva le esplosioni sperimentali nell’atmosfera, negli oceani e nello spazio cosmico, limitandole al sottosuolo, per ridurre il danno planetario del fall out di scorie radioattive. Il trattato non serviva affatto a limitare l’uso delle armi nucleari, anzi ne incoraggiava la proliferazione con l’alibi che, sottoterra, le bombe non presentavano rischi per la popolazione.

Il LTBT fece scatenare una serie apocalittica di esplosioni sotterranee sempre più potenti e sempre più numerose. Fino al 1983, i test nucleari seguirono il ritmo forsennato di uno alla settimana. Nel solo 1968, gli USA eseguirono ben 55 esplosioni sotterranee, i russi 18.

(Fonte: Paolo Cortesi, Minerva).



Luned́, 28 giugno 2004