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Dichiarazioni false, scagionato padre Kizito

INCHIESTA ARCHIVIATA. La vicenda, che aveva al centro una presunta storia di pedofilia, aveva preso le mosse da un servizio televisivo di un'emittente locale kenyana.Indagine della polizia locale: «Nessuna prova, né indizi»


Riprendiamo questo articolo dal quotidiano L'Arena IL GIORNALE DI VERONA di Mercoledì 26 Agosto 2009 CRONACA Pagina 10

Erano false e del tutto infondate le accuse di pedofilia formulate contro padre Renato «Kizito» Sesana, direttore di Nigrizia e missionario comboniano noto per le sue iniziative benefiche a favore dei ragazzi africani di strada, da due suoi ex-collaboratori. Lo ha stabilito la polizia kenyana al termine di un'accurata indagine, ora archiviata, che aveva preso le mosse da un servizio televisivo di una emittente locale.
«Le indagini non hanno trovato nè prove nè indizi», ha riferito il capo della polizia di Nairobi, Eric Kiraithe, ad alcuni media africani ripresi dall'agenzia Misna, «e il coinvolgimento del sacerdote non è stato neanche lontanamente provato. A suo carico non c'è alcunchè». Il caso era scoppiato nel giugno scorso, quando, dopo mesi di minacce rivolte al sacerdote via e-mail, la Ktn, emittente privata kenyana a diffusione nazionale, ha messo in onda un servizio che padre Kizito definì subito «manipolato», fatto di immagini confuse, risultate poi contraffatte, e false testimonianze, probabilmente estorte a qualche giovane ospite in cambio di pochi dollari. Il missionario si trovava all'epoca in Tanzania ma fece subito ritorno in Kenya, respingendo decisamente le accuse e denunciando un tentativo di appropriazione indebita dei beni dell'associazione «Koinonia», da lui fondata in favore dei ragazzi di strada. Terreni e immobili del valore di oltre tre milioni di euro, tra i quali una porzione delle colline di Ngong, quelle della «Mia africa» di Karen Blixen, la cui amministrazione era stata affidata dal sacerdote ad alcuni dirigenti locali dell'associazione. «Siamo riusciti a riprenderci tutto e a salvare i centri che i due malfattori stavano mandando in rovina», affermò allora con soddisfazione padre Kizito, che ora ha anche quella di veder cancellato il marchio infamante di pedofilo.
In suo sostegno si erano espressi molti personaggi pubblici della cultura, dello sport e dello spettacolo, da sempre vicini alle sue iniziative attraverso l'associazione Amani, fondata dal filantropo Arnoldo Mosca Mondadori. E fu proprio quest'ultimo a definirlo, dopo le accuse, «un santo contemporaneo, tradito, come lo fu Gesù da Giuda, dai suoi collaboratori».
In una lettera pubblicata sul blog di Kizito, padre John Webootsa, confratello di padre Sesana, punta ora il dito anche contro alcuni mezzi di informazione di Nairobi, responsabili, a suo giudizio, di essersi «buttati sulla notizia senza praticare seri sforzi di giornalismo e senza pensare alle conseguenze, dando luogo ad una grande frode mediatica».



Giovedě 27 Agosto,2009 Ore: 12:23
 
 
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La questione dei preti pedofili

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