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www.ildialogo.org Il mito della Caduta e la dottrina del peccato originale,di Anna Baring (edi riferimenti)

Il mito della Caduta e la dottrina del peccato originale

di Anna Baring (edi riferimenti)

Questo è il testo di un seminario tratto da un corso che ne prevedeva dodici, dedicato alla riscoperta dell'anima ed alla guarigione spirituale. Lo pubblichiamo con l'autorizzazione dell'autrice.


Lo scopo di questo seminario è quello di analizzare un altro importante mito che ha esercitato una influenza considerevole sul nostro atteggiamento davanti al principio femminile, ed in particolare davanti al corpo.
L' ultima volta, abbiamo analizzato l'influenza del mito di Mardouk e di Tiamat (in cui Mardouk, il dio solare vince ed uccide la Dea Madre come pure il cambiamento fondamentale che esso ha indotto nella coscienza umana. Il mito della Caduta appartiene al medesimo periodo di alienazione dalla natura nel corso del quale la figura di Dio Padre prende il posto della Dea Madre e lo spirito, l'anima e l'uomo iniziano ad essere considerati superiori alla natura, al corpo ed alla donna , i primi essendo giudicati buoni ed i secondi, cattivi. Questo mito descrive un cambiamento di stato, il passaggio dall'unità (incosciente) e dall'armonia alla separazione ed all'alienazione. Il mito della Caduta è uno dei miti di alienazione tra i più potenti ed ha esercitato una straordinaria influenza sulla concezione giudaico-cristiana della vita. Nella civiltà cristiana , esso ha condizionato fortemente l'atteggiamento negativo nei confronti della donna e le stesse relazioni tra uomini e donne. I suoi effetti perversi non sono mai stati sottolineati dalle Chiese cristiane ; fino a non riconoscerne l'esistenza . Secondo il mio punto di vista, questo costituisce il lato oscuro dell'insegnamento cristiano, quello che ha determinato un torto immenso all'io cristiano. Ed è la causa principale della nostra attuale concezione meccanicistica della natura e della materia.
Il mito della Caduta è stato preso alla lettera come rivelazione divina e ciò ha nutrito l'idea che la natura umana sia congenitamente imperfetta. Questo mito è all'origine della nostra eredità culturale e questo lungo condizionamento mitologico è stato così forte che è molto difficile prendere coscienza dei postulati che ne derivano , per non parlare di una rimessa in discussione. La conseguenza di questo mito per noi oggi è questa: per numerosi millenni, le profondità dell'anima umana che hanno conosciuto una vita di appartenenza alla creazione grazie alla figura della dea ed una percezione istintiva se non incosciente dell'universalità della vita e della sua unità , vita governata dalla legge divina, sono state private nei fatti di questa figura. La rivelazione primitiva nella quale l'insieme della vita era percepita come una epifania della dea è stata progressivamente perduta ; soltanto le tradizioni mistiche delle tre religioni patriarcali l'hanno mantenuta in vita, trasmettendo questa visione arcaica nella Kabbala e nell'Hassidismo nella tradizione giudaica e nell'Alchimia nelle tradizioni cristiana e islamica. In molti luoghi, oggi, grazie alla loro influenza l'immagine più antica del matrimonio sacro e la percezione olistica della vita stanno per risorgere alla piena coscienza .
Invece di prendere alla lettera questo mito e di considerarlo come un pilastro irremovibile della nostra tradizione religiosa, non potremmo ricollocarlo nel suo contesto storico, come risultante di una catastrofe avvenuta in un particolare momento e che è stata interpretata in maniera innaturale, come un castigo divino per il quale la dea è servita da capro espiatorio? Ed andando più lontano, non potremmo farne una interpretazione psicologica, considerandolo come espressione di una esperienza che l'umanità ha fatto di se stessa nel momento in cui essa ha raggiunto un nuovo livello di coscienza ? Allora, questo mito potrà essere considerato come la descrizione della rottura di una unità incosciente ( o fusione) con la natura e la presa di coscienza sconvolgente della dualità. La colpevolezza di Adamo ed Eva non è di natura morale, nel senso che essi avrebbero commesso qualcosa di male, ma una colpevolezza tragica, che poggia le sue radici nella struttura stessa dell'esistenza e nella pulsione della vita verso l'evoluzione. Lo sviluppo della coscienza richiede perdite e sacrifici. La colpevolezza è il sentimento che si prova quando si subisce perdita ed alienazione , e questo mito è stato inventato per descriverla, ma niente e nessuno è da biasimare. La natura umana non è intrinsecamente decaduta o peccatrice.E' semplicemente accaduto che la coscienza ha reciso la ' radice ed il rizoma dell'anima' e non ha compreso ciò che era accaduto.
