- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (305) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org ELIE WIESEL, SU INVITO DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI, PARLERA' ALLA CAMERA IL GIORNO DELLA MEMORIA. Una nota di Paola Zanca,a cura di Federico La Sala

SHOAH - STERMINIO DEL POPOLO EBRAICO. 27 GENNAIO: GIORNO DELLA MEMORIA - LEGGE 20 luglio 2000, n. 211, DELLA REPUBBLICA ITALIANA
ELIE WIESEL, SU INVITO DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI, PARLERA' ALLA CAMERA IL GIORNO DELLA MEMORIA. Una nota di Paola Zanca

(...) da presidente della Camera, Gianfranco Fini chiama per la prima volta a parlare nell’aula di Montecitorio una persona che con la politica e il potere non ha niente a che fare. Non è uno a caso. È Elie Wiesel, uno dei pochi sopravvissuti ad Auschwitz ancora in vita, premio Nobel per la Pace, che da cinquant’anni, con le armi dei libri, combatte la sua battaglia contro “i nemici della memoria”.


a cura di Federico La Sala

 

FASCISMO E BERLUSCONISMO. LODE A FINI PER LE DICHIARAZIONI SULLE LEGGI RAZZIALI, MA "VERGOGNA" PER LA SUA SUDDITANZA AL PARTITO DI "FORZA ITALIA"!!!

Il Presidente della Repubblica Napolitano grida: Forza ITALIA; ma Schifani, Frattini e Fini (nonostante Mirko Tremaglia, onore a Lui) gridano per il partito: "Forza Italia"!!! Un gigantesco conflitto d’interessi

SCHIFANI, FINI, BOSSI, E TUTTI GLI ALTRI HANNO "SPOSATO" IL FALSO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E NON GLI HANNO SCRITTO ALCUNA "lettera di ripudio" (Paolo Farinella) E CANTANO ANCORA "Forza Italia"!!! Dormono alla grande!!!


Wiesel parlerà alla Camera il Giorno della Memoria

 

di Paola Zanca (il Fatto, 16.01.2010)

Nel 2002, da leader di Alleanza nazionale e vicepremier, aveva lasciato a bocca aperta deputati e senatori presentandosi alla celebrazione del Giorno della Memoria. L’Olocausto? Disse: “Una mostruosità”.

Ora da presidente della Camera, Gianfranco Fini chiama per la prima volta a parlare nell’aula di Montecitorio una persona che con la politica e il potere non ha niente a che fare. Non è uno a caso. È Elie Wiesel, uno dei pochi sopravvissuti ad Auschwitz ancora in vita, premio Nobel per la Pace, che da cinquant’anni, con le armi dei libri, combatte la sua battaglia contro “i nemici della memoria”. Finora, alla Camera avevano parlato solo capi di Stato, rappresentanti di istituzioni: Papa Wojtyla, il re di Spagna Juan Carlos. Fini ha alzato il telefono, chiamato New York e proposto a Wiesel, che dagli anni Sessanta vive in America, di venire in Italia a ricordare quell’orrore.

Il Giorno della Memoria si celebra da dieci anni: per ricordare lo sterminio e le persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti si sono organizzate mostre, visite istituzionali, concerti, proiezioni, iniziative nelle scuole. A proporre la sua istituzione, nel gennaio del 2000, fu il deputato Furio Colombo. La data scelta fu il 27 gennaio, la stessa in cui nel 1945 vennero abbattuti i cancelli di Auschwitz. “Si era molto discusso, a destra, se non fosse il caso di parlare anche di foibe e di gulag - ricorda Colombo - Io allora spiegai al Parlamento che foibe e gulag sono orrendi delitti, ma la Shoah è un delitto italiano: senza la partecipazione italiana, il progetto tedesco non avrebbe mai potuto diventare europeo. È vero che ci furono generali e comandanti, come Giorgio Perlasca, che salvarono anziché condannare, ma ricordo anche che le leggi razziali furono approvate all’unanimità. Per questo - prosegue il deputato Pd - nel 2000 chiesi all’aula di comportarsi allo stesso modo nel voto sulla legge che istituiva il Giorno della Memoria. Devo dire che la mia implorazione fu accolta.

L’invito a Wiesel è il coronamento di questo percorso: la Giornata diventa così importante non solo per il paese, per i giovani, per le scuole, ma anche per il Parlamento che ascolterà la testimonianza di uno dei pochi sopravvissuti ancora viventi”. Wiesel, nato in Romania nel 1928, fu deportato assieme alla famiglia, perché ebreo. Ad Auschwitz condivise la prigionia con Primo Levi, poi finì a Buchenwald dove gli americani lo trovarono, stipato in mezzo ad altri mille ragazzini, quando entrarono nel campo. Un mese fa, dopo il furto dell’insegna di Auschwitz, scriveva: “In questa nostra era di confusione e sfiducia, la Verità è sempre in prima linea, al fronte, e i suoi nemici sono i nemici della Memoria”. Il pomeriggio del 27 lo ricorderà ai nostri parlamentari. Anche a chi ogni tanto ha la memoria corta.



Sabato 16 Gennaio,2010 Ore: 12:00
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Storia

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info