Benevento
Provincia: Emergenza democratica e ambientale

Un documento dei Comitati Civici di Guardia Sanframondi e San Salvatore Telesino contro la costruzione di un Termovalorizzatore/Inceneritore a San Salvatore Telesino


ottobre 2008

Provincia: Emergenza democratica e ambientale

La grande manifestazione del Formicoso contro la megadiscarica prevista ad Andretta, le iniziative dei sindaci della zona, le proteste a Chiaiano, e le poche notizie sulla situazione dei rifiuti in Campania, a parte i proclami sulla fine dell’emergenza del Presidente del Consiglio, ci spingono, ancora una volta, a delle riflessioni sul rapporto cittadini - istituzioni e sulla democrazia nella nostra Provincia.
Le emergenze legate agli inceneritori previsti a San Salvatore Telesino e Reino ed alla discarica di Sant’Arcangelo Trimonte non hanno visto una mobilitazione paragonabile a quella dell’avellinese, del salernitano o del napoletano, né la scesa in campo delle istituzioni a difesa delle proprie terre, se non a parole e per fini semplicemente elettoralistici. Abbiamo assistito a prese di posizione di sindaci e politici solo prima delle elezioni, quando più o meno tutti i politici sanniti prendevano posizione contro inceneritori e discariche, conseguenze dell’inefficienza della politica del centro-sinistra al governo della Provincia e della Regione.
Chi tuonava contro inceneritori e discariche nella nostra provincia, di destra e di sinistra, ora osanna Berlusconi; che la discarica di Sant’Arcangelo Trimonte non è idonea e presenta molti problemi è una notizia data di sfuggita; né si riesce a sapere dell’operato della Provincia, dopo gli scarni comunicati all’epoca della frana che promettevano maggiori controlli e interventi che, però, non si sa se siano stati attuati o meno. Le uniche notizie che si lasciano passare sono le dichiarazioni del Commissariato che tuttora afferma che è una discarica modello, come dimostra il fatto che non puzza. Non puzza! Evidentemente, il Commissario non è mai venuto in questa zona dopo l’apertura della discarica. La Provincia non sembra reagire a queste false dichiarazioni, mostrando passività assoluta verso un problema che investe tutto il territorio provinciale. Notiamo la stessa rinuncia a svolgere il proprio ruolo istituzionale di governo del territorio, programmazione e tutela della salute già evidenziata dalla rinuncia a gestire direttamente la discarica, lasciandone l’onere ad un piccolo comune senza nessuna competenza e forza contrattuale nei confronti di aziende e commissariato, e deludendo le aspettative e le speranze di una diversa e corretta gestione del ciclo dei rifiuti che associazioni e comitati si aspettavano dalla nuova Amministrazione.
Sentiamo, in compenso, le solite e vuote parole sul rilancio dell’economia e il salto tecnologico che porterà il progresso nel Sannio. Con tutto questo parlare di tecnologie e investimenti, però, il solo futuro previsto per la provincia di Benevento, su cui vi è convergenza di vedute tra destra e sinistra, è quello di farne la piattaforma logistica per speculazioni ed affari di soggetti estranei al nostro territorio e che, di sicuro, non si prefiggono il suo sviluppo.
Convergenza di vedute anche sul piano cave da rinnovare: è Confindustria a chiederlo, ma il Presidente Cimitile appoggia la richiesta , casertana, alla Regione, e l’Assessore all’Ambiente non eccepisce. Per il momento, rispettando la legge, solo il Genio Civile si oppone.
