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www.ildialogo.org Una piccolissima soddisfazione,di Mario Mariotti

Una piccolissima soddisfazione

di Mario Mariotti

Il cibo per tutti, il lavoro per tutti, stipendi quasi simbolici però in un quadro in cui tutti i servizi sociali erano gratuiti, vedi scuola, sanità, ecc., il prezzo politico per i beni essenziali, una povertà dignitosa per tutti (qualche privilegio l’avevano i pezzi grossi del partito unico, gli stessi che da noi hanno i vescovi rispetto ai parroci di periferia o di montagna). Questa la Polonia al tempo di Santo Jarusewschi e prima della caduta del Muro.
La musica di oggi? Differenze enormi fra ricchi e poveri, il ceto medio assatanato per entrare fra i primi, disoccupazione per gli operai espulsi nelle ristrutturazioni, le badanti lontane dalla loro famiglia per uscire dalla povertà dignitosa ed entrare nel benessere occidentale, inoltre una informazione che, ai poveri, fa leggere la realtà con gli occhi dei ricchi, ed ammonisce perciò una sistematica bestemmia della Verità, e, a coronamento del tutto, tutti e quanti gli effetti collaterali alle società strutturate secondo la trinità maligna: droga, prostituzione, emarginazione, delinquenza, sfruttamento e disperazione per i non-competitivi, per coloro che non riescono ad entrare, per i pochi talenti o per mancanza di appoggi, nella logica del mercato.
Questa la situazione di oggi nel Paese ex comunista, ma, sempre e comunque, cattolico doc. I miei lettori sanno benissimo a quale dei due modelli vanno le mie preferenze, (in realtà non vanno, ma andavano, perché oggi il primo modello si è dematerializzato), ma forse non sanno quanta indignazione e quanta amarezza mi sono dovuto ingoiare a causa dei due strumenti che sono stati subdolamente usati per provocare quel passaggio dal primo al secondo modello che la nostra informazione ha definito come evoluzione verso la libertà, mentre io lo definisco come involuzione e ritorno al fascismo.
Che per soffocare il socialismo e per entrare nel capitalismo siano stati usati proprio il cristianesimo e il sindacato, ai miei occhi è una bestemmia tale, che non può trovare perdono. Che il cattolicesimo polacco, con la benedizione di quello di Roma, sia riuscito a fare di Nostro Signore lo sponsor del capitalismo, del mercato e della competizione, e che il sindacato, che è stata la conquista dei lavoratori proprio per difendersi dallo sfruttamento del capitalismo, sia stato la porta d’ingresso del capitalismo stesso, per me sono state e continuano ad essere due indecenze illimitate. Questo uso di Gesù per introdurre anche in Polonia l’idolatria di Mammona, e questo uso del sindacato per introdurre quel mercato che io chiamo “mercancro”, e che uccide il sindacato in quanto tale, cioè il difensore dei diritti di tutti i lavoratori e lo sostituisce con la corporazione dei competitivi che restano lavoratori, ai danni dei non-competitivi, che diventano disoccupati, a me sembrano due bestemmie tali che non sono mai riuscito, e non riesco ancora a capire, perché in questo giudizio mi sia sempre trovato isolato da tutti o quasi.
Tuttavia, in questo mio mare di disgusto e di indignazione, oggi una piccola soddisfazione me la posso godere anch’io: anche i cattolici polacchi finalmente sono indignati e disgustati, per il concerto che “Madonna” ha tenuto a Varsavia proprio il 15 agosto, festa di Maria Assunta. Io non so dove, in questo momento, si trovi il “Santo subito” Papa Wojtyla. Se dopo la morte non c’è più nulla, questa è la sua fortuna; ha già finito, dopo aver fatto tanto tribolare, di tribolare lui stesso. Ma se adesso lui c’è, ed è quindi nella Verità, povero lui quando vede, nella Verità, il risultato del proprio lavoro! Non c’è neanche bisogno che il signore gli dica: “Io non ti conosco”, e che lo spedisca nella Geenna. La Geenna, l’inferno, l’ha dentro di sé farà molta fatica a saltarne fuori, perché il concerto è paradigma di rincoglionimento operato dal mito del modello culturale occidentale made in USA, ma esso è una piccola cosa rispetto alla sterminata violenza strutturale del “mercancro”, e questo mercancro è stato benedetto, favorito ed introdotto proprio da chi si spacciava per il vicario di Dio, cioè da lui stesso. E, a proposito di questo, di vicario di Dio, anche questa è una bufala che andrà rimossa, dato che, del Signore, cioè di Colui il cui progetto era ed è il Beati i poveri per scelta, il Suo vicario ha dimostrato di non avere nessuna conoscenza, di non aver capito una mazza. Bisogna infatti che ci cacciamo nella testa, ognuno di noi, che ognuno di noi lo è, vicario di Dio, se e quando ama, se e quando coniuga lo Spirito-Verbo-Amare nella concretezza della propria esperienza esistenziale. Quindi prima faremo a fare del Vaticano il museo degli orrori, e ad includere fra essi il concetto di vicariato di Dio, e meglio sarà.
Ma torniamo al concerto, e all’indignazione dei cattolici polacchi, ed ecco un’ultima riflessione. Spesso la sofferenza che ci troviamo a subire è anche frutto della cultura che noi abbiamo fatto nostra, che pratichiamo, e che include strutturalmente le cause della sofferenza che dovremo subire. Abbiamo fatto nostro un cristianesimo che è compatibile col “beati i ricchi”? Ecco che abbiamo rifiutato la Verità e ne paghiamo le conseguenze. Questo sia per i cattolici polacchi che si devono ingoiare Madonna, e sia per i lavoratori ex comunisti che non hanno saputo difendere il Socialismo, progetto sostanzialmente evangelico.
E allora, per costruire un futuro decente, proviamo a mettere i vicari in cassa-integrazione, proviamo a giudicare da noi stessi, proviamo a capire che la Verità va pagata con la fatica della nostra conversione all’amare e condividere. Quando avremo fatto questo, la piazza del concerto di Madonna sarà vuota, e se vedremo che lei ha fame, le regaleremo una piazza.
E che fine farà Lek Valesa, che si è ingrassato come un maialino mentre i lavoratori polacchi cacciati dalle fabbriche hanno masticato il pane amaro della propria famiglia ferita dalla povertà?
Deve sperare anche lui che di là non ci sia niente, perché se c’è il Signore ad aspettarlo, dato che il Signore stesso è laico, con lui sarà ancora più severo che con Wojtyla. Al secondo riconoscerà l’attenuante dell’alienazione religiosa, più che spiegabile nella cultura cattolica polacca che l’ha visto crescere fino al pontificato; il primo avrà l’aggravante di essere un laico che ha tradito i suoi compagni proprio attraverso lo strumento che avrebbe dovuto difenderli dalla malignità del “mercancro”.
Povero Lek, destinato allo stesso party di Wojtyla, ma col termostato spostato all’insù!
 
Mario Mariotti

 



Luned́ 31 Agosto,2009 Ore: 16:49
 
 
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