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www.ildialogo.org 22 novembre 2009,

Le omelie di Padre Aldo Bergamaschi
22 novembre 2009

Pronunciata il 26 novembre 2000
Giovanni 18,33-37 Anno B
 
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: “Sei tuil re dei Giudei?”. Gesù rispose: “Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?”. Pilato disse: “Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?”. Rispose Gesù: Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù”. Allora Pilato gli disse: “Dunque tu sei re?”. Rispose Gesù: “Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascoltala mia voce”.
 
 
Comincerò con un episodio che è noto agli storici della Chiesa, l’episodio si riferisce al martirio di S. Policarpo, il quale era molto vicino alla generazione degli Apostoli. Quest’uomo viene catturato dalla polizia imperiale e portato davanti al proconsole. Durante il viaggio il questore e il vice, lo inducono ad abiurare con queste parole: In fondo che male c’è a dire, Cesare, Signore! Che male c’è a sacrificare e a salvarsi. Policarpo risponde: Non posso accettare il vostro consiglio. Quando arrivò davanti al proconsole, fu finalmente scoperta la sua identità, era un personaggio conosciuto nella comunità e ci fu un qualche strepito nei presenti. Allora il magistrato lo prega di avere riguardo alla sua età di 87 anni - quindi aveva conosciuto gli Apostoli - e aggiunge: Giura per il genio di Cesare, cerca di ravvederti e grida abbasso gli “atei”. Policarpo fissò la folla alzò la mano per chiedere un attimo di silenzio e poi disse guardando verso il cielo: “Abbasso gli atei”.
Fermiamoci un attimo, gli atei erano i cristiani, perché non riconoscevano le divinità della città. Certo Policarpo grida abbasso gli atei pensando che gli atei fossero loro, cioè fossero il proconsole e coloro che lo stavano condannando, in ogni caso la frase è stata infelice.
Qui a Reggio Emilia c’è un signore che va in giro con un cartellino sul quale c’è scritto: Dio non c’è. Questo signore è mio amico, e io gli avevo consigliato di scrivere sul cartellino: io penso che Dio non ci sia, perché quella affermazione è in contrasto con quanto sostengono i filosofi più evoluti, i quali dicono che non esiste verità. Si risponde, con la logica aristotelica; se non esiste verità, almeno questa è una proposizione assoluta. Se voi dite che non esiste verità assoluta, questa affermazione è una verità assoluta, altrimenti è contraddizione.
Quindi il consiglio è proprio scrivere: io penso che Dio non ci sia. Allora quella affermazione assoluta verrebbe a contrastare proprio con i principi di quei filosofi che dicendo non esserci la verità assoluta, finivano poi per cadere nella contraddizione. Non potrò mai dire abbasso gli atei. Io posso affermare che Gesù Cristo è la Verità, ma non mai offendere coloro che non credono in Gesù Cristo.
Ed ecco allora fatta la punta alla matita, per quanto riguarda la contestazione di S. Policarpo. Successivamente il console gli domanda: Giura che sacrificherai e insulta Gesù Cristo. “Questo no - dice Policarpo - ho messo insieme 87 anni, non posso permettermi di bestemmiare Gesù Cristo che in fondo è Colui che ha diretto tutta la mia esistenza, e dal quale non ho mai ricevuto offesa alcuna. Dietro questa affermazione ecco che Policarpo è condotto al rogo nell’anno 155 dopo Cristo, molto vicino alla prima generazione degli Apostoli. Policarpo aveva affermato che non poteva insultare Gesù Cristo perché era Lui il suo vero re, e qui la sconfessione dell’imperatore. Se Lui è il mio vero re, l’etica io la mutuo da costui e non da voi.
Per quanto riguarda l’attualizzazione di quanto sto dicendo, voi la farete con il vostro cervello appena avrò aggiunto altre cose, perché non siamo molto lontani da concezioni di questo genere.
Voi vedete la battaglia tra i partiti per arrivare al potere, che vuol dire che il 51% detterà l’etica al 49%. Con questo non entro a dare un giudizio, dico che purtroppo la condizione storica in cui ci siamo cacciati è esattamente questa.