Poichè è terribilmente dannoso dire a qualcuno d'essere decaduti o in stato di peccato dal momento della venuta al mondo , si tenterà inconsciamente di disfarsi di questo fardello intollerabile liberandosi dell'odio per se stessi e per la propria colpevolezza proiettando i sentimenti inconsciamente negativi su altre persone o altri gruppi sociali. Costoro vedono attribuirsi un nome dispregiativo e sono associati a qualcosa di ripugnante di cui ci si deve liberare, che deve essere eliminato. Da qui derivano delle pagine buie della storia del cristianesimo : le persecuzioni contro gli ebrei, i musulmani o più generalmente contro tutti i gruppi definiti eretici. L'aspetto pernicioso dei loro attacchi sfuggono agli autori, vale a dire che essi si considerano senza colpa quando 'l'altro' è da biasimare.
Il mito della Caduta risale all'Antico Testamento ed è possibile che in origine sia stato creato dopo una terribile catastrofe abbattutasi sul popolo ebraico, potrebbe trattarsi della pulizia etnica dell'intera popolazione della provincia settentrionale di Israele nel 750 ac circa. Sappiamo che nel bambino si crea un forte sentimento di colpevolezza se egli subisce un trauma durante la sua prima infanzia. Questo meccanismo può essere applicato ad un evento storico particolare che ha provocato sugli ebrei il bisogno di spiegare una catastrofe che è piombata su di loro come una punizione divina.
Da un altro punto di vista, possiamo anche interpretarlo come il mito della nascita della coscienza con tutto ciò che questo comporta., poichè ciascuno di noi ha fatto questa esperienza quando si passa dall'età infantile all'infanzia, uscendo poco a poco dal grembo materno ( il Giardino dell'Eden) per andare verso la separazione e la coscienza di se e di conseguenza verso la dualità ( la Caduta). Se la madre scompare bruscamente durante questa fase, questa catastrofe provoca al bambino un sentimento di colpevolezza, la sensazione che egli ha dovuto fare qualcosa di male per essere punito con la perdita della persona con la quale egli ha avuto il legame istintivo più profondo.( Perchè sono stato punito ? io devo essere malvagio.)
La nascita della coscienza provoca la dualità : presa di coscienza di se e presa di coscienza dell'altro, ad assieme quella di dover operare una scelta di fronte a questa alternativa , ed infine essere responsabile di questa scelta. Deriva da questo mito l'idea che noi disponiamo di un libero arbitrio e quindi abbiamo la possibilità di scelta , di modo che esso contrassegna una tappa estremamente importante nell'evoluzione della coscienza umana. Ma insegna anche che noi abbiamo fatto qualcosa di malvagio e dobbiamo pagarne le conseguenze.
Questo mito può essere interpretato in una terza maniera: ci racconta la storia dello stato originario di globalità che viene dimenticato quando viene mangiato il frutto dell'Albero della Conoscenza del bene e del male. Esso potrebbe raccontare la storia della nostra Caduta, del passaggio da una dimensione di coscienza ad un'altra, della Caduta dal 'Giardino dell'Eden'- o mondo primordiale dell'anima- nel mondo della manifestazione fisica nella quale siamo entrati in un corpo che ci fa subire l'esperienza della sofferenza e della morte .(Analizzerò ciò più in profondità nel corso del 6° seminario quando parleremo dell'integrazione del corpo, dell'anima e dello spirito). Ma il frutto del Giardino è stato mangiato e continua a vivere dentro di noi come il ricordo dello stato di unione primitivo che ci richiama indietro verso di lui .
Infine, questo mito può essere interpretato come la storia della demitizzazione della Dea Madre trasformata in una femmina umana che è ritenuta responsabile di aver portato la sofferenza, la morte ed il male nel mondo. E' possibile che ciò sia stato formulato dai sacerdoti come un mezzo per farla finita con la religione antica diffamando la dea ( proiezione negativa) . Il titolo che Adamo dà ad Eva è infatti il titolo che veniva dato prima alla Dea Madre: ' Madre di tutti i viventi' . Il mito della Genesi utilizza le immagini legate alla vita, quelle del giardino, dell'albero della vita e del serpente ( tutte e tre inseparabili nella mitologia del primo periodo) e le combina per farne una storia che parla di paura, di colpa, di patimento e di rimprovero. La Dea Madre che una volta raccoglieva in se la vita e la morte, come Eva, diventa la causa dell'entrata della morte nel mondo. E' una totale inversione della mitologia che l'aveva preceduta.
