Sicuramente più difficile che in passato, ai giorni nostri, non a causa delle condizioni economiche proibitive, essere giovani oggi assume una connotazione assai complessa dal punto di vista esistenziale. In passato la vita era scandita da ritmi differenti, il destino era deciso dalla nascita, i figli continuavano le attività dei padri e le donne già conoscevano quale sarebbe stato il loro destino.

Oggi, contrariamente, quasi tutti hanno davanti a sé una quantità di alternative e di possibilità praticamente sconosciute in passato. Ma la società esige una completa realizzazione dei propri talenti e delle proprie inclinazioni, un periodo di formazione, scolastica, lavorativa ed esistenziale lungo ed oneroso. Il mercato del lavoro, nella sua instabilità, diventa talmente enigmatico da rendere pressoché impossibile l’orientamento personale. Dare coerenza alla propria esistenza spesso si rivela un compito smisurato.

Non deve sorprendere, quindi, se spesso si assiste a quella che Fromm ha definito “fuga dalla libertà”: il giovane, avvertendo l’ansia della scelta come intollerabile, si consegna alle facili soluzioni della droga, si rifugia nell’esistenza gregaria di un lavoro sicuro e poco impegnativo, si sottomette alle ancor più facili scelte che altri hanno fatto o faranno per lui, si abbandona a comportamenti devianti.

Proporre rimedi concreti, praticabili, è sempre un compito arduo. La condizione giovanile è intrinsecamente difficile, complessa. Diventare adulti è da tempo uno dei compiti più problematici che l’essere umano debba affrontare. C’è chi propone un maggior ascolto da parte del mondo adulto. Ma l’ascolto presuppone un cultura non sempre presente. Ed allora? Ed allora bisogna sforzarsi di trovare soluzioni adeguate senza distinguere tra un noi ed un loro, senza abbandonarsi alla tentazione di diventare insegnanti ma impegnandosi a guardare insieme verso la medesima direzione.

27 maggio 2008