- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (232) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Il lavoro uccide!,di Giuseppe P. Fazio

Il lavoro uccide!

di Giuseppe P. Fazio

Le cifre parlano di centinaia di morti all’anno sul lavoro, un conto che purtroppo non tiene conto delle migliaia di infortuni non denunciati. Lavoratori in nero, collaboratori, familiari, precari, extracomunitari: sono queste le categorie a cui la consuetudine impedisce di denunciare l’infortunio se non a costo di perdere il reddito, il permesso di soggiorno o in alcuni casi la stessa vita!

Ovviamente, meglio che certe cose non si sappiano, alla domanda “Con che contratto erano assunti?”, domanda che spesso viene rivolta per puro dovere di cronaca, il gelo cala inesorabilmente! Pronunciare la stessa parola “Contratto” è una bestemmia, una colpa, o peggio una condanna.

Ma, purtroppo, si scopre che 2 morti su 3, di quelle indagate (42 tra novembre, dicembre), sono di lavoratori precari. Lavoratori sottoposti a ritmi di lavoro intensi, mandati allo sbaraglio su macchinari e situazioni lavorative complesse, senza un collega “esperto” in grado di trasmettere gli insegnamenti appropriati.

Dalle storie di molti di quei morti, emerge il nodo cruciale, nascosto e vero della precarietà: il ricatto. Mentre esperti, politici e sindacalisti continuano a lamentarsi della mancanza di controlli, di norme insufficienti o leggi più restrittive che nessuno poi farà rispettare, il vero motivo delle tante morti precarie non viene minimamente toccato: la paura di perdere il lavoro.

Ma la flessibilità ha spezzato i legami tra i lavoratori giovani e anziani. Si, gli anziani, gli unici ad avere conservato nella memoria gli strumenti per opporsi a quello che hanno già conosciuto un tempo e che ora torna con prepotenza. Sono loro i depositari delle ricette per uscire dall’abbattimento prodotto dalla precarietà. Ascoltare i loro racconti, le esperienze passate, riallacciare il filo della memoria spezzato è un antidoto che può riuscire lì dove oggi sembrano non esserci risposte. La storia del lavoro è uno strumento tanto necessario quanto facile da reperire. E’ la storia orale dei tanti che ci sono passati, e dei modi in cui sono riusciti ad ottenere non sussidi ma diritti, non fondi per la formazione ma aumenti di salario, mensa e trasporti pagati.

Provate a parlare della precarietà a diversi lavoratori delle generazioni che hanno lavorato tra 1950 al 1965. Loro si che ne sanno qualcosa di futuro incerto, infortuni, ricatto del reddito, e totale mancanza di diritti visto che hanno provato sulla loro pelle cosa vogliano dire. Provate a sentire cosa vi raccontano, come la pensano. E fatevi anche dire, secondo loro, come se ne può venir fuori. Nelle loro parole non troverete teorie, nessuna disquisizione da intellettuali. Ma concretezza. Fatti. Azioni.



16 dicembre 2008
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
O Ruofolo - Periodico della Comunita' di fede di Sant'Angelo a Scala (Av)

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info