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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org La devianza: il concetto,di Giuseppe P. Fazio

Rubrica CRIMINALMENTE/5
La devianza: il concetto

di Giuseppe P. Fazio

Innanzitutto occorre precisare che quanto andremo ad analizzare deve essere considerato come un percorso a tappe che non si esaurirà in queste poche righe.

Capire un atto criminale dal punto di vista scientifico è un’azione comune a teorie afferenti discipline assai diverse. Molte, nel tempo, le ipotesi, a cominciare dalle teorie costituzionaliste di Cesare Lombroso, influenzate dal Darwinismo, che presupponevano l’esistenza di una correlazione tra la condotta criminale di un soggetto e determinate caratteristiche fisiche e somatiche dello stesso.

Altre teorie, di stampo differente, prettamente psichiatriche, prendevano in considerazione l’atto delinquenziale come la risultante di condizioni psicopatologiche, avvalorando l’opinione secondo la quale criminalità e pazzia sono aspetti comuni della stessa radice. Studi successivi hanno dimostrato che sebbene non siano da escludere le psicopatologie degli attori criminali, queste non sono determinanti tali comportamenti. Di tutt’altro punto di vista erano le teorie Durkheimiane che postulavano la funzionalità del crimine quale fatto assolvente particolari esigenze della società.

Ma restringere lo studio ai soli comportamenti al di fuori delle leggi risultava riduttivo per la criminologia, così negli anni trenta del ‘900 il campo si estese a tutti i comportamenti che, in un certo qual modo, deviavano dal sistema normativo, valoriale e morale di un contesto definito. Nasce così il termine Devianza, che comprende come detto non solo gli atti criminali veri e propri, e che, nella fattispecie, non coincide con la criminalità, anzi, quest’ultima deve ritenersi un tipo particolare di devianza.

Obiettivo della nostra analisi sarà quello di prendere in considerazione solo la devianza di tipo criminale ossia quella che fa riferimento a quel complesso di norme codificate che stabilisce quali comportamenti devono essere considerati fuorilegge e quali no.

Negli ultimi anni, soprattutto con il contributo della psicologia, le teorie sulla devianza criminale si sono spostate dallo studio del comportamento criminale allo studio dell’atto criminale. Bisogna precisare che i termini azione e comportamento implicano concetti diversi: l’azione non coincide con il comportamento, anzi quest’ultimo è solo una parte dell’azione, la parte più facilmente visibile ad un osservatore esterno.

Importante in questo contesto è il concetto di azione deviante comunicativa la quale postula una interazione di tre dimensioni: quella del comportamento manifesto, dei significati sociali e delle cognizioni coscienti, le quali vengono esaminate in un’ottica interazionistico - unitaria dell’azione deviante. Nell’azione si possono ritrovare due diverse tipologie di effetti: quelli strumentali e quelli comunicativi o espressivi.

Gli effetti strumentali vanno considerati come anticipazioni legate all’azione ed ai suoi obbiettivi. Nell’azione deviante tali anticipazioni sono in dimensione prevalente ma difficilmente isolabili da altre funzioni riguardanti le sfere soggettive e relazionali proprie degli effetti comunicativi o espressivi. Questi, in prevalenza relegati ad un livello conoscitivo recondito, consistono in anticipazioni espressive ovvero, utilizzate per comunicare messaggi che vanno oltre il significato dell’azione in sé.

In buona sostanza, un soggetto, in qualsiasi azione messa in atto, tiene conto ed anticipa a livello mentale, cosciente e non, le conseguenze del suo agire. L’attore deviante anticipa i possibili esiti del suo agire, e agendo ricerca tali conseguenze: il soggetto commette un atto poiché desidera gli esiti mentalmente anticipati.

La devianza quindi non come il risultato di determinate caratteristiche di personalità e\o ereditarie, quanto, piuttosto, il punto di arrivo di un percorso attuato dal soggetto a diversi livelli di consapevolezza.

Bibliografia:

T. Bandini, U. Gatti, M. Marugo, A. Verde - Criminologia, 1991

G. De Leo, P. Patrizi - Psicologia della devianza, 2002

C. Lombroso - Il delinquente nato, 1876

Riferimenti internet:

http://www.criminologia.org

http://dex1.tsd.unifi.it/altrodir/devianza/massaro/nav.htm?cap1.htm

http://dex1.tsd.unifi.it/altrodir/devianza/massaro/nav.htm?cap2.htm

http://dex1.tsd.unifi.it/altrodir/devianza/massaro/nav.htm?cap3.htm

http://dex1.tsd.unifi.it/altrodir/devianza/massaro/nav.htm?cap4.htm



24 marzo 2009
 
 
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O Ruofolo - Periodico della Comunita' di fede di Sant'Angelo a Scala (Av)

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