Il nodo della questione che stiamo trattando oggi che è la festa della regalità di Cristo Re e io mi preoccupo di farvi vedere in quale senso deve essere re, poi le aberrazione circa il modo di concepire Gesù Cristo re. Già nelle due prime letture ci sono degli svarioni che penserete voi a correggere dopo. Policarpo si ispira a una visione del mondo e a valori etici assunti fuori dal sistema conosciuto, in quel caso, fuori dal sistema romano. Sotto questo profilo l’imperatore non rappresenta nulla, anzi, rappresenta una corruzione della vita comunitaria.
Faccio ancora una parentesi. Quando Robespierre il famigerato Robespierre, mi pare alla costituente, fece la domanda: Cosa facciamo del re Luigi XVI? Si erano divisi, alcuni volevano ucciderlo, altri più moderati intendevano discuterne un po’, poveraccio. Robespierre prese la parola e disse: Il fatto che ci siano dei re è un abuso che dura ab immemorabili, perché non è accettabile che un uomo comandi un territorio vasto come la Francia, e che comandi soprattutto le persone che sono dentro a quel territorio, questo non è concepibile. Vi faccio notare che Robespierre conosceva il Vangelo, doveva diventare Cappuccino, questo per dirvi come le sue idee non fossero frutto del suo cervello, ma di una analisi storica, per cui, alla fine Robespierre disse: Questo signore, Luigi XVI o ritorna nei ranghi come tutti noi, e allora si chiamerà Luigi Capeto, poi eventualmente noi lo eleggeremo re, ma sarà re non per derivazione divina.
Vi faccio notare che Luigi XVI, dietro di se aveva il confessore cattolico il quale gli diceva: quelli sono degli scalmanati, tu l’autorità l’hai ricevuta da Dio e questi non te la possono togliere e vedrai che verranno in tuo aiuto gli altri paesi d’Europa. Tutte le mattine gli celebrava la Messa e, questo confessore, gli riconfermava che l’autorità l’aveva ricevuta da Dio e non poteva riceverla da questi scalmanati rivoluzionari.
Allora, o lui ritorna nei ranghi ed eventualmente noi lo eleggeremo re e lo sarà per volontà del popolo, quindi qui si contesta la derivazione dell’autorità da Dio. Problema che è molto dibattuto tra i filosofi e i teologi. Se Luigi XVI non rientra nei ranghi, noi dobbiamo tagliargli la testa e in questo caso, tagliargli la testa vuol dire decapitare un’idea falsa. Oggi, vorrei sapere chi potrà contestare questa concezione dell’autorità che aveva appunto Robespierre. 
Policarpo struttura la sua etica i suoi valori prendendoli da questo re metastorico: “Il mio regno non è di questo mondo - la traduzione perfetta sarebbe: non è da questo mondo - vale a dire per quanto riguarda l’origine, Io sono re, ma naturalmente il mio regno non è da questo mondo. Per entrare in quel Regno debbono cadere tutte le gerarchie di tipo religioso e di tipo mondano. Via i re e chiunque li debba sostituire, il concetto di re deve cadere. Riassumendo dico che Gesù è venuto a chiudere l’epoca delle religioni ed è venuto a chiudere l’epoca degli Stati nazionali.
Colui che deve dettare le leggi all’individuo è esattamente Gesù. Nel dialogo un po’ duro con Pilato: “Io sono re, per questo sono nato, per dare testimonianza alla Verità”. Gesù è venuto a testimoniare la Verità. Pilato poi in un altro luogo domanderà che cosa è la verità, Kierkegaard risponde: Se chiedete all’orologio che cosa è l’orologio, non può rispondervi, questa è la soluzione di Kierkegaard che è bellissima, ed è abbreviata. Se voi domandate a un orologio che cosa è un orologio, l’orologio non potrà dirvi cosa è un orologio, ma solo guardami.
Volevo dimostrarvi che il giorno in cui Gesù Cristo è stato concepito come un re mondano, da quel momento il cristianesimo è caduto al rango di religione, ma non c’è più tempo.
Porto l’attenzione su Gesù Cristo Re secondo la qualifica mondana, per cui, il Papa era colui che distribuiva i regni e li toglieva e queste cose le sapete. Da quel momento viene portata l’attenzione di lui,come colui che metterà sotto i piedi i nemici e così via…e lo dirà anche S. Paolo.
Si perde l’attenzione al Suo messaggio, mentre invece Gesù è venuto appunto a testimoniare la Verità, che è compresa nel suo messaggio, esattamente per far si che gli uomini, in particolare i cristiani, secondo le sue indicazioni nella convivenza quaggiù, siano coloro che danno il “la” a questa impostazione, e quindi saranno degni del Regno dei cieli.


Sabato 21 Novembre,2009 Ore: 16:33
 
 
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