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www.ildialogo.org Don Franco Barbero risponde ad un amico omosessuale,

Don Franco Barbero risponde ad un amico omosessuale

Dal sito delle CDB italiane


 LA POSTA DEL SITO DELLE CDB
Ci scrive Renato Pierri:
L'Alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, ha affermato che "affossare la legge contro l'omofobia è stato un passo indietro per  l'Italia".
Non sarebbe una bella occasione per la Chiesa di fare un passo  avanti? Di fare un gesto simbolico a favore degli omosessuali? Potrebbe  dichiarare pubblicamente che dal Catechismo della Chiesa Cattolica saranno cancellati definitivamente i pessimi articoli che li riguardano.
Ne riporto alcuni passi: "La Tradizione ha sempre dichiarato che gli atti  di omosessualità sono intrinsecamente disordinati. Sono contrari alla  legge naturale (cf 2357). Ecco: qui la Chiesa si affida alla Tradizione (non al vangelo) e rinuncia alla ragione. Bisognerebbe, infatti, non solo dimostrare che cosa è intrinsecamente ordinato e che cosa non lo è in tutti gli atti che gli uomini compiono ogni giorno, ma anche dimostrare che "disordine" sia uguale a peccato.
Il celibato contrasta col comando del Signore: "Siate fecondi e moltiplicatevi" (Gn 1,28), però non è peccato. Astenersi dall'amplesso nei periodi fecondi, metodo consigliato dalla Chiesa agli sposi, è un atto contrario alla legge naturale, però non è peccato. Mangiare una bella pizza quando abbiamo già cenato e non ne abbiamo punto bisogno... Si potrebbe continuare all'infinito.
Un altro passo del Catechismo: "Gli omosessuali devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza" (cf 2358). Che bontà! Significa: gli omosessuali sono dei poveri disgraziati, ma non dovete bruciarli nei forni crematori, non dovete impiccarli picchiarli bastonarli; la Chiesa che è Madre e Maestra, vi dice: abbiate compassione di loro! Ancora: "Le persone omosessuali sono chiamate alla castità" (2359). Il che significa: cari omosessuali, poiché ogni atto di omosessualità è peccato, per tutta la vita dovete astenervi anche dal dare un bacio alla persona amata.
 Renato Pierri

