Ambiente
AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale): e’ la normativa che farà cadere il governo se...

di Alessandro Marescotti

FATE CIRCOLARE QUESTO MESSAGGIO. MANDATELO A TUTTI GLI AMICI. E’ IMPORTANTISSIMO: CAPIRETE PERCHE’ MAN MANO CHE LO LEGGETE. DA QUESTE INFORMAZIONI DIPENDE LA SALUTE DEI CITTADINI E LA SICUREZZA DEI LAVORATORI NELLE FABBRICHE.

PERCHE’ IN ITALIA NON PARTE A NORMATIVA IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control), ossia Prevenzione e Controllo Intergrato dell’Inquinamento

PERCHE’ TACE IL GOVERNO

PERCHE’ TACE L’AMBIENTALISMO DI GOVERNO (AD ES. LEGAMBIENTE)

PERCHE’ TACE ANCHE LA "COSA ROSSA"

ECCO I RETROSCENA DI UN RICATTO NAZIONALE DI CUI NON SI PARLA ...E DA CUI DIPENDE LA DURATA DEL GOVERNO PRODI --------------------------

Ciao a tutti, esiste una normativa europea che in Italia non viene applicata. Si chiama AIA (Autorizzazione Intergrata Ambientale) e dovrebbe rendere operativa la Direttiva comunitaria n. 96/61/CE, nota con il nome IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control), recepita dallItalia con il Decreto Legislativo 18 febbraio 2005, n.59.

QUESTA NORMATIVA EUROPEA REACEPITA PER LEGGE NON LA VOGLIONO APPLICARE. Chi? I poteri forti.

I "poteri forti" la rendono invisibile, le grandi associazioni ambientaliste non ne parlano. "No applicatela altrimenti faremo cadere il governo". Se una decina di parlamentari chiedesse al governo di avvisare i cittadini dell’AIA e di far partire le procedure di consultazione del "pubblico"... il governo sarebbe in grave imbarazzo. E se la commissione AIA, con i suoi tecnici, venisse messa nelle conizioni di lavorare secondo il dettato della normativa europea... il governo avrebbe i giorni contati.

Ma perché è così pericolosa e temuta? Non è ancora chiaro?

La normativa prevede la partecipazione dei cittadini. Prevede che vengano adottate le migliori tecnologie. I grandi capitalisti dovrebbero mettere mano al borsellino e spendere qualcosa per la sicurezza degli impianti e per la salubrità dell’aria che vi si respira.

La tragedia della Tyssen Krupp di Torino non ci sarebbe stata con la procedura AIA e se ci fosse stata adesso sul banco degli imputatati ci sarebbe anche chi ha concesso autorizzazioni troppo "leggere".

Con l’AIA i cittadini possono richiedere, facendone richiesta scritta, l’adozione della migliori tecnologie dispobibili per ridurre le emissioni inquinanti. E le autorizzazioni diventerebbero una cosa molto seria.

Ma quanti cittadini in Italia hanno esercitato questo diritto a presentare osservazioni per l’AIA? Solo uno.

Provate a fate un giro sul sito http://aia.minambiente.it e cliccate su "Area libera consultazione". Non lo trovate? Scendete in giù, ancora giù... vedete in basso a sinistra la finestrella azzurra a sinistra? Bene, cliccate lì.

Anche tu puoi controllare le emissioni. Appare...

PERCORSI GUIDATI

* Cerca l’impianto per territorio
* Cerca l’impianto per categoria di attività
* Cerca l’impianto per tipo di procedura

Cercate l’impianto per territorio e andate sulla vostra regione. Qualcuno vi aveva mai detto che potevate consultare quei dati e che potevate fare delle contestazioni scritte per ottenere le prescrizioni delle migliori tecnologie? Qualcuno vi aveva mai detto che era un vostro diritto reclamare impianti meno inquinanti?

