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www.ildialogo.org Lettera di Auguri,di Ambrogio Bongiovanni

Natale 2009
Lettera di Auguri

di Ambrogio Bongiovanni

Mi chiedevo da alcuni giorni cosa augurare per il prossimo Natale, in  un momento in cui il nostro Paese appare gravemente ammalato.
Ho sempre avuto uno sguardo più “universale” nelle mie riflessioni, ma la situazione attuale mi spinge ad avere un’attenzione al “locale”.
A dire il vero mi preoccupa meno la crisi economica che stiamo attraversando e molto di più un certo egoismo diffuso che sfocia in forme di xenofobia, di intolleranza, di mancanza di rispetto per le istituzioni democratiche, di mancanza del senso dello Stato e del bene comune. Mi preoccupa ancora di più l’uso distorto e strumentale della religione, dei suoi segni e simboli, spesso per discriminare tutti coloro che non appartengono al gruppo dei “nostri” e che è il preludio di ogni fondamentalismo; ma anche per raggiungere precisi obiettivi di potere. Non basta evocare le radici cristiane e poi comportarsi calpestando i valori ed i principi cui quelle radici si ispirano.
Sarebbe bello dunque augurarci per questo Natale che ciascuno di noi si renda capace di elaborare qualche risposta per uscire dal momento presente.
Cercando - con un po’ di fatica, lo ammetto - di farmi coraggio e di pensare “positivo”, come direbbe qualcuno, provo a comunicare le mie risposte.
Trovo consolazione ancora una volta nella fede e trovo risposte che propongono un’etica “controcorrente” per ricostruire la nostra società nella prospettiva della Civiltà dell’Amore.
Il Signore Gesù Cristo viene in mezzo a noi parlandoci non attraverso segni di potenza e prevaricazione umana ma attraverso segni di “debolezza”: Egli «pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò sé stesso assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini» (Fil. 2, 6-7). Debolezza che era scandalosa ai suoi tempi e lo è tutt’oggi per alcuni. La nascita di Gesù così come la Sua morte sono caratterizzate infatti da segni di debolezza e di povertà. Gesù nasce povero, migrante, con il rischio di essere perseguitato. Eppure son proprio i semplici, i reietti, gli “stranieri”, che lo riconoscono per primi come Figlio di Dio. Infine, Gesù muore sulla croce, “spogliato” delle sue vesti, straziato nella carne: passaggio obbligato verso la Risurrezione e la Redenzione dell’uomo. Nascita e Morte di Gesù Cristo, momenti topici dell’esistenza umana, sono caratterizzati da segni di debolezza e la speranza cristiana paradossalmente trova la sua forza in questi segni e caratterizza tutta la Missione della Chiesa. Essi contengono infatti tutta la grazia salvifica di Dio e la potenza che ci libera dal peccato, dall’egoismo, dalla sete di possesso e di potere.
Tali segni vanno rispettati perché ci rimandano a Qualcuno più grande di noi e dunque non possono essere usati da alcuno per discriminare e sopraffare gli altri, né per rivendicare la nostra identità ed escludere gli altri (vicini o lontani che siano!). No, non possiamo usare questi segni per scopi politici, sociali e di difesa identitaria. «Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità» (1 Tim. 2,4). I segni che hanno accompagnato la nascita e la morte di Gesù sono simboli viventi che coinvolgono tutta l’umanità.
Nella mia esperienza di dialogo interreligioso tutte le volte che ho presentato questi segni, spiegandone il significato, a persone di altre tradizioni religiose quest’ultime sono state pronte a rispettarli e a trarne ispirazione anche per la loro vita spirituale. Per me è un miracolo grandissimo.
Questi segni possono aiutarci a dare risposte sia personali che comunitarie per scelte di vita diverse da attuare nella vita civile ed ecclesiale.
Questa “debolezza” mi sostiene più che le manifestazioni di “onnipotenza” dei potenti. Da essa scaturisce la speranza che tutti i cristiani testimonino nel mondo con umiltà che attraverso la sequela di Gesù è possibile costruire il Regno di Dio, regno di pace, giustizia, amore e fraternità per tutti gli uomini.
È questo il mio augurio per questo Natale  a tutti gli amici   con cui  ho camminato  e continuo a camminare.
Buon Natale e Buon 2010 anche da parte della mia famiglia!!!
Ambrogio Bongiovanni 


Giovedì 24 Dicembre,2009 Ore: 16:00
 
 
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