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www.ildialogo.org IL FANTASMA DELLA CRISI ECONOMICA.,di Padre Teresino Serra, Superiore Generale dei missionari comboniani

IL FANTASMA DELLA CRISI ECONOMICA.

di Padre Teresino Serra, Superiore Generale dei missionari comboniani

I missionari comboniani si preparano a celebrare il loro Capitolo Generale di Settembre. Una riflessione essenziale, chiara, evangelica e sincera.


Il Superiore Generale, PADRE TERESINO SERRA, ha esortato tutti i confratelli a rendersi solidali con chi subisce le ripercussioni più gravi della crisi economica che ha colpito tutto il globo. Un’esortazione ispirata dalla REGOLA DI VITA (RD) dell’Istituto, a vivere più intensamente la nostra consacrazione che ci fa sentire più vicini anche alle nostre famiglie e a chi ci fa del bene.
La crisi economica mondiale è su tutti i giornali, tutti i giorni. Un giornale di qualche tempo fa riportava alcune testimonianze di preoccupazione e sofferenza nelle normali famiglie italiane. Si leggeva :”Il mangiare scarseggia in casa”; “per andare avanti chiedo aiuto a mio padre, che vive della sua pensione”; E ancora :”Ho perso il lavoro a 55 anni. Sentirsi mantenuto dalla moglie per me significa essere un inutile, un nessuno”. “In casa abbiamo deciso per i tagli su tutti i fronti: usare poco la macchina e il telefo0no: Niente ristoranti e niente vacanze. Stare insieme e dimezzare le spese….e non cestiniamo più i volantini con le offerte. Dalla crisi si esce con un minimo di impegno”.
Penso a queste ultime parole e mi domando:”Come viviamo questa crisi nelle nostre comunità”? Forse non ci siamo neanche accorti della crisi, grazie la voto di povertà che ci permette di vivere senza sapere quanto spendiamo, o, come dice COMBONI,o senza sapere quanto sudore costa il denaro” (S 2607). Sia chiaro che non voglio dare lezioni a nessuno. Sto scrivendo per introdurre il tema della povertà e della sofferenza di chi è vittima della crisi;il tema dell’autolimitazione e il tema di un livello di vita più semplice ed austero.
Il Presidente della Repubblica italiana, toccando il tema della crisi economica, ha parlato di opportunità:”Facciamo di questa crisi un’opportunità, ha detto, per liberarci dalle debolezze e insufficienze del nostro sistema”. Parafrasando possiamo prendere la strada di questa opportunità per liberarci dalle debolezze di una vita di povertà non vissuta in pieno. Questa è anche un’opportunità per ritornare alla saggezza della nostra Regola di Vita, meditarla e fare un sincero esame di coscienza.
 
1.       USO DEI BENI.
“Nell’uso comune dei beni, il missionario si ispira all’ideale della prima comunità cristiana. Condivide con i confratelli i beni materiali e le esperienze di fede, senza cercare privilegi per se stesso” (RV, 27.3). Il FONDO COMUNE , CHE ABBIAMO ADOTTATO (AC’03, 102; 102.2) è inteso troppo spesso come un meccanismo amministrativo. Al contrario, è un cammino missionario, è strumento concreto attraverso cui esprimere e condurre una vita missionaria realizzata comunitariamente nella programmazione, nella ricerca dei mezzi necessari, nell’esercizio delle opere scelte e nella valutazione del lavoro fatto. Ovviamente, saremo capaci di condividere ciò che abbiamo, se saremo capaci di condividere ciò che siamo.
 
2.       BENI E POVERTA’.
 
“La testimonianza di povertà dell’Istituto si esprime nella comunione, condivisione e autolimitazione dei beni economici, secondo lo spirito e la pratica delle prime comunità cristiane” (RV,164).Ricordiamoci a vicenda un principio evangelico fondamentale valido per i tre voti: dobbiamo badare più all’essere che all’apparire. Certamente il “NON ESSERE” rende arido o annulla ogni sforzo ed ogni attività apostolica. Dobbiamo guardare all’essere come Cristo ci vuole., alla perfezione a cui Cristo ci ha chiamati.
    
3.       LA LEGGE DEL LAVORO.
 
“Il comboniano vive la povertà anche attraverso un serio e impegnato lavoro quotidiano” (RV 27.2). Nella vita religiosa anche per chi non lavora, il piatto è sempre pronto ed abbondante. Grazie a Dio, coloro che non lavorano non sono molti. Anzi è il caso di dire che a molti bisognerebbe dare un ordine di riposare un po’. Comunque la legge del lavoro esiste per tutti. Lavorare significa anche fare bene le cose con passione e professionalità”.
 
4.        CON I   POVERI.
“Nonostante le difficoltà a condividere le condizioni dei poveri, il missionario prende su di sé le loro ansietà, i loro problemi, e la loro difesa. Si unisce a loro nello sforzo di migliorare le loro condizioni di vita, contro ogni sfruttamento e ingiustizia” (RV, 28.2). E qui Gesù il Cristo ci fa ritornare la suo Vangelo, alla parabola del ricco epulone. Gesù ci ricorda che il posto giusto per noi è stare con Lazzaro,, sentire e capire cosa significa vivere con le briciole che cadono dalla mensa degli altri. Gesù dice anche che la tentazione di rimanere a tavola col ricco epulone è continua e forte. Dal posto che scegliamo diamo un messaggio. Per questo, nuovamente, la RV dice che “il missionario sceglie volontariamente la povertà di Cristo, lasciando ogni cosa;……segue uno stile semplice di vita per essere libero di portare il messaggio evangelico ai più poveri e abbandonati e vivere in solidarietà con loro” (RV 27).
PADRE   TERESINO    SERRA
SUPERIORE GENERALE


Marted́ 14 Luglio,2009 Ore: 16:55
 
 
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