Nel mondo ambientalista qualcosa è andato storto. Davvero una brutta storia.

Ad esempio mentre i dirigenti nazionali di Legambiente si davano da fare ad entrare nel Partito Democratico, nessuno di loro si preoccupava realmente di fare una campagna di informazione sui diritti di intervento nell’AIA.

Ma nella "Cosa Rossa" c’è qualcuno che ha scelto di informare i cittadini e di mettere le istituzioni al loro servizio? Certo non lo ha fatto Nichi Vendola che, pur governatore della Regione Puglia, non ha fatto pronunciato una sola sillaba.

Bocche cucite anche fra i sindacati.

E così su 139 impianti sottoposti alla procedura nazionale di AIA sono arrivate sul tavolo del Ministero dell’Ambiente solo 6 relazioni di osservazioni relative a solo 4 impianti.

Ed ecco i risultati: Italia Nostra: 1 relazione con osservazioni Legambiente: 1 relazione con osservazioni AIL: 1 relazione con osservazioni Comitati locali: 2 relazioni con osservazioni. E infine: anche un cittadino (un ingegnere volonteroso) risulta aver inviato una relazione, a testimonianza che la normativa europea dà diritti al "pubblico" e non solo alle associazioni.

Occorrerebbe vedere gli interventi delle associazioni per le AIA regionali (ad esempio il Wwf del Friuli ha inviato osservazioni ben fatte per l’impianto di Servola).

Nel mondo sindacale solo la Uil di Taranto è intervenuta sull’Ilva associaziosi alle osservazioni di un comitato locale e apponendo il proprio timbro.

Praticamente siamo di fronte ad un fallimento di proporzioni storiche per il tradizionale mondo ambientalista. Per non parlare di quello politico-partitico e sindacale.

Andate sui siti nazionali di Legambiente e Wwf, troverete tante campagne, ma sulle emissioni industriali e sui diritti europei dell’AIA non trovate nulla.

Le grandi associazioni sono rimaste in silenzio, inattive. Proprio mentre entrava in vigore un importante diritto europeo di accesso e partecipazione ambientale che avrebbe messo in seria difficoltà l’industria più inquinante.

Va notato che - se vi sono state quelle poche relazioni pervenute al Ministero dell’Ambiente - ciò è frutto di uno sforzo prodotto unicamente dagli attivisti locali. Ma lo staff dirigente delle grandi associazione è stato un palcoscenico di "belle statuine" che non ha mosso un dito per informare i cittadini.

Provata ad andare su Google e digitate: Legambiente AIA IPPC Non troverete indicazioni su quali diritti di partecipazione ambientale ha il cittadino, non troverete rinvi al sito nazionale di Legambiente. Una cocente delusione vi porterà ai limiti dello sconforto.

"E ora, che si può fare?", vi chiederete.

La frittata è stata fatta, ma solo per metà. Non dategliela vinta ai vostri inquinatori.

Infatti i poteri forti sono così ottusi che, nel rallentare la procedura di AIA fino a bloccarla di fatto, consentono adesso ai comitati spontanei di cittadini di rimettersi in gioco e di rivendindicare il diritto europeo di partecipare al processo autorizzativo con osservazioni mirate.

Quindi: non demordete!

Ecco i primi passi che dovete fare:

- costituite subito un comitato; - create un blog; - fissate una sede; - buttate giù un atto costituitivo; - inaugurate un indirizzo email per il vostro comitato e diffondetelo.

Il comitato chiamatelo come volete, metteteci il nome della vostra provincia o della vostra regione.

Poi: - inviate un primo comunicato stampa; - convocate un’assemblea costitutiva; - raccogliete le email degli intervenuti e fatevi una prima mailing list; - inviate una seconda email per convocare una conferenza stampa. State alle costole dei giornalisti locali, telefonate alle redazioni per spiegare perché la cosa è importante.