I meravigliosi dipinti di Cranach descrivono Adamo ed Eva nel Giardino dell'Eden donando la sensazione dell'esistenza di una relazione armoniosa tra gli esseri umani, gli animali e la natura che scomparve a causa dell'accettazione della mela da parte di Eva su consiglio del serpente.
Il mito della Caduta è essenzialmente un mito tragico , mito che mostra ciò che è da essere separato dalla natura, un mito che parla di perdita e che suscita la sensazione di essere stati puniti o maledetti.in un modo od in un altro. Ma , malauguratamente, questo mito è stato inculcato ed accettato generazione dopo generazione come una verità divinamente rivelata. Esso ha fatto passare l'idea che il dolore e la sofferenza della condizione umana sono stati causati dal peccato dei nostri progenitori , principalmente a causa del peccato di una donna, Eva, e che noi siamo stati tutti contaminati da questo peccato. Questo mito è entrato nell'immaginazione occidentale come se avesse qualcosa di eterno da dire a proposito della nostra natura ed a proposito della natura della donna in particolare. Questo mito è stato responsabile della misoginia che ha causato alle donne innumerevoli sofferenze. Secondo quanto dice la storia, è la risposta di Eva al serpente che ha segnato il passaggio dall'unità e dall'armonia del mondo divino alla separazione ed all'alienazione , ed ha dunque introdotto nel mondo il male, la sofferenza e la morte. Si può allora intendere questo mito come una storia che narra la risposta umana alla pulsione istintiva ( il serpente rappresenta l'istinto) nel passaggio ad un nuovo periodo della storia dell'evoluzione. L'entrata in questo nuovo periodo provoca delle grandi sofferenze allo stesso modo come la nascita di un bambino provoca grandi sofferenze alla madre ed al bambino. Tuttavia, è la contropartita del processo di evoluzione creatrice che ci ha condotti dall'esplosione del primo istante della nascita dell'universo fino ad oggi e ci farà finalmente ritornare alla sorgente dalla quale veniamo. In tal caso, noi abbiamo un debito di riconoscenza con Eva per aver ascoltato il serpente e per aver osato prendere il frutto dell'Albero della Conoscenza del bene e del male. ( Per altro, all'epoca in cui il mito venne concepito, quando la coscienza umana era ancora fragile, non è stato probabilmente compreso sotto questa luce).
In questo senso, non esiste alcuna colpa morale. Nessuno ha fatto qualcosa di male. Ma c'è una responsabilità tragica nel senso che noi dobbiamo portare il fardello costituito dalla perdita e dall'incomprensione di ciò che è avvenuto durante questo periodo di separazione dalla natura. Interpretare tale mito in questo senso nuovo potrebbe essere di grande aiuto per togliere il cilicio intollerabile che è stato fatto indossare all'io cristiano dalla interpretazione che venne data dai primi Padri della Chiesa.
Tale interpretazione ha espropriato i recessi più profondi dell'anima della vita di partecipazione al mondo naturale e li ha espropriati della percezione istintiva dell'unità della vita che sono stati rappresentati per migliaia di anni attraverso la figura della dea. Questo fu l'inizio del nostro modo di intendere la natura come qualcosa di non rigenerato, lontanissimo da noi, che noi abbiamo l'incarico di controllare e dominare.
Dobbiamo tornare ai commenti giudaici di questo mito per mettere a fuoco l'origine della visione pessimistica della figura di Eva negli scritti cristiani poichè essi sono la base sulla quale i commentatori cristiano hanno costruito in seguito. Nell'Antico Testamento , troviamo la frase chiave : " La donna è l'origine del peccato ed è a causa di essa che tutti noi moriamo " (Siracide 25, 24). Ed ecco un passaggio tipico tratto da un'altra sorgente :
“Le donne rappresentano il male, figli miei: poichè non hanno nè il potere nè la forza per ribellarsi contro l'uomo, esse ricorrono a degli artifici e provano a sedurlo con i loro sortilegi... Perciò , l'angelo di Dio mi ha detto di loro e mi ha insegnato che le donne cedono alla fornicazione più facilmente dell'uomo, ed esse nel loro cuore preparano delle trappole contro di lui: così dunque, si abbelliscono, poi traviano il loro spirito, e con uno sguardo esse istillano il loro veleno , poi con questo stesso atto esse li tengono incatenati; poichè la donna non può vincere l'uomo con la forza. Così, fuggite dalla fornicazione, figli miei, ed ordinate alle vostre donne ed alle vostre figlie di non ornare la testa e di non truccare il viso, poichè ogni donna che usa questa sorta di artifici è destinata al castigo eterno .” (Citazione tratta da Il Mito della Dea , note fornite altrove).
