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www.ildialogo.org SIAMO TUTTI COLPEVOLI DI SOLIDARIETÀ". SOSTEGNO AL PARROCO SIRACUSANO CHE AIUTAVA I MIGRANTI,da: Adista Notizie n. 17 del 27/02/2010

SIAMO TUTTI COLPEVOLI DI SOLIDARIETÀ". SOSTEGNO AL PARROCO SIRACUSANO CHE AIUTAVA I MIGRANTI

da: Adista Notizie n. 17 del 27/02/2010

35461. SIRACUSA-ADISTA. Associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'illecita permanenza di stranieri nel territorio dello stato italiano, falso ideologico in atto pubblico e false dichiarazioni a pubblico ufficiale: queste le accuse con le quali il gip di Catania ha disposto gli arresti domiciliari per padre Carlo D'Antoni, parroco della chiesa di Maria Santissima Madre della Chiesa, meglio conosciuta come Bosco Minniti, dal nome del rione del quartiere Acradina dove sorge. Con lui sono stati arrestati anche l'avvocato Aldo Valtimora, attivo insieme a padre Carlo nelle iniziative di sostegno ed assistenza legale agli extracomunitari, e il collaboratore del parroco Antonino De Carlo, oltre a due immigrati nigeriani. Secondo le accuse il gruppo sarebbe al centro di un "traffico" di documenti falsi necessari alla regolarizzazione degli extracomunitari che facevano base nella parrocchia di Bosco Minniti.
Era stato tuttavia lo stesso padre Carlo a chiarire il suo ruolo in un esposto alla procura della Repubblica di Siracusa presentato il giorno prima del suo arresto per lamentare l'"atteggiamento vessatorio e persecutorio" dell'Ufficio stranieri della questura nei confronti degli extracomunitari assistiti nella sua parrocchia. "Sono persone che si spostano a seconda di dove trovano un qualche lavoro e quindi non godono ancora del bene della stabilità abitativa e del lavoro continuativo. Hanno eletto domicilio presso la parrocchia e ad essa fanno costante riferimento per ogni ordine di problemi soggiornandovi inoltre, ogni volta che è opportuno". Padre Carlo contestava il fatto che l'Ufficio Immigrazione "non accetta nei fatti che c'è differenza tra 'residenza' e 'elezione di domicilio'. Quindici/diciottomila ne sono passati dalla mia parrocchia negli ultimi 15 anni. Di questi solo qualche centinaio ha ancora il proprio domicilio presso i locali della parrocchia".
Alcuni giornali, dando la notizia dell'arresto di padre Carlo, hanno parlato di "lauti compensi" intascati dal sacerdote in cambio degli attestati di domicilio, ma in realtà nelle indagini non risulta alcuna traccia di pagamenti corrisposti dagli extracomunitari.
Questo il ritratto di padre Carlo fornito dal quotidiano della Cei Avvenire in un articolo pubblicato lo scorso 13 febbraio: "Da circa 20 anni parroco di Bosco Minniti, don Carlo D'Antoni è un battagliero che ha fatto dell'accoglienza la sua missione, diventando così punto di riferimento per gli immigrati. Un impegno portato avanti anche grazie alla collaborazione di numerosi parrocchiani e di tanti volontari non appartenenti alla parrocchia che lo sostengono, in una città dove mancano le strutture ma la questione immigrazione è un problema concreto e sentito. A disposizione degli ultimi, don Carlo ha messo sempre tutto ciò che aveva: la chiesa, la canonica e le altre strutture parrocchiali".
Con il parroco di Bosco Minniti si è schierato l'intero clero diocesano, che ha diffuso una nota ufficiale agli organi di stampa in cui si legge: "Confidando nella sua totale estraneità ai fatti addebitatigli, siamo fiduciosi che presto la magistratura inquirente fugherà ogni sospetto. Nel frattempo esprimiamo a padre Carlo la nostra piena solidarietà e ci auguriamo che presto sia di nuovo in grado di continuare il suo impegno pastorale".
Un segnale molto forte è venuto anche dall'arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, che domenica 14 febbraio, insieme all'ex arcivescovo Giuseppe Costanzo, si è recato in visita da padre Carlo (nell'abitazione dove il sacerdote si trova agli arresti domiciliari) e ha celebrato messa nella Chiesa di Bosco Minniti.
Le associazioni Agire Solidale, Amnesty International, Arci, Centro Sociale Culturale "Pio La Torre", Comitato 100 donne, Emergency, Arcisolidarietà , Libera Siracusa, Arciragazzi, Jamii onlus, Stonewall Glbt, Legambiente, Associazione La Nereide, Il Tribunale per i Diritti del Malato e Cittadinanzattiva hanno espresso "forte sconcerto e incredulità per la gravità delle accuse formulate": "Da anni", hanno scritto in un comunicato, "padre Carlo D'Antoni e la sua comunità svolgono un ruolo fondamentale nell'accoglienza degli immigrati e degli emarginati con ammirevole impegno e disinteressata dedizione, rappresentando per tutto il mondo dell'associazionismo e del volontariato un sicuro e determinante punto di riferimento".
Ma la mobilitazione maggiore è stata quella promossa dalla stessa comunità parrocchiale di Bosco Minniti. Lunedì 15 febbraio più di 400 persone si sono ritrovate nell'atrio antistante la chiesa e hanno letto i messaggi di solidarietà diretti a padre Carlo e ai collaboratori giunti da ogni parte d'Italia, fra i quali quelli di padre Alex Zanotelli, don Paolo Farinella e don Alessandro Santoro. Successivamente hanno dato vita a un corteo che si è snodato lungo le vie del rione con in testa due grandi striscioni in cui c'era scritto: "Siamo tutti colpevoli di solidarietà" e "Non mollare mai!". (e. c.)
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da: Adista Notizie n. 17 del 27/02/2010
 



Marted́ 23 Febbraio,2010 Ore: 10:31
 
 
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