E soprattutto:

- stilate un elenco delle sostanze inquinanti emessa dall’azienda che nella vostra zona vi appesta di più. Per saperne di più andate su http://www.eper.sinanet.apat.it (qui infatti c’è l’inventario delle emissioni, azienda per azienda, regione per regione).

Anche se fuori tempo massimo, i cittadini possono rivendicare il diritto di partecipare. Possono preparare, anche a gennaio 2008, alcune relazioni con osservazioni. Infatti Napolitano ha dato una proroga alla procedura AIA, per evitare la procedura di infrazione europea (che comunque è già partita perché l’AIA alle aziende doveva essere data entro il 30 ottobre 2007).

Da quello che abbiamo saputo NEPPURE UNA SOLA AUTORIZZAZIONE AIA è stata data dall’apposita commissione. L’istruttoria è partita solo per poche aziende. Per la grande maggioranza è tutto "in attesa".

Questo colpo di freno dei poteri forti rischia di essere un boomerang per loro.

Se volete spendere bene questo vantaggio tattico e trasformarlo in una risorsa strategica, strudiate la documentazine AIA delle aziende della vostra regione e inviate le delle lettere raccomandate al Ministero dell’Ambiente.

Coma va messo nelle raccomandate? Le vostre osservazioni sugli impianti inquinanti delle vostra zona. Fatevi aiutare da qualche ingegnere, da qualche chimico, da qualche medico. Buttate giù una relazione chiara e precisa individuando tutto ciò che le aziende non hanno eventualmente indicato: emissioni inquinanti, misure per prevenirle, tecnologie migliori per abbattere i fumi, ecc. Fatelo, fatelo! Non aspettate altri: fatelo voi, anche come semplici cittadini, ne avete diritto! Tanto, se non lo fate voi, non credo che lo faranno gli "ecologisti" come Della Seta che da Legambiente sono entrati nel Partito Democratico.

Agite, fatelo subito: se non ora... quando? Il 31 marzo 2008 (termine della proroga) i giochi saranno chiusi definitivamente per voi e per i vostri polmoni.

Per la proroga si può leggere http://www.amblav.it/news_dettaglio.aspx?IDNews=4608

Vi diranno che scrivere delle osservazioni tecniche è complicato: ma allora perché si va a scuola? Perché abbiamo la rete? Se son si usa cultura e rete a che cavolo serve tutto ciò?

Agite, collegatevi al sito http://aia.minambiente.it e cliccate sull’azienda più vicina a voi. Leggete tutta la documentazione e controllate - legge alla mano - che abbiamo elencato tutti gli inquinanti e tutte le soluzioni tecniche per ridurli.

Fatelo subito: mandate questa email ai vostri amici e create un gruppetto di lavoro. Fate circolare questa informazione!

I poteri forti vogliono bloccare la vostra e la nostra partecipazione e ricattano il governo e l’intera sinistra: state zitti, state buoni, non dite nulla ai cittadini se no vi facciamo cadere il governo.

Se Nichi Vendola ha avuto un crollo dei consensi (è sceso dal 52,5% del 2006 al 45,5% del 2007, dati di Repubblica 8/1/2008) è perché anche lui fa realpolitik. Potrebbe nominare per l’AIA Ilva i migliori esperti in campo ambientale e invece... stendiamo un velo pietoso anche su Nichi.

Zitti, zitti: non disturbate il manovratore! Il governo non vuole casini su questa storia dell’AIA. Compagni, moderatevi, non è più tempo di fare gli estremisti applicando la legislazione europea. Quelle sono belle cose per la Svezia, non per noi.

Vi diranno che la realpolitik richiede qualche "opportuno silenzio".

Ma voi parlate e, se è necessario, gridate!

Vi diranno che avete la sindrome di Nimby. Ma non ci fate caso: siete solo malati di democrazia.

Alessandro Marescotti

http://www.peacelink.it
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Giovedì, 10 gennaio 2008