E' l'idea che Eva sia responsabile dell'espulsione dal Giardino dell'Eden che è servita da giustificazione per sottomettere le donne ebree ai loro padri ed ai loro mariti. Essa si è trasmessa nella cultura cristiana , principalmente sotto l'influenza di san Paolo. Nelle sue lettere indirizzate alle diverse chiese, san Paolo dà istruzioni alle donne di portare un velo, di non insegnare nè di prendere la parola in chiesa e di essere sottomesse ai loro mariti in ogni cosa: “Poichè l'uomo non è per la donna; ma la donna per l'uomo. Nè l'uomo è stato creato per la donna, ma la donna per l'uomo” (1 Tim 2, 8-14 ; Ef 5, 22-24 ; 1 Cor 14, 34-35 ; 1 Cor 11, 7-9).
Del tutto naturalmente, queste idee sono venute a far parte del nucleo dell'insegnamento cristiano e sono state causa di molte sofferenze subite dalle donne ma anche dagli uomini, entrambi condizionati da questo sguardo distruttivo gettato sulla donna. Nonostante il fatto che , nei vangeli, Gesù non abbia mai fatto riferimenti al peccato originale nè abbia mai assimilato la sessualità al peccato e, al contrario, ha evitato alla donna adultera la morte per lapidazione, il peccato originale costituì egualmente una delle basi fondamentali dell'insegnamento cristiano. Cosicchè questo mito è divenuto dottrina ufficiale ed ha fortemente condizionato in maniera spiacevole l'io cristiano di fronte alla vita umana, alla natura ed alla donna.
I più influenti tra i primi Padri della Chiesa (Gerolamo, Tertulliano, Origene, Agostino ) hanno scritto molto a proposito del mito della Caduta, come pure Lutero e Calvino. Tutti erano convinti che l'istinto sessuale facesse ostacolo alla spiritualità . Essi erano terrorizzati da quello che Tertulliano chiamava "l'impurità dell'utero " o " le parti vergognose" . Origene, forse lo scrittore più brillante e prolifico di tutti, si castrò. Sant'Agostino , un uomo molto passionale ed estremamente dotato, ripudiò alla fine la sua compagna di 18 anni, che egli amava teneramente, e dalla quale aveva avuto un figlio, poichè credeva che la castità piacesse di più a Dio. Le sue commoventi Confessioni sono piene di un profondo disgusto per il corpo e sostiene l'idea che la sessualità era la causa delle sue tentazioni. Egli ha lottato disperatamente per scoprire quale fosse l'origine del male , dato che credeva che Dio fosse infinitamente buono ed 'incorruttibile' , e concluse che il male viene dall'uomo, ed in primo luogo dal corpo 'corruttibile'. Partendo da questa idea e profondamente convinto del suo peccato e della sua colpevolezza, egli elaborò la dottrina del peccato originale, una delle basi fondamentali dell'insegnamento della Chiesa. Non ci si può che rammaricare che questa dottrina opponga l'amore di Dio e la vita naturale del corpo. La castità e l'astinenza erano considerate come ricomposizione del senso perduto dell'unità. Naturalmente, gli uomini che pensavano in questo modo, non potevano che essere spaventati e sentirsi minacciati dalle donne.
“Per mezzo della continenza noi siamo veramente legati e ricondotti all' Unità dalla quale siamo stati distratti dalla pluralità " (S.Agostino)
Il ragionamento tortuoso e torturato di S.Agostino porta questo tipo di argomenti:
“Per una sorta di giustizia divina, la razza umana è stata consegnata al potere del demonio, poichè il peccato del primo uomo è trasmesso dalla nascita a tutti quelli che nascono dall'unione carnale di persone dei due sessi , ed il debito dei progenitori vincola tutta la posterità . ” (p. 221, The Later Christian Fathers [Gli ultimi Padri della Chiesa Cristiana], Bettinson)
S Agostino ha dichiarato che la natura umana è fondamentalmente corrotta , che il desiderio sessuale e la morte sono la punizione per il peccato di Adamo ed Eva : Il desiderio sessuale è la prova ( e la punizione) del peccato originale che viene trasmesso, come un virus, nell'atto sessuale.
Lo scopo dell'unione carnale è unicamente la procreazione, e non il piacere che si prova durante l'atto stesso. Dai primi istanti della loro concezione , i bambini sono contaminati dal peccato originale; se essi muoiono senza essere battezzati, le loro anime non possono essere salvate... Il peccato di Adamo ha corrotto tutta la natura e vi ha introdotto la morte.
