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www.ildialogo.org Vittorio Bellavite interloquisce con Giuseppe Ruggieri,

Firenze 2 - Dibattito
Vittorio Bellavite interloquisce con Giuseppe Ruggieri

Caro Padre Alberto,
mi dispiace di non essere riuscito a chiacchierare sabato all’assemblea.
Ho visto che hai pubblicato il pezzo di Ruggieri. Adista pubblicherà sul prossimo numero sia Ruggieri sia questo mio testo di replica che ti anticipo e che ti prego di fare conoscere, anche perché Ruggieri fa riferimento al mio intervento.
Io spero che il percorso continui ma sento, attorno a me, un clima di disillusione tanto che, se non si fa una svolta, i partecipanti del mio circuito si ridurranno a ben pochi. Teniamoci sempre in contatto. Un abbraccio di pace
Vittorio
 
Ruggieri mi ha mal capito, non ho detto che voglio imporre il mio metodo, ho fatto delle proposte da discutere. Ha male interpretato anche il resto sui teologi
 
 
Interloquisco direttamente con le conclusioni che Pino Ruggieri ha tratto da Firenze 2 (cfr Koinonia-forum 189). Per la verità la comunione che egli ha sentito a Firenze e che spera ci sia stata in tutti, io la posso confermare così come il riferimento diretto al Vangelo. La comunione nell’unica fede c’è, io la vivo sempre quando partecipo all’Eucaristia nella mia parrocchia (oltre che nelle comunità di base o altrove). Ben a maggior ragione quando mi ritrovo con sorelle e fratelli giunti da tutta Italia sulla base di un comune sentire e con la volontà di conoscersi meglio reciprocamente
Però tra chi ha vissuto questa comunione a Firenze ci sono diversi modi di fare e di vivere la teologia sia, forse, tra i promotori dei due incontri che tra i semplici partecipanti. Qui forse sta un punto di dissenso con Ruggieri. Noi, parlo per “Noi Siamo Chiesa” ma, penso, anche a nome di molti altri, riteniamo che la teologia debba confrontarsi prioritariamente e con parresia incondizionata coi problemi della Chiesa italiana oggi e con le sofferenze di troppi che non capiscono dove siano finite le parole di misericordia e di speranza del Vangelo nella attuale gestione di gran parte delle strutture ecclesiastiche. Di qui, nello svolgersi di Firenze 2, il maggior ascolto nei confronti delle due relazioni di I. De Sandre e di M.C. Bartolomei.
Per continuare con convinzione da parte di tutti, a Firenze ho proposto di discutere un percorso per definire dove vogliamo andare tutti insieme. Ne elenco i punti: essere d’accordo con chiarezza, non solo nelle affermazioni di principio ma soprattutto nelle convinzioni intime, che non ci possono essere “confini” nell’area che a Firenze si è ritrovata nei confronti delle posizioni più avanzate (mi riferisco, per capirci, alle Comunità di base e a “Noi Siamo Chiesa”); il punto di riferimento di noi tutti deve essere il Concilio ma non nell’interpretazione che ne danno attualmente le gerarchie vaticane; avere in mente la necessità di organizzare tra di noi una Rete , a maglie larghe, pluralistica, che si occupi dei problemi pastorali della Chiesa e che contribuisca a fare uscire dall’isolamento tante realtà e gruppi presenti in modo diffuso e il tutto nella direzione della sinodalità; organizzare questo percorso con un allargamento dell’attuale gruppo promotore, che attualmente non è sufficientemente rappresentativo di quanti erano a Firenze.
E’ una proposta di discussione, che, però, se fosse messa da parte in partenza, faciliterebbe il disimpegno (che c’è già stato, in parte, tra Firenze 1 e Firenze 2). Particolarmente pesante mi è sembrata l’assenza del gruppo “Lettera alla Chiesa fiorentina”.
“Noi Siamo Chiesa” non pensa a nessuna chiesa alternativa, fa continuamente proposte, anche se poco conosciute, cerca continuamente di organizzare Reti tra gruppi e movimenti di ispirazione “conciliare” in Italia, in Europa ed una Rete mondiale che si incontri a Roma nel dicembre 2015 per il cinquantennale della conclusione del Concilio.
Quanto al rapporto che Ruggieri propone coi vescovi mi sembra debba partire col piede giusto, cioè da posizioni di autonomia e di libertà evangelica. Il rapporto con questo vescovo di Firenze, da questo punto di vista, non mi sembra positivo, proprio “in ordine al Vangelo che abbiamo ricevuto” e in “ordine al Vangelo ci libera e non la legge”. Da anni, per il mio ruolo di coordinatore di Noi Siamo Chiesa, istituzionalmente cerco il rapporto coi vescovi e in modo più assiduo di quanto non si sappia. L’insieme di amarezze, di silenzi, di ipocrisie (che posso ben documentare) nel rapporto coi nostri pastori ci hanno portato alla conclusione di andare avanti comunque avendo come segnale dello Spirito quello di non cercare mai alcun timbro o alcuna benevolenza.
E poi, chiarezza per chiarezza: che tristezza vedere il nostro fratello Alessandro Santoro (a cui testimonio ancora la nostra piena amicizia e solidarietà) silenzioso in fondo alla sala senza che la vicenda delle Piagge e la sua personale, così attuali, così fiorentine, avessero nell’assemblea alcuna risonanza. Ma non dovevamo parlare del fatto che è il vangelo che ci libera e non la legge canonica? .
Vittorio Bellavite

Articolo tratto da:

FORUM 190 (21 febbraio 2010) Koinonia

http://www.koinonia-online.it

Convento S.Domenico - Piazza S.Domenico, 1 - Pistoia - Tel. 0573/22046



Luned́ 22 Febbraio,2010 Ore: 15:47
 
 
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