Un crimine contro l’umanità

ASSEMBLEA PUBBLICA con il Comitato Civico per Rivalta vivibile e la comunità locale in lotta contro il più grosso impianto europeo di produzione di "bio" etanolo da mais


ALBERTO PERINO Comitati NO TAV della Val di Susa

OLOL JACKSON

Presidio permanente contro il Dal Molin di Vicenza

DON ANDREA GALLO

Coordinatore della Comunità San Benedetto al Porto

VENERDI’ - 2 MAGGIO - ALLE ORE 21

in piazza Elemento a Rivalta Scrivia (Tortona -Alessandria)

A S S E M B L E A P U B B L I C A

con il Comitato Civico per Rivalta vivibile e la comunità locale in lotta contro il più grosso impianto europeo di produzione di "bio" etanolo da mais:

un crimine contro l’umanità affamata e contro la popolazione alessandrina inquinata.

Chi intende approfondire l’argomento: mi chieda il testo della relazione alla prima assemblea.

Di seguito è riprodotto l’intervento al consiglio comunale aperto di Tortona che ha poi aperto la strada al criminale progetto:



«La storia, anche quella piccola, come la nostra, spesso dipende dal caso, magari dalla presenza giusta al momento giusto. Era nata male la storia di questo mega impianto di etanolo, di "agrocombustibile industriale" (macchè bio-etanolo, qui di "bio", vita, c’è solo quella che si spegne). Nata male, con l’infausto progetto presentato ad agosto (malgrado ne parlassi da marzo ad un ambientalismo distratto), ad agosto come il solito, quando la gente è in ferie e la soglia di attenzione e reazione si prevede minore; con una delibera comunale già confezionata; con una assemblea beffa a Rivalta Scrivia convocata addirittura dalla controparte politica padronale e tra qualche sbandamento ambientalista. Insomma, i giochi sembravano fatti.

Rincorso mentre ero in ferie dalle telefonate del presidente del comitato (a proposito di "ruolo del caso" nella storia: se anche Pernigotti fosse stato in ferie, forse non saremmo arrivati all’avvenimento democratico di questa sera), e dovetti leggere in gran fretta il malloppone del progetto, per preparare la relazione all’assemblea di Rivalta del 3 settembre.

E non eravamo ancora tanti quando qualche giorno dopo abbiamo bloccato con la forza e con la forza della ragione, per conquistare la parola, i lavori al consiglio provinciale di Alessandria; o quando abbiamo invaso e bloccato la conferenza dei servizi imponendo la procedura di valutazione impatto ambientale.

Da allora il comitato di Rivalta di strada ne ha fatta molta (lo testimoniano le 4.000 firme raccolte e l’avvenimento di questa sera, ) e farà molta più strada ancora se il consiglio comunale di Tortona sciaguratamente lasciasse via libera al progetto, pagandone il prezzo politico ed elettorale insieme alla Provincia, a cominciare dal 13 aprile.

Consegno al presidente del consiglio comunale la relazione che svolsi a Rivalta, unitamente alle osservazioni presentate alla conferenza dei servizi, a disposizione di chi ne volesse usufruire; non potendo ripetere negli 8 minuti concessi i solidi motivi dell’opposizione al folle progetto, motivazioni che prima di me e dopo di me e meglio di me i colleghi stanno esplicitando.

Vorrei richiamare l’attenzione su un altro fatto che riguarda la desolata Fraschetta nella zona di Rivalta, attenzione che avevo chiesto già nell’agosto scorso. Quando avvertivo che la Provincia (oltre che ente inutile, costoso, da abolire, anche dannoso come sperimentato nelle vicende amianto, nucleare, rifiuti, polo chimico, biomasse, acqua pubblica ecc.) si apprestava a licenziare, malgrado migliaia di firme contrarie, il "Documento di indirizzo per la gestione dei rifiuti urbani" già concordato con la Regione, che prevede l’inceneritore (cancrovalorizzatore, macchè termovalorizzatore) nel Piemonte sud orientale con il beneplacito bipartisan delle principali forze politiche e con il solito scorno dei governativi sedicenti radicali.

L’amministrazione punta a costruire l’inceneritore ai confini della provincia ma, respinto dalle popolazioni, l’impianto potrebbe ritornare a Tortona, dove era stato auspicato e ben accolto dagli enti comunali. Così vuole Gavio.

Gavio, sempre Gavio. Esiste -è di attualità- una cordata trasversale che punta a spostare l’aeroporto di Genova non tanto in mezzo al mare quanto nel basso Piemonte. Guarda caso in un’area enorme, lunga cinque chilometri lungo il torrente Scrivia, di proprietà, guarda caso, di Gavio (che è diventato socio di maggioranza del terminal portuale san Giorgio). Il collegamento Genova-Tortona sarebbe garantito da un treno navetta tramite un foro nei Giovi, costruito da Gavio, naturalmente. A fianco del Terzo valico. Sempre Gavio.

(Non vorrei che il nostro "premio Attila" fosse dietro anche al deposito di rifiuti speciali pericolosi, bomba su bomba, di cui è appena stata chiesta la VIA).

Rivalta, Tortona, la Fraschetta deve essere lasciata in pace. Ha già dato troppo al cosiddetto progresso che distrugge ambiente e salute. Gavio la deve piantare lì. Vuole finalmente fare qualcosa di buono per la sua terra, qualcosa per la quale essere ricordato senza maledizioni che lo facciano rivoltare nella tomba? Lo vuole?

Lo vuole anche Ghisolfi? Si dia alla politica, e lasci stare l’imprenditoria, non usi la politica, non usi il PD.. il PD non si faccia usare da Ghisolfi. o forse sto dicendo una cazzata, forse è inevitabile che politica e imprenditoria siano inscindibile intreccio di interessi.

Vogliono Gavio e Ghisolfi fare qualcosa di buono per questa terra? Ebbene, dicono di investire nella speculazione "bioetanolo" 300 milioni di euro. Siccome si presume che non siano soldi loro, meglio sarebbe per Alessandria e l’Italia che li indirizzassero, ripeto la mia proposta, su un progetto di energia solare che surclassi, dieci volte tanto, il più grande d’Europa: quello di Sanlucar a 25 chilometri da Siviglia, costato appunto un decimo, 35 milioni di euro, 10 megawatt di elettricità, 600 mila abitanti serviti, 600 mila tonnellate l’anno in meno di anidride carbonica. Con tutti i terreni in proprietà, invece di etanolo-inceneritore-tunnel- aeroporto, Gavio con i soldi dell’etanolo potrebbe realizzare una centrale solare dieci volte più grande della più grande d’Europa, a servizio di 6 milioni di clienti.

Lascino perdere questo impianto di etanolo, che è già tecnologicamente superato, antieconomico, che serve solo a far su soldi pubblici prelevati dalle nostre bollette elettriche, un crimine contro Tortona e l’umanità: crisi agricola, crisi climatica, gas serra, deforestazione, inquinamento, malattie, meno prodotti agricoli e sempre più cari, carenze d’acqua, disastri naturali, sovrappopolazione.

Non lo dico io, o la nostra rivista che è pur autorevole, ma gli scienziati in tutto il mondo non a libro paga di Gavio.»
Lino Balza

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Marted́, 29 aprile 2008