Poichè esse discendono da Eva, i primi Padri della Chiesa , nei loro scritti , immaginano così la donna, e la descrivono nei termini seguenti :
1. Di una essenza inferiore poichè Eva è nata da Adamo.
2. Oggetto di una seconda creazione poichè Eva è stata creata in un secondo tempo, da una costola di Adamo.
3. Alleata del serpente e del demonio poichè essa ha ceduto alla prima tentazione.
4. Essa è la Porta del Demonio (Tertulliano , 3°secolo) attraverso la quale il demonio può proseguire la sua opera nel mondo per tentare l'uomo per mezzo delle relazioni sessuali. (Queste tesi condussero ai processi contro le streghe mille anni più tardi.)
Il risultato fu che Eva , e di conseguenza la donna, venne assimilata al corpo, alla materia ed alla sensualità ( alla mano sinistra)
Adamo (che ne è uscito relativamente bene come peccatore di secondo rango piuttosto che come principale colpevole ) e l'uomo vennero invece assimilati allo spirito razionale ed alla spiritualità ( la mano destra).
“L’immagine di Dio è nell'uomo ed è una . Le donne sono tratte dall'uomo che ha ricevuto da Dio giurisdizione su di esse come se egli fosse il vicario di Dio poichè l'uomo ha in se l'immagine del solo Dio. . di conseguenza la donna non è fatta ad immagine di Dio”. (Il corsivo è dell'autore)
Non bisogna dunque meravigliarsi se sia così difficile alle donne farsi accettare come sacerdote ! La credenza nel peccato originale ed il sostanziale rifiuto della donna, del corpo e della sessualità che ne derivano sono ancora radicati nell'inconscio dell'uomo e della donna ed hanno determinato una ferita cocente nell'io cristiano. E' un pensiero profondamente radicato che non è stato rimesso in discussione e di conseguenza non può essere modificato.
Al seguito dei primi Padri della Chiesa, S Agostino ha creato una situazione tragica dalle conseguenze incalcolabili. La sua dottrina del peccato originale è divenuta una pietra fondamentale dell'insegnamento della Chiesa, l'indispensabile riscontro della dottrina della redenzione per mezzo di Cristo. Sarebbe potuto accadere diversamente. Alcuni contemporanei di S Agostino insegnavano che noi non nasciamo in uno stato di peccato e che disponiamo del libero arbitrio. Se costoro avessero vinto la battaglia contro Agostino, la storia del cristianesimo avrebbe potuto essere molto diversa. In primo luogo, avremmo potuto risparmiarci la divisione dell'umanità tra i salvati ed i dannati come pure le torture e le esecuzioni che andavano di pari passo con l'idea che fosse volontà di Dio che la Chiesa cercasse il peccato e lo estirpasse dovunque si trovasse. Non bisogna dunque meravigliarsi che alcuni si siano ribellati agli eccessi della religione e si siano rivolti con sollievo verso la scienza.
Un commentatore moderno di S. Agostino sottolinea: “ E' uno dei paradossi della tradizione cristiana occidentale, ed una delle sue tragedie , che l'uomo che ha affermato con tanta forza la presenza di Dio nelle profondità dell'io umano, sia responsabile , come teologo dogmatico, più di ogni altro autore cristiano, di aver 'consacrato' nel mondo cristiano l'idea che la schiavitù dell'uomo e la sua debolezza siano dovute alla perversione innata della natura umana a causa del peccato originale. In occidente , è la teologia di S. Agostino che ha nascosto fino ad oggi la rivelazione cristiana della filiazione divina, la rivelazione di chi è fondamentalmente l'uomo." (Philip Sherrard,The Rape of Man and Nature [La violazione dell'uomo e della natura], Golgonooza Press, Londra).
Gli effetti del mito
Generazioni di giovani, seduti in chiesa, hanno sentito questa storia. Intere generazioni sono state contrassegnate dall'idea che la donna ha ceduto alla tentazione del serpente e che essa ha così introdotto il peccato e la sofferenza nel mondo, che le sue sofferenze ed anche quelle che essa sopporta dando la vita ai suoi figli sono il castigo per il peccato originale. Essi hanno anche appreso che la prima donna ha tentato Adamo dandogli da mangiare il frutto dell'Albero della Conoscenza del bene e del male. Essa è dunque responsabile della sua Caduta e del fatto che egli è stato obbligato a lavorare con il sudore della sua fronte per guadagnarsi da vivere. In quale misura questa storia ha influenzato la maniera con cui i giovani vedono loro madre? Come ha influenzato l'atteggiamento dei ragazzi verso le ragazze e come esse vedono esse stesse? Non ha creato in tutti loro un importante conflitto, rendendoli diffidenti vero i loro istinti e sentendosene colpevoli, credendo che questo Dio che castiga chiede che la sessualità sia da reprimere?
