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www.ildialogo.org La pratica cannibale negli assassini seriali,di Giuseppe P. Fazio

Rubrica CRIMINALMENTE/9
La pratica cannibale negli assassini seriali

di Giuseppe P. Fazio

Cos’è il cannibalismo? Una perversione, una pratica nutritiva, una degenerazione o semplicemente un’usanza? In passato aveva una funzione prettamente simbolica ma oggi come potremmo definirlo? Andando oltre il giudizio etico-morale quello che interessa sapere è il perché esistono desideri che spingono ad uccidere e mangiare altri esseri umani.

La Russia, in particolare, si è rivelata terreno estremamente fertile per questo tipo di pratica, dove il cannibalismo è diventato, per alcuni ceti ed in alcune condizioni, quasi un modo di vivere: pratiche così raccapriccianti sono presenti in molte altre parti del mondo. Alcuni cannibali si sono difesi parlando di povertà, bisogno, necessità. Spiegazioni che potrebbero essere considerate sufficienti, ma resta il fatto che mangiare carne umana significa innanzitutto uccidere delle persone: la fame come movente non basta!

L’attenzione deve necessariamente spostarsi su un qualche meccanismo perverso. Alcuni studi ci dicono che nei serial killer cannibali gli impulsi, solitamente presenti in tutti noi, si ingigantiscono fino ad assumere tratti patologici. Il comportamento diviene irrefrenabile ed ha la stessa radice di un qualsiasi comportamento affettivo, che, mentre nelle persone normali si esaurisce in un gesto affettuoso, in un individuo disturbato diviene un fatto da vivere in modo totale. Ciò potrebbe ricollegarsi, in un certo senso, alla pulsione di appropriazione individuata da Freud: mangiare potrebbe significare appropriarsi totalmente dell’altro. Lo stesso Freud in Totem e Tabù ipotizzava una fissazione alla fase orale dello sviluppo libidico, che restando latente veniva esasperato.

Nella totalità dei serial killer vi sono due modi differenti di operare, alcuni progettano ed uccidono con estrema rapidità, altri sono violenti, efferati, sadici, spinti sembra, da una qualche estrema depravazione: i serial killer cannibali, per le caratteristiche già citate, sembrano proprio appartenere a questa seconda categoria!

Altro quesito interessante a cui rispondere sarebbe quello di scoprire se oltre a meccanismi psicologici ve ne siano altri di tipo biologico per spiegare il cannibalismo. Secondo alcuni studiosi statunitensi alla base del antropofagia ci sarebbero disfunzioni dell'ipotalamo. Il cannibalismo sarebbe dunque causato da uno squilibrio ormonale che determina l'incapacità del cervello di misurare le proprie emozioni. Il tutto, ovviamente, resta solo un’ipotesi non sufficientemente valida in quanto non è dimostrabile che in tutti i seriai killer cannibali sia presente tale disfunzione e viceversa.

In conclusione, interrogativi ancora senza risposta per un argomento di tale portata e complessità che sconfina in regioni dove è la norma che impulsi e fantasie cannibaliche siano parte della struttura profonda della psiche umana.



19 maggio 2009
 
 
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