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www.ildialogo.org A uguale a B,di Mario Mariotti

A uguale a B

di Mario Mariotti

Il Dio di Mosè dice: Prendete il lebbroso e cacciatelo fuori dall’accampamento, e costringetelo ad ululare contro sé stesso, in modo che gli altri lo considerino un morto che cammina. Il Dio di Gesù, cioè Gesù stesso, accoglie il lebbroso, lo tocca, lo guarisce, segno che l’amore, qualora venga incarnato, porta frutto e salva, e non miracolo di uno che ha vinto la lotteria ed ha potuto godere di un trattamento speciale.
Bene! Pur in presenza di una tale evidenza del principio d’identità per cui A diventa B, e i sacerdoti e di conseguenza i fedeli, continuano a proclamare “Parola di Dio” sia la prima Lettura del Levitico, che il Vangelo di Marco (1,40-45).
Qui siamo in presenza della berluschinite aggravata e continuata, e siccome il poverello di Arcore si inserisce in una pastorale del precedente tipo e oramai secolare, sarebbe lecito pensare che è stata la Chiesa docente a rincoglionire Berlusca, e non viceversa. Per riequilibrare la situazione, però, va anche detto che il Bipede a-logico è stato uno scolaro modello, tanto bravo da superare i maestri, e da godere il loro benigno appoggio, in modo che l’alienazione sia indotta e si diffonda sia nell’al di qua, che nell’al di là della terra dei viventi.
Ma tornando ad un discorso serio, ed alla logica di Aristotele, sarebbe chiarissimo che un enunciato contraddice l’altro, che il Dio secondo Mosè non è neppure parente col Dio di Gesù. Il primo fonda la religione, il Secondo ci vuole liberare dalla religione; il primo è l’alleato degli eletti, il Secondo ci propone la laicità fraterna e solidale dell’amatevi fra voi, cioè del fate agli altri ciò che vorreste ricevere da loro.
Perché mai, allora, la Chiesa parla di continuità e di evoluzione, e non parla della necessità di conversione dal primo al secondo concetto di Dio? Forse per aggregare più gente, più agnelli da pascolare, o meglio più pecore da tosare, dato che le stesse pecore nascono naturalmente religiose, e lei Chiesa canta la musica che loro vogliono sentire. Forse perché lei stessa non ha capito, non ha conosciuto il Signore, e alla fine si sentirà dire da Lui: “Allontanati da me, io non ti conosco”. Forse, ed è molto probabile, perché lei stessa ha capito, ma sa anche di sussistere se continua ad alimentare questa ambiguità e questa non-contraddizione, perché nel progetto del Signore, fra la Vite e i tralci, fra Dio e l’uomo non sussistono tralci sacerdoti-mediatori, per qui la sequela al Signore laico-compagno porterebbe all’estinzione della stessa casta.
Il fatto è che l’uomo traduce il suo naturale egoismo anche in religione e quindi la Chiesa farebbe bene a partire da questo “dove siamo” per far approdare i credenti in Dio nella nuova dedizione di “praticanti di amore e condivisione”, farebbe bene a mettere a punto una pastorale, un “dove vogliamo andare” che converta gli uomini dal Dio di Mosè, dal Dio religioso, a Quello di Gesù; ma lei Chiesa si ferma per strada, anzi, fa di peggio, ha fatto prendere al Dio di Gesù i connotati del Dio religioso di Mosè, e lei stessa prospera su questa operazione, in parte colposa, in parte maligna.
Eppure, se riflettiamo, il Dio religioso proprio non regge. Intanto è incomprensibile un Dio tanto onnipotente e buono da creare, e ad esempio, contemporaneamente, sia l’uomo che il microbatterio della lebbra, e da lasciare il primo ostaggio del secondo per millenni, in attesa che l’uomo stesso smettesse pregare Dio di non ammalarsi, e usasse l’intelligenza per scoprire il vaccino e la cura dell’haseniasi, e praticasse la solidarietà per vaccinare e curare tutti coloro che sono esposti e colpiti da questa malattia.
Poi c’è una considerazione che è incontrovertibile, e che dovrebbe cacciare ogni dubbio: dato che è dai frutti che si riconosce l’albero, e dato che sono le opere a far sussistere la Fede, la storia dell’umanità, dai primordi ad oggi, sta li a dimostrare che il dio religioso non funziona, non regge e, quando va bene, risulta inutile, ma il più delle volte è stato e viene usato, in modo negativo, per sacralizzare l’inferno di questo nostro terribile mondo, dove le differenze di condizioni fra i ricchi e i poveri sono blasfeme, dove ogni giorno migliaia di piccini muoiono per la mancanza di uno spicciolo, dove si fanno guerre, si usa la tortura, si lasciano nella miseria estrema sterminate moltitudini di nostri fratelli, di nostri concittadini. E tutto questo viene messo in atto da soggetti che si ritengono e si dichiarano “fedeli credenti” in qualche Dio, che ha nomi diversi, ma che viene depotenziato e neutralizzato in quanto concepito nella logica religiosa, virtualmente positiva, ma sostanzialmente alienante, e a volte micidiale.
L’olocausto di ieri nell’Europa dalle radici cristiane e l’olocausto di oggi nei Paesi del sud causato dal Nord ricco e cristiano, dovrebbero farci aprire gli occhi sulle “fabbriche degli alienati” costituite dalle varie religioni, e farci capire che il Signore ha speso la sua vita. Si è lasciato assassinare, per liberarci da tutto questo, da Piazza S. Pietro, dalla Mecca, dalla Terra santa, dal Tibet, per farci approdare alla laicità fraterna e solidale dei cittadini di questo nostro Pianeta, unificati dall’etica del fare agli altri ciò che si vorrebbe ricevere da loro, e del considerare sempre gli altri come un fine, come degli interlocutori, e mai come strumenti per raggiungere i propri fini, il principale dei quali, la ricchezza è un’idolo che genera solo dolore.
 
Mario Mariotti


Marted́ 21 Luglio,2009 Ore: 15:18
 
 
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