Intere generazioni di uomini e di donne , seduti in chiesa, hanno ascoltato questa storia, ritenendola come la parola di Dio e dunque come una verità rivelata. Come ne sono stati influenzati? Come ha influenzato l'atteggiamento dell'uomo verso la donna ed il modo con cui la donna vede se stessa ? In quale misura essa è stata la causa di tutti i comportamenti censurabili che noi riscontriamo così spesso, dal dramma della donna picchiata al bambino martirizzato fino alla pedofilia ed allo stupro ? D'inverso, quali piani una donna può inconsciamente preparare per vendicarsi delle lunghe sofferenze che ha dovuto subire a causa della interpretazione che è stata data a questo mito?
Come terapeuta e come donna, io sono diventata molto sensibile alla misoginia della nostra cultura considerata nella sua globalità ed alla sensazione di colpevolezza provata dalla donna , come pure alla paura dell'uomo verso la donna e viceversa. Mi sono spesso chiesta se ciò non derivi, almeno in parte, dal fardello psicologico che pesa sull'io giudaico-cristiano da 2500 anni.
Trapela dagli scritti cristiani un autentico sadomasochismo: sadismo verso la donna in generale ( che si riflette , ad un estremo, nella pornografia) e masochismo poichè questo mito induce uomini e donne a mantenere tra loro un senso di peccato e di permanente autocritica del tutto inutile. Ciò si nota nell'idea per niente nuova secondo la quale la malattia fisica( il cancro as esempio) o una catastrofe( come la morte di un figlio) sia una punizione divina per un peccato. Ecco un passaggio sorprendente di S. Agostino ( che perse suo figlio quando aveva 16 anni)
“Dio produce del bene nel correggere gli adulti quando essi sono puniti con la sofferenza o la morte dei figli che sono loro cari. ..Poichè coloro ai quali ciò è accaduto , o saranno degli uomini migliori se si correggono dopo queste sventurate tempeste e decidono di vivere meglio; o essi non avranno alcuna giustificazione quando saranno puniti nel giudizio finale, se sotto i colpi della pena che hanno subito durante la loro vita, essi rifiutano di cercare la vita eterna. ” (The Later Christian Fathers, p. 202)
Rendetevi conto dell'effetto prodotto da questa idea su generazioni di donne che hanno perduto i loro figli alla nascita o a causa di una malattia. O l'effetto sugli uomini che hanno perduto la loro donna e viceversa. Non solo dovevano sopportare la perdita ma per giunta dovevano portare la colpa del loro peccato.
Percepite il sadismo ed il masochismo incoscienti di questo paragrafo ? E' importante sapere a proposito dell'io che la prima cosa che fa qualcuno che porta a livello incosciente il fardello della colpa e dell'autocritica permanente è quella di scaricarsi su di un'altra persona rendendola responsabile, criticandola o attaccandola . (Quando voi vi osservate mentre fate dei rimproveri a qualcuno, domandatevi : " In che cosa io credo di essere cattivo, poco di buono ecc. ?" oppure " In che cosa sono stato di recente criticato da qualcuno o , più importante, da me stesso ? " . Questo vi farà prendere coscienza del modo con cui rischiate di scaricare il vostro senso di colpevolezza incosciente criticando gli altri. )
L’insieme delle credenze generate dalla interpretazione data al mito della Caduta sono servite a giustificare tutte le persecuzioni che si sono fatte subire alle donne , dalla negazione del suo diritto di proprietà e dalla sottomissione a suo marito fino ai processi per stregoneria dal quindicesimo al diciassettesimo secolo. “ Mai nel corso della storia dell'umanità la donna è stata più sistematicamente avvilita . Essa ha pagato la Caduta di Eva per sette volte, e la Legge emana un'aria di fierezza a di autosoddisfacimento, e la certezza illusoria che la volontà dei Signore sia stata fatta " .(p. 162 Zilboorg A History of Medical Psychology [Una storia della psicologia medica .])
Questo sistema di credenze è la causa principale della paura profonda per l'istinto e della diffidenza verso di lui come della repressione della sessualità che ha tanto ferito l'io cristiano. Dal punto di vista culturale , esso è responsabile in parte della paura che l'uomo sente per la donna e per la sua 'emotività' come pure del pregiudizio che, per secoli, ha interdetto alla donna l'accesso all'istruzione e di praticare le professioni cosiddette maschili, ivi compresi il sacerdozio e la professione medica. Non c'è meraviglia che questo sistema di credenze ha fornito all'uomo una buona ragione per diffidare dei suoi sentimenti e dell'emozione in generale.
