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www.ildialogo.org Don A. MAZZI: finalmente un parlar chiaro,di Giuseppe Zanon

Don A. MAZZI: finalmente un parlar chiaro

di Giuseppe Zanon

Rev.do don A. Mazzi,
complimenti per il tuo articolo “I sacerdoti e i loro figli: non vanno isolati ma amati” pubblicato su GENTE, n° 33 del 16 Agosto ’09. Finalmente un parlar chiaro da parte di un uomo della Chiesa su un tema delicato e scottante come questo: i sacerdoti di rito latino sono tenuti all’obbligo del celibato ma qualche volta non vi ottemperano e i loro figli, come tutti i figli di Dio, vanno accettati, riconosciuti ed amati.
   Questo è dire pane al pane e vino al vino, o meglio, per dirla col Vangelo, questo è dire “Sì sì, no no“ senza girarci attorno, senza inutili attenuazioni, senza sofisticate argomentazioni.
E quindi, basta con la retorica della”Fulgida gemma” del celibato sacerdotale, così sfavillante questa gemma da illuminare da sola tutta la storia della Chiesa latina! Nessuno mette in dubbio il valore umano e spirituale di una donazione totale al Signore e agli uomini fratelli, quando però si tratta di una donazione convinta e vissuta, un carisma dato dall’alto.
Basta quindi con il celibato sacerdotale a tutti i costi, questa specie di dogma (e non lo è) al quale non credono più né quelli che dovrebbero praticarlo, né quelli che dovrebbero usufruirne.
 
   Lasciamo stare la stampa scandalistica, ma i fatti di questi giorni ci fanno riflettere.
Due vescovi della Repubblica Centrafricana, mons. P. Pomodimo di Bangui e mons. F.X. Yom-bandje di Bassangoa, sono stati obbligati dal Vaticano a dimettersi perché, notoriamente, legati ad una donna e con figli. E a rendere più eclatante il fatto, è che alcuni loro preti hanno dimostrato in loro favore, con una settimana di sciopero dai sacramenti; anche loro,evidentemente nella stessa situazione morale e famigliare. E questo a testimonianza dell’alta percentuale di preti africani che non osservano il celibato, come d’altronde in Brasile.
Fa pensare ancora di più il caso di padre M. Maciel Degollago, fondatore dei Legionari di Cristo, inquisito da Roma per abusi sessuali e scoperto padre di, almeno, una figlia, poi mantenuta e sempre segretamente.
 
   Superati i problemi di sincerità e di giustizia, per tornare al discorso di parlar chiaro e per volare più in alto, mi piacciono le tue parole che prospettano una Chiesa libera e convincente.
Parlando dei preti che hanno lasciato il ministero, dici:”Sarebbe bello che questi uomini e queste donne (aggiungo anche le ex suore) dopo un periodo di riflessione e di maturazione, potessero continuare sotto varie forme il loro impegno pastorale ed ecclesiastico”.
Sono d’accordo con te, è quello che si auspica buona parte del popolo di Dio, è quello che ha prospettato al Papa il cardinale di Vienna, card. C. Schonborn quando gli ha presentato una relativa petizione a nome del suo clero e della sua nazione, l’Austria. E’ quello che ha indicato il card. Martini in suo ultimo intervento e che cioè le singole Conferenze episcopali prendano decisioni in merito in modo che il rinnovamento abbia la dovuta gradualità e che tutto avvenga senza scosse dei fedeli e sotto la guida di Roma. (“Siamo tutti nella stessa barca”,card.Martini-don Verzè-2009). Si faccia presto però, perché nel frattempo le parrocchie vedono diminuire
il numero dei loro pastori e sempre più sacerdoti extracomunitari vengono impiegati da noi e quindi sottratti ai loro paesi di missione.
 
    Un gruppo di preti sposati , tra i quali anch’io, porta avanti queste idee nel sito che tu forse conoscerai www.ildialogo.org .Quando si pensa che la famiglia Chiesa in questi ultimi anni ha perso 100.000 sacerdoti (cento mila !) e non per motivi di fede, ma quasi sempre per motivi disciplinari, il celibato, che non è una dogma, che può essere rivisto e lasciato libero, che non è essenziale al sacerdozio come lo è la fede e la vocazione specifica!
 
    Don Antonio, due anni fa ci siamo visti all’abbazia di Maguzzano (Brescia); tu eri con i preti di padre F.Fornari , quelli che sono in fase di ripensamento della propria vocazione, nella preghiera e nella riflessione; io ero con un gruppo di preti sposati. Tutti in festa, tutti ci sentivamo nella casa del Padre! Abbiamo scambiato due parole, ti pregai di non chiamare più “ex preti” quelli che lasciano il ministero perché…’tu es sacerdos in aeternum…’ !
Ora aggiungo che son contento di aver trovato in te un compagno di viaggio, specialmente perché sei uno che non dice parole di comodo, ma solo parole di profezia. Anche rischiando.
Giuseppe Zanon


Giovedì 27 Agosto,2009 Ore: 11:38
 
 
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