Quarta edizione di RIFIUTO INQUINARE

di Michele Zarrella

 
Nel libro "Il Principio Responsabilità", Hans Jonas giunge alla necessità di applicare il principio di responsabilità ad ogni azione dell'uomo il quale è tenuto a prendere in considerazione le conseguenze delle sue scelte e dei suoi comportamenti e dice:
agisci in modo che le conseguenze delle tue azioni siano compatibili con la permanenza di un’autentica vita umana sulla Terra.
 
Il convegno RIFIUTO INQUINARE nasce per riflettere sullo stato di salute del pianeta e per trasferire le più recenti acquisizioni scientifiche agli alunni affinché ognuno di noi prenda coscienza e si impegni a ridurre le emissioni di gas serra.
 
La Terra è un piccolo granello nell’universo, è la nostra unica casa e dobbiamo tenerla pulita come si fa in tutte le case. Ma da due secoli a questa parte la nostra specie, l’Homo sapiens, la sta sfruttando al di sopra delle sue possibilità e ne sta sporcando l’atmosfera che risulta la parte più vulnerabile. Vediamo come. Partiamo dai grafici paleoclimatici della temperatura, della anidride carbonica (CO2) e del livello del mare. I grafici partono da 450.000 anni fa fino al 1750 (un decennio prima della rivoluzione industriale).
Il grafico è stato ottenuto scavando per chilometri una carota di ghiaccio nell’Antartide. In questi ghiacci sono rimaste intrappolate delle bolle d’aria e, tramite gli isotopi dell’ossigeno e gli alchenoni, è possibile risalire alla temperatura e alla concentrazione di CO2 del pianeta.
Confrontando attentamente i primi due grafici, gli scienziati hanno ricavato con certezza la stretta relazione (non lineare) fra la temperatura del pianeta e la concentrazione di CO2. Da essa risulta che se aumenta la CO2 aumenta la temperatura e se diminuisce la CO2 diminuisce anche la temperatura.
Variazioni di temperatura, concentrazione di anidride carbonica e livello del mare negli ultimi 425.000 anni
(Clicca sull'immagine per ingrandirla)
Però dal 1751 ad oggi la CO2  ha superato le 300 parti per milione di volume (ppmv) ed è sempre aumentata senza tornare più indietro. La temperatura pure. Nell’ultimo secolo la temperatura è aumentata di 0,8 °C e la CO2 è arrivata a 392 ppmv nel 2010.
La CO2 è prodotta da cause naturali come vulcani, oceani, foreste, sedimenti nel suolo umido, ecc. Ma da due secoli, oltre alle cause naturali si sono aggiunte le attività umane: industria, trasporti, produzione di energia elettrica. La nostra società bruciando legna, carbone, petrolio e gas produce l’80% dell’energia necessaria all’attuale standard di vita.
Ora senza allarmismi, ma senza neppure sminuire quelli che sono i dati scientifici dobbiamo prendere coscienza della correlazione fra temperatura e CO2.
E renderci conto che continuare ad emettere CO2 a questi livelli o anche a livelli maggiori ci porterebbe a vivere dei rischi che non ha alcun senso correre.
Siamo qui per riflettere su questo problema senza assumere posizioni radicali, come quelle degli ambientalisti estremisti che vedono la ragione di tutti i mali nel modello di società consumistica e sprecona, né come quella dei fautori del consumo smisurato e senza limiti.
Il problema energetico e il suo influsso sui cambiamenti climatici è molto complesso e necessita obbligatoriamente di una soluzione complessa. Esso incide in migliaia di decisioni che vanno  dal cambiamento dei comportamenti alla progettazione dei veicoli, aerei, abitazioni, città, centrali elettriche, trasporto e uso dell’energia, reti efficienti ed intelligenti, raccolta differenziata, riuso ecc. Né possiamo trascurare la connessione tra la popolazione e i cambiamenti climatici. Oggi siamo circa 6,5 miliardi di persone. Di cui 4 miliardi vivono agiatamente. Considerando agiato chi possiede almeno un’auto. Secondo le proiezioni attuali nel 2050 saremo circa 9 miliardi e tutti vorranno vivere agiatamente. Questo significa che ci sarà molta richiesta di energia in più. Ma se sopperiremo a tale richiesta continuando a produrla con le tecnologie attuali, le emissioni di CO2 si raddoppieranno entro il 2050 e la temperatura del pianeta, come ha scritto lo scienziato James Hansen, nel libro “Tempeste”, aumenterà di 3 °C.
Questo aumento di temperatura potrebbe portare a condizioni climatiche fuori controllo? 
A questo punto dobbiamo leggere il 3° grafico quello del livello del mare. L’acqua nelle sue tre forme: solida, liquida e gassosa ha condizionato il clima e la vita sulla Terra. La proporzione fra le tre forme dell’acqua è molto importante per il clima e, secondo lo scienziato, un aumento di 3 °C ne cambierebbe profondamente le attuali proporzioni con conseguenze catastrofiche.
1. Nella forma solida (ghiaccio e ghiacciai) l’acqua contribuisce all’albedo cioè alla capacità di riflettere, e rinviare nello spazio, il 90% dei raggi solari.
2. Nella forma liquida garantisce l’acidità degli oceani, le barriere coralline e il livello del mare. La stabilità del livello del mare ha contribuito efficacemente allo sviluppo della nostra società. La comparsa della nostra specie, Homo sapiens, è datata a circa 200.000 anni fa, ma solo negli ultimi 7.000 anni, corrispondenti alla stabilità del livello del mare, si è sviluppata intensamente. 
