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www.ildialogo.org 27 dicembre 2009,

Le omelie di padre Aldo Bergamaschi
27 dicembre 2009

Pronunciata il 29 dicembre 1985
 
Luca 2,41-52 anno C
 
       I genitori di Gesù si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”. Ed egli rispose: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” Ma essi non compresero le sue parole. Partì dunque con loro e tornò a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
 
Oggi, festa della Santa Famiglia, affrontiamo ancora una volta, questo tema spinoso in mancanza di un altro aggettivo, nella nostra epoca e di tutte le epoche. Il mistero dell'amore umano occupa in ogni epoca la psiche e la mente di tutta l’umanità. Questo mistero lo troviamo dominante nella tradizione classica e anche nel testo biblico con caratteri ora simili ora dissimili, ma sempre drammatici.
Anzitutto portiamo la nostra attenzione sulla dicotomia uomo-donna. Forse siamo già a un livello un po' alto, perché il qualificare quei due animali razionali come uomo e come donna, già costituisce un passo nella civiltà. Perché maschio e femmina? Non a caso la rivoluzione francese aveva definito la donna la femmina dell'uomo. Poi, la definizione fu cambiata vent'anni dopo, ma non caso quella rivoluzione aveva definito così la donna riportandola assai vicino alla condizione animale.
Mi richiamo subito allo schema del mio discorso, vediamo un attimo il mito.Voi sapete che il mito é oggetto di ricerca da parte della psicoanalisi, poi vedremo che cosa dice la Bibbia e la letteratura moderna, e tireremo le conclusioni.
Cominciamo con la spiegazione classica, che é poi una spiegazione razionale della presenza della donna nel mondo. Badate che l'occhio con cui il mondo classico guarda il sesso é l'occhio maschilista e questo per dare una chiave di lettura, vedremo come le donne hanno reagito. Noi crediamo che le femministe siano una produzione dell'epoca nostra, no, il problema é antico, si perde nelle radici del tempo.
Ecco il racconto classico. Prometeo, è questo il personaggio che dovremo psicanalizzare, qualche volta per altri profili, adesso qui, di tangente. Prometeo cade in disgrazia presso Giove, perché ha rapito il fuoco dal cielo, e questo tutti lo sappiamo. Giove per vendicarsi gli manda in dono per mezzo di Vulcano una donna chiamata Pandora, una donna bellissima di forme perfette. L’elemento estetico è predominante in questa unione e siccome l'elemento estetico cade sotto i sensi, è soltanto relativamente un problema del pensiero, ecco allora gli eventuali abbagli e le eventuali fate morgane. Dunque, egli manda Pandora, e insieme con la donna anche un vaso sigillato, per accendere la curiosità.
Ora Prometeo, e tale si chiama perché ha un’intelligenza superiore, dubita che gli dei gli abbiano teso una insidia. Guarda questa donna, guarda questo vaso, deve ammettere che sono belli, ma dice, no grazie, non accetto il dono. Sennonché questo Prometeo aveva un fratello che stranamente si chiamava l'opposto del suo nome, si chiamava Epimeteo, uno cioè che aveva la ragione al di sotto della normalità, potremmo dire uno sciocco e un imprudente.
      Pandora arriva nella sua caverna, lo incontra, lo convince a sposarlo. Poi Epimeteo, preso dalla curiosità apre quel vaso. Ahimè, vede traboccare sulla terra tutti i malanni del mondo, che da quel giorno inondarono appunto l'orbe terrarum. Epimeteo, spaventato poverino, per quanto sciocco fosse, volle rimettere il coperchio sul vaso nel quale era rimasta solo la speranza. L'ultima dea, si dice, che egli riuscì a trattenere mentre stava per prendere il volo. La donna dunque in questa visione, rispetto all'uomo, è una trappola per tutta la natura umana. É un flagello, dice Esiodo nel raccontare l'episodio, un flagello tra i mortali.
Voi sentite il parallelo della Bibbia, la prima a cedere è stata Eva. Ma c'è una diversità: nella visione biblica il sesso sarebbe un dono divino, non sarebbe una sciagura, un dono divino a scopi pure divini, e noi ahimè, nella visione biblica, l’abbiamo deturpato. E quale è questo dono, e quale è questo piano divino? Lo avrete udito mille volte lo riassumo qui in due parole: moltiplicatevi, dominate la terra.
