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www.ildialogo.org IL CASO TETTAMANZI E IL DIO DEGLI AFFARI. LA CHIESA DEI BERTONE E DEI RATZINGER, "SPOSATASI" CON IL CAVALIERE, ORA E' SOTTO LA PRESSIONE DELLE "AVANCES" DELLA LEGA. Una nota di Massimo Franco,

ITALIA: LA POLITICA DEI PARTITI E LA CHIESA CATTOLICO-ROMANA. Costituzione, Evangelo... e abuso della Parola - della parola "Cristiani" e della parola "Italia"
IL CASO TETTAMANZI E IL DIO DEGLI AFFARI. LA CHIESA DEI BERTONE E DEI RATZINGER, "SPOSATASI" CON IL CAVALIERE, ORA E' SOTTO LA PRESSIONE DELLE "AVANCES" DELLA LEGA. Una nota di Massimo Franco

(...) una delle conseguenze non volute degli incontri del settembre scorso fra i vertici leghisti ed il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, e il segretario di Stato, Tarcisio Bertone (...)


La Lega tenta di usare il Papa per legittimare il suo attacco

di Massimo Franco (Corriere della Sera, 8 dicembre 2009)

La novità nell’attacco al cardinale Dionigi Tettamanzi, è che stavolta la Lega giustifica le accuse all’arcivescovo di Milano tentando di farsi scudo con il Papa. Per anni, il partito di Umberto Bossi aveva contrapposto la «Chiesa di Roma» a quella padana; e sottolineato la sfasatura fra «il centralismo vaticano» ed un popolo cattolico in sintonia con il Carroccio. Adesso, la polemica è contro il maggior esponente della gerarchia ecclesiastica lombarda. E il ministro leghista Roberto Calderoli si difende dalle reazioni suscitate dalle sue parole insultanti, evocando Benedetto XVI. «Solo il Papa non sbaglia », dice. «Per fortuna nella Chiesa non esiste un pensiero unico».

La rozzezza dell’offensiva è vistosa, quando il quotidiano del partito, La Padania, definisce il presule un «laico sempre più lontano dai fedeli». Il messaggio, però, aspira ad essere più sottile. La Lega non si limita ad appellarsi ai sentimenti della base cattolica: lascia capire che sarebbero simili alle idee del pontefice. Il tentativo è quello, un po’ azzardato, di mostrare «fuori linea» Tettamanzi.

La negazione del «pensiero unico» serve ad evocare una filiera interna alle gerarchie vaticane, in disaccordo con l’arcivescovo di Milano. In più, il partito di Umberto Bossi sceglie un bersaglio che imbarazza il Pdl, suo alleato e insieme concorrente alle prossime Regionali, in programma nella primavera del 2010.

E infatti il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, si smarca dalle critiche a Tettamanzi. Afferma di non condividerle, sebbene aggiunga che quelle del centrosinistra ai «cattolici del Pdl» gli appaiono strumentali. Che non si tratti di un’uscita estemporanea ma di un nuovo capitolo della «strategia cattolica» del Carroccio è evidente.

Per il modo in cui avviene, fa sospettare che sia una delle conseguenze non volute degli incontri del settembre scorso fra i vertici leghisti ed il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, e il segretario di Stato, Tarcisio Bertone. La Padania sta martellando da settimane sull’identità cristiana del partito. Difende i temi cari alla Santa Sede a livello parlamentare, come il testamento biologico. Si schiera con la Svizzera che ha votato contro i minareti, ricevendo una replica dura da parte di Osservatore Romano e Avvenire, quotidiano della Cei, attenti a non avallare una battaglia che sconfina nella xenofobìa.

L’attacco a Tettamanzi ufficializza l’offensiva contro un «clericale di sinistra», nelle parole del viceministro Roberto Castelli: un punto di resistenza culturale all’agenda di Bossi. Vuole dimostrare che l’elettorato è con la Lega, e non con un vescovo paragonato senza mezzi termini ad un «imam islamico». Rivendica il diritto a criticare una Chiesa accusata di «parlare di politica », esulando dai propri compiti tradizionali.

Il coro a difesa di Tettamanzi è possente fino all’eccesso: dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, a quello dell’Antimafia, Giuseppe Pisanu, e del Pd, Rosy Bindi, a Pier Ferdinando Casini dell’Udc, ad esponenti del Pdl. Ci sono anche Idv e Pdci. Ma questo non cambierà l’atteggiamento di Bossi. Insistendo sulla «difesa dell’identità», la Lega parla all’elettorato, senza preoccuparsi delle reazioni.

In fondo, dal 1994 a oggi il Carroccio si è affermato non grazie ma nonostante l’atteggiamento dei vescovi e del Vaticano. Ha preso voti in proprio. E ultimamente ha cercato di accreditarsi sfruttando le incomprensioni con la Cei seguite alla svolta laica di Fini; e le difficoltà fra Silvio Berlusconi ed i vescovi dopo l’aggressione della stampa berlusconiana al direttore di Avvenire, Dino Boffo.

La marcia di avvicinamento è avvenuta in modo strumentale, senza rinunciare alle sue battaglie simboliche: a cominciare dall’ostilità verso immigrati ed islamismo. Si tratta di due temi sui quali la convergenza con il mondo cattolico si rivelerà molto difficile.


Sul tema, in rete, si cfr.:

  DON PAOLO FARINELLA, PRETE E CITTADINO "SPOSATOSI" CON BERLUSCONI, COMINCIA A SVEGLIARSI: GLI HA SCRITTO UNA "LETTERA DI RIPUDIO", FINALMENTE!!! 
  A QUANDO QUELLA DELLA CEI, DELLA GERARCHIA ROMANA, E DEGLI "ALTRI"?!

  CRISTIANESIMO, CATTOLICESIMO E BERLUSCONISMO.

  IL POTERE E LA GRAZIA. I SANTI PATRONI - IN MOSTRA. NEL NOME DEL DIO DEGLI AFFARI, RINNOVATO PATTO DIABOLICO "STATO-CHIESA".

  LA CHIESA DEL SILENZIO E DEL "LATINORUM". Il teologo Ratzinger scrive da papa l’enciclica "Deus caritas est" (2006) e, ancora oggi, nessuno ne sollecita la correzione del titolo. Che lapsus!!! O, meglio, che progetto!!!

  IL SOGNO "INFANTILE", DEVASTANTE E GOLPISTA, DI "FORZA ITALIA" E DELLA CHIESA "CATTOLICA" E’ FINITO!!! LA COSTITUZIONE ITALIANA E’ GIOVANE E SALDA E, CON LE SUE RADICI DANTESCHE ED ETERNE, NON HA PAURA DELLE SFIDE DELL’AVVENIRE!!!

  PER LA DISTRUZIONE DELLA CHIESA E DELLA REPUBBLICA, L’ORDINE E: ALL’ATTACCO!!! IN NOME DI CRISTO E DELL’ITALIA, LA "SANTA" ALLEANZA DI DUE GOVERNI FEDELI AL DIO DENARO (BENEDETTO XVI, "DEUS CARITAS EST", 2006) E AL PARTITO DEL SUO PROFETA "FORZA ITALIA". Appunti per i posteri



Mercoledì 09 Dicembre,2009 Ore: 11:10
 
 
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