Abbiamo chiesto a Franco Barbero di rispondere:
Caro Renato,
ti è successo qualche volta di giungere in stazione e vedere il treno scivolare via imprendibile davanti a te? Ebbene, da anni passano tanti “treni della storia” che invitano a salire, ma la nostra chiesa cattolica ufficiale li perde tutti, proprio tutti. Ha paura del viaggio e gira attorno a se stessa.
  • C’è il treno della ragione, della ricerca che, pur senza carrozze della verità infallibile, da lungo tempo ha depennato l’omosessualità dal catalogo delle malattie. Gli studi fioriscono ovunque tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha proibito di “curare l’omosessualità”. La gerarchia cattolica continua a parlare di “anomalia”, di “disturbi”, di “atti intrinsecamente disordinati”, di “comportamento deviante”, di “immaturità”, di peccato, di attentato alla famiglia, di violazione del diritto naturale… “Questa” chiesa si presenta sempre di più come un masso erratico di un cristianesimo disumano, obnubilato da una sindrome sessista.
  • Ma la gerarchia cattolica ha perso un altro treno: quello degli studi biblici, teologici ed ermeneutici. Ormai, sulla scorta di ponderosi studi storici e critici, è impossibile utilizzare le Scritture pro o contro l’omosessualità. Leggere la Bibbia per trovare pezze giustificative o per ricavare pallottole letali significa praticare una “utilizzazione selvaggia” (Concilium 1/2008, Le omosessualità; Römer-Bonjour, L’omosessualità nella Bibbia e nell’antico Vicino Oriente, …). Ma c’è di più: è una deviazione eteronoma, astorica, fondamentalista presumere di trovare in questi testi antichi le risposte e le “ricette” pronte all’uso per i nostri dibattiti di oggi. La testimonianza biblica non è una atemporale parola di Dio che attraversa immutabile spazi e millenni. “Alla Bibbia occorre fare le domande giuste” (T. Römer). Dio non si è imprigionato nelle Scritture. Ai problemi di oggi rispondono laicamente le scienze, la ragione, la coscienza, le competenze umane col metodo del costante confronto. Il cristiano adulto e la cristiana adulta traggono dalla Bibbia il messaggio centrale dell’amore di Dio e dell’amore del prossimo senza frontiere, ma l’inveramento storico è tutto, davvero tutto, sulla nostra responsabilità.
  • C’è un terzo treno che la gerarchia ha perso o sul quale non vuole salire. E’ il treno del dialogo, del confronto. I gerarchi cattolici si collocano lassù, nella solitudine “sacra” dei palazzi e di là parlano, legiferano, sentenziano sugli omosessuali. A loro non viene mai in mente di ascoltare le persone reali, di prendere sul serio le loro esperienze e le loro riflessioni. Parlano “di” omosessuali, ma non parlano “con” gli omosessuali. Questo metodo che riduce gli omosessuali a “oggetto” di indagine e di giudizio anziché considerarli soggetti portatori e interpreti primi e autorevoli della loro esperienza umana, culturale, antropologica e cristiana, travisa la realtà, spegne la comunità e umilia le persone.
            Ecco perché diventa oggettivamente disonesto ed irritante sentire e leggere che “gli omosessuali devono essere accolti con rispetto, compassione e delicatezza “come fossero dei poveretti, dei minorenni, incapaci di prendere in mano la loro vita con titolarità piena di diritti e di doveri.
  • Caro Renato, guardando con realismo le pratiche pastorali e comunitarie oggi in atto nella chiesa cattolica romana, è difficile scorgere un passo in avanti. Cambiare qui è sinonimo di conversione. Non basterà qualche operazione di cosmesi teologico-pastorale. Ma oggi siamo in presenza di una chiesa gerarchica che vive aggrappata alle sue certezze che difende in modo dogmatico ed aggressivo. La prigionia del pensiero unico, patriarcale, autoritario ha reso “questa” chiesa triste, incapace di guardare con stupore e di accogliere i mille volti dell’amore. Questa non è tutta la nostra tradizione; è il tradizionalismo. Però è pur vero che, se guardi la storia di “questa” chiesa romana, come ha ben documentato il teologo Castillo, quando si affermano i diritti la chiesa cattolica ufficiale si è quasi sempre schierata sul fronte opposto.
E allora? Molti/e di noi sogniamo, lavoriamo e preghiamo per una chiesa “altra”. Io ho il cuore pieno, traboccante di speranza e di fiducia. Da almeno 46 anni sono in contatto con la vita, le gioie, gli amori, i tormenti, le passioni e le lotte di migliaia e migliaia di omosessuali, lesbiche, transessuali e bisessuali. Nonostante tutte le discriminazioni e le violenze, è in atto una rivoluzione umana non violenta planetaria e anche cristiana che nessun sbarramento potrà fermare. Il vento dell’amore e il soffio di Dio lavorano insieme. Abbiamo davanti a noi un sentiero aperto in cui lavorare, sognare, cantare, vivere l’amore e lottare politicamente. Senza sosta. Senza chiedere permesso. Senza aspettare domani. Rompendo tutte le inique obbedienze che ci vengono richieste in nome di un dio faraonico che non ha nessuna parentela con il Dio bello, caldo, innamorato, liberatore, sognatore e sovversivo di cui Gesù di Nazareth ci ha dato testimonianza.
Ti abbraccio caro Renato. Se vogliamo che qualcosa cambi, facciamo come il cieco Bartimeo che, gettato via il mantello delle sue paure, ha abbandonato il ciglio della strada ed è entrato nella via a dire la sua, a fare la sua parte.
Franco Barbero
 
 


Domenica 25 Ottobre,2009 Ore: 10:14
 
 
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Cristianesimo ed omosessualita'

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