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www.ildialogo.org La scena del crimine: un’analisi storica,di Giuseppe P. Fazio

Rubrica CRIMINALMENTE/10
La scena del crimine: un’analisi storica

di Giuseppe P. Fazio

Ormai si sente sempre più spesso parlare di scena del crimine e della sua analisi. Molti film e serie televisive, soprattutto americane, hanno contribuito a far accrescere l’interesse verso questa disciplina, contribuendo, di contro, a confondere la realtà con la fantasia. Ma in cosa consiste realmente l’analisi della scena del crimine? Quali le reali procedure?

Iniziamo col dire che la scena del crimine è una forma di interazione tra l’autore del fatto e colui che indaga su questo, è la capacità, in buona sostanza, di quest’ultimo di capire il linguaggio dell’autore per il buon fine dell’intera indagine.

Fu nel 1878 che il francese Alfonse Bertillon propose il primo sistema di segnalamento antropometrico delle persone in stato di fermo. Questo sistema comprendeva una serie di misurazioni che rendevano possibile il riconoscimento dell’identità di una persona tramite alcune caratteristiche fisiche. A partire dai primi anni del 1900, con la diffusione della fotografia, questo metodo venne rimpiazzato con la segnalazione fotografica. Nel 1903, ad opera dell’italiano Salvatore Ottolenghi, fondatore della Scuola Italiana di Polizia Scientifica, si ebbe l’intuizione, di applicare il metodo scientifico all’ambiente, consentendo l’applicazione di una tecnica di esame della scena del crimine.

L’operatore di polizia scientifica che effettua un primo sopralluogo giunge ad esaminare la scena del crimine, fissando lo stato delle cose così come le ha trovate, in una sorta di “congelamento” al fine di permettere le indagini scientifiche e di laboratorio. Il sopralluogo quindi è un’attività che ha come fine la conservazione dello stato dei luoghi e la ricerca delle tracce attinenti al reato, utili per l’identificazione del reo e/o della vittima al fine di ricostruire l’effettiva dinamica dell’evento.

La scena del crimine, in ultima analisi, può essere considerata come il luogo della rappresentazione in cui, ogni elemento è funzionale al riconoscimento degli attori in essa coinvolti.



09 giugno 2009
 
 
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