L’opposizione all’aeroporto di Viterbo
Scegliere la pace, l’ambiente, la salute, la democrazia, la rettitudine e la dignita’ umana

di Osvaldo Ercoli

[Ringraziamo Osvaldo Ercoli per averci messo a disposizione questa sua nota del 30 luglio 2007.

Osvaldo Ercoli, gia’ professore amatissimo da generazioni di allievi, gia’ consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa dell’ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e’ per unanime consenso nel viterbese una delle piu’ prestigiose autorita’ morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita’ a Viterbo sono proverbiali]


La realizzazione di grandi opere mette in circolo grandi risorse economiche e grandi potenzialita’ umane, sollecita sogni, fantasie e miraggi di sviluppo e ricchezza per tutti, puo’ provocare grandi sconvolgimenti ambientali, economici e sociali.

Ancora una volta i sogni di gloria legati alle "grandi opere" stanno contagiando il nostro territorio col virus dell’ipotetica realizzazione del terzo scalo aereo del Lazio a Viterbo, la cui assegnazione si dice "spettarci di diritto" a risarcimento di torti pregressi subiti dal nostro territorio (che in effetti ne ha subiti molti).

Il coro osannante ed implorante la realizzazione a Viterbo dello scalo aereo sembrava essere quasi unanime. Quel "quasi" non e’ da sottovalutare perche’ significa che, per fortuna, ci sono cittadini che invitano a riflettere ed analizzare la realizzanda opera da punti di vista che non siano solo quelli del freddo e puro profitto, e invitano i cittadini ad esprimere in pubblici confronti i loro punti di vista con i loro pro e contro, soppesandoli con la bilancia a due piatti, e quindi con serenita’ e razionalita’ accettare il risultato ottenuto dal democratico confronto.

La precedente presunta e in realta’ solo apparente "unanimita’" della scelta penso dipenda sia da una inadeguata definizione e valutazione dei parametri attraverso cui si analizza la scelta, sia dal fatto che parametri fondamentali (ambiente, salute, sicurezza, impatto sull’insieme delle caratteristiche storiche, economiche, sociali e culturali del territorio, conseguenze sistemiche di lungo periodo, inserzione nella dinamica delle emergenze globali - prima fra tutte il surriscaldamento del clima) siano sottovalutati o addirittura ignorati dalla cosiddetta "civilta’ del progresso".

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Alcune considerazioni immediate e spontanee sull’opera da realizzare:

1. Contrariamente a quanto sostenuto da taluni fautori dell’opera, uno scalo aeroportuale a Viterbo con le attuali infrastrutture recettive e di collegamento sembra essere quasi impossibile immaginarlo come legato a reali primarie esigenze territoriali.

2. La sua realizzazione non potrebbe che prevalentemente rappresentare, in tale contesto, una stazione di transito per i passeggeri che, una volta arrivati, con pullman, navette e taxi cercheranno di raggiungere immediatamente Roma, senza portare alcun rilevante immediato incremento al turismo locale. Cosicche’ cade l’argomento principale su cui la propaganda dei fautori insiste. Di altre iniziative ha bisogno il turismo di qualita’ proprio del viterbese, ed in primo luogo della difesa e valorizzazione dei beni culturali e ambientali.

3. Anche solo alla luce delle due osservazioni precedenti, lo scarso entusiasmo che si attribusce finanche alla Regione Lazio nei confronti della realizzazione dell’opera a Viterbo non sembra irragionevole.

4. Si potrebbe e dovrebbe piuttosto chiedere alla Regione, con convinzione e determinazione, un forte impegno per il potenziamento della rete ferroviaria nell’Alto Lazio; l’ultimazione della Civitavecchia-Orte, l’adeguata riattivazione della Capranica-Orte, l’interramento del tratto di ferrovia che ancora attraversa Viterbo in superficie, e la velocizzazione della ferrovia Viterbo-Roma, opere necessarie a rendere piu’ fruibile la realta’ del nostro territorio e piu’ dignitosa la sua rete infrastrutturale per una mobilita’ sostenibile.

5. Infine e soprattutto: un parametro decisivo, da molti del tutto trascurato, e da altri fortemente sottovalutato, e’ l’impatto ambientale dell’opera: il volo a bassa quota sul territorio accrescerebbe a dismisura l’inquinamento dell’atmosfera, con l’aggiunta di un inquinamento acustico che verrebbe a distruggere quella secolare pace e tranquillita’ di cui abbiamo sempre goduto nel nostro territorio, autoprivarsi della quale sarebbe incomprensibile e troppo doloroso.

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Sono alcune considerazioni immediate e spontanee che si aggiungono a quelle gia’ sottolineate dal comitato che si oppone all’aeroporto relative alla salute, alla sicurezza, ed alla necessita’ che nell’esaminare l’opportunita’ o meno di realizzare grandi opere che hanno un impatto non solo locale ma globale, si tenga conto appunto delle questioni globali, in questo caso in primo luogo il surriscaldamento del clima, drammatica emergenza a cui il trasporto aereo contribuisce in misura abnorme.

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

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Numero 169 del 2 agosto 2007



Giovedì, 02 agosto 2007