Clima
Alla Conferenza di Bali una delegazione del Consiglio ecumenico delle chiese

di Agenzia NEV del 5-12-2007

Sulla lotta al cambiamento climatico lettera di leader protestanti a capi di governo


Roma (NEV), 5 dicembre 2007 - Il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) sta partecipando con una propria delegazione alla XIII Conferenza internazionale sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite attualmente in corso a Bali, in Indonesia (3-14 dicembre 2007). Sono oltre 180 i paesi partecipanti che cercheranno di trovare un accordo per fermare il riscaldamento del pianeta. Compito della delegazione CEC - composta da 25 esperti provenienti da tutto il mondo - è quello di monitorare le negoziazioni e di dialogare con i rappresentanti di governo presenti. Le due settimane di negoziati serviranno a gettare le basi per un accordo post 2012, quando scadrà quello firmato a Kyoto nel ’97. I due grandi nodi da sciogliere sono la stabilizzazione delle concentrazioni dei gas serra, e la scaletta delle priorità per il nuovo accordo.
Insieme ad altre organizzazioni della società civile presenti a Bali, la delegazione CEC sarà impegnata in una serie di eventi che si svolgeranno a latere della conferenza ONU. Inoltre, sarà copromotrice, insieme all’agenzia di soccorso britannica "ChristianAid", di un workshop su "Sviluppo, effetto serra e diritti". Non mancherà la celebrazione ecumenica - ormai una tradizione portata avanti dal CEC durante le conferenze dell’ONU - che si terrà l’11 dicembre nella chiesa protestante Nusa Dua di Bali con il sostegno della locale chiesa cristiana protestante Gereja Kristen. In programma danze indonesiane e una cerimonia di rimboschimento, con un messaggio videotrasmesso dell’arcivescovo di Canterbury.
Ed è proprio del primate della chiesa anglicana, l’arcivescovo Rowan Wiliams, e di altri due leader protestanti, un’articolata lettera sulla lotta al cambiamento climatico indirizzata al presidente del Consiglio d’Europa, José Socrates de Carvalho Pinto de Sousa, e al presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso. Insieme al vescovo luterano Wolfgang Huber, presidente della chiesa evangelica tedesca (EKD), e all’arcivescovo luterano della chiesa di Svezia, Anders Wejryd, Rowan Williams invita i governanti a concepire il clima quale "bene comune globale". I tre leader religiosi, che hanno inoltrato la lettera anche ai propri capi di governo, oltre che al segretario generale dell’ONU Ban Ki-Moon, fanno notare come la lotta al clima è stata segnata da promesse non mantenute e da opportunità non colte, e chiedono una ridefinizione del concetto di "giustizia": "Crediamo che un nuovo accordo potrà avere successo solo se sarà percepito da tutti i paesi partecipanti come equo e giusto … Definire quali siano i termini di un giusto ed equo trattato post 2012 dipende dalla capacità dei governi a guardare oltre le nozioni di giustizia, mettendo al centro non più l’interesse della propria nazione, bensì il bene comune globale".
Il CEC è una comunione di oltre 340 chiese anglicane, protestanti ed ortodosse in più di 100 paesi, in rappresentanza di circa 550 milioni di cristiani. E’ stato fondato nel 1948 e ha sede a Ginevra (Svizzera). Impegnato da decenni nelle questioni ambientali il CEC ha recentemente pubblicato un opuscolo che raccoglie i testi chiave elaborati dal suo gruppo di lavoro sul cambiamento climatico, scaricabile in inglese da http://wcc-coe.org/wcc/what/jpc/pa-booklet-climate1.pdf .



Giovedì, 06 dicembre 2007