Progetti e piani irrazionali e scellerati sono presentati come innovazione e progresso. In realtà, si sta distruggendo la possibilità stessa di vivere in questa provincia e non c’è nessuna opposizione politica e istituzionale a questo disegno, lasciando solo la società civile a chiedere vera attenzione al territorio e interventi oculati a difesa dell’economia reale e dell’ambiente.
Se la sinistra ha perso consensi nel Paese è perché ha scelto le stesse parole d’ordine della destra, sentite come più utili per la vittoria e per avere la possibilità di governare, allontanandosi, però, dai veri bisogni delle persone. Le riflessioni sul voto e sulla scomparsa della sinistra sembravano aver avviato un ragionamento e un’inversione di rotta, non solo nella sinistra, ma anche nel PD, soprattutto in Campania, ma non si vede alcun vero cambiamento o posizioni ben delineate, e ciò crea delusione, rassegnazione e sfiducia. Non si può dichiarare di essere dalla parte dei lavoratori, dell’ambiente, della vita degna per tutti, e poi perseguire ed appoggiare politiche contrarie ai lavoratori e all’ambiente. Un esempio della confusione di idee e posizioni è data proprio dall’ amministrazione della nostra Provincia. Per assurdo, maggioranza e minoranza marciano d’accordo su temi estremamente importanti come l’ambiente, i rifiuti, il lavoro, i servizi sociali. Temi che si evita di discutere, accettando silenziosamente le decisioni del governo o della Regione, mentre siamo bombardati da notizie sulle varie agenzie e il loro destino, o l’assegnazione di fondi a vari enti ed iniziative inutili. Sulle questioni fondamentali di governo del territorio, PDL, PD e Rifondazione perseguono gli stessi obiettivi? In quale paese del Sannio avremo la prima centrale nucleare? O ci sono riservate solo le scorie?
Dopo anni di governo del centro-sinistra e le speranze e aspettative di rinascita , ci ritroviamo con un’economia sempre più in crisi ma con progetti spaziali e futuristici che nulla hanno a che vedere con la vocazione del nostro territorio, e che, però, garantiscono affari, profitti e clientele, se non il benessere e lo sviluppo del territorio. Nonostante ciò, e nonostante siano stati abbandonati dallo Stato e dagli enti locali, molti imprenditori hanno investito risorse finanziarie ed umane per dare uno slancio alle loro imprese, in particolare nel settore agricolo. Ci chiediamo se sono consapevoli del futuro che ci stanno preparando e del destino dei loro prodotti di qualità. Potranno essere considerati ancora prodotti di qualità, sani e genuini, quando anche il Sannio sarà invaso da discariche ed inceneritori e piattaforma logistica per merci ed affari destinati altrove? Con 5 inceneritori e 11 discariche, previsti per ora in Campania, chi comprerà più i nostri prodotti? La piattaforma logistica prevista a Benevento sembra andare verso la distruzione della nostra economia così come le soluzioni previste per risolvere il problema dei rifiuti. Ci piacerebbe sapere cosa pensano i nostri Amministratori e quali azioni vogliono intraprendere per difendere il nostro territorio. E, in particolare, vorremmo sapere cosa pensa la Provincia di queste previsioni per la nostra economia e coesione sociale, o cosa fa per la discarica di Sant’Arcangelo, o per scongiurare i termovalorizzatori previsti per Benevento, o per migliorare la gestione dei rifiuti nei vari comuni e controllare l’aumento ingiustificato della relativa tassa, o, cosa fa per migliorare e mantenere pubblica la gestione dei servizi idrici.
