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www.ildialogo.org Shoah : condannati gli spropositi del vescovo polacco,(traduzione di Stefania Salomone)

Giornata della Memoria
Shoah : condannati gli spropositi del vescovo polacco

(traduzione di Stefania Salomone)

Dura reazione delle organizzazioni ebraiche alle dichiarazioni revisioniste del vescovo polacco Mons. Tadeusz Pieronek


CATTOLICESIMO

NOUVELOBS.COM
I leader ebrei, in Polonia come in altri paesi, hanno denunciato le dichiarazioni di Tadeusz Pieronek sulla Shoah
Tadeusz Pieronek (AFP)
Le dichiarazioni di Mons. Tadeusz Pieronek di lunedì 25 gennaio, sul sito Pontifex.roma.it, hanno provocato reazioni di indignazione, in particolare da parte delle istituzioni ebraiche. Il vescovo polacco in pensione aveva dichiarato su un sito tradizionalista cattolico italiano che “la Shoah in quanto tale è stata un’invenzione degli ebrei”.
Spropositi "ignobili"

Il Consiglio di Rappresentanza delle Istituzioni Ebraiche di Francia (CRIF) ha pubblicato, in particolare, un comunicato nel quale denuncia gli “ignobili” spropositi del vescovo polacco sulla Shoah.
La CRIF ricorda che questa scandalosa dichiarazione è stata pronunciata proprio qualche giorno dopo le nuove farneticazioni di Mons. Richard Williamson.
Un anno fa Mons. Williamson, un vescovo della fraternità S. Pio X, aveva provocato un moto di protesta dichiarando “Credo che le camere a gas non siano esistite”. Nel video pubblicato il 14 gennaio 2009, affermava, a proposito dei suoi processi avviati in Germania per “incitazione all’odio razziale”.
“Si tratta di pregiudizio razziale, perché ho messo in questione i 6 milioni di ebrei gasati, e metterli in questione è un crimine secondo il diritto tedesco, ecco perché mi attaccano”. In effetti, se da un lato ha presentato pubblicamente le sue scuse per lo scandalo provocato un anno fa, Mons. Richard Williamson in effetti, non ha mai ripreso il contenuto delle sue dichiarazioni.
Malgrado tutto, La CRIF dice di voler sostenere il dialogo ebreo-cristiano poiché, spiega il comunicato, le posizioni di Mons. Pieronek e di Mons. Williamson sono molto minoritarie.
Scandalosi e "grotteschi"

Leone Passerman, ex-presidente della comunità ebraica di Roma, che figura tra quelli che hanno accolto papa Benedetto XVI in visita alla sinagoga di Roma il 17 gennaio, si è detto “assolutamente scandalizzato da questi commenti, specialmente se provenienti da un membro della gerarchia ecclesiastica”.
Negli Stati Uniti, l’Assemblea dei sopravvissuti all’Olocausto e i loro discendenti, hanno definito “grottesche” le dichiarazioni di Pieronek.
 
Piotr Kadlcik, presidente della comunità ebraica in Polonia, la più importante d’Europa prima della seconda guerra mondiale, auspica che questa nuova controversia non crei pregiudizi verso le prossime commemorazioni della Shoah.

In effetti, queste esternazioni risalgono a quando il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è arrivato in Polonia, il 25 gennaio, dove parteciperà mercoledì alle cerimonie per il 65° anniversario della liberazione dai campi di sterminio nazisti di Auschwitz e Birkenau.
Una nuova polemica

La stampa ha lo stesso reagito di fronte a questa nuova polemica. Il sito web di EJP (European Jewish Press) ha così commentato la posizione del vescovo polacco e ha ricordato che queste dichiarazioni intervengono allorché le relazioni tra la chiesa cattolica e le comunità ebraiche hanno recentemente conosciuto momenti di tensione, dopo la decisione di papa Benedetto XVI di far avanzare il processo di beatificazione di Pio XII, papa criticato per il suo silenzio sulla Shoah.
 
Anche il Jerusalem Post ha criticato le frasi di Tadeusz Pieronek, spiegando che egli « aveva già sostenuto che gli ebrei oggi si servono dell’Olocausto come ‘un’arma di propaganda che serve ad ottenere vantaggi spesso ingiustificati’ ». Il giornale spiega che, malgrado tutto “Pieronek nega con forza che le sue parole derivino da un atteggiamento antisemita”.
La stampa polacca è rimasta piuttosto in silenzio al riguardo. Il quotidiano polacco Rzeczpospolita è uno dei pochi che ha scritto sull’argomento nell’edizione del 26 gennaio. Tuttavia, le posizioni esplicitate sono state meno radicalmente critiche verso Tadeusz Pieronek, sottolineando infatti che il rappresentante cattolico ha in seguito negato di aver sostenuto alcune idee che il sito internet italiano gli aveva attribuito.
Affermazioni esagerate?

In effetti, Pieronek, ex-segretario della conferenza episcopale polacca, è intervenuto il 25 gennaio su un’emittente polacca per dire che le sue affermazioni erano state manipolate. Ha negato, in particolare, di aver pronunciato la frase “L’Olocausto in quanto tale è una invenzione degli ebrei”.
Ha detto anche di non aver “autorizzato” la pubblicazione dell’intervista, che resta in parte consultabile sul sito.
“E’ innegabile che il maggior numero dei morti nei campi di concentramento fossero ebrei, ma ci sono sulla lista anche zingari polacchi, italiani e cattolici”, ha detto nell’intervista.
Quindi Bruno Volpe, giornalista che ha realizzato l’intervista, ha veramente estrapolato le dichiarazioni o piuttosto il vescovo si è sentito costretto a fare marcia indietro?
A tal proposito, Piotr Kadlcik ci spiega che “questo ha provocato commenti molto duri da entrambe le parti e ciò dimostra quanto sia fragile ancora il dialogo fra le due religioni, che è la cosa veramente preoccupante”.

