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www.ildialogo.org DOPO IL RAPPORTO SU CHIESA IRLANDESE E PEDOFILIA, CRITICHE AL VESCOVO NICHOLS: “TUTELA I PRETI, DIMENTICA LE VITTIME”,di Agenzia ADISTA

DOPO IL RAPPORTO SU CHIESA IRLANDESE E PEDOFILIA, CRITICHE AL VESCOVO NICHOLS: “TUTELA I PRETI, DIMENTICA LE VITTIME”

di Agenzia ADISTA

 

35043. LONDRA-ADISTA. “Penso ai membri delle congregazioni religiose e del clero di Dublino che devono affrontare questi fatti del loro passato sui quali, piuttosto istintivamente e naturalmente, preferirebbero non tornare. Ciò richiede coraggio, e non dovremmo nemmeno dimenticare che questo racconto di oggi oscurerà anche tutto il bene che hanno fatto”. All’indomani dell’uscita, il 20 maggio scorso, dell’agghiacciante rapporto governativo sugli abusi sessuali nelle istituzioni cattoliche irlandesi - frutto di nove anni di indagini (v. Adista n. 58/09) -, così si è espresso il neo arcivescovo di Westminster mons. Vincent Nichols. In un’intervista alla Radio Bbc (21/5), l’arcivescovo ha dichiarato poi che “affrontare le proprie debolezze è una strada ardua”, ma anche che “coloro che hanno abusato della fiducia che era stata loro accordata devono renderne conto pubblicamente”.
Critiche a mons. Nichols sono immediatamente arrivate dall’arcivescovo di Dublino mons. Diarmuid Martin. Elogiare il coraggio dei preti irlandesi che hanno abusato dei minori e poi confessato, ha detto Martin, è “inutile”: “I suoi commenti così come sono stati riportati, non hanno giovato. I miei pensieri e la mia rabbia sono totalmente dalla parte delle vittime. Loro, che hanno trovato il coraggio di andare avanti – ha concluso –, sono i veri eroi di questa storia”.
Scandalizzati dalle parole di Nichols sono i membri del gruppo di aiuto alle vittime Survivors of Child Abuse (Soca). “Spazzatura è un termine troppo gentile per definire ciò che l’arcivescovo ha detto”, ha affermato il portavoce dell’associazione Patrick Walsh. “È la fraseologia dell’irrazionalità, e mi lascia freddo”. E mentre da Roma non è ancora giunto un commento sulla vicenda, il coordinatore irlandese del Soca, John Kelly,informa che si sta cercando di portare il caso delle vittime degli abusi a Roma, chiedendo a papa Benedetto XVI un intervento diretto in loro appoggio: “Chiediamo al papa di istituire un tribunale particolare per investigare pienamente le attività delle congregazioni religiose in Irlanda”.
Il rapporto della Commissione Ryan ha definito “endemico” l’abuso, in particolare sessuale, in scuole, riformatori e istituzioni per bambini disagiati gestiti da alcune congregazioni cattoliche, soprattutto le Sisters of Mercy e i Christian Brothers. Non vi sarà, tuttavia, alcun processo penale perché le congregazioni hanno fatto un accordo con il governo per proteggere le identità dei responsabili, vivi e morti. Anche dal punto di vista finanziario, pare, la Chiesa irlandese la farà franca: secondo quanto riporta l’Irish Independent, infatti, il governo non cercherà di rinegoziare un accordo che permette alla Chiesa cattolica di essere esonerata dal pagamento del 90% dei risarcimenti alle vittime, risarcimenti che in gran parte (circa un miliardo di dollari) saranno accollati ai contribuenti.
 
È necessaria un’azione decisiva
“La crudele devastazione sessuale, fisica, emotiva e spirituale inflitta a questi bambini non era accidentale. Era sistemica”, si legge in un lucido e durissimo commento sui dati emergenti dal Rapporto Ryan del canonista domenicano statunitense p. Thomas Doyle, pubblicato dal settimanale cattolico Usa National Catholic Reporter (26/5). “Era parte della vita quotidiana e profondamente radicata nella cultura stessa del sistema di assistenza all’infanzia nell’Irlanda cattolica”. “Il sadico mondo di queste istituzioni - continua - non è quello di qualche dittatura secolare impazzita. Non è il mondo di una cultura tribale non civilizzata che devastava i deboli in epoche remote. Questo rapporto descrive un mondo creato e sostenuto dalla Chiesa cattolica romana. Gli orrori inflitti a questi bambini impotenti ed intrappolati - stupri, botte, molestie, fame, isolamento - sono stati tutti inflitti da uomini e donne che si erano votati al servizio delle persone nel nome dell’amore di Cristo”. “Vi è stato un abbandono dei valori fondamentali - scrive ancora p. Doyle, che difende come avvocato canonista le vittime degli abusi ed è consulente dell’arcidiocesi di Dublino - che si presume debbano vivificare la Chiesa, ammesso che davvero questi valori siano mai stati interiorizzati da molti che si trovavano in posizione di potere. C’è qualcosa di radicalmente sbagliato nella Chiesa cattolica istituzionale. Ciò è dolorosamente ovvio, dal momento che permette ad un abuso sistemico e ad una disonestà radicale di coesistere con l’identità auto-proclamata di Regno di Dio in Terra”.
Ne consegue, conclude p. Doyle, che “punire i responsabile significa non vedere la foresta dietro l’albero. La cultura clericale intrecciata all’istituzione deve essere esaminata e smantellata senza timori. Ha causato troppa distruzione e ha ucciso troppe anime per essere tollerata da un’altra generazione”. (ludovica eugenio)

 

Articolo tratto da
ADISTA
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Mercoledì 03 Giugno,2009 Ore: 15:51
 
 
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La questione dei preti pedofili

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