Dalle elezioni è calato il silenzio, ad eccezione degli scarni-pomposi-falsi comunicati ufficiali. Dov’è il rapporto con i cittadini?
Finite le elezioni, si è tornati al solito sistema degli incontri informali, quasi segreti, con i cittadini interessati alle varie emergenze, con la solita logica del rapporto privilegiato, da clientela che mira a dividere e impedire critiche ed opposizioni. Che fine hanno fatto le promesse dell’avvio di una gestione integrata del ciclo dei rifiuti sostenibile e partecipata, e del Consiglio provinciale aperto promesso da Cimitile ai comitati? E cosa dicono il Presidente e gli Assessori della piattaforma logistica, su cui pure si sta discutendo e creando una ferma opposizione da parte delle associazioni ambientaliste? Se va in porto condannerebbe la nostra terra a veder circolare solo enormi capitali senza avere uno straccio di sviluppo vero, a essere saccheggiata, senza nessuna possibilità di crescita, così come verrà saccheggiata e inquinata da discariche ed inceneritori.
Sono tutti d’accordo o esiste qualche voce fuori dal coro? Una volta entrati a far parte del governo, diventano tutti uguali e obbedienti alle pressioni dei poteri forti?
La nostra unica speranza è tornare a difendere i nostri interessi reali senza fidarci o mediare con chi, una volta arrivato a rivestire compiti istituzionali, dimentica di essere stato votato per difendere gli interessi di un territorio e non per eseguire semplicemente direttive calate dall’alto, fatte passare come mali inevitabili e necessari.
Siamo stanchi di giustificazioni di politiche deleterie in nome di questo tipo di sviluppo.
Ci indigna assistere ancora una volta all’inerzia delle istituzioni; ci indigna vedere buttare i rifiuti organici nell’indifferenziato nei nostri paesi che fino a qualche anno fa li trasformavano in concime; ci indigna vedere cementificare sempre più il suolo e ridurre sempre più la nostra esistenza ad un consumo acritico di merci scadenti ma che fanno aumentare il PIL; ci indigna osservare stili di vita sempre più estranei ed inutili.
Il Formicoso, Chiaiano, Caserta, Serre: la lotta che questi territori stanno conducendo ci danno ancora la speranza di poter impedire la distruzione della nostra regione.
Se la gente si muove per impedire lo scempio che si vuole fare di un territorio e per difendere il diritto all’ambiente e alla salute, gli Amministratori, se attenti ai bisogni dei propri cittadini, scendono in campo al loro fianco. A Benevento questo non succede.
Più che in altri posti, per la stampa va tutto bene e non si lascia trapelare nessuna voce contraria e nessuna delle criticità presenti.
C’è ancora troppa mediazione e controllo da parte dei politici che, prodighi di promesse e clientele, soffocano e sviliscono il dissenso. Siamo convinti, però, che, ancora una volta, solo i cittadini consapevoli dei rischi che corrono il nostro territorio e la nostra economia, possono costringere istituzioni e politici latitanti a prendere posizione contro queste scelte scellerate e lavorare seriamente per rispondere ai bisogni reali dei cittadini e dell’ambiente, e tornare ad assolvere il proprio ruolo.
Solo l’impegno attivo dei cittadini può costringere la politica a non essere più ostaggio di gruppi di potere ma servizio reso ai cittadini per il governo sostenibile e democratico del territorio.



