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www.ildialogo.org 13 dicembre 2009,

Le omelie di Padre Aldo Bergamaschi
13 dicembre 2009

Pronunciata il 15 Dicembre 1985
Luca 3,10-18 “anno C”
   In quel tempo le folle interrogavano Giovanni dicendo: “Che cosa dobbiamo fare?" Rispondeva: "Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”. Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: "Maestro che dobbiamo fare?" Ed egli disse loro "Non esigete nulla di più di quanto é stato fissato". Lo interrogavano anche alcuni soldati: "E noi che dobbiamo fare?” Rispose: "Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe". Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni se fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo : "Io vi battezzo con acqua, ma viene uno che é più forte di me, al quale io non son degno neppure di sciogliere il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e Fuoco. Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile”. Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.
 
    Io credo che non vi sia domanda più drammatica, per ciò che significa in chi la fa, di questa: che cosa dobbiamo fare? Ma questa domanda, in un sistema che ha Dio come punto di riferimento, quale senso può avere? Il senso della colpevolezzamistica. Non vi é nulla di più disarmante dopo venti secoli di cristianesimo che sentirsi dire: che cosa dobbiamo fare? E questo tipo di stupidità occupa tutte le fasce della ecclesia, su su fino alle gerarchie più alte. Ma non avete ancora capito che non si tratta di sapere ciò che dobbiamo fare, ma ciò che dobbiamo essere. E per sfuggire a questo laccio, razza di vipere, diceva Giovanni ecco che noi facciamo la domanda sul fare.
    Ma non sono venti secoli che ci dicono quello che dobbiamo fare? Sul fare sbagliamo e sempre continueremo a sbagliare perché é il sistema che é sbagliato. Comunque vediamo di distinguere il significato di questa domanda.
    Prima fascia: la gente domanda a Giovanni che cosa doveva fare. Pazienza, posso ammettere che la massa con questa domanda voglia e intenda fare critica al sistema come é.
Risposta, chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha. Vogliamo fare i conti? Vogliamo quantificare questo discorso per coloro che sono sensibili soltanto alle cifre, e vanno alla ricerca dei decimali.
    Se faccio bene i conti, chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha, matematicizzando vuol dire che uno deve dare all'altro il 50% dei suoi averi. Ho commesso qualche errore? Non credo. Ecco questa é la proposta, vorrebbe dire che dovremmo essere alla pari, quello che io chiamo la parificazione dei salari.
    Il 50%! Saremmo ad un livello inaudito, mai raggiunto da alcuna morale predicata da tutte le religioni. Voi sapete che cosa dicevano i moralisti cattolici, ormai le morali sono tutte per aria, ma io stavo rileggendo una morale di circa una ventina di anni fa. E circa l'obbligo della cosiddetta elemosina, si diceva che uno poteva stare tranquillo, quando relativamente ai suoi beni dava ai poveri il 2 per cento. Due lire su cento.
    In questo, caso dicevano i moralisti, si poteva stare tranquilli. Strana cosa, perché almeno sant'Agostino diceva che un cristiano doveva essere, nei confronti dei poveri, alla pari con i farisei i
Quali, chiedevano la decima parte. Agostino diceva: almeno il cristiano deve essere onesto e caritatevole, tanto quanto erano nel giusto quelli che nel vecchio testamento chiedevano alla gente la decima parte. D’altra parte Giovanni dirà che dovrà venire uno con il venti1abro e cosi via.
É proprio la domanda sulla esistenza delle due figure. Debbono sparire, non ci deve più essere questo trasbordo tra chi ha e chi non ha perché tutti dobbiamo essere eguali.
questa sarebbe la rivoluzione di Gesù.
    Sennonché, quella decima fu utilizzata dalla chiesa istituzione per raccogliere le offerte dei fedeli, sappiamo che cosa voleva dire la decima nel medioevo e come la questione dei poveri sia andata a farsi benedire benché sia rimasto, naturalmente, il problema.
    Ora io conosco solo un uomo che ha attuato il principio di Giovanni e lo conoscete anche voi. quest'uomo si chiama Zaccheo, il quale dopo un colloquio con Gesù, dice: “Restituisco il quadruplo di quello che ho rubato”. Già fatto nuovo, il riconoscersi ladro in quelle condizioni, era un pubblicano anche lui e si riconosce ladro, riconosce di aver rubato e restituisce quattro volte quanto ha rubato. Poi, fatta questa prima scrematura, dice: “La metà dei miei averi, che ritengo essere giusti per me, li do agli altri”. Ecco l'unico uomo che é rimasto nel Vangelo, però unico. Dopo bisogna ritrovare san Francesco sotto altri prospetti, l'unico che finalmente ha praticato l'eguaglianza evangelica.
Seconda fascia, vengono dei pubblicani a farsi battezzare, quattro cinque Zacchei, tanto per quantificare, che chiedono anche loro: maestro che cosa dobbiamo fare? Giovanni ha dovuto rispondere: dovete sparire dalla circolazione. I tipi della vostra specie non debbono esistere in una società giusta. A costoro dice: non esigete nulla di più di quanto vi é stato fissato. Perché? Perché loro sono servi del sistema, diciamolo chiaro, in genere il sistema da che mondo é mondo ha pagato sempre a sufficienza i suoi servitori. Sarebbe come dire ai petrolieri: accontentatevi di quello che voi guadagnate, in relazione al monopolio di ciò che mangiate. Gli scandali che conosciamo, almeno quelli lì sì, che è giusto dire accontentatevi di quello che è fissato, e ne avete già da stare bene perché dentro al sistema voi siete ai vertici della remunerazione economica. Ecco, se questa frase fosse stata detta al popolo allora, sarebbe stata una frase ambigua, perché non si poteva dire nel medioevo, accontentati della tua paga, senza consacrare il sistema.
    Oggi voi lo sentite la grande discussione sul costo del lavoro, lo so che il sistema avrebbe interesse a bloccare la situazione, il male é che, le fasce più alte continuano a rosicchiare e fare crescere la inflazione del sistema, e poi dicono agli altri,accontentatevi.
Con questo non voglio soffiare certamente sugli operai, perché anche loro sono dei capitalisti in fieri, diciamolo senza arrossire, senza aver paura di fare offesa a qualcuno. C’è anche in loro questa struttura capitalistica nella visione del mondo relativamente ai salari, e alle questioni socioeconomiche. Ma ripeto, distinguiamo bene le fasce.
    Questo é Vangelo puro signori, o tocca questi punti, o diversamente é religione. Religione che rifluisce nella intimità e nella perfezione personale.


Luned́ 14 Dicembre,2009 Ore: 16:05
 
 
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