Testo originale

CATHOLICISME
 
NOUVELOBS.COM | 26.01.2010 | 17:06
Des dirigeants juifs de Pologne et de plusieurs pays ont dénoncé les déclarations de Tadeusz Pieronek sur la Shoah.
Tadeusz Pieronek (AFP)
Des propos "ignobles"

Le Conseil Représentatif des Institutions juives de France (CRIF) a notamment publié un communiqué dans lequel il dénonce les propos "ignobles" de l'évêque polonais sur la Shoah.
Le CRIF rappelle que cette déclaration scandaleuse a été prononcée quelques jours après les propos réitérés par Mgr Richard Williamson.
Il y a un an, Mgr Williamson, un évêque de la fraternité Saint-Pie X avait provoqué un tollé en déclarant : "Je crois que les chambres à gaz n'ont pas existé". Dans une vidéo postée le 14 janvier 2009, il affirmait, à propos de son procès en Allemagne pour "incitation à la haine raciale" : "[C'est de l'] excitation raciale, parce que j'ai mis en question les 6 millions de juifs gazés, et le mettre en question c'est un crime selon le droit allemand, donc ils m'attaquent". En effet, s’il a présenté publiquement ses excuses pour le scandale provoqué il y a un an, Mgr Richard Williamson n’a en effet pas voulu revenir sur le fond de ses propos.
Malgré tout, le CRIF affirme soutenir le dialogue judéo-catholique, car, explique le communiqué, les positions de Mgr Pieronek et de Mgr Williamson sont très minoritaires.

Scandaleux et "grotesques"
Leone Passerman, ex-président de la communauté juive de Rome qui figurait parmi ceux qui ont accueilli le pape Benoît XVI à la synagogue de Rome le 17 janvier, s'est dit "totalement scandalisé par ces commentaires, tout particulièrement s'ils émanent d'un membre de la hiérarchie ecclésiastique".
Aux Etats-Unis, le Rassemblement des survivants de l'Holocauste et de leurs descendants a jugé les propos de Pieronek "grotesques".
Piotr Kadlcik, président de la communauté juive de Pologne qui était la plus importante d'Europe avant la Seconde Guerre mondiale, a exprimé l'espoir que cette nouvelle controverse ne porte pas préjudice aux commémorations prochaines de la Shoah.
En effet, ces propos ont été tenus alors que le Premier ministre israélien Benjamin Netanyahu est arrivé lundi soir 25 janvier en Pologne où il participera mercredi aux cérémonies du 65e anniversaire de la libération de l'ancien camp d'extermination nazi d'Auschwitz-Birkenau.

Une nouvelle polémique

La presse a également réagi face à cette nouvelle polémique. Le site internet de l'EJP (European Jewish Press) a ainsi commenté la position de l'évêque polonais et rappelé que ces déclarations intervenaient alors que les relations entre l'Eglise catholique et les communautés juives ont récemment connu des tensions, après la décision du pape Benoît XVI de faire avancer le processus de béatification de Pie XII, pape critiqué pour son silence face à la Shoah.
The a également critiqué les propos de Tadeusz Pieronek en expliquant qu'il "avait allégué que les Juifs aujourd'hui servent de l'Holocauste comme 'une arme de propagande, servant à obtenir des avantages qui sont souvent injustifiées'". Le journal explique que malgré tout "Pieronek nie avec véhémence que ses paroles découle de l'antisémitisme".
La presse polonaise est restée plutôt silencieuse à ce sujet. Le quotidien polonais
Jerusalem Post
Rzeczpospolita est un des rares à être revenus sur le sujet dans son édition du 26 janvier. Cependant, les positions tenues sont moins radicalement critiques vis à vis de Tadeusz Pieronek, soulignant notamment que le responsable catholique a nié par la suite avoir tenu certains des propos que le site internet italien lui attribue.

Des propos exagérés ?

En effet, Pieronek, ancien secrétaire de la conférence épiscopale polonaise, est intervenu, lundi 25 janvier, à la télévision polonaise pour dire qu'on avait manipulé ses propos. Il a nié en particulier avoir prononcé la  phrase "l'Holocauste en tant que tel est une invention juive".
Il a également dit ne pas avoir "autorisé" la publication de l'interview, qui reste en partie consultable sur le site.
"Il est indéniable que le plus grand nombre des morts dans les camps de concentration étaient des Juifs, mais il y a aussi sur la liste des tziganes polonais, des Italiens et des catholiques", dit-il dans l'interview.
Alors, Bruno Volpe, le journaliste qui a réalisé l'interview a-t-il vraiment extrapolé ses propos ou l'évêque se sent-il contraint de faire marche arrière ?
A ce sujet, Piotr Kadlcik explique que "cela a provoqué des commentaires très durs des deux parties et cela montre à quel point le dialogue entre les deux religions est fragile, ce qui est vraiment préoccupant".
 


Mercoledì 27 Gennaio,2010 Ore: 14:32
 
 
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