Fine dell’emergenza rifiuti o fine della democrazia?

Pochi giorni prima delle elezioni, e a governo caduto, Prodi trova il tempo di approvare due scandalosi decreti che permetteranno a Berlusconi di militarizzare i territori campani, incenerire milioni di eco balle , con in più lo scandaloso incentivo dei Cip6. Il Decreto 90 contiene contemporaneamente un attacco alla democrazia, alla dignità, all’ambiente e alla salute della nostra terra. Come non pensare che tutto ciò sia il risultato di un progetto politico che, trasversalmente, realizza i progetti dei centri di potere che si servono di una sinistra trasformata e di una destra coerente per portare avanti i propri interessi, come dimostrano le vicende dell’Alitalia, dei rifiuti, o le cattive intenzioni riguardo al nucleare. Ciò che succede dopo non è ben chiaro, visto la manipolazione dell’informazione su tutti gli argomenti e che può solo annunciare la finta fine dell’emergenza.
Sopravvive un Commissariato, in precedenza da tutti criticato e individuato come causa delle storture della gestione del ciclo dei rifiuti, spreco di soldi e devastazione del territorio. Quattro inceneritori e 10 discariche, una volta ultimati, chiuderanno definitivamente l’emergenza e avvieranno finalmente una razionale e ordinaria gestione dei rifiuti. Veramente, è tanto finita l’emergenza che ogni volta che Berlusconi ne parla aumentano gli inceneritori e le discariche necessari, con plauso di istituzioni e politici, di destra e di sinistra.
Non si parla più di responsabilità e di fallimenti; le critiche ad una gestione dei rifiuti con tecnologie nocive e ormai antiquate sono scomparse. Sono tutti assolti a-priori, anche l’ Impregilo che, insieme al Commissariato è stata il principale artefice di questo disastro, come dimostrano le indagini della Magistratura. Non interessa a nessuno che l’Impregilo sia tuttora onnipresente nei consigli di amministrazione delle ditte di smaltimento rifiuti. Si ribadisce, invece, la tesi che la colpa di tutto è ed è stata dei soliti ambientalisti votati a dire no pregiudizialmente a tutto
Sono scomparse le indagini della Magistratura, le inadempienze della politica ( che hanno consegnato la Campania alla camorra, che si inserisce proprio nella mancanza dello Stato ); sono scomparse le evidenze del fallimento del Commissariato, con le scelte non idonee, il disastro ambientale, gli affari d’oro dell’infinita emergenza. Per la stampa va tutto bene e non si lascia trapelare nessuna voce contraria e nessuna delle criticità presenti. Che ci siano sempre le stesse persone a gestire l’emergenza, che hanno già fallito in precedenza, con le stesse scelte scellerate già aspramente contestate, non si può più dire. E, infatti, nessuno lo dice. Chi tuonava contro inceneritori e discariche, di destra e di sinistra, ora osanna Berlusconi ed il suo decisionismo. A nessuno importa che ha stravolto la verità e zittito la stessa voce della democrazia.
La politica è ridotta a reclutamento di leader prepotenti senza nessun interesse per chi ha bisogno di giustizia e di politiche solidali, intenti solo alla ricerca ed elargizione di favori e potere. Il progressivo degrado ambientale, civile e culturale ha stranamente consentito la rimozione collettiva della povertà e delle emergenze sociali, permettendo al potere di cancellare sistematicamente i piccoli passi registrati sui temi dell’accoglienza ai migranti, sulla solidarietà sociale, sulle politiche del lavoro e della pace. Alle istituzioni, incapaci di realizzare la tanto decantata “ governance “, non resta che confrontarsi esclusivamente con l’economia, sempre più arida e povera, giustificando tutto con le necessità del mercato. Le abusate parole come innovazione, know-how, competitività non sono altro che copertura dell’approssimazione con cui si gestiscono le magre risorse ancora disponibili e già destinate alla rapina. Nonostante tutto il parlare di riqualificazione, produzioni di qualità e sviluppo sostenibile, i grandi progetti finanziati sembrano andare nella direzione di fare della Campania uno sversatoio di rifiuti e una zona di transito di merci prodotte e destinate altrove. Gran parte della Regione è inquinata e di bonifica non se ne parla neppure, Del resto, che serve bonificare se le intenzioni sono queste? Giovani e meno giovani già vanno a lavorare al nord per 20 euro al giorno. Poco per vivere, ma meglio del niente che offre la loro terra. Altro che rinascimento campano: povertà e degrado aumentano a ritmo sostenuto ma non fanno notizia. I politici continuano a parlare di sviluppo in termini di aumento del PIL, cioè dei consumi, e di lavoro come flessibilità esaltando la ricerca del profitto e dimenticando del tutto l’ambiente e le persone.
Se ci si oppone a questa politica e a questo modello di sviluppo non sostenibile, ed al destino previsto per i campani, si è tacciati di conservatorismo e ideologismo, antimodernismo e ostruzionismo. Allora ben venga l’esercito per reprimere le opposizioni che creano ritardi nella soluzione dei problemi ed avviare “ finalmente “ la regione ad un sistema civile. Quale civiltà? Povertà, inceneritori e discariche. Che altro ci devono fare?



Martedì, 14 ottobre 2008