Ora per moltiplicare il genere umano vi confesso che non c'è bisogno di matrimonio, ci avete mai pensato? Ecco perché il comando poi successivamente in ambito biblico ebbe delle eccezioni: poligamia tra i patriarchi! Lo sappiamo benissimo, c'è qualcosa che non funziona in tutta la storia biblica. Dicevo, per moltiplicare il genere umano non c'è bisogno di matrimonio monogamico, ma, ed ecco il pensiero di Gesù, per moltiplicarlo con decenza, si perché gli uomini aggiungo, non siano afflitti da complessi devastanti, c'è bisogno di un matrimonio monogamico.
E tutta la nostra sciagura, tutta la letteratura moderna e i cristiani ci sono dentro, proprio perché non abbiamo capito questo pensiero di Dio e ci siamo stretti dentro nella continua tentazione di andare al di fuori, sperando che al di fuori ci siano le soluzioni di quei problemi che ci siamo creati dentro, perché non li abbiamo assunti per vocazione.
Nel mito di Prometeo dunque, il sesso è una insidia preparata dagli dei per rovinare l'uomo. E questa sarebbe, dal punto di vista intellettuale, una spiegazione originaria di un dato di fatto. Per spiegare come le cose stanno, ci si rifugia in un passato per cercare un punto di origine, per pacificare almeno la nostra curiosità, la nostra intelligenza. Ma, mentre nella Bibbia, la responsabilità di tutte le disgrazie è dell'uomo, uomo e donna, in questo caso maschio e femmina, nel mito la responsabilità invece, travalica l'uomo e diventa una specie di fatale necessità, per cui, suggerirebbe all'uomo la strada del libero amore, pur di evitare il matrimonio. Per l'uomo il libero amore starebbe bene, ma per la donna un pò meno.
Prendiamo ora per esempio il dramma di Edoardo De Filippo Il Natale in casa Cupiello, il quale attribuisce alla famiglia un ruolo insostituibile nella vita e nella formazione dell'uomo e la considera fondamento della società equilibrata. Chi è Luca Cupiello? È un ingenuo, incapace di avvertire la distruzione della sua famiglia, alla quale distruzione egli assiste preoccupato soltanto della costruzione del suo presepe, l'elemento religioso disturbante. Luca Cupiello poverino si rifugia nel presepio come altri si rifugiano nell'alcool, oppure nella droga, oppure nel sesso. Sicché anche qui abbiamo una religione che non è salvifica. Vive per anni nella ingenua certezza della sua ignoranza che gli altri lo amino, è circondato dell’affetto dei parenti e dei figli, ma sognando sempre un presepe grande come il mondo. Ora, sulla scena troviamo abbozzi di famiglia al passo con la trasformazione sociale, nel giro di quarant’anni cambiano le forme della casa, le condizioni sociali, se volete i problemi, ma resta l'ideale metastorico non delineato, che si contrappone ai modelli realizzati e ne rappresenta le schiodature. Luca Cupiello dal mio punto di vista allora è un povero diavolo che nell'economia universale usa il sesso e usa il presepio, senza sapere né che cosa sia l'uno né che cosa sia l'altro.
Se voi guardate la famiglia di Nazareth non tutto è in ordine per quanto riguarda la normalità: abbiamo un marito che non è tale secondo il canone, mi riferisco a s. Giuseppe, poi non c'è una moglie soggetta al marito come dice s. Paolo, e poi stranamente c'è un Figlio non molto obbediente, come dice san Paolo, eppure c'è un ideale di famiglia. Però in questa strana famiglia prevale il servizio sul profitto, ecco le due parole, prevale il servizio sul profitto. Tutti e tre sono al servizio di una causa che li sorpassa: la volontà del Padre nei cieli, Per questo i tre personaggi vivono il massimo dell'autonomia coniugata al massimo dell'unione.
Ecco la soluzione del rebus. E ciò accade quaggiù solo in un caso, nella prova d'orchestra, perché solo in quella prova i soggettivismi trovano la loro celebrazione nella unità del capolavoro pensato da un genio musicale.


Sabato 26 Dicembre,2009 Ore: 15:47
 
 
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