Nel campo religioso, noi ci troviamo davanti ad una storia del cristianesimo pieno di violenza che contrasta molto fortemente con l'insegnamento del suo Fondatore che ha parlato di amore e di compassione e che ci ha insegnato che siamo figli e figlie di Dio. Non possiamo fare astrazione della persecuzione degli eretici, delle varie inquisizioni , delle torture, dei roghi, della repressione di ogni gruppo che minacciasse l'istituzione ufficiale. “I Cattolici che prenderanno la croce e si consacreranno allo sterminio degli eretici godranno del privilegio e dell'indulgenza accordata a coloro che fanno il pellegrinaggio in Terra Santa.” (Decreto del Quarto Concilio Laterano, nel 1215 ) Dobbiamo riconoscere che le crociate, inviate contro gli Infedeli, hanno delle ripercussioni fino alla nostra epoca come si vede in Kossovo. Dobbiamo tener conto di questo atteggiamento tradizionale verso il corpo e la sessualità come anche dell'esistenza della convinzione che una vita consacrata a Dio richiede la rinuncia alla sessualità e che ciò piace a Dio.
Tutto ciò costituisce una patologia e compone la corona di spine di cui ho parlato l'ultima volta poichè queste abitudini comportamentali sono profondamente radicate in un sistema di credenze che esiste da circa 1700 anni. dall'epoca dei primi Padri della Chiesa. Questi elementi formano insieme un pensiero collettivo incosciente con il quale è estremamente difficile trattare poichè :
1. E' profondamente nascosto nell'inconscio e
2. Il mito continua ad essere trasmesso là dove il cristianesimo è diffuso.
La grave malattia che ha colpito la cultura cristiana è la paura della sessualità, la denigrazione ed il rigetto dell'estasi, il rifiuto di gioire della vita senza rimorso , l'avvilimento della donna e la paura di lei. Il grande errore dell'insegnamento cristiano è stato quello di difendere l'idea secondo la quale , per prenderci cura della nostra anima, noi dobbiamo trascurare il nostro corpo e che il corpo e la materia non sono parte dello spirito. Il corpo ha terribilmente sofferto per essere stato disprezzato, d'essere sorgente di paura e d'essere stato sottomesso, in nome della vita spirituale, ad ogni sorta di supplizio dalla privazione del cibo fino alla flagellazione ed al cilicio.
Io penso che il posto importante che ha oggi la sessualità è la compensazione della repressione di cui è stata vittima per 2500 anni ( nell'Antico Testamento), repressione dovuta principalmente all'idea che il peccato originale si trasmetta con l'atto sessuale. Questa lunga repressione dell'istinto combinata con l'indebolimento dell'influenza della Chiesa nel XXmo secolo hanno prodotto "il ritorno del represso" , nello stesso tempo che una forte reazione conduceva a degli eccessi sessuali e al rifiuto di ogni forma di autorità morale. Non ci si può che rammaricare che nessuno abbia avuto l'intuizione nè abbia compreso ciò che stava per accadere e quindi quello che poteva essere necessario fare per liberare l'io da un complesso gravemente dannoso. Poichè la sessualità era stata separata dal sacro, essa non è mai stata messa in relazione con lo spirito. Tutto deve dunque ancora passare al livello dell'inconscio ed è ancora invischiato nel vecchio complesso della colpa contemporaneamente alla sua compensazione. Ne derivano differenti forme di gestione della sessualità, la pornografia ed i comportamenti sadici assieme alla mancanza di responsabilità sessuale che è divenuta una caratteristica della nostra cultura e che mette in pericolo i nostri figli.
Ripetiamolo: uno dei risultati della repressione dell'istinto sessuale è il desiderio di punire o di fare del male agli altri. Andare contro l'istinto fa in modo che esso risorga sotto forma di una pulsione incontrollabile di un certo tipo, come la pedofilia o lo stupro.
