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www.ildialogo.org Neppure la crisi ci rende uguali,di Mimmia Fresu

Neppure la crisi ci rende uguali

di Mimmia Fresu

La Sardegna ha versato meno sangue rispetto al resto dell'Italia. La crisi, qui da noi, è in frenata e chi se la passa peggio è il resto del Paese. Gente molto estrosa, ha commentato così i dati forniti dall'Inps su disoccupazione e cassa integrazione. Sul piano nazionale, le domande di disoccupazione, rispetto allo scorso anno, sono cresciute del 52%; in Sardegna “solo” del 29%. Le ore di cassa integrazione: più 222%, dato nazionale; più 74% nell'isola. Osservando questi indici è, solo in apparenza, corretto parlare di situazione regionale meno grave se raffrontata a quella nazionale. Il fatto è che la situazione economica e occupazionale del Paese non è uniforme: non lo è mai stata. Una analisi corretta non può prescindere da questo dato fondamentale. Ora, basta sfogliare i giornali economico-finanziari del 2007 per rendersi conto che mentre nel resto del Paese si registrava una crescita economica e un calo della disoccupazione nell'ordine di 1,2 punti percentuale, in Sardegna il dato sulle domande di disoccupazione presentate all'Inps era quasi analoga a quella attuale: 27%. Sarebbe una valutazione corretta se il tasso di sviluppo dell'isola fosse lo stesso registrato nelle altre regioni, anziché vedersi collocata, endemicamente, fra le aree in ritardo nella crescita. Apparirebbe un giudizio onesto, ma solo trascurando il pesante tasso di povertà presente in Sardegna, condizione quasi irrilevante in molte altre regioni della penisola, aggravato da un sistema assistenziale che lascia esposti alla carità cristiana fasce sempre più numerose di cittadini. Grideremmo al miracolo economico se quelle cifre di rallentamento sul declivio occupazionale non fosse nella gran parte lavoro debole, precario e se i livelli di lavoro nero e irregolare non ci ponessero, da alcuni anni a questa parte, al primo posto nella classifica nazionale. Quello sardo è un organismo economico assai gracile, per giunta debilitato negli anni dai salassi industriali, dalla cessazione di migliaia di attività artigiane e commerciali, con disoccupati a non finire e una emigrazione mai cessata. Allora, 63.325 domande di disoccupazione (59.621 nel 2007); circa 7milioni di ore di cassa integrazione (5milioni nel 2007), sono una frenata del trend negativo o un abituale prelievo di sangue?

Mimmia Fresu 
 



Venerd́ 02 Ottobre,2009 Ore: 15:57
 
 
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