3. Nella forma gassosa (vapor acqueo), condensando, determina le nuvole e le precipitazioni piovose e nevose. Ma il vapor acqueo non condensato è una forzante del clima molto potente e con retroazione (feedback) positiva molto veloce. Inoltre il vapore acqueo è funzione della temperatura: maggiore è la temperatura e maggiore è la quantità di vapore acqueo che l’atmosfera può contenere e maggiore è il feedback climatico. È un effetto a spirale: la classica immagine del cane che si morde la coda.
Come possiamo fermare questa spirale?
Le soluzioni ci sono e sono a portata di mano.
Ne ricordiamo alcune.
-         Ridurre la produzione di energia dalle fonti fossili (legno, carbone, petrolio, gas…) che nel bruciare emettono CO2. Il più pericoloso, quello che emette più CO2 è il carbone. Quindi la prima cosa da fare è di non costruire più centrali elettriche a carbone né estrarre più carbone dalla Terra. E invece con l’aumento dei prezzi del petrolio e del gas, molti Paesi continuano a costruire centrali a carbone e continuano ad estrarre milioni di tonnellate di carbone.
-         Produrre l’energia con fonti rinnovabili a zero emissioni di CO2.
-         Migliorare l’efficienza delle reti (smart grids) e del trasporto dell’energia.
-         Coibentare le abitazioni.
-         Utilizzare per i trasporti motori meno inquinanti.
-         Tassare chi inquina.
-         Ecc.
Inoltre, ognuno di noi contribuisce al riscaldamento globale e quindi deve agire pensando alle conseguenze dei propri comportamenti. Qui entra la motivazione di questo convegno e il suo titolo Rifiuto inquinare. Prendere coscienza del riscaldamento globale e rendersi consapevoli che sprecare equivale a inquinare inutilmente. Da una ricerca effettuata nel laboratorio di elettrotecnica abbiamo calcolato che staccare la spina al televisore equivale risparmiare tanta energia pari a quella necessaria per effettuare 65 lavaggi di lavatrice all’anno. Dunque cosa fare?
-         Non lasciare in standby e le apparecchiature elettroniche di casa.
-         Utilizzare lampadine compatte a basso consumo.
-         Non lasciare stufe o lampadine accese.
-         Usare il riscaldamento con razionalità a temperatura accettabile.
-         Comprare apparecchiature elettriche di classe A+.
-         Sostituire i vetri semplici con vetri camera a bassa emissività.
-         Camminare a piedi o in bici.
-         Scegliere veicoli che consumano meno.
-         Ecc.
Vi sembra logico lasciare l’auto in moto quando si vanno a prendere le sigarette o un caffè al bar? Vi sembra logico andare in palestra e lasciare in classe le luci accese? E lo stesso dicasi dei laboratori e degli uffici. Vi sembra da Homo sapiens scegliere veicoli che consumano molto, dato che al 75% le auto viaggiano con una sola persona? Una utilitaria che fa 23 km a litro emette circa 104 grammi di CO2 a km. Pensate che alcuni SUV fanno circa 5 km a litro, emettendo circa 478 grammi di CO2 a km, cioè inquinando quasi cinque volte in più di una utilitaria.
Purtroppo i media e la pubblicità ci hanno inculcato l’idea che consumare è importante.
Insieme agli alunni abbiamo fato un’altra osservazione. Davanti all’istituto ci sono auto di piccola, media e grossa cilindrata.
Una macchina di media cilindrata fa circa 14 km a litro e mediamente percorre 20.000 km all’anno. Quindi occorrono 1428,57 litri di benzina. Con una utilitaria occorrono 869,57 litri. Quindi 559 litri in meno all’anno. Supponendo il costo della benzina a 1,50 €/l si risparmiano 838,50 € all’anno e oltre una tonnellata (1341,6 kg) di CO2 che non viene immessa nell’atmosfera.
In Italia, da una breve ricerca su internet, risultano 34.000.000 di automobili. Se per un attimo considerassimo il discorso fatto prima per…, diciamo 10.000.000 di auto (meno di un terzo) si avrebbe un risparmio di 5.590.000.000 di litri di benzina e 13,42 miliardi di tonnellate di CO2!!!
Quando l’Homo sapiens (cioè noi) viaggiamo con una utilitaria, quando spegniamo le luci inutilmente accese o stacchiamo le apparecchiature elettroniche ci sentiamo pervasi da un senso di felicità perché siamo coscienti che stiamo riducendo l’inquinamento e stiamo facendo un bene al pianeta, a noi stessi e alle future generazioni. Ci sentiamo facenti parte dell’intera umanità. Badate bene è una questione morale non una questione economica.
Vi faccio questo ultimo esempio.
Se quando lasciate l’aula per andare in laboratorio e non spegnete le luci, a fine anno sulla bolletta dell’istituto graveranno, diciamo per esempio, 100,00 €. La preside dovrà pagare 100,00 € all’ENEL. L’ENEL con quei cento euro pagherà il petroliere che fornisce il petrolio. Il petroliere pagherà l’operaio che lavora sulla petroliera. L’operaio manda il figlio a scuola e con quei cento euro pagherà le tasse scolastiche. I 100,00 € sono ritornati alla preside. Ma cosa è cambiato? Lasciando le luci accese abbiamo sprecato energia ed abbiamo immesso CO2 nell’atmosfera: abbiamo contribuito a inquinare il mondo. E questa è un’azione moralmente deprecabile, direi peccaminosa, che non dobbiamo fare.
Allora “diciamo” con le nostre azioni: RIFIUTO INQUINARE.


Luned́ 21 Febbraio,2011 Ore: 08:30