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www.ildialogo.org UNA SIGNIFICATIVA LEGGENDA TEOLOGICA‏,di Franco Barbero

Natale
UNA SIGNIFICATIVA LEGGENDA TEOLOGICA‏

di Franco Barbero

dal blog di Franco Barbero (http://donfrancobarbero.blogspot.com/

Vangelo; Luca 1, 39 - 48

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo.
Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:
“Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore”
Allora Maria disse:
“L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva”.

I giorni del Natale ci riportano ogni anno a fare i conti con le notissime leggende teologiche dell'annunciazione a Maria, della nascita di Gesù e del Battista, dei magi... . Ovviamente abbiamo imparato da molti anni, sulla scorta dei più noti biblisti, che questi "racconti" affascinanti non hanno nulla di storico. Non possiamo leggerli come narrazioni storiche, come resoconti di eventi, ma come linguaggi mitici, costruzioni letterarie straordinariamente ricche di significato. Il tragico sta nel fatto che talune predicazioni continuano a "spiegare" questi quadri teologici come cronache di fatti. La "verità" di queste pagine non sta nel resoconto di cronaca, ma nel significato che queste "novelle", queste "leggende" hanno per la nostra fede. Se Marco, Matteo e Giovanni ci presentano Gesù e Battista come due persone che si incontrano da adulte, Luca inventa la loro parentela e la parentela delle loro madri per poterci trasmettere, attraverso questa "costruzione", un particolare messaggio: Dio ha pensato a Gesù e ha preparato la sua missione fin nei dettagli. Sappiamo bene che Gesù nacque come ogni uomo e ogni donna venivano al mondo in quel tempo. Maria e Giuseppe, genitori di una famiglia numerosa (i nomi dei loro figli sono presenti nelle scritture), avevano fatto l'amore e ora gesù era nato. La nascita verginale e tutto il quadro letterario vogliono dirci, in questo stile meraviglioso, che questo figlio sarà portatore di una missione particolare. Tutte le tardizioni religiose costruiscono questi "racconti del meraviglioso" rispetto alla nascita dei loro "fondatori" per sottolinare il fatto che essi sono stati investiti da Dio di un compito starordinario. La suggestiva e pittoresca novellistica natalizia che troviamo in due versioni molto diverse nei Vangeli di Luca e Matteo (assente in Marco e Giovanni), letta con questa consapevolezza , ci trasmette alcuni preziosi messaggi.

Attenzione a queste due donne

Maria che accoglie con gioia Gesù e la esultanza di Elisabetta ci offrono la testimonianza di due donne che hanno il cuore aperto all'azione di Dio, alla Sua chiamata. Per Luca Maria è "dipinta" come il modello del vero discepolo. La sua disponibilità, la sua apertura, la sua preghiera accorata e benedicente sono testimonianze che l'evangelista offre e presenta alla sua comunità negli anni 85 - 90, forse un pò stanca e meno aperta e disponibile ad affidarsi a Dio, a proseguire il cammino proposto da Gesù di Nazareth. Elisabetta e Maria, nel loro dialogo, riconoscono il dono di Dio e ne fanno il centro della loro vita. La "beatitudine", la pienezza della fede consiste nell'affidarsi a Dio, nel credere oltre le nostre evidenze, oltre i nostri calcoli e le nostre previsioni. Una lezione che può diventare preziosissima per ciascuno/a di noi quando abbiamo l'impressione che ogni seme di amore e di solidarietà e ogni lotta per una società più giusta ed una chiesa più aperta siano destinate a finire nel nulla, soffocate da una montagna di indifferenza e dalle manipolazioni dei potenti. Maria ed Elisabetta ripongono nel cuore e si scambiano il dono della fiducia.

Maria andò in fretta

Questo quadro teologico, anche ad una lettura veloce, suscita una deliziosa visione: una giovane donna parte e si dirige verso una zona montagnosa con passo deciso. Il suo cuore la spinge a portare, a condividere la "bella notizia". Penso alle nostre chiese - comunità spesso così ferme, ripetitive, chiuse in se stesse, senza la grinta che è necessaria per mettersi in viaggio verso il futuro, per affrontare le "montagne" dell'incerto e di una "navigazione nell'ignoto". Ma se non sai partire, se non sai lasciarti alle spalle le "pianure" del già conosciuto, non potrà avvenire l'incontro con altri, lo scambio, l'arricchimento reciproco. Se non metti il naso fuori dalla porta per paura del raffreddore, ti imprigioni a casa tua. Se non ti metti nel viaggio della ricerca per paura di sbagliare strada o di incappare il qualche incidente, ti costringi all'immobilità. La nostra vita di fede non può continuare a vivere nelle forme e nelle devozioni del passato, imbalsamate e continuamente riedite. E' l'incontro con lo straniero, con la responsabilità del creato, con la difesa dei diritti delle persone meno favorite e più escluse che può ridare fiato e senso al nostro "viaggio" di uomini e donne credenti. la fede che non fa i conti con la "montagna" del razzismo crescente, con il degrado della democrazia, con il soffocamento della libertà, diventa puro e semplice devozionalismo. L'opera buona di Natale può avere anche senso se è collocata dentro l'orizzonte della solidarietà con rom, disoccupati, barboni, persone sole, emarginati/e vari, starnieri... . Oggi bisogna agire e parlare. Vorrei dirlo con le parole di Qohelet:

"Se aspetti il vento favorevole
non semini più.
Se stai a guardare quando pioverà,
non ti deciderai a mietere.
Tanto il mattino che la sera
è tempo buono per seminare" (11, 4 - 6).

Il testo al versetto 39 dice che Maria andò in fretta, senza frapporre indugi. Il Vangelo mi sollecita a decidermi oggi, a fare la mia parte oggi. Anche a Copenaghen i grandi non l'hanno voluto capire. Oggi sono chiamato a rispondere alla "chiamata", a decidermi.


Venerdě 18 Dicembre,2009 Ore: 15:18
 
 
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