Un altro risultato della repressione dei sentimenti e delle emozioni è che gli uni e le altre non hanno mai avuto occasione di svilupparsi convenevolmente. L'accento messo sull'intelligenza e sullo spirito ha lasciato l'anima senza voce. L'aspetto istintivo, sensibile, della natura umana è stato svalutato , assimilato a qualcosa di primitivo, di femminile, di non razionale. Ne risulta che i sentimenti tendono a debordare in maniera incontrollabile in ogni sorta di situazione. Più di una donna mi ha detto: " io non oso parlare a caso o perdo il controllo di me stessa e non ricordo cosa voglio dire ". Il timore dell'umiliazione e del ridicolo hanno reso difficile per le donne il parlare forte e senza angoscia, il prendere la parola in pubblico , di essere capaci di esprimere i propri sentimenti. Vi è ancora molto cammino da compiere. E nel caso degli uomini , è ancora più difficile poichè i sentimenti appaiono loro molto minacciosi ed essi hanno la tendenza a rifugiarsi dietro l'intelligenza più rassicurante poichè possono dominarla. Non è strano che le donne debbano combattere una voce interiore che critica in maniera sgarbata quello che esse fanno. Fino a quando esse non impareranno a prendere coscienza di questa voce, esse possono esserne vittime alla stessa maniera in cui un animale senza difesa diventa vittima del predatore.
Per due millenni e mezzo, le religioni di Oriente e di Occidente hanno insistito nei loro insegnamenti sul disprezzo dell'esistenza umana sulla terra, sul disprezzo del corpo e degli istinti naturali ed hanno relegato la donna ad un rango subalterno. Esse hanno piantato un cuneo tra la vita spirituale e la vita umana e diviso l'organismo in due parti inconciliabili, lo spirito ed il corpo, ciò che si può dominare e ciò che non si può, la parte che aspira alla spiritualità e quella che è di ostacolo a quest'ultima e che è stata sacrificata a tutto quello che si pensava fosse necessario per raggiungere lo scopo della piena realizzazione spirituale( o illuminazione) . Lo spirito ed il corpo sono stati opposti l'uno all'altro. La donna ne ha terribilmente sofferto poichè essa venne assimilata al corpo e dunque venne ritenuta ( e si riteneva essa stessa ) il principale ostacolo tra l'uomo e Dio.Il corpo ha sofferto perchè è stato asservito ed è stato punito per far sparire i suoi desideri e la sua voglia di gioire della vita. La “mortificazione della carne" è divenuta una espressione cara agli asceti . La donna non poteva abbandonarsi alla sua spiritualità se non a condizione di rinunciare al mondo della carne ed a farsi religiosa. L’amore che essa aveva per la sua famiglia , la cura della casa, la routine quotidiana, il numero incalcolabile di servizi che essa rendeva alla comunità ed alla famiglia nel senso più largo non erano considerati di natura spirituale ma semplicemente come parte dei suoi doveri di sposa e di madre.
Nessuno può essere ritenuto responsabile di tutto questo, come disse Gesù: " Essi non sanno quello che fanno". Tuttavia , io provo una grande collera quando penso al rifiuto subito ed alle sofferenze che la donna ha dovuto sopportare. Spero che questo seminario vi aiuterà , in un modo o in un altro, a guarirne, ad affermare il valore della donna e a riconoscere la spiritualità profonda che si trova nell'attenzione e nell'amore che essa ha prodigato per migliaia di anni. Respingere l'amore della vita, rifiutare di gioirne, privarsi dell'esperienza di intrecciare dei rapporti con gli amici ed i membri della propria famiglia e rigettare la ricchezza della vita , le sue meraviglie e la sfida che ci lancia è, ai miei occhi, la negazione della spiritualità. La spiritualità , è piuttosto accogliere a braccia aperte tutto ciò che la vita ci offre , è la celebrazione del dono del miracolo dell'incarnazione su questa terra.
per finire, io vorrei abbandonarmi ad una meditazione sul corpo come manifestazione fisica dell'anima e legame tra la natura e lo spirito, per ridargli il suo valore e sottolinearne il pregio .
Immaginate che il vostro corpo sia una nave costruita con la materia che più vi piace.
Ricordate tutto ciò che ha fatto per voi lungo la vostra vita, nel passato ed al presente.
Ditegli che vi rammaricate di tutto ciò che ha sofferto nel passato e che vi prenderete grande cura di lui in avvenire. Ditegli che l'amate e che l'amore deborda in ciascuna delle sue parti.
Consideratelo come il legame tra il vostro spirito invisibile e tutto ciò che è intorno a voi: la terra, gli alberi, le piante e i fiori, il cibo, tutto ciò che voi fate a partire dalle materie prime della vita.
Vedetelo come la più preziosa delle sostanze , come il cristallo, come un gioiello o un insieme di gioielli. Guardate questo corpo che assomiglia ad una pietra preziosa che brilla di una luce che irradia tutto intorno .
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Mercoledì 21 Ottobre,2009 Ore: 16:08
 
 
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